Buongiorno e ben ritrovati sul blog.
Oggi vi parlerò del romanzo d’esordio dell’autrice Martina Salvai, edito da Golem, che si intitola “Non è vero che in campagna c’è silenzio”; una storia ambientata in Campania, terra d’origine dell’autrice, in cui c’è appena stato un omicidio sospetto. Ma la verità è molto più complessa…
Buona lettura!
“Non è vero che in campagna c’è silenzio” è il titolo emblematico che Martina Salvai ha scelto di dare alla sua opera prima. Un titolo che riassume perfettamente il contenuto del testo e la vicenda che ci andrà a raccontare.
La prima cosa che salta all’occhio, soprattutto considerando che si tratta di un romanzo d’esordio, è lo stile curato e preciso della prosa di questa autrice: trovare una storia così ben scritta è merce rara al giorno d’oggi perciò è stato un piacere per gli occhi leggere queste pagine.
Martina Salvai gioca in casa e decide di ambientare la sua narrazione in un contesto che conosce bene e, in molti passaggi, questa familiarità con luoghi e modi di fare è lampante.
Amanda Sifri, una giornalista freelance, è la protagonista della storia: una donna dal passato complesso e dal presente incerto che vede nella co-protagonista Mara, l’agente di polizia che indaga sul caso, una spalla ma anche un via d’accesso privilegiata ai fatti.
“Mi uccide l’immobilità. Mi uccide questa morte che avevo desiderato tante volte. Guardo mia sorella, so che anche per lei è così ma non so cosa dirle, certe cose non si possono dire ad alta voce se non a distanza di anni”.
Il rapporto, tra le due, è un’alternanza di screzi e riappacificazioni mentre l’indagine sulla morte di Leonardo Parodi, avvocato della zona, sembra stagnare per mancanza di sospettati.
A metà romanzo, la storia prende il via ed è innegabile che il punto di svolta renda il tutto più interessante e coinvolgente. Mi ha conquistata! I risvolti e i segreti che incontrerete durante la lettura vi lasceranno di stucco.
Ho amato moltissimo tutti i personaggi di questo noir e ho sofferto con loro in alcuni passaggi abbastanza crudeli. Mi sarebbe piaciuto un approccio più approfondito sul passato di Amanda ma qualcosa mi dice che, forse, non è l’ultima volta che sentiremo parlare di lei.
In attesa di sapere cosa ci aspetta per il futuro vi consiglio di tenere sotto osservazione l’autrice perché ha un potenziale altissimo!


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