venerdì 10 gennaio 2020

Recensione "La casa delle voci" di Donato Carrisi

Buongiorno, lettori.
In tantissimi mi avete chiesto pareri e consigli per quanto riguarda il nuovo libro di Donato Carrisi, così ne ho recuperata una copia e sono pronta a raccontarvelo.
Buona lettura!


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Pietro Gerber non è uno psicologo come gli altri. La sua specializzazione è l'ipnosi e i suoi pazienti hanno una cosa in comune: sono bambini. Spesso traumatizzati, segnati da eventi drammatici o in possesso di informazioni importanti sepolte nella loro fragile memoria, di cui polizia e magistrati si servono per le indagini. Pietro è il migliore di tutta Firenze, dove è conosciuto come l'addormentatore di bambini. Ma quando riceve una telefonata dall'altro capo del mondo da parte di una collega australiana che gli raccomanda una paziente, Pietro reagisce con perplessità e diffidenza. Perché Hanna Hall è un'adulta. Hanna è tormentata da un ricordo vivido, ma che potrebbe non essere reale: un omicidio. E per capire se quel frammento di memoria corrisponde alla verità o è un'illusione, ha disperato bisogno di Pietro Gerber. Hanna è un'adulta oggi, ma quel ricordo risale alla sua infanzia. E Pietro dovrà aiutarla a far riemergere la bambina che è ancora dentro di lei. Una bambina dai molti nomi, tenuta sempre lontana dagli estranei e che, con la sua famiglia, viveva felice in un luogo incantato: la «casa delle voci». Quella bambina, a dieci anni, ha assistito a un omicidio. O forse non ha semplicemente visto. Forse l'assassina è proprio lei.

Con questo romanzo, Donato Carrisi compie un salto di qualità notevole regalandoci un romanzo molto 'teatrale' e ben strutturato. Pietro Gerber è la nostra voce narrante, un addormentatore di bambini che, attraverso la tecnica dell'ipnosi, cerca di aiutare delle povere anime innocenti vittime di abusi o testimoni di episodi di natura traumatica e violenta. 
E' un personaggio che mi ha subito affascinata ma mai quanto quello di Hanna Hall: questa donna, e la sua storia, mi ha tolto il sonno e mi ha fatto terminare la lettura nel giro di un giorno.
L'incontro con Pietro segna un punto di svolta per entrambi: come in una gigantesca parabola discendente, per Pietro, e ascendente per Hanna, la storia si fa sempre più complessa e intricata dando vita ad uno spettacolo che dimenticherò facilmente.

Per un bambino la famiglia è il posto più sicuro della terra.
Oppure, il più pericoloso.

Ma andiamo con ordine: Hanna arriva nello studio di Pietro con dei ricordi vaghi del passato e con la paura di aver commesso un terribile delitto, spera che l'ipnotista riesca ad entrare in contatto con la bambina che è in lei restituendole dei fatti che possano far luce sul suo passato.
Ben presto, come lettrice, mi sono resa conto che l'intreccio era parecchio più complesso e sono stata completamente rapita dalla vicenda, dai continui salti temporali, da una Firenze diversa e un'ambientazione misteriosa che gioca un ruolo fondamentale nel percorso terapeutico di Hanna Hall.

Lo stile di Carrisi è, come al solito, magistrale: evocativo e coinvolgente al cento per cento, è stato come guardare un film! Verso il finale, ho intuito la piega che avrebbe preso la storia e anche il possibile legame tra medico e paziente ma leggerlo è stata tutta un'altra cosa. Momenti di lettura con il cuore in gola, pelle d'oca e paura reale per un contesto affascinante e geniale.
Il passato di Hanna mi ha sconvolta e affascinata al tempo stesso, così come la perfezione con la quale tutte le tessere del puzzle alla fine convergono verso una verità agghiacciante e inaspettata.
Carrisi sa come stupire i suoi lettori e questa volta ci è riuscito alla grande.
Ho amato ogni singola pagina de 'La casa delle voci' e, se amate il genere, non potete proprio lasciarvi sfuggire questa lettura!


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