mercoledì 25 luglio 2018

Recensione "Il ritorno del marinero" di Emilio Martini

Buongiorno lettori,
oggi vi parlo di un giallo interessante edito da Corbaccio, "Il ritorno del marinero".
Buona lettura!

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Lungariva, Liguria, un nuvoloso pomeriggio di novembre: a bordo di una barca a vela viene trovato il cadavere di Sebastian Scettro, detto il Marinero: tre proiettili gli hanno spaccato il cuore. Appartenente a una facoltosa famiglia, il Marinero se n'era andato per mare nove anni prima su un piccolo sloop nordico, facendo perdere le sue tracce. Chi, o che cosa, l'ha riportato a casa, concedendogli solo poche ore prima dell'incontro con la morte? Di certo, come può constatare Gigi Berté, Sebastian non aveva lasciato un buon ricordo: con i fratelli i rapporti erano pessimi, frequentava pregiudicati e spacciatori, e aveva persino ricevuto una denuncia per stupro. A quanto pare, solo l'anziana nonna non aveva mai smesso di volergli bene e di aspettare il suo ritorno. Un caso complicato per il commissario aspirante scrittore, che lo porta ad affrontare, con la bravura di sempre e con rinnovato sconcerto, l'uccisione di un uomo. E se da una parte vorrebbe «fuggire» a Milano dove l'attende un'allettante offerta in questura, dall'altra la Marzia e la sua squadra a cui è sempre più affezionato lo tengono legato a questo strano paesino che da fuori sembra un'isola felice ma che, come ogni altro luogo, nasconde il seme del male.

Dietro una copertina placida, e forse, un po' anonima, si nasconde un giallo di tutto rispetto che si legge davvero nel giro di qualche ora. Per il commissario Berté, c'è una nuova indagine all'orizzonte: dopo anni di lontananza volontaria da Lungariva, un piccolo paese di pescatori della Liguria, Sebastian Scettro ha fatto ritorno a casa ma la sua permanenza è stata breve, anzi, brevissima in quanto viene ucciso poche ore dopo essere sbarcato. Chi ha commesso l'omicidio? E, soprattutto, perché? Da qui si apre uno scenario ricco di sospettati, moventi più o meno attendibili ma, di fatto, senza nessuna prova concreta. Il personaggio di Sebastian Scettro è molto ambiguo e scomodo, tanto che parecchi personaggi trarrebbero beneficio dalla sua morte ma, d'altra parte quasi tutti lo credevano morto dopo tanti anni di lontananza. Mi sono divertita tantissimo ad accompagnare il commissario Berté nelle indagini che, vi posso assicurare, vengono rese molto complicate dalla reticenza dei personaggi e dal passato scomodo della vittima. Il mondo intero sembra fregarsene della morte dell'uomo e andare avanti come, e forse meglio, di prima.

L'autore si diverte a lasciare indizi qui e là che, solo alla fine, acquistano consistenza e prendono posto nel disegno completo della vicenda. Io, personalmente, non mi sono nemmeno avvicinata alla verità ma ho trascorso delle ore piacevoli in compagnia del libro e degli strani personaggi che lo popolano. Ho apprezzato tantissimo l'ambientazione: la Liguria mi piace moltissimo e trovo che, nel libro, ne sia stata colta l'essenza più intima e meno turistica. Lungariva sembra essere un paese fuori dal tempo ma che, nonostante le ridotte dimensioni e la vita semplice degli abitanti, nasconde segreti e condotte poco ortodosse. Molto bene anche per quanto riguarda la narrazione: l'autore non si limita ad esporre una scena del crimine e le indagini, ma lascia molto spazio anche alla vita privata del commissario che, in questo modo, appare più umano e meno istituzionale.
La scrittura è scarna e diretta ma piacevole da seguire e ben articolata. Come vi dicevo, si tratta di un libro molto breve ma nonostante l'esiguo numero di pagine, non lascia elementi in sospeso o interrogativi irrisolti. Ideale per farvi compagnia in un pomeriggio al mare, o in montagna, sono certa che ne apprezzerete le varie sfumature. Lo consiglio!



martedì 24 luglio 2018

Recensione "L'estate del silenzio" di Mikel Santiago

Buongiorno lettori,
oggi ho il piacere di parlarvi di una storia affascinante e piena di colpi di scena che mi ha tenuta incollata alle pagine, in questi giorni.
Sto parlando del nuovo romanzo di Mikel Santiago, "L'estate del silenzio", edito da Nord.
Buona lettura!


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Non ci sentiamo da anni, e mi chiami adesso? pensa Tom, leggendo sul display il nome di Bob Ardlan. Tom non vuole farsi rovinare la serata dall'ex suocero, perciò non risponde. Due giorni dopo, però, riceve una telefonata dall'ex moglie, in lacrime: Bob è morto cadendo dal balcone della sua villa, pochi minuti dopo aver cercato di parlare con Tom. Sconvolto, lui si precipita da Roma a Tremonte, il paesino sulla costiera amalfitana che negli anni è diventato un rifugio per artisti. Oltre a Bob, pittore di fama mondiale, hanno deciso di stabilirsi lì anche alcuni registi, musicisti e scrittori, tra cui Stelia Moon. Ed è proprio Stella ad accogliere Tom e a negare con forza la versione ufficiale dell'accaduto: non è possibile che il suo amico si sia suicidato e, di sicuro, non si è trattato di un incidente. Secondo lei, Bob è stato assassinato. Ma da chi? E perché? Per Tom, una sola cosa è certa: in qualsiasi guaio si fosse cacciato, alla fine Bob si era rivolto a lui. Non può deluderlo una seconda volta. E l'unico modo per mettere a tacere il suo senso di colpa è scoprire la verità. Ben presto, tuttavia, Tom si renderà conto che tra le pieghe di quella raffinata comunità d'intellettuali si celano rancori, invidie e contrasti mai appianati. Tutti hanno qualcosa da nascondere. E uno di loro è disposto a uccidere pur di proteggere il suo segreto...

No, non lasciatevi ingannare dalla copertina, tutto sommato, bucolica e affascinante.
E no, non lasciatevi ingannare nemmeno dallo stile placido e rilassato dell'autore che sembra raccontare, semplicemente, i dilemmi amorosi di Tom. "L'estate del silenzio" è un super giallo che vi conquisterà piano piano e senza che nemmeno ve ne rendiate conto.
Ma partiamo dal principio: i personaggi. In questo libro ne incontreremo tantissimi, più o meno importanti, ma tutti fondamentali per la trama. Ognuno di loro si mostra solo a metà, tenendo una parte sempre in ombra: l'ambiguità regna sovrana e, ad un certo punto, sembrano tutti colpevoli in un modo o nell'altro. Tom è un moderno, e meno brillante, Poirot che cerca di farsi strada nelle stranezze e nelle incongruenze della morte misteriosa e accidentale del suo ex suocero. Troppi elementi non coincidono e un velo di omertà sembra esser sceso su tutti quelli che lo circondano. Mi sono appassionata moltissimo alla storia proprio grazie a questo personaggio e alle sue disavventure. L'autore lo mette alla prova in tutti i modi regalandogli sospetti per poi smontare ogni sua tesi. La verità sembra essere sempre a portata di mano ma, in realtà, è lontanissima e inafferrabile.

La trama è un altro punto forte del libro: non perdete tempo in congetture e giudizi facili, Santiago ama stupire e lasciare a bocca aperta i suoi lettori e direi che ci riesce in maniera egregia. Tutte le mie ipotesi si sono rivelate errate, nelle azioni o nei moventi, rendendo la lettura stimolante e instillando un dubbio perenne tra i miei pensieri. Il deus ex machina delle tante morti sospette è vicinissimo e, forse, scontato, ma machiavellico a livelli estremi. Amo le storie originali e non scontate, amo i libri in cui tutto è il contrario di tutto e, nel caso di Santiago, ho amato i suoi mille misteri, i paesaggi idilliaci, l'amore per l'arte e la complessa psicologia dietro ai personaggi. 

Tutto è costruito alla perfezione e tutto viene raccontato in maniera molto dettagliata. Uno strato molto sottile di suspense rende le pagine ancora più scorrevoli e coinvolgenti. L'ambientazione, tutta italiana, costituisce un ottimo diversivo quando la situazione rischia di farsi pesante. Pur raccontando una vicenda tragica e sconvolgente, l'autore riesce a mantenere la leggerezza tipica del giallo e a mixarla, con successo, ad elementi crime e romance creando un equilibrio perfetto ed appassionante.
L'ho divorato nel giro di un giorno e mi sono follemente innamorata dello stile dell'autore, tanto da voler recuperare al più presto la lettura del suo primo romanzo.
E' la storia perfetta per tutti i lettori che vogliono avvicinarsi al thriller senza esagerare ma, sono certa, che riscontrerà pareri favorevoli anche da chi, come me, è già un appassionato del genere che ogni tanto ha bisogno di letture più soft e meno sanguinose.
E' stata una bellissima sorpresa che promuovo a pieni voti!




[Blogtour] "Descendens" di Alessandra Paoloni


Buongiorno e benvenuti alla seconda tappa del blogtour dedicato a "Descendens", il nuovo libro di Alessandra Paoloni edito dalla Delrai Edizioni.
Si tratta di un bellissimo fantasy che gli amanti di streghe e magia non potranno non apprezzare.
In questo appuntamento, l'autrice ci illustrerà meglio i dettagli che si celano dietro la magnifica cover realizzata da Catnip Design .
Buona lettura!


La cover creata da Pamela Fattorelli per Descendens racchiude in sé l'essenza stessa del libro.
Osservandola bene da vicino, noterete una sorta di globo giallognolo, una specie di sfera che racchiude un medaglione, il tutto posato con grazia su una sorta di collinetta schiacciata.
Tutto questo è Tiepole.  


Ma facciamo un passo indietro.
Per chi ancora non ha avuto il piacere, o la sventura, di addentrarsi per le vie maledette di Tiepole, deve sapere che il suddetto luogo è un piccolo paese collocato alle porte di Roma. Un paese naturalmente partorito dalla mia fantasia che in realtà possiede alcune caratteristiche fisiche e storiche di posti esistenti per davvero. Posti che preferisco non nominare in questa sede, ma che salteranno fuori al momento opportuno.
Tiepole è un paese dove la magia è viva. Ma è anche un paese tagliato fuori dal mondo, dove la realtà sembra sospesa, dove i ritmi di vita sono diversi, lontani da quella quotidianità alla quale noi invece siamo abituati.
La sfera giallognola che si può ammirare sulla cover rappresenta tutto ciò, ovvero il microcosmo tiepolese che racchiude il posto, lo isola dal mondo contemporaneo, lo emargina attraverso leggi e imposizioni personali, come se in realtà Tiepole non fosse un luogo ma una entità ancora tutta da scoprire.

Chi mi legge sa che io ho una predilezione particolare per i luoghi chiusi, claustrofobici, per le realtà alternative dove i personaggi, anche moderni, sono liberi dalle leggi reali.
Tiepole queste leggi le soverchia tutte e dunque da questa storia il lettore deve aspettarsi mistero e poca ordinarietà, esattamente come poco ordinaria è la sua cover.
Il medaglione che si nota sulla copertina esiste davvero. È mio. In realtà, se fate bene attenzione, noterete delle lancette perché quello è un orologio, uno di quelli che si schiude in due, che mette in mostra modernità e gusto vintage. Nel romanzo di medaglioni ne abbiamo ben due, uno di massima importanza per la storia e il destino della protagonista. Le lancette invece raffigurano il tempo che, come dicevo poc'anzi, a Tiepole viene regolato da ritmi “autoctoni”, contro i quali è inutile combattere.
E quella sorta di collinetta oscura sulla quale tutto si erge?
Quella è la terra tiepolese, fatta di colline e dune, di vie poco praticabili, di sentieri poco battuti, oscuri, di luoghi nei quali è meglio non addentrarsi.
Inutile dire che la scelta dei colori è azzeccatissima per una storia come questa, dove le ombre e le luci, il nero e il giallo, si confondono, si contendono il destino, combattono e si fondono perché nulla è totalmente Bene così come nulla è totalmente Male.  


Voltando poi la cover si arriva a Tiepole. La copertina interna, fortemente voluta da Malia Delrai per le sue edizioni sempre ben curate, ci mostra uno spaccato del paese, una sua istantanea, case “addossate le une alle altre”, circondate da una sorta di nebbia nella quale si celano infiniti misteri.
Insomma, vi basterà ammirare la cover di Descendens per entrare già nell'atmosfera del libro. Una cover all'apparenza semplice, ma che svela molto. Basta soltanto saper guardare con l'occhio di un lettore attento a ogni singolo particolare.

Il mio grazie va ancora a Pamela Fattorelli per il lavoro svolto. E un grazie anche a Malia perché lei, come me, di Tiepole ne ha colto le potenzialità, oltre che la magia.

Alessandra Paoloni

Curiosi di saperne di più sul magico mondo di Tiepole?
Di seguito trovate il calendario con tutti gli appuntamenti da non perdere!



IL GIVEAWAY

Commenta almeno 5 delle 7 tappe tour e potresti ricevere una copia del libro direttamente a casa tua!
Avete tempo fino al 3 Agosto!





  




domenica 22 luglio 2018

[Review Party] "Imperfetto" di Sagara Lux

Buongiorno lettori,
oggi ho il piacere di parlarvi di "Imperfetto", il nuovo romanzo di Sagara Lux.
Buona lettura!


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Daniel Crowne è l’uomo perfetto.
È affascinante, metodico, organizzato e sta per ricevere la proposta che gli cambierà la vita.
Quello che non si aspetta è di dover condividere l'occasione con una ragazza che non ha mai visto, ma che a quanto pare tutti sembrano conoscere.

Valery Tutcher è tutto fuorché perfetta.
È irriverente, disordinata e testarda. Ha un carattere indomito e una visione molto precisa della realtà delle cose. Al contrario di Daniel, da sempre abituato a muoversi in un mondo fatto di limiti, non ha regole. Non ha tentennamenti.

E non ha alcuna intenzione di rendergli le cose facili.

Seguo l'autrice già da qualche anno, partecipando sempre con piacere ai vari cover reveal e release blitz ma, finora, non avevo mai avuto curiosità di approfondire leggendo i suoi romanzi, probabilmente la cosa è dovuta principalmente al fatto che suddetti libri non appartengono a generi che amo di solito. Con "Imperfetto", invece, è scattato una sorta di colpo di fulmine dopo aver visto la copertina e aver dato uno sguardo veloce alle poche righe che compongono la trama. A lettura finita, devo dire di aver scoperto un mondo nuovo che non mi dispiace e che mi ha, quasi completamente, soddisfatta. I due protagonisti sono molto carini e l'autrice è riuscita a curarli nel dettaglio, una cosa che apprezzo sempre molto. Capire i pensieri e conoscere bene i pregressi dei personaggi, aiuta a comprendere determinati atteggiamenti e comportamenti che portano avanti rendendo la storia più concreta e reale. Mi piace il fatto che siano due persone diametralmente opposte: appartengono a due categorie sociali differenti, hanno caratteri diversi e, per certi versi, incompatibili ma per ragioni che non vi anticipo, insieme funzionano alla grande!


La trama è semplice ma non scontata anche se, la cosa che mi ha sorpreso di più, è stata la prosa dell'autrice. Sagara Lux ha una scrittura perfetta e ben articolata. Pur essendo un libro autopubblicato, è un prodotto ottimo e curatissimo. E' un romanzo che si legge nel giro di qualche ora grazie alla scorrevole narrazione e alla vicenda molto dinamica che incuriosisce e non annoia. E' stata una piacevole esperienza e una scoperta interessante, credo proprio che inizierò a recuperare qualche romanzo di Sagara durante le vacanze. "Imperfetto" è la storia giusta per tutte le amanti del romance con sfumature new adult e frizzanti. Ideale da portare in spiaggia per sognare e sospirare un po' grazie ai battibecchi continui di Valery e Daniel ma, attenzione, non si tratta solo di una storiella sexy e romantica, tra le righe potrete leggere anche un messaggio più importante soprattutto per le donne che non devono più giustificarsi per la loro leggerezza e che non devono più essere costrette a raggiungere sempre standard altissimi. Valery è una di noi, una donna sicura delle sue imperfezioni e mancanze, una donna che non cambia per nessuno perché, in realtà, è già bellissima così!


Continuate a seguire il review party per scoprire ulteriori punti di vista sul romanzo!



sabato 21 luglio 2018

Recensione "L'incantesimo della spada" di Amy Harmon

Buongiorno cuori librosi,
oggi voglio parlarvi dell'ultimo libro di Amy Harmon, un fantasy pubblicato da Newton Compton intitolato, "L'incantesimo della spada".
Buona lettura!


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Il giorno in cui mia madre è stata uccisa, ha detto a mio padre che non avrei mai più pronunciato una sola parola e che se fossi morta, lui sarebbe morto con me. Predisse anche che il re avrebbe venduto la sua anima e avrebbe ceduto suo figlio al cielo. Da allora mio padre attende di poter avanzare la sua pretesa al trono e aspetta nell’ombra che tutte le parole di mia madre si avverino. Desidera disperatamente diventare re. Io voglio solo essere finalmente libera. Ma la mia libertà richiede una fuga e io sono prigioniera della maledizione di mia madre tanto quanto dell’avidità di mio padre. Non posso parlare o emettere suoni. Non posso impugnare una spada o ingannare un re. In un regno in cui gli incantesimi sono stati banditi, l’unica magia rimasta potrebbe essere l’amore. Ma chi potrebbe mai amare… Un uccellino?

Non posso pronunciare le parole. Non posso riprodurre i suoni. Nutro pensieri e sentimenti. Custodisco immagini e colori. Sono tutti racchiusi dentro di me, perché non sono capace di formare le parole.
Ma posso sentirle.

Ho un amore sconfinato per Amy Harmon e mi piace leggerla in tutte le salse perciò, dopo averla scoperta come regina del romance e dello YA, l'ho apprezzata nel romanzo storico Il segreto di Eva e non potevo proprio lasciarmi sfuggire la sfumatura fantasy de "L'incantesimo della spada".
Rispetto alle letture precedenti, devo dire che non ho riscontrato la genialità tipica della Harmon. Il fantasy è un genere molto complesso che richiede una buona dose di fantasia, per l'appunto, e una base solida sulla quale costruire la vicenda. Il mondo medievale creato dall'autrice è, senza dubbio, affascinante ma non originalissimo. I personaggi, invece, beneficiano della straordinaria capacità descrittiva della Harmon: Lark e Tiras sono due protagonisti che fanno breccia nel cuore del lettore e riescono a risollevare, da soli, le sorti della storia. Mi sono piaciuti entrambi ma per motivi diversi: di Lark, ho apprezzato il carattere docile, timoroso ma allo stesso tempo forte e coraggioso. Ha dimostrato una forza incredibile nell'affrontare la perdita della madre e un potere sconosciuto che l'ha sempre resa preziosa per scopi poco nobili ma mai degna di amore e affetto. Tiras, dal canto suo, è decisamente affascinante e un guerriero valoroso ma, la cosa che mi è piaciuta di più, è stata la sua metamorfosi: spesso il potere non è l'unica cosa che conta.

Tu dici che ti ho scelto perché mi sei utile. E così è stato. Ma devi sapere questo, Lark, 
(...) Ti ho amato ogni momento di ogni giorno, e ti amerò finché non smetterò di esistere. Aquila, uomo o re, ti amo e sempre ti amerò.

Ebbene sì, l'amore viene in soccorso dell'autrice rendendo la storia indimenticabile e coinvolgente. Dopo un inizio molto soft e che stentava a trovare l'energia giusta per appassionare il lettore, la Harmon ci regala una seconda parte tutta da scoprire e ricca di sorprese. Altro elemento che ho apprezzato, è l'importanza delle parole: il messaggio arriva chiarissimo, le parole hanno un potere immenso e possono creare o distruggere senza che nemmeno ce ne rendiamo conto.
La prosa è scorrevolissima, elegante e ricercata. Si legge con piacere e si ritrovano i tratti caratteristici della penna di un'autrice che non smette di stupire e migliorarsi. Non è semplice mettersi alla prova con generi diversi e riuscire, comunque, a creare un buon prodotto. Questo dimostra, ancora una volta, un'estrema versatilità dell'autrice e una bravura fuori dal comune.
Non è ai livelli di Hai cambiato la mia vita o Sei il mio sole anche di notte, ma nel complesso non mi è dispiaciuto per niente. Se, anche voi, siete fan della Harmon vi consiglio di scoprirla anche questa veste inedita, non resterete delusi.