lunedì 16 ottobre 2017

Recensione "Magic" di V.E. Schwab

Buongiorno a tutti,
oggi parliamo di una delle ultime uscite interessanti di Newton Compton, "Magic", firmato dalla penna di V.E. Schwab.
Buona lettura!


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Kell è uno degli ultimi maghi della specie degli Antari ed è capace di viaggiare tra universi paralleli e diverse versioni della stessa città: Londra. Ci sono la Rossa, la Bianca, la Grigia e la Nera, nelle quali accadono cose diverse in epoche differenti. Kell è cresciuto ad Arnes, nella Londra Rossa, e ufficialmente è un ambasciatore al servizio dell’Impero Maresh, in viaggio alla corte di Giorgio III nella Londra Grigia, la più noiosa delle versioni di Londra, quella priva di magia. Ma Kell in verità è un fuorilegge: aiuta illegalmente le persone a vedere piccoli scorci di realtà ai quali, solo con le proprie forze, non avrebbero mai accesso. Si tratta di un hobby molto rischioso, però, e Kell comincia a rendersene conto. Dopo un’operazione di trasporto illegale andata storta, Kell fugge nella Londra Grigia e si imbatte in Delilah, una strana ragazza che prima lo deruba, poi lo salva da un nemico mortale, e infine lo convince a seguirla in una nuova avventura. Ma la magia è un gioco pericoloso e se vuoi continuare a giocare prima di tutto devi imparare a sopravvivere…

Ho sentito parlare benissimo del libro, perciò non potevo non leggerlo per scoprire il risultato della mente geniale della Schwab. Il libro è un urban fantasy ambientato in diverse versioni di Londra.
Kell è un mago, uno degli ultimi rimasti. La sua capacità di attraversare le varie dimensioni, lo rende prezioso e lo pone in costante pericolo. Non si scherza con la magia e i suoi elementi, Kell lo sa bene, ma l'uomo sottovaluta i pericoli derivanti da oggetti magici.


Ho apprezzato molto anche il personaggio di Lila e la strana alchimia che si viene a creare con Kell. 
La narrazione, pur spostandosi di continuo tra una Londra e l'altra, è molto chiara e lineare. Ogni versione della città ha una sua caratteristica e un suo ruolo nello stato delle cose. Gli abitanti sono confinati nei loro mondi e costretti a vivere secondo le regole del posto a cui appartengono. La battaglia di Kell per impedire il collasso del sistema è una corsa al cardiopalma.


Dopo un inizio confusionario, la storia prende il via e acquista un ritmo appassionante.
Ho terminato il libro in un lampo spinta da una curiosità crescente, mi è piaciuto il fatto di vedere due personaggi alla pari e incredibilmente affascinanti. E' un libro coinvolgente al massimo che conferma la bravura di un'autrice straordinaria e dalla fervida immaginazione.
Consigliatissimo agli amanti del genere e non.




sabato 14 ottobre 2017

[Segnalazione] "L'una di Ferragosto" di Michele Renzullo

Buongiorno a tutti,
oggi vi segnalo un romanzo interessante direttamente dal mondo del self publishing.
Si tratta de "L'una di Ferragosto", quarto libro di Michele Renzullo.
Scopriamo insieme copertina e trama.
Buona lettura!


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Questa è la storia di Patrik, un ingegnere informatico, la cui programmatica vita in Finlandia sta cominciando a non rispondere più ai soliti comandi. La carriera, la fidanzata, la famiglia: tutto sembra disconnettersi dalla quotidianità e perdere senso. Ma è anche la storia di Dona Lucelia, una sacerdotessa brasiliana della religione Candomblè, alle prese con una minaccia che incombe su suo nipote Pedro e su tutta la sua numerosa famiglia. I colori, i sapori, gli odori della Bahia degli anni ‘70 fanno da sfondo alle vicende di questa dinastia. Le due storie si intrecciano tra di loro a capitoli alterni, fino a quando Patrik tocca il fondo e trova il punto di svolta, partendo per il Brasile e svelando la relazione tra due mondi così diversi e così distanti.


L'AUTORE:

Michele Renzullo nasce a Milano. 
Da 7 anni vive a Dublino. 
E' appassionato di arte, scrittura, marketing e imprenditorialità. 
L'una di Ferragosto è il suo quarto romanzo. 

venerdì 13 ottobre 2017

[Baby's Book] "Addio, Fairy Oak" di Elisabetta Gnone

Buongiorno lettori,
oggi torno a parlarvi di libri per bambini/ragazzi con l'ultimo libro della serie 'I misteri di Fairy Oak' firmata dalla brillante penna di Elisabetta Gnone.
Buona lettura!


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Felì è tornata a casa. Nei quindici anni che ha trascorso lontano, ha sempre scritto alle compagne rimaste a casa, descrivendo il villaggio, le bambine e tutte le incredibili avventure che viveva con loro e i loro fantastici amici. Al punto che ora le fate vogliono saperne di più, desiderano che lei racconti ancora, anzi, che non smetta mai! Chiedono altre storie, nuovi aneddoti, di sapere tutto del villaggio della Quercia Fatata e dei suoi abitanti. Felì accetta di buon grado e promette quattro nuovi racconti: le permetteranno di restare in compagnia dei suoi ricordi e di rivivere quei bellissimi giorni. Sì, ma per quanto ancora? Prima o poi dovrà separarsi dal passato e affrontare il futuro. Lei lo sa, e ora, che manca solo un racconto, sente il cuore batterle forte: riuscirà a dire addio a Fairy Oak? La sua ultima storia è intensa e commovente, e tuttavia cela un mistero, e svela una profezia... 

Il momento tanto atteso e temuto è arrivato, l'ultimo libro della serie di Fairy Oak è stato un mix di emozioni e magia. L'autrice ci ha regalato uno splendido epilogo, leggermente più lungo rispetto ai romanzi precedenti.
Il punto forte del libro è, come per gli altri, tutta la parte illustrata e curatissima dell'edizione. 
Felì è la protagonista assoluta della storia, il suo addio al magico mondo di Fairy Oak è ormai imminente o non più procrastinabile. L'ultimo racconto è emozionante e carico di nuovi aneddoti e misteri.


La narrazione scorrevolissima e leggera, ci regala una carrellata veloce di tutti i personaggi incontrati nei vari libri, salutiamo così le gemelle, Capitan Grisam, Flox e tanti altri.
Le descrizioni sono sempre ricche di dettagli e molto allegre.
Questa serie ci ha insegnato i valori più importanti della vita in maniera allegra e spensierata. 


L'epilogo è commovente ma inaspettato. Non sono sicura che non sentiremo più parlare di Fairy Oak ma, per il momento, il nostro viaggio si conclude.
Consigliatissimo per i vostri bimbi ma anche per i lettori che non smettono mai di sognare grazie alla magia dei libri.
Da Fairy Oak è tutto, grazie Elisabetta Gnone!


Nelle puntate precedenti:

- Capitan Grisam e l'amore > QUI

- Gli incantevoli giorni di Shirley > QUI

- Flox sorride in autunno > QUI





giovedì 12 ottobre 2017

Recensione "Il castello Rackrent" di Maria Edgeworth

Buongiorno a tutti,
anche oggi vi parlo di un romanzo storico molto interessante edito da Fazi Editore, una casa editrice che è sempre una garanzia su questo genere.
Il libro in questione è "Il castello Rackrent" firmato da Maria Edgeworth.
Buona lettura!


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Thady Quirk è il vecchio servitore di un'antica famiglia anglo-irlandese. Nel corso della sua lunga vita trascorsa al castello Rackrent (letteralmente il castello "arraffa-affitti") ha assistito alla progressiva decadenza dei suoi aristocratici padroni: Sir Patrick, che riempie la casa di ospiti e si ubriaca fino alla morte; Sir Murtagh, il suo erede, un "grande avvocato" che rifiuta di pagare i debiti di Sir Patrick "per una questione d'onore"; e Sir Kit, giocatore d'azzardo che alla fine vende la proprietà al figlio di Thady. Generazione dopo generazione, il graduale declino della famiglia diventa la simbolica premonizione dei profondi cambiamenti che investiranno la società irlandese e dei problemi che, a oltre duecento anni di distanza, sono ancora ben lontani dall'essere risolti.

Questo romanzo è un dettagliato spaccato di vita quotidiana di un'antica famiglia irlandese.
La voce narrante è il vecchio servitore del castello, Thady Quirk, spettatore di tanti siparietti sconosciuti agli occhi esterni. La famiglia proprietaria del castello è trascinata in una spirale discendente fatta di debiti e scandali mal celati. 
I vari personaggi che si susseguono sono numerosi e dalle personalità variopinte e particolari. 
Tra tutti, l'unico degno di nota e che mi ha ispirato una certa simpatia è Sir Kit, un giocatore d'azzardo incallito che segnerà la rovina definitiva per questa famiglia.
Lo stile dell'autrice è consono all'epoca ma risulta di non facile lettura, il glossario finale è fondamentale per riprendere un po' le sorti di un romanzo di difficile comprensione.
Tante frasi e metafore confermano la bravura dell'autrice e ne caratterizzano lo stile.
Pur trattandosi di una storia brevissima, ho apprezzato la trama e i modi diretti ma ironici del narratore. 
Le uniche cose che non mi hanno permesso di apprezzare a pieno il romanzo, sono state la prosa impegnativa e la poca o nulla caratterizzazione dei personaggi. In compenso l'ambientazione è stata ampiamente descritta, il castello e l'atmosfera che aleggia intorno ad esso è molto affascinante .
E' stata una lettura carina ma ideale solo per appassionati del genere o dell'epoca storica.



mercoledì 11 ottobre 2017

Recensione "Il giardino di Elizabeth" di Elizabeth Von Armin

Buongiorno lettori,
oggi vi parlo di una riedizione bellissima di Fazi Editore.
Il titolo in questione è "Il giardino di Elizabeth", un romanzo senza tempo completamente rinnovato e riportato alla luce con una cover pazzesca che adoro moltissimo.
Buona lettura!


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In fuga dall’opprimente vita di città, l’aristocratica Elizabeth si stabilisce nell’ex convento di proprietà del marito, un luogo isolato e carico di storia in Pomerania. A vivacizzare le giornate della signora ci sono le tre figlie – la bimba di aprile, la bimba di maggio e la bimba di giugno –, le amiche Irais e Minora, ospiti più o meno gradite con le quali intrattiene conversazioni brillanti e conflittuali, sempre in bilico fra solidarietà e rivalità femminile, e poi c’è lui, l’Uomo della collera, «colui che detiene il diritto di manifestarsi quando e come più gli piace». Ma soprattutto c’è il giardino, una vera e propria oasi di cui Elizabeth si innamora perdutamente. Estasiata dalla pace e dalla tranquillità del luogo, trascorre le ore da sola con un libro in mano, immersa nei colori, nei profumi e nei silenzi, cibandosi soltanto di insalata e tè consumati all’ombra dei lillà. Mentre le stagioni si susseguono, Elizabeth ritrova se stessa, i suoi spazi, i suoi ricordi e la sua libertà. Una storia che ha molto di autobiografico narrata da una donna più avanti del suo tempo: una donna di mondo coraggiosa e irriverente che parla a tutte le donne di oggi. Uscito per la prima volta nel 1898 in forma anonima, Il giardino di Elizabeth, primo romanzo di Elizabeth von Arnim, ebbe da subito un successo clamoroso. Presentato qui in una versione integrale fino a ora inedita in Italia, è un romanzo del passato che colpisce per la sua modernità.

La cosa che mi ha conquistato immediatamente del romanzo, prima di leggere la trama o sfogliare qualche pagina, è stata la meravigliosa copertina che si sposa perfettamente con il titolo di questa autobiografia. Il romanzo è ambientato, più o meno, agli inizi del '900 ma racconta verità valide tuttora. Elizabeth, protagonista assoluta, è incantevole nell'aspetto e nel comportamento. Leggendo il suo diario, ci accorgiamo delle meraviglie di cui si circondava nonostante fosse una cosa inconsueta per una donna dell'epoca, nella sua posizione sociale per giunta. Eppure la bellezza e la gioia, per la giovane Elizabeth, risiede in un semplice e coloratissimo giardino descritto, nel romanzo, con appellativi deliziosi capaci di renderlo amabile a chiunque.

Ora che si è sparsa la voce che passo le giornate fuori casa con un libro in mano,
tutti sono convinti che io sia, per dirlo in modo educato,
eccessivamente eccentrica, e non c'è anima viva che mi abbia visto ancora cucire o spignattare.

Di mente aperta e progressista, Elizabeth descrive molto bene il disagio e le discrepanze di pensiero con tutti quelli che la circondano: dalla figlie, al marito e, per finire, alla servitù. La sua solitudine è palpabile ma non esasperata. Non è una protagonista sprovveduta o affetta da vittimismo patologico, anzi. Le riflessioni più intime delle sua mente, che ha voluto gentilmente condividere con noi lettori, sono molto ironiche e simpatiche.
Il suo amore per i libri è un valore aggiunto ad un personaggio già straordinario.

E' in giardino che mi addoloro per la meschinità che ho dentro e per certi pensieri egoisti
che sono assai peggiori di come li percepisco. 
E' là che tutti i miei peccati e le mie scempiaggini sono perdonati.

Il giardino è l'elemento fondamentale sia per la vita di Elizabeth che, di riflesso, per il romanzo.
E' un fedele confessore e un rifugio sicuro dalle brutture del mondo e, come vi accennavo prima, viene descritto in maniera dolcissima e curata. Ne resterete senza dubbio affascinati.
Per quanto riguarda lo stile dell'autrice, ci troviamo davanti un vero e proprio diario scandito da giorni e riflessioni di una donna imprigionata in un'epoca che non era ancora pronta per un certo tipo di idee.

Ho fiducia di poter meritare sempre più la benedizione che raccolgo a piene mani nel mio giardino, e spero di crescere in grazia, pazienza e allegria proprio come i fiori felici che amo così tanto.

Un libro assolutamente da scoprire e che sono contenta di aver letto. 
Questa donna mi ha dato moltissimo, nel giro di poche pagine, perciò l'unico modo che ho per sdebitarmi, è consigliarvi spassionatamente di leggere la storia della sua vita e ammirare il suo meraviglioso giardino.