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martedì 11 febbraio 2025

Recensione "I sette corvi" di Matteo Strukul

 Buongiorno e ben ritrovati sul blog,

sono pronta a parlarvi di una lettura 'da brividi', in uscita oggi per Newton Compton.

Si tratta del nuovo libro di Matteo Strukul, "I sette corvi".

Buona lettura!



Acquistalo QUI

Pagine 288

Gennaio 1995. A Rauch, minuscolo paese della Val Ghiaccia, gola sperduta in una delle più remote lande delle Alpi Venete, quasi al confine con il Friuli, viene ritrovato il cadavere della giovane insegnante Nicla Rossi. Il volto, escoriato, è stato privato degli occhi, come se qualcuno glieli avesse strappati. La polizia di Belluno incarica l'ispettrice Zoe Tormen e il medico legale Alvise Stella di recarsi sul luogo, poiché le dinamiche dell'omicidio fanno pensare a un potenziale serial killer. I due non potrebbero essere più diversi: Zoe ha trent'anni, è figlia della montagna e sembra uscita dalla copertina di un disco di musica grunge; Alvise, invece, è un uomo di città, ama i completi, la musica classica e gli scacchi. Anche se i loro mondi sembrano destinati a collidere, dovranno unire le forze, perché nella morte di Nicla niente è come sembra. A Rauch si annida un male profondo che neanche la neve è riuscita a spazzare via; un male che affonda le sue radici nella sete di giustizia e in un'antica leggenda. Il passato è diventato presente e forse non è un caso che proprio Zoe sia giunta a Rauch...

Quando ho iniziato a leggere questo libro non avevo idea di cosa aspettarmi. Nonostante Matteo Strukul sia uno degli autori italiani più noti e di successo, e pur avendo in libreria diversi suoi libri, in questo romanzo si confronta in un genere un po' diverso rispetto al solito. Ho sentito un richiamo fortissimo verso "I sette corvi" e, dopo averlo finito nel giro di un paio di giorni, ho capito perché: incarna tutto ciò che cerco al momento come lettrice. Ambientazione suggestiva e ancestrale, antiche leggende, storia inquietante con sfumature horror e gotiche. 

Nonostante la mole esigua di pagine, "I sette corvi" è una storia dal ritmo coinvolgente e ricca di elementi interessanti che rendono l'insieme un libro da non perdere. In primis i due protagonisti, Zoe e Alvise, raramente mi è capitato di entrare in sintonia quasi in modo immediato con dei personaggi. Matteo Strukul ce li descrive perfettamente: le loro diversità, le personalità piene di interessi e il loro ruolo in ambito lavorativo che li rende complementari l'uno all'altra. Mi sono entrati nel cuore!

In quella linea di frontiera avrebbe cercato di trovare la vera se stessa, a costo  di mettere a nudo lo spirito dell'inquietudine che si agitava dentro di lei, proprio come un corvo in una gabbia.

Un altro motivo per leggere "I sette corvi" è, senza dubbio, l'ambientazione. Rauch è un paese isolato, con pochi abitanti, dominato da montagne e completamente governato dalla natura e i suoi elementi. Si percepisce, ad ogni pagina, che non si tratta di un luogo come tutti gli altri ma di un posto sospeso, in attesa di qualcuno, o meglio, qualcosa....

I corvi sono, letteralmente, ovunque: dal titolo, alla copertina passando per i cieli di Rauch. Tanti i richiami ad altre opere, come Il corvo e Gli uccelli, questi volatili rivestono un ruolo decisivo nel libro oltre che importantissimo per la risoluzione del mistero.

La seconda parte del libro del libro si legge in preda all'angoscia e con il fiato sospeso. Matteo Strukul non risparmia niente e nessuno in una furia cieca di eventi e rivelazioni che conducono ad un epilogo incerto fino alla fine. La narrazione è talmente evocativa che sembra di avere davanti le immagini di un film e non di un romanzo.

Se amate il genere horror, le atmosfere tra il fantasy e il realismo magico, amerete "I sette corvi"! Assolutamente consigliato!!


Qui trovate la recensione di un altro libro che ho amato di Matteo Strukul:

"Inquisizione Michelangelo" → recensione



lunedì 21 ottobre 2024

Recensione in *ANTEPRIMA* "Il dio dei boschi" di Liz Moore

 Buongiorno lettori e ben ritrovati sul blog.

Oggi vi parlo di un'anteprima meravigliosa che ho avuto l'opportunità di leggere grazie a NN Editore. Si tratta del nuovo libro di Liz Moore, in uscita il 5 novembre, che si intitola "Il dio dei boschi".

Spoiler: mi è piaciuto tantissimo!!!

Buona lettura!



Puoi ordinarlo QUI

Pagine 512

Editore NN 

Nell'estate del 1975 Barbara Van Laar scompare da Camp Emerson, un campo estivo in cui ragazzi e ragazze imparano a sopravvivere nei boschi. Le ricerche iniziano subito: Barbara non è una tredicenne qualsiasi, bensì la figlia della ricca famiglia che possiede il campo. Dall'autrice di Il peso e I cieli di Philadelphia, un romanzo incalzante, dalle tinte noir: la storia di una ragazzina scomparsa e della sua ricca famiglia, già segnata in passato da una simile tragedia. Un libro corale, su segreti e ambizioni, conflitti sociali e potere, rimpianti e seconde possibilità.


"Il dio dei boschi" è un noir ipnotico che cattura l'attenzione di chi legge dall'inizio alla fine.  Per la prima volta mi sono confrontata, traendone grande soddisfazione devo dire, con Liz Moore. Non so perché si parli così poco di questa autrice. 

La narrazione, inizialmente,  può apparire confusionaria perché ci si sposta su diversi piani temporali attraverso il racconto corale di svariati personaggi. Appena si trova il giusto orientamento, però, il tutto diventa chiaro e godibile. La mole di pagine non si percepisce minimamente perché è tanta la voglia di scoprire i segreti della famiglia Van Laar.

La trama si snoda tutta intorno a questa famiglia e alle sue manie: l'apparenza per loro vale più di tutto e sono disposti a pagare qualsiasi cifra per far in modo che la loro reputazione resti immacolata. 

Il fatto che entrambi i figli siano scomparsi, a distanza di anni l'uno dall'altra, è un vero terremoto che scuote dall'interno le fondamenta dei Van Laar.

È una storia appassionante in cui le teorie, e i sospettati, si susseguono capitolo dopo capitolo fino ad arrivare ad un epilogo spiazzante e sconvolgente. 

Nel finale c'è pace, finalmente. 

C'è giustizia per chi ha subito pesanti giudizi ingiustamente. 

C'è speranza che il cerchio si sia spezzato lasciando tutti liberi di vivere come meglio credono.

La prosa di Liz Moore è una coccola per gli occhi. L'ambientazione è altamente evocativa e ci regala dei panorami meravigliosi. I personaggi sono ben tratteggiati e tutti trasmettono qualcosa. 

"Il dio dei boschi" è stata una sorpresa da ogni punto di vista. Mi è piaciuto perdermi tra le montagne e indagare insieme a Judyta, che è diventata a pieno titolo una delle mie detective del cuore. 

Un libro di segreti e bugie ma anche una storia sull'importanza di non arrendersi a ciò che gli altri decidono e si aspettano da noi.

Promosso!!




lunedì 19 settembre 2022

Recensione in ANTEPRIMA "Delitto di famiglia" di Megan Collins

 Buongiorno e buon inizio settimana. 

Oggi, per voi, la recensione in anteprima del thriller di Megan Collins, "Delitto di famiglia", in uscita domani per Newton Compton Editori. 

Buona lettura!



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Dahlia Lighthouse ha vissuto sin da bambina sull'isola di Blackburn, insieme ai genitori, al suo gemello, Andy, e ai due fratelli maggiori. L'isola è tristemente famosa per essere stata teatro di una serie di omicidi, ma i coniugi Lighthouse non ne sono particolarmente turbati, anzi, è proprio con il racconto e lo studio degli omicidi più efferati che crescono i quattro figli, isolandoli dal mondo. Non stupisce che, raggiunti i diciotto anni, i primi due fratelli lascino l'isola per andare a vivere altrove. L'unico ansioso di bruciare le tappe è Andy, il quale, la notte del suo sedicesimo compleanno, scompare lasciandosi dietro solo un biglietto di addio. Di lui si perdono le tracce e solo Dahlia passa la vita a cercarlo e ad aspettare il suo ritorno. Dieci anni dopo, alla morte del padre, Dahlia e gli altri fanno una scoperta agghiacciante: nella tomba riservata al defunto è già sepolto un altro corpo, con accanto l'ascia di Andy. Le successive indagini fugano ogni dubbio: Andy non ha mai lasciato l'isola, è stato assassinato. Mentre la madre e i fratelli cercano un modo per superare lo shock, Dahlia comincia a indagare per scoprire chi possa avere ucciso il suo gemello. Una ricerca che pare legarsi al misterioso caso del serial killer di molti anni prima, e che la porterà a fare i conti con gli inquietanti segreti della sua famiglia...

La storia della famiglia Lighthouse è inquietante e misteriosa per molteplici motivi: vivono in una grande villa che domina una piccola isola, crescono studiando omicidi e assassini rendendo "onore" alle vittime, portano nomi ispirati alle tragedie che hanno scosso l'America negli ultimi sessanta anni, un serial killer si aggira sull'isola ma sono gli unici a non esserne preoccupati. Con questi presupposti, la Collins ci presenta questa eccentrica famiglia di nuovo 'quasi' al completo in occasione dei funerali del capofamiglia. Manca solo Andy, fratello gemello di Dahlia, scomparso da ormai dieci anni lasciandosi dietro solo un biglietto di addio.

Greta è l’unica persona a cui ho rivelato le probabili “anomalie” della nostra infanzia, dettagli che ha divorato e assaporato: la biblioteca sul retro ribattezzata “stanza delle vittime”, gli scaffali zeppi di giornali che parlavano dei delitti; le lezioni domiciliari di mia madre, che ci faceva comporre dei “rapporti di omicidio” in cui presentavamo le nostre teorie su casi irrisolti in componimenti di cinque paragrafi

Quando delle ossa vengono rinvenute nel giardino dietro casa, nessuno di loro sospetta l'amara verità. La vittima è proprio Andy che, quindi, non è mai fuggito. È subito chiaro che è stato assassinato ma da chi? E perché? Dahlia non riesce a farsene una ragione e avvia un'indagine personale che mette in discussione ogni cosa dai suoi familiari alle conversazioni che aveva con Andy. Ha passato gli ultimi dieci anni a cercarlo in giro per il mondo ed è più che mai decisa a scoprire chi è stato a portarglielo via per sempre.

Abbiamo sempre vissuto così isolati… La gente pensa di sapere tutto di noi, ma nessuno ci conosce davvero.

In un crescendo di tensione, la verità si fa strada tra i sussurri della gente, che non ha mai visto di buon occhio questa strana famiglia, e amare scoperte che rischiano di devastare quel che rimane dei Lighthouse. Una storia particolare, quindi, su una famiglia che vive isolata a celebrare la morte, sembra quasi inevitabile che quest'ultima abbia trovato pane per i suoi denti proprio tra di loro. Epilogo in parte prevedibile anche se l'autrice ci riserva un piccolo colpo di scena difficile intuibile.

È un libro che si divora nel giro di poco tempo e dotato, senza dubbio, di molto fascino e mistero. Consigliato!



martedì 14 gennaio 2020

Recensione in ANTEPRIMA "Una storia straordinaria" di Diego Galdino

Buongiorno, lettori.
Oggi ho una succulenta anteprima per voi, la recensione del nuovo romanzo di Diego Galdino in uscita il 14 Febbraio per Leggereditore.
Il romanzo si intitola "Una storia straordinaria" e non vedo l'ora di raccontarvela!
Buona lettura!


Prenotalo QUI

Luca e Silvia sono due ragazzi come tanti che vivono vite normali, apparentemente distanti. Eppure ogni giorno si sfiorano, si ascoltano, si vedono. I sensi percepiscono la presenza dell'altro senza riconoscersi. Fino a quando qualcosa interrompe il flusso costante della vita: Luca perde la vista e Silvia viene aggredita in un parcheggio. La loro vita, sconvolta, li porta a chiudersi in un'altra realtà e il destino sembra dimenticarsi di loro. Eppure, due anni dopo la loro grande passione, il cinema, li fa conoscere per la prima volta e Luca e Silvia finiscono seduti uno accanto all'altra alla prima di un film d'amore. I due protagonisti, feriti dalle vicissitudini degli eventi passati, si ritrovano, così, loro malgrado, a vivere una storia fuori dall'ordinario. Ma l'amore può essere tanto potente da superare i confini dei nostri limiti e delle nostre paure? E il destino, quando trova due anime gemelle, riesce a farci rialzare e camminare insieme?

Chi segue il blog da anni, sa che ho sempre dato il mio supporto all'amico autore Diego Galdino e sono onorata di aver avuto la possibilità di leggere e recensire per voi in anteprima il suo nuovo romanzo che uscirà, tra circa un mese, con la casa editrice Leggereditore.
Se dovessi racchiudere e riassumere il libro in due parole, prenderei (come Lea di Chicklit Italia) in prestito una famosa locuzione latina 'NOMEN OMEN', ovvero il nome è un presagio. Nel nostro caso, si tratta di un presagio molto positivo ed emozionante che mi ha fatto riscoprire l'autore in una nuova veste che non mi è dispiaciuta nemmeno un po'. 
Già dopo 'Bosco Bianco', avevo intravisto una transizione nel suo stile e nella tipologia di storia e in questo nuovo romanzo sembra che il processo di cambiamento sia ufficialmente terminato.

Diego Galdino ci regala due personaggi straordinari come il titolo, e la storia. Due ragazzi 'normali', della porta accanto che hanno avuto esperienze abbastanza traumatiche nel proprio background che condizionano anche il loro presente. Luca è un non vedente e ho, letteralmente, amato il modo delicato, anche spiritoso, con il quale l'autore ha trattato la cosa, senza mai svilire il suo personaggio o minimizzare il grave limite che ha. E' un protagonista a trecentosessanta gradi che mi è piaciuto moltissimo e che mi resterà nel cuore per molto, molto tempo.

Ma dov'era finita la paura? 
La paura?
Che cos'è la paura?
L'amore non conosce paura. 
Vive la sua vita senza di essa.

Silvia, allo stesso modo, mi ha colpita moltissimo come donna e come persona. Il suo rapporto con Luca è bello come una fiaba e vero come la vita che viviamo tutti noi quotidianamente. L'autore è un maestro quando parliamo d'amore ma, in questo caso, ci parla di una storia molto matura, delicata, dolce e tenera. Forse, per la prima volta, il barista romano si è reso conto di essere cresciuto e di essere ormai un autore affermato, perdendo molto del brio 'romanaccio' che ha sempre caratterizzato il suo stile in favore di una prosa accattivante, coinvolgente, scorrevole ed emozionante in ogni sua parte.

E' bellissimo quando, anche dopo anni, un autore riesce a sorprendermi ancora in maniera così positiva. Non ho davvero nulla da aggiungere, posso solo consigliarvi di farvi questo bellissimo regalo di San Valentino. Si tratta proprio di 'una storia straordinaria'!






lunedì 5 novembre 2018

Recensione in ANTEPRIMA "La vacanza ideale" di Claire Douglas

Buongiorno, lettori.
Iniziamo in grande la settimana con una bella lettura che ho avuto il piacere di fare in anteprima grazie a Casa Editrice Nord. Si tratta del nuovo romanzo di Claire Douglas che, dopo il successo de Le sorelle, torna con una storia pazzesca che ho, letteralmente, divorato!
Cercherò di raccontarvi "La vacanza ideale", nella maniera più spoiler free possibile perciò non mi resta che augurarvi una buona lettura!



Data di uscita: 8 Novembre
Ordinalo, QUI

Troppo bella per essere vera. Così sembra a Libby quella proposta, completamente inaspettata, arrivata da uno sconosciuto. In quel biglietto scritto a mano, un certo dottor Philip Heywood le chiede di scambiare casa per una settimana: offre a Libby una splendida villa, isolata da tutto e affacciata sul mare selvaggio della Cornovaglia, in cambio del suo piccolo appartamento a Bath. Il tempismo non poteva essere migliore. A nove mesi dalle nozze, le cose col marito Jamie non vanno come Libby aveva sperato e anche il lavoro da insegnante alle elementari è più faticoso del previsto... le ha regalato persino una fastidiosa ingessatura al braccio. E poi c'è quella voglia di scappare, che è diventata sempre più forte, da quando quel giorno è riuscita a salvare un bambino dalle fiamme dell'incendio divampato a scuola e poi ha visto la sua foto rimbalzare su tutti i giornali, che la presentavano come l'eroina della città. Arrivata in Cornovaglia con Jamie, però, Libby vede il sogno di una meritata vacanza trasformarsi in un incubo. La sequenza di incidenti, eventi strani e molesti è troppo lunga per essere frutto del caso. È possibile che qualcuno voglia minacciarla? Che quelle presenze sinistre in giardino siano davvero persone che la stanno spiando, e che aspettano solo il momento giusto per colpirla? Di chi può fidarsi? Forse nemmeno di Jamie? Oppure è soltanto la paranoia a rendere Libby inutilmente sospettosa? La risposta arriva con il ritorno a Bath, e non è certo rassicurante. Gli incidenti, infatti, si fanno sempre più gravi e inquietanti. A questo punto Libby non ha più dubbi: qualcuno sa quello che lei ha taciuto a tutti, per anni. Il passato sta bussando alla sua porta per chiedere vendetta... E stavolta fuggire non servirà a nulla.

Il fenomeno delle vacanze tramite 'scambio casa', mi ha sempre affascinata ma credo- anzi, ne sono sicura- che dopo aver letto questo libro non ci proverò mai. Claire Douglas ci regala una storia davvero inquietante e oscura. Una giovane coppia, già provata da un periodo difficile e da un trauma recente, decide di concedersi una vacanza low cost partecipando ad uno scambio casa che, già dall'inizio, si rivela strano e troppo bello per essere vero: se in cambio del tuo appartamento vinci un soggiorno in una super e moderna villa vista mare o sei in una fiaba, o c'è qualcosa che non va... non credete anche voi? 

Invece, Libby e Jamie cercano di andare oltre le stranezze, le coincidenze, il fatto di sentirsi costantemente osservati e spiati. La tensione si taglia con il coltello e Libby manifesta, in maniera sempre più evidente e preoccupante, comportamenti ossessivi e manie di persecuzione. Ad arricchire una trama già complessa, ci pensa il passato torbido e misterioso della donna che, in qualche modo, sembra ripercuotersi sulle stranezze che si stanno manifestando nel presente della coppia.
Quando la storia sembra prendere una direzione ben precisa, tutto cambia e l'autrice mette in scena uno spettacolo davvero inaspettato e singolare. Dopo averci fatto conoscere ogni sfumatura dei protagonisti, l'autrice apre il sipario su una situazione nuova e pericolosa.
Si può fuggire dal proprio passato? Dipende da cosa ci abbiamo nascosto o, almeno, così ci insegna la Douglas.

E' una storia molto diversa rispetto a "Le sorelle" ma la struttura della trama è abbastanza simile. L'ho letto nel giro di una mattina, grazie ad una prosa molto scorrevole e una storia tutta da scoprire. La suspense è in costante ascesa anche se non si tratta di un thriller, nel senso più puro del termine.
Mi è piaciuto? Moltissimo. Se avete voglia di una storia che vi tenga incollati alle pagine, correte in libreria a prenotare la vostra copia!


martedì 29 maggio 2018

Recensione in ANTEPRIMA "Sabbie mobili" di Malin Persson Giolito

Buongiorno cuori librosi,
oggi vi parlo di una storia particolare, oscura e complicata. Si tratta del thriller firmato da Malin Persson Giolito "Sabbie Mobili", in uscita il 31 Maggio per Salani Editore, che vedrete presto trasformato in una serie tv Netflix.
Ho avuto l'opportunità di leggerlo in anteprima e non vedo l'ora di raccontarvelo.
Buona lettura!


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Stoccolma, il quartiere più elegante. Nella classe di un liceo cinque persone sono a terra, colpite da una raffica di proiettili. Accanto a loro, Maja Norberg: diciotto anni appena compiuti, brava studentessa, popolare, ragazza di buona famiglia. Tra le vittime ci sono il suo fidanzato, Sebastian Fagerman, il figlio dell’imprenditore più ricco di Svezia e la sua migliore amica, Amanda.
Nove mesi dopo, il processo sta per cominciare. Maja è accusata della strage e ha trascorso un lungo periodo in custodia cautelare. I giornali non le hanno dato tregua, nessuno crede alla sua innocenza, la ragazza della porta accanto si è trasformata nella teenager più odiata di Svezia. 
Peder Sander, l’avvocato difensore, ha il difficile compito di mettere in discussione quello che ormai sembra scontato per tutti, la colpevolezza della ragazza, e di fare emergere la verità di Maja. Che cosa ha fatto? O, forse, è quello che non ha fatto ad averla condotta a questo punto?
Attraverso la voce di Maja, irriverente, dura, unica, ripercorriamo i fatti fino ad arrivare a quel terribile giorno. L’incontro con Sebastian, un amore malato e totalizzante, feste, tradimenti. E, mentre il racconto prosegue, si sgretola la facciata rassicurante di una comunità agiata in cui gli adulti si voltano dall'altra parte per non vedere i loro figli che – tra violenzatensioni razziali e problemi di droga – affondano sempre di più nelle sabbie mobili.

Ritornai da Sebastian e ci rimasi. Perché lui aveva bisogno di me. Non aveva nessun altro. Lui mi amava. Per fortuna ci eravamo trovati.

Questa è una storia molto intricata e complessa che si apre sullo scenario di una tragedia tra giovanissimi. Siamo in un liceo e un gruppo di adolescenti giace esanime a terra, l'unica sopravvissuta/colpevole sembra essere Maja Norberg che, però, è sotto shock e non è consapevole di come siano andate realmente le cose. Il libro è una sorta di diario nel quale la protagonista annota tutte le sue riflessioni e i suoi ricordi. Questi ultimi girano tutti intorno alla figura di Sebastian, il suo fidanzato, un ragazzo mentalmente instabile e dal carattere altalenante. Il lettore vive la storia a trecentosessanta gradi, Maja racconta dall'inizio alla fine, come è cominciato tutto e come tutto è poi tragicamente finito. E' una protagonista forte e insicura al tempo stesso: è la ragazza che riesce a gestire egregiamente la tensione di un processo e la permanenza in un cella di isolamento ma che si fa trascinare dalla follia di un ragazzo. Mi ha fatto tanta tenerezza e ho letto il suo diario con avidità per la voglia di scoprire la verità in fondo al caos di ricordi e flash back.

L'amore? No, l'amore non mi manca. L'amore non è la cosa più grande, né la più pura, non è mai un miscuglio perfetto, solo un liquido impuro. Si dovrebbe annusare prima di assaggiarlo. E perfino così non è detto che si capisca quant'è velenoso.

L'autrice, giurista di professione, ha raccontato nel dettaglio il processo di Maja. Le accuse, la difesa, le prove e le testimonianze ma senza utilizzare tecnicismi incomprensibili. La lettura, infatti, è molto scorrevole nonostante la prosa molto dettagliata, la narrazione divisa in due tempi, i numerosi capitoli e i monologhi della protagonista. E' una storia che si divora e che acquista un senso compiuto solo alla fine. L'ambientazione nordica mi è piaciuta moltissimo, la Giolito ci racconta aneddoti e scorci di vita di una delle città più innovative e all'avanguardia d'Europa mostrando, però, anche il suo lato peggiore che non è molto diverso dalla realtà che viviamo noi.
L'unico neo che ho riscontrato è, forse, la mancanza di una svolta decisiva. Non c'è nessun colpo di scena degno di nota, nessun momento di tensione o suspense. Tutto scorre veloce ma piatto, come una sorta di cronaca priva del pathos tipico di un thriller. Nel complesso, però, non posso dire di non averlo apprezzato perché sarebbe una bugia. Sono rimasta molto affascinata dal quadro psicologico dei personaggi, dalle dinamiche contorte che li coinvolgono e dalla scrittura minuziosa dell'autrice.
La tematica è molto attuale, dato che quotidianamente ci giungono notizie di sparatorie nelle scuole. In questo libro, l'autrice ha provato a delineare un ipotetico quadro (e movente) che si può celare dietro gesti così folli, focalizzando l'attenzione sul fatto che, il più delle volte, sono gesti prevedibili se si presta la dovuta attenzione agli adolescenti e ai loro comportamenti. A questo punto non mi resta che attendere, con ansia, la serie ma vi consiglio, nel frattempo, di procurarvi una copia del romanzo e lasciarvi trasportare dagli animi tormentati di questi giovani ragazzi.
Lo consiglio!




domenica 27 maggio 2018

Recensione in ANTEPRIMA "The Dream" di Rebecca Daniels

Buongiorno cuori librosi,
grazie alla Dunwich Edizioni ho avuto l'opportunità di leggere, in anteprima, il secondo romanzo della serie dedicata a Katie Corfield, una ragazza in grado di risvegliare le persone dal coma attraverso un dono particolare e pericoloso al tempo stesso. Il primo libro, The Gift (che trovate recensito, QUI) mi era piaciuto molto, ma con questa storia l'autrice si è decisamente superata.
Buona lettura!


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Una ragazza viene ritrovata da una senzatetto nell'hotel Alexandra. È stata torturata, ma non è morta. È in coma. E il suo destino è legato a quello di altre giovani uccise da un assassino seriale i cui delitti, simili a quelli del mai dimenticato Strangolatore di Boston, gli hanno fatto guadagnare il soprannome di De Salvo Junior. La polizia non ha piste da seguire e non può far altro che richiedere l'intervento di Katie Corfield e Matt O'Brien per andare a caccia di informazioni nella mente della sopravvissuta. Ma Katie non troverà soltanto indizi sull'omicida nei ricordi di Diana Sloane. La memoria della ragazza si rivelerà una trappola pronta a scattare e al suo interno una nuova minaccia attende Katie, una minaccia che arriva dal passato e che ha aspettato anni nell'ombra per poter tornare.

E' stato bellissimo ritrovare Katie e Matt alle prese con un nuovo caso. Le incursioni nella mente di individui in coma restano ancora un mistero ed è difficile prevederne gli effetti a lungo termine ma, anche stavolta, qualcuno ha un disperato bisogno di Katie e delle sue prestazioni. Una ragazza è sopravvissuta per un pelo ad un pericoloso assassino ma i detective brancolano nel buio. La missione di salvataggio è più rischiosa del solito in quanto, la ragazza, versa in condizioni disperate e potrebbe morire da un momento all'altro e, a quel punto, cosa ne sarebbe di Katie?
Se c'è una cosa che ho imparato da questo personaggio è l'altruismo, nonostante sia pienamente consapevole dei pericoli che corre, non si tira indietro ed è disposta a rischiare la sua vita pur di salvarne altre. Matt continua ad essere un fedele compagno, insieme mi piacciono da morire.

'Sono pronto a tirarti fuori in qualunque momento'
Era vero. Era come sentire le mani di Matt sui fianchi, pronte a strapparla da quell'incubo al primo cenno di vero pericolo. Ed era un sensazione rassicurante, piacevole. Come scendere in picchiata con il paracadute migliore del mondo pronto ad aprirsi ancora prima che lei potesse chiedere aiuto.

La storia è tutt'altro che lineare, la Daniels ci regala un colpo di scena dietro l'altro tenendo sempre il lettore sulle spine. E' presente un mix interessante di generi: c'è una parte crime che analizza alla perfezione la mente del killer e tutte le indagini relative alle sue vittime e al suo modus operandi; poi c'è la componente fantasy, a mio avviso la migliore, che si sviluppa in maniera complessa e intricata nella figura di Katie e nel suo dono di poter viaggiare ed agire nelle menti altrui. L'azione non è mai confusa, nonostante si vengano ad incrociare spesso più personalità e più menti nello stesso frangente. L'autrice non perde mai il filo del discorso, regalandoci una storia davvero eccezionale e originale. Ho trovato notevoli miglioramenti nella prosa dell'autrice e una trama più solida e coerente, rispetto al libro precedente. E' una storia affascinante e molto coinvolgente che ho adorato in ogni sua sfumatura. Ho divorato il libro nel giro di poche ore e mi è dispiaciuto moltissimo lasciar andare i personaggi, un'altra volta. Ci sono stati momenti toccanti, altri molto dinamici e tecnici ma, nel complesso, sono davvero convinta che sia una delle serie più belle e promettenti che abbia letto in questi ultimi anni. Mi piacerebbe dirvi qualcosa in più, ma non voglio in alcun modo rovinarvi il piacere della lettura.
Vi consiglio di recuperare la serie e concedergli un'occasione, sono certa che non ve ne pentirete!
Promosso a pieni voti!





mercoledì 2 maggio 2018

Recensione in ANTEPRIMA "I giorni della follia" di Javier Castillo

Ben ritrovati cuori librosi,
dovevo assolutamente mettere nero su bianco la recensione de "I giorni della follia", di Javier Castillo, un thriller mozzafiato in uscita domani per Harper Collins.
Buona lettura!



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Boston, 24 dicembre. Un uomo cammina per le strade del centro. È nudo, coperto di sangue e tiene in mano la testa mozzata di una giovane donna. 

Arrestato dalla polizia, viene affidato al dottor Jesse Jenkins, direttore dell'ospedale psichiatrico della città, al quale viene presto affiancata Stella Hyden, profiler dell'FBI, incaricata di aiutarlo con una valutazione psicologica che si prospetta particolarmente difficile, visto che lo sconosciuto si limita a rispondere alle domande con un sorriso sibillino.

Qualche giorno dopo il direttore riceve una cassa. Sul biglietto che la accompagna ci sono un nome, Claudia Jenkins, e un asterisco a nove punte sul retro. Nella cassa c'è la testa la testa di sua figlia...

Chi è l'uomo che i media hanno soprannominato il decapitatore? È stato lui a uccidere le due ragazze? E perché?

Per scoprirlo, Jesse e Stella si addentrano in un'indagine inquietante, che metterà in gioco le loro vite e li condurrà fino a Salt Lake City e a una storia irrisolta di diciassette anni prima.

Tralasciando il fatto che non andrò mai, e dico mai, a vivere a Boston (dato che un thriller su due è ambientato in questa città), posso dirvi che questo libro si è rivelata una lettura eccezionale e che mi ha messo a dura prova. La trama è complicatissima e viene sviluppata su vari livelli temporali e da più punti di vista. Il pezzo forte della storia sono proprio i personaggi che rivestono dei ruoli complicati e molto border line. A fine lettura, faccio ancora fatica a distinguere le personalità sane da quelle che avrebbero bisogno di una visita psichiatrica immediata. Il libro inizia in maniera molto cruenta e prosegue su questa linea. Molte ragazze, senza apparenti legami, spariscono nel nulla dopo aver ricevuto un cartellino con sopra scritto il proprio nome e un segno particolare che costituisce un vero e proprio bersaglio da colpire. Ad indagare sui crimini troviamo Stella Hyden e Jesse Jenkins, due personalità interessanti e complesse che hanno in comune molto più di quanto si aspettano. Il presunto folle omicida che hanno davanti, non è lì per caso, li ha scelti. Sono rimasta completamente sconvolta dalla freddezza e dalla lucidità del decapitatore. Questo personaggio ha catalizzato completamente la mia attenzione e mi ha spinto a leggere, con avidità, le pagine per scoprire la sua storia e il suo ruolo in quello che si dimostrerà essere un piano assolutamente folle da ogni punto di vista.

La cosa peggiore quando si perde qualcuno non è sapere che è morto, 
ma non sapere nulla.

L'autore è un vero deus ex machina che gestisce la storia e i suoi personaggi come pedine di una gigantesca scacchiera. Nessuno di loro ha veramente il controllo dell'azione perché non sono altro che strumenti inconsapevoli di un disegno grandioso, quanto perverso, che mi ha tenuto con il fiato sospeso dall'inizio alla fine. Ci sono stati momenti in cui ho perso completamente la bussola, non sapendo più chi erano i buoni e chi i cattivi, fino all'epilogo che mi ha sconvolta completamente. Ho fatto ipotesi, ragionato e valutato ogni elemento, e personaggio,  del libro ma non mi sarei mai aspettata un finale del genere. Mi piacerebbe dirvi di più, su questo, ma rischierei di rovinarvi la parte migliore. Vi basti sapere che "I giorni della follia" è, senza dubbio, uno dei thriller migliori che ho letto quest'anno. Ha tutti i numeri per stupire e conquistare gli appassionati del genere e sono certa che, se gli concederete un'occasione, lo farà. L'autore è una vera scoperta, ho apprezzato il suo stile e devo riconoscere che il progetto iniziale era molto ambizioso. E' stato molto bravo nel mantenere il livello di suspense sempre al massimo senza far perdere dinamicità alla storia. Lo scenario cambia di continuo ed è impossibile staccare gli occhi dalle pagine. L'ho divorato nel giro di un pomeriggio e sono felicissima di aver avuto la possibilità di leggerlo. Da tempo non mi capitava di essere totalmente rapita da un libro. Pur non essendo propriamente un thriller psicologico, vi assicuro che troverete comunque delle personalità molto interessanti da scoprire.
Per quanto mi riguarda è promosso a pieni voti!



sabato 7 aprile 2018

Recensione in ANTEPRIMA "Tutto il buio dei miei giorni" di Silvia Ciompi

Buongiorno lettori,
oggi vi parlo di una meravigliosa anteprima di Sperling & Kupfer, "Tutto il buio dei miei giorni", di Silvia Ciompi. Il romanzo arriva in libreria il 10 Marzo, ma io non vedo l'ora di parlarvene *__*
Buona lettura!

**può contenere spoiler**


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Camille ha vent'anni, ama lo stadio nelle domeniche di primavera, con le maniche corte e le bandiere mosse dal vento, e ama la sua curva, in ogni stagione. Lì salta sugli spalti, tiene il tempo con le mani: è la cosa che ama di più al mondo. È l'unico posto dove si sente davvero viva. Ma un giorno, proprio fuori dallo stadio, la sua vita si spezza. Un'auto con a bordo un gruppo di ultras la investe.Tra di loro c'è anche lui: in curva tutti lo chiamano Teschio. Sembra il cliché del cattivo ragazzo, ricoperto di tatuaggi e risposte date solo a metà. Eppure Teschio e Camille sono come due libri uguali rilegati con copertine differenti. Due anime che non hanno fatto in tempo a parlarsi prima, a guardarsi meglio. Si sono passati accanto migliaia di volte, ma non sono mai stati davvero nello stesso posto. Lo sono ora. Ora che il dolore si è mangiato tutto ciò che Camille era.

Nonostante tutta la merda di questi giorni interminabili, io ci sono ancora. Il mare c'è ancora e il vento e gli alberi e la vita, la vita c'è ancora. Ha ragione lui. Lo odio ma ha ragione: io sono viva.

La storia di Silvia Ciompi è particolare e sfida le regole dei cliché tradizionali che propinano sempre e solo gli stessi personaggi di cui è possibile prevedere modi di fare e comportamenti, in cui tutto alla fine si risolve a tarallucci e vino o maniera drammatica tanto per fare il colpo di scena.
'Tutto il buio dei miei giorni', mi ha messa di fronte ad una realtà diversa, ad un personaggio che, nella vita reale, non avrei fatto fatica ad etichettare come piantagrane, violento e avanzo di galera ma che mi ha dimostrato un'umanità che, io personalmente, non avrò mai. Teschio è un'ultrà, la categoria della tifoseria più accanita e pericolosa, possiamo considerarlo il padrone dello stadio e tutti hanno paura di lui, Camille compresa. Ecco un altro elemento inaspettato, una ragazzina magrolina appassionata di calcio, tanto da non perdere nemmeno una partita. Sulla carta non c'è nulla che li accomuni, esclusa la passione calcistica ma, in realtà, uno scambio di sguardi è stato più che sufficiente per stregarli e unirli silenziosamente. L'incidente di Camille, è il primo colpo al cuore. Ho ammirato ogni briciolo di forza di volontà di questa ragazza, ma ho ammirato anche la disperazione e la voglia di spegnersi piuttosto che scoprire tutto quello che non potrà più fare. 

So che non sarà facile, la vedo già che mi sfila davanti agli occhi, una vita piena di cose che per gli altri non potremmo mai fare, ma io voglio trovare il modo. Io voglio tutto.
Voglio la sua vita incasinata, incastrata alla mia anche se sulla carta non dovremmo stare insieme. Voglio ogni lite, ogni scazzo, ogni bacio. Voglio ogni cosa.

Nel momento più cupo della vita di Camille arriva Teschio, proprio lui, proprio l'ultima persona che pensava di poter trovare al suo capezzale. Come vi accennavo all'inizio, sono partita piena di pregiudizi sul suo personaggio ma, pagina dopo pagina, sono stati spazzati via rimpiazzati da nuove considerazioni e vibrazioni positive. La sua personalità è un grande enigma, i suoi comportamenti sono imprevedibili e irrazionali, il più delle volte, ma è stato in grado di stare vicino a Camille, nonostante tutto, nonostante tutti. Il suo modo di trascinarla, anche bruscamente, di nuovo nella realtà è ammirevole. Le ha dato la forza per superare il dolore, la perdita, per accettare una condizione infelice. Un proverbio dice che a tutto c'è rimedio, tranne che alla morte e la Ciompi ce lo dimostra con questa storia che mi ha fatta capitolare già dopo le prime pagine.
Non è un romanzo d'amore, o almeno, non nel senso stretto del termine. In realtà il libro è tutto un mix di emozioni contrastanti tra loro: rabbia, dolore, rimorso, delusione, affetto e amore. Le ho provate tutte, è stato come essere lì, vicino a Camille, a fare i conti con un passato che non tornerà, un presente doloroso e un futuro tutto da riscrivere. 

Glielo dico che io ricordo ogni bacio, ogni tocco, ogni respiro. Ogni volta che ci siamo sfiorati. Che hanno fatto male come niente in vita mia, e sono stati tutto. Sono stati vita. Una vita che non avevo mai avuto.

Questi due personaggi non sono poi così diversi, li vedremo cambiare, maturare, crescere e affrontare le difficoltà con molto coraggio. Li ho adorati, c'è poco da discutere. L'autrice ha scavato in profondità dentro di loro, portando alla luce ogni cosa, nel bene e nel male; li ha descritti a trecentosessanta gradi rischiando, soprattutto nel caso di Teschio, di farlo etichettare molto facilmente ma, se saprete andare oltre le apparenze, scoprirete un personaggio meraviglioso a suo modo.
Posso dire di aver divorato la storia, di aver sottolineato frasi su frasi e che ho intenzione di rileggerla al più presto per godermi alcune parti a cui non ho dato la giusta importanza, spinta dalla foga di sapere come sarebbe andata a finire. Silvia Ciompi ci ha regalato un'emozione donandoci questo libro, ci ha regalato una storia che non lascia indifferenti e abbatte tutte le barriere dei pregiudizi. Ho amato il suo stile: diretto, brutale ma anche delicato ed emozionante. 
Promosso a pieni voti!



mercoledì 28 marzo 2018

Recensione in ANTEPRIMA "Il profumo del mosto e dei ricordi" di Alessia Coppola

Buon pomeriggio lettori,
questa mattina ho terminato la lettura in ANTEPRIMA de "Il profumo del mosto e dei ricordi", il nuovo romanzo di Alessia Coppola e non vedo l'ora di parlarvene!
Potrete trovare questa meraviglia, in libreria, a partire da domani.
Buona lettura!


Lavinia vive a Firenze, dove studia e lavora come restauratrice. Quando un telegramma le annuncia la morte del nonno, che non ha mai conosciuto, sarà proprio lei a partire per la Puglia per valutare l’eredità ricevuta. Al suo arrivo trova un’antica masseria da ristrutturare, terre e vigneti in stato di abbandono, ma trova anche una grande famiglia pronta ad accoglierla. Abituata alla città, Lavinia si sente quasi a disagio in quell’ambiente rustico, e mal sopporta le premure e l’affetto che tutti le riservano, convinti che lei sia lì per risollevare le sorti della tenuta. E invece Lavinia è pronta a venderla, anche se non ha il coraggio di confessarlo. Quel viaggio in una terra sconosciuta, selvaggia e vigorosa, ha però in serbo delle sorprese. Alessandro, il giovane agronomo che lavorava a fianco del nonno, le farà conoscere ogni angolo della proprietà, la guiderà alla scoperta delle sue radici, narrandole storie che nessuno le ha mai raccontato. Ripercorrere insieme a lui quel passato, avvolto nel mistero e capace di risvegliare tanti ricordi, le farà cambiare idea su molte cose…



Il passato è un luogo di ombre, Lavinia. Non puoi cavarci niente. È come la tana di un ragno, anzi peggio, un vaso di Pandora pronto a sputare fuori spettri.

Avendo letto, praticamente, ogni libro di Alessia Coppola e avendola conosciuta soprattutto in ambito Fantasy, ero molto curiosa di vedere come se la sarebbe cavata in questa nuova veste. Devo dire che non sono rimasta per nulla delusa dal libro: ho ritrovato la prosa magica dell'autrice,  sempre molto delicata, elegante e ricercata, e un trama coinvolgente che mi ha trascinata in un Salento lussureggiante. Mi sono rivista molto in Lavinia e ho compreso il suo smarrimento davanti alla masseria semi distrutta che ha ricevuto in eredità.  Anche io, come lei, mi sarei messa le mani nei capelli per la terra,  gli animali e il caldo asfissiante ma, allo stesso modo, penso che mi sarei innamorata della cucina di Anna e dei profumi di una terra magica che appartiene alla sua famiglia da sempre. Ho ammirato il  coraggio che ha dimostrato e la volontà di mettersi alla prova, di certo non si tratta della solita protagonista scontata che ritroviamo spesso nei romanzi.


Siete molto legati agli oggetti, ai ricordi.

-Perché è la memoria a donarci un senso di appartenenza al mondo. Facciamo parte di questa o quella realtà,  poiché ricordiamo. La memoria costituisce la nostra identità. 

L'incontro con Alessandro porta subito molto scompiglio nella vita di entrambi. Ho apprezzato tanto anche lui e i suoi modi di fare da uomo d'altri tempi. È un ragazzo con la testa sulla spalle e una profondità inaspettata. Anche in questo caso, non si tratta di un protagonista stereotipato dal fisico statuario e zero sale in zucca, anzi! Trovo che insieme formino un binomio straordinario e bellissimo, nonostante i pregi e i difetti. Una cosa che mi è piaciuta molto è la forte caratterizzazione dei personaggi che non si limita solo a livello fisico. Esclusi macro dettagli, infatti, l'autrice si sofferma molto sulla psicologia dei suoi personaggi e poco sulla loro avvenenza fisica.


Esistono solchi ben più profondi di quelli scavati da un ulivo, che impiega secoli per tenersi stretta la sua zolla e levarsi verso il cielo. Sono le radici del cuore.

Una storia familiare in cui i legami tra i personaggi sono i veri protagonisti assoluti. Nulla, nella narrazione, è lasciato al caso e nell'epilogo tutti i segreti e le mezze verità verranno portate alla luce mettendo tutti i protagonisti a confronto con le proprie paure e i propri limiti. La prosa dell'autrice è un piacere da leggere e da scoprire, ho divorato il romanzo in una giornata ma avrei voluto non finirlo mai.
Una storia completa e curata a trecentosessanta gradi che ha quel quid necessario per entrare nel cuore del lettore. Interessante anche l'excursus enogastronomico pugliese, ha conferito originalità al libro. Se amate i romanzi familiari ambientati in posti bucolici, la storia di Alessia Coppola fa al caso vostro!



lunedì 26 marzo 2018

Recensione in ANTEPRIMA "La voce delle cose perdute" di Sophie Chen Keller

Buongiorno lettori,
iniziamo la settimana alla grande con una stupenda anteprima per Casa Editrice Nord.
Si tratta de "La voce delle cose perdute", di Sophie Chen Keller.
Questo romanzo mi ha, letteralmente, fatta innamorare per la sua delicatezza ed eleganza.
Buona lettura!


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Una sera d'inverno, una vecchia mendicante gira per le strade di New York in cerca di un riparo, quando una donna apre la porta della sua pasticceria e la invita a passare lì la notte. La mattina dopo, la vecchia è scomparsa, lasciando un libriccino di ricette . Da allora, la pasticceria è diventata la più frequentata della città, perché i dolci preparati grazie a quelle ricette non sono solo deliziosi: i biscotti curano i reumatismi, le gallette migliorano l'umore e la torta paradiso fa dimagrire... è un finale da favola, finché, un giorno, il libriccino sparisce. Walter odia le parole. Soffre di un disturbo che gli impedisce di articolare bene i suoni e, un giorno, stanco delle prese in giro dei coetanei, ha smesso di provarci. Ha deciso di chiudere la bocca e aprire gli occhi. Adesso, a dodici anni, Walter osserva, nota cose che a tutti gli altri sfuggono, distratti come sono da chiacchiere inutili. È diventato bravissimo a ritrovare le cose perdute. Ecco perché, quando il libriccino della madre sparisce, lui si lancia alla sua ricerca col suo unico amico, Milton, un Labrador grassoccio e intraprendente. Insieme, Walter e Milton si avventurano negli angoli dimenticati di New York, incontrando persone che per gli altri sono invisibili: dalla donna che tutte le mattine raccoglie le lattine per strada a una coppia delusa dal mondo che si è ritirata in uno scalo abbandonato della metropolitana. Grazie alle loro storie, Walter scoprirà generosità e speranza, solitudine e rimpianti, ma soprattutto capirà che la vita è un dono troppo prezioso per guardarla scorrere. E così riuscirà non solo a trovare le pagine del libriccino, ma pure il coraggio di aprirsi agli altri e di dare voce ai suoi sogni.

Non so ancora che cosa mi aspetti e forse fallirò, ma la mia mente è lucida, così come i miei movimenti, e non mi sento più tanto bloccato dalla paura. Il coraggio che ho appena scoperto dentro di me è fragile, sta mettendo radici, ma ho fatto il primo passo. 

Questo libro è stato definito 'una favola moderna' e non potrei essere più d'accordo. Me ne sono innamorata già dopo l'incipit e questo sentimento è cresciuto pagina dopo pagina, in un tornado di emozioni e fantasia che non mi aspettavo di trovare. La nostra storia è ambientata nella caotica New York ma, tutti in posti che visitiamo c'è una calma e una tranquillità inaspettata. La pasticceria della mamma di Walter è un vero paradiso di zucchero e magia, non troverete in nessun altro posto delle simili delizie e, per questo, sono anni che il locale accoglie giornalmente centinaia di clienti felici e soddisfatti. Come in ogni fiaba che si rispetti, il merito è tutto di una 'fata madrina' particolare che, per ricambiare un gesto gentile, ha donato un libro in cui sono contenute queste meravigliose ricette. Il rapporto di Walter con il mondo è filtrato da strati e strati di barriere protettive, la sua non brillantissima capacità nel parlare in pubblico, lo ha confinato in una solitudine forzata nella quale sono ammesse pochissime persone. Questo bambino mi ha emozionato molto: trovo che la scelta di far ricadere proprio su di lui il ruolo di protagonista, sia stata ben ponderata ed elaborata. E' stato impossibile non innamorarsi del suo mondo e del fedele compagno peloso, Milton.

Non c'è motivo di avere paura di smarrirsi: ciò che è perduto sarà ritrovato da chi è abbastanza coraggioso da aprire gli occhi per vedere, ora lo so.

'La voce delle cose perdute', ci aiuta a guardare oltre l'apparenza. Ci invita a soffermarci su dettagli insignificanti della nostra quotidianità perché è proprio nei particolari che, a volte, si trova la soluzione ad un problema. Walter è un meastro straordinario in questo viaggio alla ricerca di oggetti ed emozioni. Si tratta di un romanzo non scontato, in grado di ammaliare la mente di chi legge. C'è magia, fantasia e la voglia di togliersi di dosso il peso di responsabilità e complicazioni per lasciare spazio alla semplicità dei piccoli gesti che possono portare un beneficio, immenso ed immediato, nella vita di ognuno di noi. Entrare in questo libro, al pari di entrare nella pasticceria di Walter, equivale ad ottenere un rimedio semplice e veloce per distogliere la mente dai problemi quotidiani e sognare un po', ad occhi aperti, insieme a lui e ad altri splendidi personaggi che ho amato moltissimo.
La prosa dell'autrice, in linea con la storia e una cover meravigliosa, è molto elegante e delicata; si legge con piacere e coinvolge a trecentosessanta gradi.
Non è mai troppo tardi per cercare la felicità e, leggendo questo libro, sarete un passo più vicini ad ottenere la vostra dose di serenità giornaliera: provare per credere!



lunedì 19 febbraio 2018

Recensione in ANTEPRIMA "La quinta Sally" di Daniel Keyes

Buongiorno lettori,
oggi vi parlo di una storia pazzesca che ho avuto il piacere di leggere in anteprima.
Si tratta de "La quinta Sally", di Daniel Keyes, che troverete in libreria a partire dal 22 Febbraio per Casa Editrice Nord.
Buona lettura!


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Sally Porter apre gli occhi in un letto d’ospedale. Non ha nessun ricordo della sera precedente né di come sia finita lì. Di una cosa però è certa: non è possibile che abbia tentato il suicidio, come le hanno riferito i medici, e neppure che abbia quasi ucciso i due uomini che l’hanno salvata per poi cercare di violentarla. Eppure i medici non mentono, ed è così che Sally scopre di soffrire di un grave disturbo dissociativo dell’identità. Infatti era Nola, l’artista che possiede uno studio al Greenwich Village, che voleva morire, ed è stata Jinx, la violenta assassina, a difendersi dagli aggressori. Tuttavia in Sally albergano altre due personalità, che prendono di volta in volta il sopravvento e la spingono a comportarsi in maniera bizzarra: Derry, la cameriera gentile e affabile con tutti, e Bella, la seduttrice. Sconvolta da quella rivelazione, Sally chiede aiuto al dottor Roger Ash, un esperto di personalità multipla. Per il dottor Ash, l’unica soluzione è fondere le diverse personalità per dare vita alla «quinta Sally», una Sally finalmente unita e completa. Si tratta di un procedimento complesso e doloroso, in cui Sally dovrà rivivere i traumi che hanno causato la scissione e accettarli come parte integrante del suo passato. Ma non sarà facile nemmeno per Roger Ash, perché le ombre nascoste nel labirinto della psiche di quella donna così tormentata ed enigmatica lo costringeranno ad affrontare anche i suoi demoni…

Ho detto loro che non le volevo più. 
Ma Derry ha risposto che non era così semplice.
Che, ora che le avevo inventate, non potevano scomparire e basta.

Questa è una storia che mi ha affascinata sin da subito, a partire dal titolo. Il mondo psichiatrico mi appassiona da sempre, tanto da averne fatto oggetto di studio universitario. Detto questo, ho apprezzato moltissimo il lavoro di ricerca e le informazioni tecniche scientifiche che l'autore fornisce nel suo romanzo, dietro il personaggio di Sally c'è un lavoro immane e che mi è piaciuto molto.
Non era facile coniugare quattro identità diverse nello stesso personaggio. Inizialmente, per il lettore, non è semplice seguire il filo narrativo e associare i vari comportamenti alle diverse protagoniste, poi tutto prende forma e la lettura scorre via in un lampo. E' un bellissimo viaggio nella mente di una donna fragile che cerca di sopravvivere ai vuoti di memoria e alle conseguenze dei suoi blackout.

Abbiamo rotto il muro della negazione 
-la sua prima linea di difesa- e,
ora che è stata costretta ad accettare il fatto che ci sono
davvero altre persone dentro di lei, può proseguire verso la
creazione di una coscienza condivisa.
Quando avrete imparato tutte a comunicare l'una con l'altra,
riuscirete a funzionare in relativa sicurezza.
Il fatto che ciascuna sia all'oscuro dell'altra è
sempre stato il pericolo più grande.

Roger è lo psichiatra che deve far fronte a Sally e alle sue diverse personalità. Questo personaggio si è dimostrato molto umano e sinceramente interessato al bene della donna. Il suo approccio, dolce e distaccato allo stesso tempo, lo rende un punto fermo nella confusione generale che alberga nella mente di Sally. Il ritmo incalzante del romanzo ci conduce fino al punto di rottura, quello in cui la protagonista acquista consapevolezza della sua situazione e decide di abbandonarsi totalmente alla terapia di Roger, un metodo rischioso e che non garantisce un risultato certo.
Si tratta di un percorso tutto in salita che regalerà tanti colpi di scena e momenti di una suspense altissima. Ho amato molto la prosa diretta e scorrevole dell'autore. Ho amato le personalità di Sally, in particolare Derry che è stata una sorta di co-protagonista della storia.
E' un libro difficile da catalogare e che, sicuramente, non è adatto a tutti. E' perfetto per i lettori che amano i romanzi psicologici, sono certa che impazzirete per Sally e la sua mente.
Promosso!



mercoledì 31 gennaio 2018

Recensione in ANTEPRIMA "Fandom" di Anna Day

Buongiorno lettori,
oggi vi parlo di una storia che ho avuto il piacere di leggere in anteprima e di cui non vedo l'ora di parlarvi. Si tratta di "Fandom", di Anna Day, che uscirà il 6 Febbraio per DeAgostini.
Buona lettura!


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Violet farebbe di tutto pur di incontrare gli attori che hanno portato sul grande schermo il suo romanzo preferito, The Gallows Dance. Anche convincere suo fratello e le sue migliori amiche ad accompagnarla al ComiCon più grande d'Inghilterra e mettersi in coda per l'autografo del bellissimo Willow. Violet, che conosce tutte le battute del film a memoria e vorrebbe far colpo su di lui, si presenta come cosplayer di Rose, protagonista del romanzo e anima gemella di Willow. La sua scelta non è dettata dalla sola infatuazione per lui: Violet ammira realmente Rose e vorrebbe essere come lei. Coraggiosa come Katniss, determinata come Daenerys e intrepida come Tris. Quando però arriva il suo turno di incontrare gli attori, un terremoto improvviso fa crollare il capannone. Violet batte la testa e sviene. Pochi istanti dopo riapre gli occhi, ma qualcosa è cambiato. Willow è armato, le guardie corrono ovunque e sparano. Ma è solo quando una freccia colpisce la vera Rose e la ragazza cade a terra esanime che Violet comprende che tutto sta accadendo realmente. La protagonista del suo romanzo preferito è appena morta e ora Violet può fare solo una cosa: prendere il suo posto, ripassare le battute e vivere la storia fino alla fine...

La nostra realtà può essere stata generata dalla visione
di un unico autore o dalla coscienza collettiva del pubblico...
Chi lo sa? Ma è la nostra realtà.
Per noi è importante tanto quanto la tua realtà, la tua casa,
è importante con te.

Partiamo dal presupposto che ho amato questo romanzo: ho amato l'idea, i personaggi, la prosa dell'autrice e la copertina da urlo. Anna Day descrive una vicenda interessante che tutti gli amanti dei libri non potranno far altro che apprezzare. La nostra protagonista, Violet, si ritrova improvvisamente nel suo libro preferito e si trova davanti un mondo che non si aspettava. Un conto è amare un libro, un altro è ritrovarsi al suo interno e scoprire che è un mondo vero e proprio, sfuggito alle regole di un plot pre impostato da un autore. L'autrice ci regala una storia nella storia con tantissimi personaggi straordinari e costruiti magnificamente. Ho amato dal primo all'ultimo secondo, Nate e ho rivalutato molto Alice, un vero enigma per tutto il romanzo.

Penso di aver appena capito qual è il mio problema.
L'amore non può essere prescritto o imposto.
L'amore non segue un copione.
Innamorarsi significa abbandonarsi all'imprevisto, 
significa correre rischi.

La narrazione si fa sempre più convulsa e quella che doveva un'esperienza meravigliosa e straordinaria, si trasforma ben presto in un qualcosa di pericoloso per tutti i personaggi. Violet è la chiave per risolvere la situazione, non deve far altro che interpretare il ruolo della sua eroina preferita. Ma Violet non è Rose, non è un personaggio ben definito, non ha una strada precisa da seguire. Sta scoprendo dei lati di questo mondo che non le piacciono, difetti nascosti che la fangirl che è in lei non aveva mai notato prima. Ed è così che crollano tutte le sue certezze, che i suoi personaggi preferiti si trasformano nel nemico e che per sopravvivere al sistema, dovrà sfidare le regole di un mondo che ancora non comprende a pieno.

Nell'ultima parte del libro, il ritmo diventa incalzante e convulso, l'autrice mi ha lasciata più volte a bocca aperta per i continui colpi di scena e per lo scorcio di epilogo che avevo iniziato ad intravedere. Mi ha tenuta incollata alle pagine proprio fino alla fine. 
Questo romanzo è un concentrato di tematiche e generi diversi sapientemente mixati, ho adorato le descrizioni e la prosa così accurata ed elegante dell'autrice. Mi piace la cura per i dettagli e l'originalità di una storia che ho divorato nel giro di poche ore.
Se amate il fantasy e siete appassionate di saghe e lettura, è il libro che fa per voi.
Super promosso!



sabato 20 gennaio 2018

Recensione in ANTEPRIMA "Finché c'è musica" di Sarah Barukh

Buongiorno lettori,
chiudiamo la settimana con una bella recensione in anteprima per Mondadori.
La storia di Sarah Barukh mi ha coinvolta ed emozionata e non vedo l'ora di parlarvene.
Buona lettura!


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1946. La guerra è finita da qualche mese quando la piccola Alice incontra per la prima volta sua madre. Ha trascorso otto anni senza sapere chi fossero i suoi veri genitori, vivendo nascosta in una fattoria della campagna francese insieme a Jeanne, la balia incaricata di prendersi cura di lei fino al loro ritorno. Ora deve lasciare un mondo pieno di affetti per seguire una donna di cui non sa niente e che non è forte ed elegante come se l'era immaginata, ma silenziosa, dura, chiusa in se stessa, e con uno strano tatuaggio sul braccio.
Parigi è caotica, rumorosa, Alice si sente subito spaesata. Ma è l'incapacità di rapportarsi con la madre che la fa soffrire di più: è evidente che durante la guerra Diane ha subito dei traumi ("tua madre ha fatto grandi cose" le aveva raccontato un giorno Jeanne) e ora è in preda a continui incubi notturni. Ma proprio quando madre e figlia cominciano a stabilire una connessione, Diane si ammala di tubercolosi e la vita di Alice viene di nuovo stravolta: la madre viene ricoverata e l'assistente sociale le dice di aver rintracciato suo padre…
È l'inizio di un importante viaggio che da Parigi la porterà a New York: grazie all'incontro con lo zio Vadim, cieco e scorbutico, ex reporter di guerra che ha girato l'Europa, Alice scoprirà che il suo passato nasconde un segreto imprevisto e si lascerà per sempre l'infanzia alle spalle.

Nella vita mai niente è tutto bello o tutto brutto. Fatti forza, andrà bene, vedrai.
Ogni anno, in questo periodo, mi piace leggere letture sulla Seconda Guerra Mondiale e scoprire nuove storie, nuovi punti di vista. "Finché c'è musica" è una storia complicata, la guerra è uno spettro che aleggia nella vita della piccola Alice che non la comprende troppo bene. Assistiamo, impotenti, al dolore di una bambina che non riesce a trovare il suo posto nel mondo, non riesce ad aggrapparsi ad una figura sincera e sicura che le doni amore e serenità. Quella 'guerra', di cui ha tanto sentito parlare, le ha portato via ogni cosa. Il personaggio di Alice è di una tenerezza disarmante.
Tu, Alice, tu sei una bambina, e per molte persone basta questo per metterti in un angolo. E' uno svantaggio, soprattutto quando si ha la tua maturità. Di quelli come noi la maggior parte della gente se ne frega. Ma a partire da questo momento siamo in due.
Pur essendo solo una bambina, dimostra una maturità e una intelligenza fuori dal comune. Mi è piaciuta moltissimo così come il personaggio di Jeanne, la balia, e successivamente quello dell'arcigno e scontroso Vadim. Quest'ultimo, a mio avviso, è il personaggio chiave del libro. Rappresenta un po' l'emblema dei sopravvissuti: sono ancora vivi ma, in realtà, hanno perso una parte della propria anima per sempre in quegli anni oscuri. Ma, proprio come il resto del mondo, Vadim si riprende e rinasce una seconda volta anche grazie alla presenza della dolce Alice.
A cavallo tra la Francia e gli Stati Uniti, Sarah Burukh ci regala un romanzo introspettivo e profondo e lo fa attraverso una prosa delicata e una storia che conquista il cuore del lettore fin dalle prime pagine. E' un libro che mi ha emozionato più di una volta e che mi ha regalato una lezione di vita importante: la fiducia nel prossimo, la forza e la speranza di lottare sempre per un futuro migliore. La piccola Alice resterà nel mio cuore per molto, molto tempo.


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