mercoledì 28 maggio 2025

Recensione "Il labirinto dei dieci sospetti" di C.B. Everett

 Buongiorno e ben ritrovati sul blog.

Oggi vi parlo di un libro che mi ha stupito, in positivo, edito da Newton Compton. Si tratta de "Il labirinto dei dieci sospetti" e porta la firma di C.B. Everett .

Buona lettura!



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Pagine 352

Dieci sconosciuti si svegliano prigionieri in una vecchia casa dalla quale è impossibile uscire, senza ricordare come ci siano arrivati. Per scappare, devono far luce sulla scomparsa di una giovane donna. Ma insieme a loro, nei corridoi dell’abitazione si aggira un assassino, e presto il numero dei cadaveri inizia a salire. Chi sono questi sconosciuti? Perché sono stati scelti? Perché qualcuno vorrebbe ucciderli? E chi, o cosa, è in agguato nella cantina? Dimentica quello che pensi di sapere. Perché mentre puoi fidarti di te stesso, puoi davvero fidarti anche degli altri?

"Il labirinto dei dieci sospetti" racchiude in sé diversi generi che si fondono insieme in una storia originale e pazzesca. Dieci personaggi si risvegliano privi di ricordi in una vecchia magione in un luogo imprecisato. Oltre all'assenza di ricordi, la cosa più inquietante è che sono, letteralmente, intrappolati nella casa: finestre sbarrate, porte chiuse a chiave e una moltitudine di stanze e spazi da esplorare per cercare di venire a capo del mistero.

Questa casa contiene dei segreti.

Questa casa è infestata dai fantasmi.

Questa casa pullula di mostri.

Questa casa è la morte.

L'obiettivo è quello di trovare e salvare una ragazza scomparsa così il gruppo male assortito si concentra sul compito nella speranza di porre fine a questa situazione paradossale. Tra i vari punti di vista, quelli che mi sono piaciuti di più sono stati quello de "La bestia in cantina" (sì, avete letto bene e vi assicuro che vi regalerà gioie!), Kyle e il capitano Jimmy Saint (anche lui un super personaggio che avrà una bellissima evoluzione all'interno della storia). 

Non fatevi spaventare dai molteplici personaggi, man mano che si prende confidenza con le loro storie diventa più facile seguire la narrazione che, nonostante il sovraffollamento, risulta insolitamente chiara. Sulla stessa linea anche la scrittura che si adatta perfettamente ai vari personaggi cambiando tono e registro a seconda dei casi.

Devo uscire dalla villa, devo fuggire più lontano che posso. Devo scappare da tutta questa morte. Ecco cos'è questa casa: è la morte.

Durante la lettura della parte centrale ho avuto l'impressione di non capire bene la direzione che stava prendendo la storia perché, pur avendo tutte le caratteristiche di un giallo a camera chiusa con annessi omicidi, la sensazione è stata comunque quella di avere davanti una storia assurda con un fine misterioso.

Il tutto ha acquistato un senso con un finale shockante che non avevo minimamente intuito ma che è stato un vero e proprio colpo da maestro di C.B. Everett. Assolutamente consigliato!



martedì 27 maggio 2025

Recensione "La tata" di Helena Echlin

 Buongiorno e ben ritrovati sul blog,

oggi vi parlo di una delle ultime uscite di Editrice Nord, si tratta di un thriller domestico firmato da Helena Echlin e che si intitola "La tata".

Buona lettura!



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Pagine 420

Charlotte è consapevole che Stella non è come le altre bambine di nove anni, ma per lei è perfetta così: irrequieta, iperattiva, spesso intrattabile, eppure brillante, con un’intelligenza vivace, a volte anche geniale. È sua figlia, e questo le basta per amarla con tutto il cuore. E poi c’è la loro giovane tata armena ad aiutarla. Fin dal primo giorno, Blanka ha instaurato un ottimo rapporto con Stella, e con il suo atteggiamento tranquillo e rassicurante è l’unica che riesce a gestirla senza problemi. Tuttavia, proprio adesso che Charlotte sta affrontando una seconda gravidanza difficile e stressante, Blanka si licenzia senza preavviso e, qualche tempo dopo, viene trovata morta affogata in una piscina. Un tragico incidente o un gesto volontario? Charlotte quasi non ha tempo per elaborare il lutto. Con il marito spesso fuori casa per lavoro, tutto il peso della famiglia ora ricade su di lei. Fortunatamente, ogni giorno che passa Stella sembra più pacata del solito. All’inizio Charlotte non può che esserne felice, ma ben presto ai suoi occhi il cambiamento della figlia appare sempre più strano. Stella comincia a replicare i gesti che erano tipici di Blanka, la sera prima di addormentarsi sussurra frasi in una lingua incomprensibile, spesso chiede di mangiare piatti dai nomi mai sentiti prima. E poi Charlotte fa la scoperta più inquietante: ogni notte, nel suo diario segreto, Stella scrive intere pagine in armeno… È lei che sta perdendo il contatto con la realtà o è la realtà che si è trasformata in un incubo? Mentre suo marito continua a ripeterle che si sta inventando tutto, Charlotte invece è convinta che Stella sia in pericolo e che solo lei possa salvarla…

"La tata" è il titolo perfetto se state cercando un thriller domestico con un tocco originale. La storia di Charlotte è permeata da un senso di inquietudine e paranoia: è convinta che sua figlia Stella sia diversa e i comportamenti esuberanti e particolari della bambina sembrano confermare questa teoria. 

Al centro di tutta la prima parte del libro c'è, quindi, il rapporto simbiotico tra madre e figlia. Un legame esclusivo che subisce un primo scossone con la morte della tata, Blanka. Dopo l'evento traumatico cambiano tutti gli assetti e l'equilibrio familiare. Stella è diversa e pian piano inizia ad omologarsi alla massa causando la felicità del padre e l'inquietudine di Charlotte che sente di aver perso le attenzioni esclusive della figlia.

"Charlotte, non ho scelta. Mi si spezza il cuore."

Ma non aveva l'aria di uno con il cuore infranto. 

No, sembrava freddo e calcolatore.

La sensazione che qualcosa non vada si fa via via più evidente anche agli occhi del lettore che si domanda se Charlotte sia troppo apprensiva o se effettivamente il cambiamento della bambina sia dovuto a un qualcosa di anormale. 

La componente paranormale/psicologica è stata gestita perfettamente da Helena Echlin. Non è facile capire qual è la verità perché si hanno percezioni diverse a seconda dei momenti. 

La scrittura è coinvolgente e scorrevole, non si risente minimamente della mole di pagine. L'epilogo è un altro elemento che ho apprezzato moltissimo perché fa riflettere e dà tutta un'altra visione di quello che abbiamo letto fino a quel momento. 

"La tata" è un thriller domestico che supera le aspettative e che si differenzia dagli altri del suo genere per i temi trattati e un finale sconvolgente. 

Consigliato!



lunedì 26 maggio 2025

Recensione "Dove non può trovarti" di Darcy Coates

 Buongiorno e ben ritrovati sul blog.

Oggi torniamo a parlare di paranormale, un genere che apprezzo sempre moltissimo, con l'ultimo libro di Darcy Coates, "Dove non può trovarti". Vi ho già parlato di lei QUI in occasione dell'uscita de "I fantasmi di Ashburn House", sempre edito da Fanucci.

Buona lettura!



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Pagine 320

Abby Ward vive in una città maledetta in cui le persone scompaiono, e quando i loro corpi vengono ritrovati sono sempre smembrati e ricuciti insieme in modo innaturale. È opera di un assassino umano o di qualcosa di molto più oscuro? Lei e la sorella minore Hope vivono rispettando una serie di regole molto rigide, ideate per tenerle al sicuro, e per questo quando Hope viene rapita è uno shock. Disperata e ansiosa di ritrovarla prima che sia troppo tardi, Abby racconta tutto ciò che sa alla polizia, ma le forze dell’ordine sostengono di avere le mani legate. Non possono fare nulla. Ogni ora è preziosa, ed Abby e i suoi amici finiscono coinvolti in un angosciante gioco del gatto e del topo. Devono riportare indietro Hope, e in fretta, prima che di lei non rimanga più nulla. E prima che tutto ciò a cui tengono venga inghiottito dall’oscurità che li attende nei tunnel sotto la città che credevano di conoscere.

Darcy Coates è una vera maestra del brivido e in "Dove non può trovarti" la sua capacità di provocare paura e terrore è ancora più evidente rispetto al libro precedente, "I fantasmi di Ashburn House".

Doubtful non è un posto sicuro.

Le persone... qui scompaiono, a volte.

La gente... muore.

Siamo in una piccola cittadina in cui succedono cose strane: a Doubtful, infatti, le persone scompaiono silenziosamente e improvvisamente. Quelli che restano sembrano accettare passivamente la situazione perché nessuno può mettersi contro 'il Cucitore'.

Questo personaggio rappresenta probabilmente tutta la genialità e il terrore della storia. Nessuno sa chi o cosa sia ma, vi assicuro, ho avuto il terrore di incontrarlo anche se solo su carta.

C'è qualcuno, però, che non ha intenzione di subire le sue azioni ma che ha tutte le intenzione di contrattaccare. Le lepri è il soprannome che Abby e i suoi amici hanno assunto perché descrive perfettamente il modo in cui sono costretti a vivere: sempre all'erta e sempre pronti alla fuga. Il gruppo sembra immune all'omertà in cui vivono tutti gli adulti della città. Hanno un loro codice, i loro sogni e la voglia di tagliare le corde invisibili che li tengono legati alla città.

Ho amato moltissimo tutti loro e rappresentano un contrasto forte rispetto agli adulti che dovrebbero proteggerli e invece si limitano semplicemente a fargli rispettare un coprifuoco che si è dimostrato abbastanza inutile.

Abby si sentì gelare. Sapeva cosa aveva visto. Ma non per questo era più facile da assimilare. L'immagine era impressa nella sua mente, orribilmente chiara. 

Cinque dita, più grandi e più lunghe di quelle che avesse mai visto su un umano. La pelle era grigia e consumata come una pietra tombale. Era attraversata da linee dove la carne era stata aperta e poi ricucita con filo rosso.

Ho amato il clima soffocante che si respira sin dalle primissime pagine. I tasselli vanno al loro posto pian piano ma, nonostante l'autrice si prenda il suo tempo, è interessante scoprire la storia del Cucitore  dai racconti e dalle leggende del luogo. 

Mi ha ricordato moltissimo le atmosfere di 'It', anche se le due storie seguono filoni totalmente diversi. 

Il filo del Cucitore, rosso come il sangue di tutte le sue vittime, si stringe sempre più come una gigantesca ragnatela pronta a far cadere in trappola l'intera città. Un epilogo al cardiopalma e incerto fino alla fine è la conclusione perfetta di un libro carico di inquietudine e mistero.

Da leggere con la luce accesa 👀



venerdì 23 maggio 2025

Recensione "Lucia" di Bernard Minier

 Buongiorno e ben ritrovati sul blog.

Oggi vi parlo del nuovo titolo della collana 'I Lupi', curata da Baldini Castoldi, che porta la firma di un autore francese purtroppo ancora poco conosciuto da noi, Bernard Minier.

Il libro si intitola "Lucia" ed è il primo della serie dedicata alla tenente della Guardia Civil, Lucia Guerrero.

Buona lettura!



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Pagine 408

A Madrid è notte fonda, un temporale infuria sulla città. Su una collina, un uomo si guarda morire sulla croce a cui è stato incollato. Più tardi, mentre la pioggia lava via il sangue, la Scientifica è già al lavoro: quello non è un morto qualsiasi, quell’uomo è un agente della Guardia Civil. La tenente Lucia Guerrero – una guerriera coraggiosa e insofferente alle regole – arriva sul posto giusto in tempo per veder spirare il suo collega, Sergio Castillo Moreira. Chi può aver commesso un delitto così atroce? A Salamanca, un gruppo di studenti del laboratorio di Criminologia guidato dal professor Salomón Borges scopre l’esistenza di un serial killer passato inosservato per decenni e che compie i suoi crimini in modo da farli assomigliare a dipinti rinascimentali o barocchi. O meglio, ai dipinti che a loro volta si ispiravano alle Metamorfosi di Ovidio, carichi di tutta la violenza, della gelosia e della sete di vendetta degli dèi greci e romani. L’«assassino della colla» e quello delle «metamorfosi» sono la stessa persona? Lucia Guerrero si troverà a indagare tra arte e mitologia, tra incubi e perversioni, in un oscuro viaggio negli inferi, alla scoperta di insospettabili segreti, più terrificanti di qualsiasi mito.

"Lucia" è un libro che inizia in maniera shockante. Bernard Minier ci introduce immediatmente nel vivo dell'azione e ci fa capire subito di che pasta è fatto. Ci porta su una collina, vicino Madrid, dove è appena stato rinvenuto il corpo di un uomo letteralmente crocefisso. La situazione si scalda perché non si tratta di una vittima qualunque ma del compagno di squadra della protagonista, la tenente Lucia Guerrero.

Ho amato moltissimo la figura di Lucia, l'autore ce la descrive come una donna forte ma tormentata. Una professionista incredibile ma anche una donna fragile che si rimprovera molte scelte, tra cui quella di dedicarsi fin troppo al lavoro. Il caso la riguarda da vicino e si sviluppa intorno a lei, pagina dopo pagina. 

Molto interessante è anche la figura del co- protagonista, Salomòn Borges, si tratta di un criminologo che è riuscito ad ideare una sorta di software in grado trovare analogie tra i casi di omicidio: le modalità, la tipologia di vittime e i luoghi. Una parte assolutamente molto affascinante della storia e un tassello fondamentale per scovare l'identità del killer che sembra avere un legame speciale con Lucia.

Tu non sei qui per caso, Lucia. Uccidendo il tuo collega, ha voluto farti entrare nelle danze.

- Sono danze ben strane.

Si balla con il diavolo.

L'elemento psicologico è molto forte e presente all'interno della storia ma non è l'unico. "Lucia" è, infatti, un romanzo ricco di elementi e tematiche. C'è anche un bel richiamo alla letteratura e all'arte ma su questi vi lascerò in sospeso per permettervi di godere al meglio della lettura. 

Bernard Minier ci regala un polar straordinario come pochi. Vi ricordo che questo particolare genere letterario, infatti, è proprio della letteratura francese e che nasce dalla fusione del classico poliziesco con il noir. Tutti i lettori che amano questi generi, quindi, ameranno senz'altro questa storia.

Lei è una donna straordinaria, Lucia. Abbiamo molto più in comune di quello che immagina. Quando avrà scoperto ciò che abbiamo in comune, non sarà lontana dal trovarmi.

Ho iniziato la lettura con molta curiosità perché si parla sempre benissimo di Bernard Minier e ora posso capire il motivo del suo successo. E' un autore a trecentosessanta gradi, il suo stile è diretto, minuzioso, ricercato quando serve e anche molto versatile: la narrazione cambia ritmo e tono in maniera perfetta a seconda del momento e questa capacità di gestione è una dote rara.

Spero di essere riuscita a suscitare il vostro interesse, personalmente ho adorato questa storia che mi ha completamente rapita per un paio di giorni perciò non posso che consigliarne la lettura!


Qui trovate le recensioni degli altri libri letti della collana 'I lupi':

Tutti innocenti (che ho recensito per il sito di Thrille Life)






giovedì 22 maggio 2025

Recensione "La città delle anime sepolte" di Sara Di Furia

 Buon pomeriggio e ben ritrovati sul blog.

Oggi vi parlo di una delle ultime uscite di Newton Compton, che ringrazio per la copia.

Si tratta de "La città delle anime sepolte", di Sara Di Furia, un thriller che ci porta direttamente indietro nel tempo nella Napoli di metà '700.

Buona lettura!



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Pagine 288

Napoli, inverno 1769. La città viene scossa da un evento senza precedenti a memoria d’uomo: le tombe e le fosse comuni sono vuote, i cadaveri giacciono decomposti all’aperto, ma alcuni sono stati visti camminare per i vicoli. La follia dilaga e sfocia nella paura per l’imminente fine del mondo e il giudizio universale. Ad alimentare il clima di terrore, uno spietato assassino uccide le sue vittime strappando loro il cuore e lasciando al suo posto una pedina della tombola. Qual è il filo conduttore che guida la sua mano? Per porre fine all’incubo, re Ferdinando IV affida il caso al funzionario Guido Tucci, che decide di avvalersi dell’ingegno e dell’amicizia di Bastiano, un frate Bianco della Giustizia affetto da nanismo, e del suo scaltro novizio Michele. Insieme condurranno le indagini che li porteranno ad avventurarsi in un labirinto di superstizione, fede, scienza e miserie umane. La terra ha davvero ridato vita alle ombre? Riuscirà l’improbabile trio a fermare il dilagare del male?

Sara Di Furia ci regala una storia molto particolare che si muove tra diversi generi letterari. Ne "La città delle anime sepolte" siamo a Napoli, è inverno e ci troviamo in un momento storico in cui la religione e le superstizioni hanno un peso importantissimo nella vita di tutti i giorni. 

Il clima si fa, da subito, surreale: le tombe dei cimiteri vengono aperte e i cadaveri non sono più al loro interno abbandonati per le strade o, addirittura, di nuovo in grado di muoversi nel mondo dei vivi. L'isteria è quasi immediata perché è difficile spiegare un fenomeno del genere e, soprattutto, fa paura pensare al motivo per il quale stia accadendo questa specie di resurrezione di massa. C'è chi pensa all'Apocalisse e chi, invece, cerca delle possibili spiegazioni nella scienza e nel raziocinio. 

Ho amato moltissimo i personaggi, in particolare il duo composto dai frati Bastiano e Michele. Trattandosi di una categoria particolare, ho apprezzato il modo di condurre le indagini e i dubbi esistenziali davanti ad una situazione davvero particolare. 

La parte centrale del libro è quella che ho apprezzato meno, mi è sembrata molto dispersiva e lenta rispetto ad un inizio esplosivo e un finale con un bel colpo di scena. Molto bene lo stile e la prosa di Sara Di Furia che è perfettamente consono al periodo storico, così come la ricostruzione di usi e costumi dell'epoca. 

Mi è piaciuta molto anche l'ambientazione nella città di Napoli: il luogo perfetto rappresentare il forte contrasto tra la fede e tutte le credenze e superstizioni che da sempre rendono questo luogo molto caratteristico.

"La città delle anime sepolte" si è rivelato un buon thriller storico, soprattutto considerando che si tratta di un libro di esordio. Probabilmente con una gestione migliore del ritmo narrativo il risultato sarebbe stato ancora migliore. 

⭐⭐⭐,5

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