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mercoledì 26 febbraio 2025

Recensione "Mariano Di Gesù al Princess Hotel" di Giuseppe Sorgi

 Buongiorno e ben ritrovati sul blog.

Qualche giorno fa ho ricevuto da Salani Editore una box a sorpresa che mi invitava a mettermi comoda ed iniziare un'indagine al "Princess Hotel".

Ebbene, ho accolto l'invito con piacere e insieme a Mariano Di Gesù, che è diventato uno dei miei personaggi preferiti di sempre, sono "partita" per la Scozia con destinazione Princess Hotel.

Buona lettura!



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Pagine 229

Accompagnare i suoi genitori a Edimburgo, per festeggiare le loro nozze d’oro, non è esattamente ciò che Jole chiamerebbe una vacanza. Semmai, un supplizio. Sua madre ha un carattere complicato, e suo padre da sempre asseconda la moglie in tutto. Benché Jole sia pronta al peggio quando, dopo un volo turbolento, mette piede nell’elegante hall del Princess Hotel, non può immaginare quali imprevisti le abbia riservato il soggiorno scozzese. Poche ore più tardi, infatti, in quell’albergo avverrà una serie di decessi. Cosa unisce quelle morti? Possibile che si tratti di una fatale coincidenza, come qualcuno vorrebbe far credere? Non spetta certo a lei indagare, ma un altro ospite italiano dell’albergo, Mariano Di Gesù, straripante e ficcanaso come un incrocio tra Poirot, Miss Marple e la signora Fletcher, si è messo in testa di risolvere il caso e di coinvolgere la donna, trascinandola con sé in una serie di guai, pericoli e situazioni surreali. Portando dalla sua esperienza teatrale una formidabile gestione delle voci e dei tempi comici, Giuseppe Sorgi ha creato un giallo originalissimo e fulminante, nel quale l’imprevisto, dispettoso com’è, accade con puntualità diabolica.

Quando ho iniziato la lettura del libro, armata di morbidissime ciabattine gentilmente offerte dall'hotel e fuori porta a tema per non essere disturbata durante la lettura, non avevo idea della storia che mi sarei trovata davanti. Come faccio spesso, infatti, ho deciso di non leggere la trama e immergermi direttamente tra le pagine.

A pagina dieci ero già piegata in due dalle risate per lo stile letteralmente esilarante di Giuseppe Sorgi e il suo senso dell'umorismo al limite tra il sacro e il profano. I due protagonisti della storia sono adorabili: da una parte abbiamo Mariano, una personalità poliedrica e autoironica all'ennesima potenza; dall'altra c'è Jole, adulta disincantata e intrappolata in un'esistenza che la rende insoddisfatta e frustrata.

Per una serie di "sfortunati eventi", entrambi si ritrovano ospiti del meraviglioso Princess Hotel, un luogo elegante in cui permea un'atmosfera d'altri tempi, ma soprattutto si ritrovano indirettamente coinvolti in un caso di omicidio. Da questo momento in poi la storia si tinge di giallo con un caso dalla tematica molto interessante che, in alcuni passi, strizza l'occhio anche alle più famose spy story con complotti e segreti di stato.

Mariano e Jole si rivelano dei personaggi incredibili e una coppia assai improbabile, lo stile dell'autore è talmente vivido che vi sembrerà di vederli mentre indagano sugli omicidi, che nel frattempo si moltiplicano, e si ritrovano alle prese con fughe rocambolesche e informazioni 'sensibili' che non dovrebbero conoscere.

Italia e Scozia, due scenari, molti personaggi e risate a non finire a suon di espressioni non proprio politicamente corrette e un'ironia disarmante. Sicuramente ciò che mi porterò dietro del libro, nel tempo, sarà proprio il ricordo delle risate che mi ha suscitato anche se vorrei sottolineare la bellezza e l'interessante indagine al centro della trama.

Se siete alla ricerca di un bel viaggio da poltrona, avete trovato il titolo giusto!



venerdì 24 febbraio 2023

Recensione "L'enigma Della Sfinge" di Luca Giacherio

 Buongiorno lettori,

il post di oggi è dedicato ad un giallo a scatola chiusa che ho amato e divorato. Si tratta de "L'enigma della Sfinge", firmato dalla penna di Luca Giacherio.

Buona lettura!



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A Villa Cavalcanti, nel bel mezzo di un’incessante nevicata, il piacevole soggiorno di nove personaggi viene sconvolto da un evento inspiegabile: la proprietaria di casa viene trovata assassinata nella Camera Rossa, una stanza inaccessibile e chiusa dall’interno.
Chi ha ucciso Elena Cavalcanti? E come ha fatto l’assassino a commettere questo delitto impossibile?
A indagare sul caso si troveranno il colto ispettore Badalamenti, con la sua incrollabile fede nella razionalità, e il giovane Nemo, che al contrario sa molto bene che, a volte, è necessario uscire dalle strade più battute fino a immergersi nei deliri dell'oppio.
Mentre vanno alla ricerca di risposte, uno spettro mostruoso si aggira fra gli ospiti della villa, disturbandone il sonno. È lo spettro della sfinge, che porterà con sé una serie di enigmi tanto sinistri quanto misteriosi.
Sparizioni, fantasmi e antichi segreti guideranno il lettore in un viaggio sorprendente tra il mondo reale e quello metaletterario alla ricerca della soluzione del più grande enigma di tutti i tempi.


Come ho scritto all'inizio del post, ho apprezzato particolarmente questo romanzo. Ogni elemento è ben studiato e funzionale ai fini della buona riuscita della trama e il tutto mi ha davvero appassionato moltissimo. 

Ci troviamo a Villa Cavalcanti, una magione imponente e fuori mano carica di storia e antiche leggende. I nostri personaggi si ritrovano isolati e alle prese con un delitto interessante: a quanto pare tutte le vie d'accesso alla camera nella quale giace il cadavere sono chiuse dall'interno. Questo presuppone abilità e macchinazioni fuori dal comune da parte dell'assassino che sembra essersi volatilizzato.

A rendere la sfida ancora più avvincente, la figura della Sfinge che si ripropone più volte insieme al suo criptico enigma (spoiler: non sarei mai arrivata alla soluzione!!)

"Chi ha progettato Villa Cavalcanti voleva dare all'edificio un aspetto spettrale, come se si trattasse di una casa stregata."

I personaggi, esilaranti e dotati di personalità davvero interessanti e carismatiche, fanno del loro meglio per risolvere il caso e il famoso enigma ma non sarà semplice venire a capo di tutto, soprattutto quando nella storia fanno capolino delle sfumature paranormali dando una nuova luce alla vicenda. 

L'ambientazione, d'altronde, si presta benissimo a questo (ennesimo?) inganno. Ogni parte della Villa sembra nascondere segreti e ulteriori punti interrogativi ai quali trovare risposte. Per fortuna Badalamenti e Nemo, i nostri protagonisti principali, hanno delle ottime capacità deduttive e, man mano che ci avviciniamo all'epilogo, riescono a fare chiarezza sul caso anche se l'epilogo sarà tutt'altro che scontato.

La prosa dell'autore è molto elegante con un lessico ricercato e preciso. Questo ha reso molto più scorrevoli le belle descrizioni, presenti nel libro, sugli argomenti più disparati. Devo riconoscere una bravura fuori dal comune e una grande padronanza della materia letteraria che ha permesso a Giacherio di mescolare perfettamente un'infinità di generi senza mai cadere nel banale. Epilogo pazzesco e sconvolgente, sono certa che vi lascerà di stucco!

Consigliatissimo!!!






lunedì 31 ottobre 2022

Recensione "A cena con l'assassino" di Alexandra Benedict

 Buongiorno e felice giorno di Halloween. 

Probabilmente vi aspettate la recensione di qualche libro horror o misterioso ma il libro di cui vi parlerò, in uscita oggi per Newton Compton Editori, è in realtà ambientato durante il periodo natalizio anche se di mistero ne troverete moltissimo! 

Buona lettura. 



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Lily Armitage ha deciso che non metterà mai più piede a Endgame House, la grande dimora di famiglia in cui sua madre è morta ventuno anni prima. I suoi propositi, però, vacillano quando riceve una lettera dalla zia, che la invita alla sfida tradizionale che si tiene ogni anno: il Gioco di Natale. In cosa consiste? I partecipanti dovranno trovare dodici chiavi con i dodici indizi a disposizione. Quest'anno c'è un premio speciale: l'atto di proprietà di Endgame House. A Lily non interessa nulla della casa, ma nel biglietto c'è un dettaglio che basta da solo a convincerla: durante i giochi verranno rivelati gli indizi per scoprire finalmente la verità sulla morte di sua madre. Ma è davvero così o si tratta di uno scherzo di pessimo gusto? Per scoprirlo, Lily deve trascorrere dodici giorni nella grande casa insieme ai cugini, risolvendo enigmi e indovinelli per rivelare, uno a uno, i segreti più oscuri della famiglia Armitage. Quando una tempesta di neve isola la casa da ogni contatto con l'esterno, tutto può succedere...

Il romanzo di Alexandra Benedict è, senza dubbio, uno dei più interessanti e coinvolgenti che mi è capitato di leggere quest'anno. Si tratta di un'opera breve che presenta tutte le caratteristiche che un buon giallo deve avere: una location isolata e chiusa, molti personaggi e una serie di omicidi da risolvere. Il tutto si svolge ad Endgame House, una villa appartenente alla famiglia Armitage da generazioni, durante le feste natalizie. L'ultima padrona della villa, ha ideato un gioco a base di anagrammi e indovinelli che porterà il fortunato vincitore ad ereditare l'intera proprietà. Inutile dirvi che la schiera di eredi si darà battaglia per riuscire a vincere il gioco.

La situazione si complica quando alcuni dei partecipanti vengono uccisi e i restanti sono completamente isolati dal mondo in quanto, le regole nel testamento specificano bene alcuni cavilli legali da rispettare perché la vincita sia valida. Quindi la situazione è questa: una villa isolata, con tanto di labirinto, corpi delle vittime sparsi qui e là, indizi strani che hanno sempre un doppio significato, i dodici giorni che sembrano infiniti e un premio enorme da portarsi a casa... senza dubbio la ricetta perfetta per appassionare tutti gli amanti del genere.

«Deve stare attenta, di sopra», continua la signora Castle incrociando le braccia. «E anche nel resto della proprietà». 
«Perché?», domanda Lily.
 «Questo posto fa uno strano effetto alle persone». 
«Tipo?» 
«Lo scoprirà», risponde la signora Castle. «Diciamo solo che non ho proprio idea del motivo per cui qualcuno dovrebbe volere questa casa».

Il personaggio con il quale entriamo più in sintonia è quello di Lily, la protagonista dotata di una mente davvero brillante che riesce a decifrare anche l'indizio più complesso.
Per quanto riguarda gli altri, non avrete difficoltà a catalogarli, questa è un po' la pecca del libro..l'elenco dei cattivi è fin troppo semplice da individuare. 

Altra critica che vorrei muovere è un po' l'assurdità della situazione generale: nella nostra epoca, mi viene difficile immaginare un raduno di famiglia in cui tutti rinunciano al telefono e accettano di essere reclusi dodici giorni in una casa che poi verrà ereditata da uno solo di loro. È strano immaginare che se ne restino tutti lì a "giocare" nonostante gli omicidi a cadenza quasi giornaliera..insomma mi è sembrata un po' esagerata come ambientazione, nonostante abbia il suo fascino. 

Un punto super a favore sono i vari giochi, compreso quello finale per il lettore, che rende l'esperienza di lettura stimolante e accattivante. Tutto sommato, ritengo che sia un'ottima lettura se chiudiamo gli occhi davanti a certe forzature!




giovedì 20 ottobre 2022

Recensione "La bambina nei muri" di A.J. Gnuse

 Buongiorno lettori,

oggi vi racconto un libro particolare edito da HarperCollins Italia, "La bambina nei muri", di A.J. Gnuse.

Buona lettura!



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Elise conosce ogni centimetro della sua casa. Sa quale scalino scricchiolerà sotto il peso di un piede imprudente. Conosce tutti gli interstizi nei muri. Sa quali spazi possono accoglierla e tenerla nascosta. In fondo, è casa sua. La casa che i suoi genitori hanno costruito per lei. E la casa è il luogo più importante, dove bisogna stare, a tutti i costi. Anche Eddie la chiama casa. La stessa casa di Elise. Eddie sta diventando grande. Non vuole più credere alla ragazzina che a volte scorge con la coda dell'occhio. Vuole che lei sparisca. Ma quando anche il fratello maggiore si accorge della sua presenza, si presenta un dilemma: come possono liberarsi di qualcuno che non sono nemmeno sicuri che esista? E cosa succede se nel cacciarla invitano una minaccia ben peggiore a entrare nella loro casa?

Questo è il classico caso di un libro che poteva dare di più. La copertina ipnotica e il titolo misterioso catturano subito l'attenzione del lettore ignaro che, poi, si ritrova invischiato in una storia davvero strana, basata sul non detto.

L'autore racconta la storia di Elise, una bambina che vive *letteralmente* nei muri di quella che è sempre stata la sua casa, ora ci vive una nuova famiglia ma lei non sembra turbata dalla cosa e si limita ad essere una presenza attorno a loro, approfittando dei momenti di assenza per mangiare, giocare o ballare.

Col passare del tempo, i segni lasciati da Elise -un'orma, un pupazzo spostato, un oggetto scomparso- mettono in allarme i due fratelli che indagano su queste stranezze.

"Era mezza morta e non-morta: stava perdendo e si rifiutava di perdere. Non era con il mondo mentre il mondo andava avanti; viaggiava nella sua scia. Quella bambina nei muri era una bambina nelle stanze di una casa – quella casa – e ora un ragno in una tela rotta, che temeva i passi, il vento, i rami che cadevano."

La situazione precipita con l'arrivo di una specie di cacciatore di fenomeni paranormali ma tutto diventa confuso perché l'autore non è per nulla chiaro su Elise, la sua condizione, la figura di Brody che sembra l'unico davvero in pensiero per lei.

Sono andata avanti con la lettura in attesa di qualcosa che potesse dare davvero un senso a tutta la storia ma, quel qualcosa, non è mai arrivato. Questo mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca che non è svanito nemmeno dopo aver letto l'intervista finale all'autore, che almeno ha fatto un po' di luce su quello che era l'intento originale del libro.

L'unico messaggio chiaro è quello dell'appartenenza ad un luogo: un legame che nemmeno il dolore o un imminente pericolo possono spezzare. 

Sebbene sia una storia originale, ben scritta e con una prosa scorrevole, non ne consiglierei la lettura perché non raggiunge mai l'apice e si trascina nell'attesa di un colpo di scena che, però, non arriva e lascia un grande senso di insoddisfazione. 


venerdì 22 luglio 2022

Recensione "Il mistero della carrozza n.12" di Paolo Navi

 Buongiorno lettori,

oggi vi parlo di un giallo italiano, successo del self publishing e ora pubblicato da Newton Compton, "Il mistero della carrozza n.12".

Buona lettura!






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La tempesta straordinaria che si è abbattuta sulla Baviera ha bloccato l'aeroporto di Monaco, mettendo in crisi il rientro di Giovanni, che deve essere a Milano la sera stessa. Sua moglie lo aspetta per una cena importante. Non può assolutamente mancare. Il treno è l'unica possibilità per arrivare in tempo. O almeno, così crede. Perché a un certo punto, mentre è impegnato a fantasticare su ognuno dei compagni di viaggio, un violento scossone li sbalza dai sedili. Una valanga ha travolto il treno. Ma il peggio deve ancora arrivare. I passeggeri della carrozza 12 si accorgono con sgomento di essere gli unici sopravvissuti al drammatico incidente, sperduti in mezzo ai boschi innevati lungo cui corrono i binari del treno. E in un attimo il viaggio si trasforma in incubo: a uno a uno i superstiti cominciano a morire, uccisi in modo brutale. Restare uniti è l'unica speranza di salvezza, ma dimenticare di guardarsi le spalle potrebbe significare diventare la prossima vittima... La carrozza di un treno. Otto passeggeri. Uno di loro è uno spietato assassino?


Lo scorso anno, un libro intitolato "Carrozza 12", è stato per mesi in testa alla classifica Amazon dei libri gialli più venduti. Dal 19 Luglio, il libro è disponibile in una nuova versione edita da Newton Compton e non vedo l'ora di raccontarvela.

La storia ha inizio su un treno partito da Monaco nel bel mezzo di una tempesta di neve che ha già paralizzato strade e aeroporti, Giovanni deve assolutamente raggiungere Milano entro sera per partecipare ad una serata importante organizzata da sua moglie e, suo malgrado, si ritrova quindi a bordo della carrozza numero 12, pronto a sfidare la tempesta del secolo. Per una buona prima parte del libro, l'autore ci parla di Giovanni, della sua vita, del suo matrimonio complicato e dei curiosi passeggeri che stanno condividendo il viaggio con lui. La penna di Paolo Navi non fa sconti e regala perle e ironia che spezzano la tensione di un viaggio che si rivela, via via, sempre più complicato e pericoloso.

La tragedia preannunciata, che si respirava già nell'aria, arriva a rompere gli equilibri e dà inizio alla seconda parte del libro, quella in cui otto fortunati superstiti si ritrovano nel bel mezzo nel nulla in attesa dei soccorsi. La tensione comincia a crescere di pari passo con i delitti che iniziano a verificarsi ad ogni ora che passa. Possibile che ci sia un assassino tra loro? Come individuarlo e come proteggersi quando nemmeno stando in gruppo si è al sicuro?

Non starò a rivelarvi la risposta a questo quesito perché sarà l'autore stesso, attraverso un autentico e inaspettato colpo di scena, a svelare il mistero che ha coinvolto Giovanni e suoi, a questo punto, sfortunati compagni di viaggio. 

La storia di Paolo Navi mi ha ricordato, come schema e come modus operandi, i romanzi di Agatha Christie ma, devo dire, che non ho ancora capito se il finale mi sia piaciuto o meno. Mi ha senza dubbio spiazzata, e questo è un bene, ma col senno di poi non sono certa che sia stata la scelta migliore, perlomeno per quanto mi riguarda. Altra cosa che non ho apprezzato particolarmente, è la ridondanza delle lamentele del protagonista verso la moglie, colpevole di non essere la classica dolce e premurosa mogliettina ma una donna totalmente dedita al lavoro e alla carriera. 

E' un giallo breve che si legge velocemente e che ho trovato, nel complesso, gradevole ma non indimenticabile.





martedì 11 febbraio 2020

Recensione "Il giallo di Villa Nebbia" di Roberto Carboni

Buongiorno lettori.
Oggi vi parlo di un giallo tutto italiano firmato da Roberto Carboni, edito da Newton Compton.
Buona lettura!


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Piero Bianchi non è ben visto nel paese in cui vive. Sua moglie si è suicidata e lui ha fatto a lungo abuso d'alcol, i compaesani lo considerano un assassino. E così, quando viene a sapere che in un luogo chiamato Villa Nebbia cercano un custode, si presenta per avere il lavoro. A riceverlo è un avvocato, Emidio, ex marito dell'anziana proprietaria della villa, uscita dopo anni dal manicomio. Di lei si occupa la giovane Mariasole: le due donne sono le uniche abitanti di Villa Nebbia. Piero non desidera altro che un po' di tranquillità e quella residenza spettrale, costantemente avvolta dalla foschia, sembra proprio fare al caso suo. Una volta stabilitosi lì, però, la nebbia non smette di tormentarlo. E in quella nebbia ha sempre l'impressione che qualcuno lo osservi: sente strani ticchettii sui vetri e, soprattutto, comincia ad avere l'impressione che a Villa Nebbia ci sia un'altra presenza, oltre a Mariasole e Ilde... Possibile che si stia solo lasciando suggestionare dalle voci inquietanti che si rincorrono su quel luogo?

La trama di questo libro mi ha subito colpita molto e, devo dire, che si è rivelato un ottimo esemplare di giallo che mi ha tenuta abbastanza incollata alle pagine. 
Protagonista della storia è Piero Bianchi, un uomo finito che ha perso la moglie, il rispetto della figlia e del paesino in cui vive che lo considera un assassino scampato alla giustizia. 
Per causa di forza maggiore, quindi, si ritrova al cospetto della decadente Villa Nebbia, in cima ad una collina. Come si evince dal nome, l'atmosfera intorno alla magione è costantemente coperta di nebbia, una nebbia strana, quasi soprannaturale. 

Affogato nella nebbia, l'edificio sembrava costruito apposta per intimorire gli esseri umani. Sbucava tra gli alberi dopo la curva del viale di accesso, con le sue linee severe, il colore grigio, le grondaie strappate e una persiana penzolante. Mi ricordò più un vecchio ospedale semidiroccato che non un'abitazione. Immaginai, all'interno, sale chirurgiche in rovina e lunghi corridoi dimenticati che odoravano di polvere e morte.
'Fantasmi', pensai.

L'impronta che l'autore dà alla sua storia è proprio questa: a cavallo tra il paranormale e la realtà. Il lettore, così come il protagonista, non sa quanto credere al mistero e al mito e quanto affrontare con più lucidità tutti gli avvenimenti che si susseguono. Le abitanti della villa, sono davvero inquietanti e al limite dell'etereo. Pietro dimostra una bella dose di coraggio restando fedele al suo impiego. 


Aveva capito. E adesso ero certo di aver capito pure io.
Non si era trattato di mettere in fila i ragionamenti, come avevo creduto di dover fare, in uno snervante gioco di logica. Era stato piuttosto come se avessi acceso la luce e di colpo fosse diventato tutto limpido.

Tutto cambia nelle ultime trenta, quaranta pagine e assume dei connotati decisamente diversi dal resto della storia. L'autore ci porta su un piano più palpabile e crudele ordito dalle personalità più insospettabili. In sostanza, di paranormale c'era ben poco ma è tutto frutto di un buon lavoro di suggestione. Lo stile dell'autore, molto diretto e asettico ma descrittivo al massimo, mi è piaciuto tanto e mi ha tenuta impegnata e coinvolta per tutta la lettura. Nel complesso, non mi è dispiaciuto. Promosso!


lunedì 19 agosto 2019

Recensione "Il silenzio dei larici" di Lenz Koppelstätter

Buongiorno, lettori.
Le attività del blog riprendono a pieno ritmo con la recensione di un giallo tutto italiano edito da Corbaccio. Si tratta de "Il silenzio dei larici", di Lenz Koppelstätter.
Buona lettura!



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Il remoto paesino di Santa Gertrude viene sconvolto, in una bella giornata primaverile, da una scoperta raccapricciante. Proprio vicino ai famosissimi larici millenari, monumento naturale che ha assistito allo sviluppo della civiltà e che attrae da sempre frotte di turisti, viene trovato il cadavere di una ragazza. Del delitto si autodenuncia l'architetto Haller, giunto in valle non da molto, anche se tutti credono che il vero colpevole sia il figlio Michl, un ragazzo particolarmente strano. Starà al commissario Grauner e al suo vice Saltapepe condurre le indagini in Val D'Ultimo, luogo silenzioso quanto i suoi abitanti - come può constatare il napoletano Saltapepe, ancora poco avvezzo alla flora e alla fauna locali - che sono taciturni fino a sembrare reticenti. Soprattutto quando, nei pressi del luogo del delitto, vengono trovate delle pagine appartenenti al diario di un celebre ospite della valle, in cui si rievoca un delitto avvenuto molto tempo prima, quasi cent'anni, e di cui tuttavia, gli abitanti del paese sanno più di quanto non si sia mai detto...

La prima cosa che mi ha colpita, del libro di Koppelstätter, è stata l'ambientazione.
Ci troviamo in un paesino ai confini con l'Austria e dalla mentalità molto chiusa e arcaica. Gli abitanti di Santa Gertrude, infatti, vivono in una realtà tutta loro in cui il male 'spirituale' fa più paura di quello terreno. La figura, quindi, che più influenza la vita di questa piccola comunità è quella del parroco: si tratta di un uomo inquietante che porta avanti delle convinzioni e delle tradizione che ai miei occhi, e forse anche ai vostri, sono apparse piuttosto retrograde e ai limiti dell'assurdo.
Il compito di portare un po' di normalità nella storia è affidato al commissario Grauner, un personaggio che non amerete da subito ma che imparerete ad apprezzare strada facendo. A fargli da spalla, un protagonista che, invece, vi farà innamorare alla prima battuta per la sua simpatia e per i suoi modi di fare sempre volti a stemperare le situazioni, per quanto critiche possano essere. Saltapepe sarà la spina nel fianco del commissario ma anche il suo miglior alleato!

Portare avanti un'indagine nell'omertà generale e in un clima in cui tutti sono convinti che si tratti dell'opera del demonio, non è per nulla semplice. La vita della giovanissima vittima e dei potenziali assassini, viene messa al setaccio portando a galla segreti e situazioni borderline difficili da gestire. Devo ammettere di aver brancolato nel buio per la maggior parte del tempo, incapace di fare supposizioni o spostare i miei sospetti su un particolare personaggio. L'autore è molto bravo a confondere le acque lasciando il lettore nell'incertezza più totale. 

Se in quei paesini montani si voleva arrivare al sodo non bastava semplicemente recarsi dal sindaco o dal maestro di scuola o da altri. 
Si doveva andare là dove la vita di paese aveva il proprio fulcro: al bar, all'osteria, nella locanda, vicino ai tavoli da gioco traballanti (...)
Ci si sedeva in un angolo e si aspettava e, in silenzio, si ascoltava il silenzio degli altri, pazientemente fino a quando qualcuno quel silenzio non lo rompeva.

Il clima opprimente di un piccolo centro chiuso e poco aperto agli estranei si fa sentire lungo tutto il corso della storia. L'unico senso di apertura viene dato dalla natura che circonda il paese e che partecipa in maniera, anche piuttosto attiva, all'azione nascondendo nei suoi boschi le tracce di ciò che è accaduto, miti e leggende. Non ho mai letto nulla di questo autore ma sono rimasta piacevolmente sorpresa da questo giallo, soprattutto perché non è scontato. La prosa è diretta, senza fronzoli, quasi asettica ma perfetta per il tipo di storia che l'autore ha voluto raccontarci. L'epilogo coglie alla sprovvista e chiude bene l'indagine del commissario Grauner. 
Spero di poter leggere, in futuro, un nuovo caso per questa stramba coppia di investigatori.


sabato 25 maggio 2019

Recensione "Vite rubate" di Monica Lombardi

Buongiorno, lettori.
In questa ultima recensione della settimana voglio parlarvi del nuovo romanzo di Monica Lombardi, "Vite rubate".
Buona lettura!


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Paula Wellman è una donna sola e un’agente FBI. Sa bene che si tratta delle due facce della stessa medaglia, come sa che il fatto di non avere famiglia le fa guadagnare un viaggio in Alaska alla caccia di un tenue collegamento tra l’esplosione di un’auto in cui è morta un’adolescente e un cold case. Sa anche che molti dei suoi colleghi maschi non mandano giù il fatto di dover lavorare con una donna, forse anche Dan Fusco, l’agente che viene esiliato al freddo insieme a lei.

Dopo che la moglie Adele è morta in circostanze mai del tutto chiarite, la vita di Zachary Walsh e della figlia Alice è stata sconvolta e Zach sta cercando di riscriverla. Per farlo ha messo quanti più chilometri possibile tra loro, un trauma doloroso e un passato per certi versi scomodo, e ha scelto di trasferirsi a Willow, dove abita la sorella della moglie e dove si muove Sam Pitka, il protagonista della sua fortunata serie di gialli. 

Zach non è felice di vedere l’FBI presentarsi alla sua porta e di essere di nuovo sotto la lente investigativa.
Paula si trova spiazzata di fronte a un uomo che sembra non fare nulla per allontanare da sé i sospetti.
Attorno a loro un gruppo di adolescenti ribelli, annoiati, che raccolgono e rilanciano sfide e delusioni, e l’inverno dell’Alaska alle porte, pronto a coprire tutto con il gelo della sua neve.

Chi mi segue da qualche anno sa quanto io ami Monica Lombardi e, quindi, capirà la gioia di aver avuto la possibilità di leggere il suo ultimo lavoro. Il libro porta in scena un nuovo filone nella saga dedicata al poliziotto di Atlanta, Mike Summers, e ci regala una protagonista eccezionale che avevamo già avuto modo di conoscere nella serie suddetta. Devo ammettere di essere rimasta piacevolmente stupita da Paula Wellman, una professionista eccezionale che mi ha tenuta, letteralmente, sveglia per finire il libro.

'Vite rubate' è una storia che coinvolge tantissimo grazie ad un caso misterioso, un'ambientazione cupa e fredda e una coppia di investigatori fantastica. Quello che mi ha colpito maggiormente, dei protagonisti, è il loro essere 'umani'. Non si tratta di personaggi stereotipati e poco realistici, non si tratta di super agenti ma solo di un uomo e una donna che cercano di lavorare al meglio delle loro possibilità, senza essere esenti da sbagli e difetti. Sono certa che li troverete pazzeschi!

La penna di Monica Lombardi, poi, è sempre una coccola per noi lettori. In questa nuova avventura ha dimostrato una bravura eccezionale nel ricreare una trama verosimile, ricca di suspense e lineare, senza troppi elementi fuorvianti e con la totale assenza di momenti morti: è un colpo di scena continuo. E' tutto molto intuitivo ed è facile appassionarsi alle indagini e provare a scoprire il colpevole. 

Questo libro non ha nulla da invidiare ai crime internazionali e ne consiglio la lettura a tutti gli appassionati del genere. Non è necessario aver letto i volumi precedenti, ma se siete alla ricerca di belle letture, vi consiglio tutti i romanzi di Monica Lombardi: creano dipendenza!!!



Serie Mike Summers:






mercoledì 27 marzo 2019

[Blogtour + Gadget] "Il caso dei sessantasei secondi" di Tommaso Percivale



Buongiorno, lettori.
Oggi vi parlo di un libro carinissimo e particolare edito da Mondadori, 'Il caso dei sessantasei secondi', scritto da Tommaso Percivale.
Al termine della recensione, vi aspetta un piccolo gadget per accompagnare la lettura del romanzo.
Buona lettura!


Data di uscita: 19 Marzo
Formato: cartaceo - ebook
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«Lucy Blackstone, Mei Li Bradford, Candice King, Kaja Bandhura» recitò la regina. «Per i vostri meriti sul campo, io vi nomino membri dell'ordine della Ghirlanda. Come le volpi cacciano di notte, in segreto, così anche voi andrete a caccia dei crimini più sfuggenti, dei casi impossibili, dei misteri più inspiegabili, in nome del Regno d'Inghilterra.» Il trafiletto sul "Morning Post" attira l'attenzione di Lucy, Kaja, Candice e Mei Li, quattro inseparabili amiche accomunate dalla grande passione per la ricerca della verità. Nell'annuncio, una donna che viaggia tutte le sere sulla tratta Marylebone-Aylesbury si lamenta del fatto che il treno fa una fermata non prevista in una stazione fantasma, e che questa fermata dura sempre sessantasei secondi esatti. Il caso incuriosisce le ragazze, che si mettono sulle tracce del treno di mezzanotte e finiscono dritte nei sotterranei di Londra, convocate dalla regina Vittoria in persona. Ad attenderle ci sarà un complotto in cui sono coinvolti il capo dello spionaggio inglese, il medico personale della regina, una banda di sicari internazionali e un marinaio irlandese, che le aiuterà in un'indagine degna del più celebre degli investigatori.


Questa piccola meraviglia firmata da Tommaso Percivale, è un romanzo pensato e studiato per un pubblico di giovanissimi ma anche per me, una quasi trentenne con la passione per i gialli, si è rivelata una lettura carinissima e godibile dalla prima all'ultima pagina. Il vero motore della storia, oltre al mistero dei famosi 'sessantasei secondi', sono le protagoniste: giovani, brillanti e dotate di un intuito formidabile. L'autore ci presenta un quartetto abbastanza compatto e variopinto, ognuna di loro ha un carattere diverso con una sua particolarità ma, come i pezzi di un puzzle, funzionano solo insieme.

L'ambientazione è l'Inghilterra vittoriana con la sua eleganza, opulenza e i costumi tipici dell'epoca. Mi è piaciuto il 'cameo' della regina in persona e come l'autore è riuscito ad umanizzare e a rendere molto simpatica una figura storica come quella di Vittoria che è la regina inglese per antonomasia. Percivale ha pensato ad ogni dettaglio della sua storia, regalandoci un libro ricco di descrizioni, pensieri, riflessioni e personaggi.

Mi piacerebbe raccontarvi, nel dettaglio, il caso sul quale indagano le nostre giovani amiche ma vi toglierei il piacere della lettura e sarebbe un vero peccato. Posso assicurarvi che l'autore ha dato il massimo anche sul caso misterioso e le indagini intraprese per scoprire la verità, fino all'ultimo non sono riuscita a capire il segreto nascosto nella stazione fantasma apprezzando, così, il bellissimo epilogo.

La penna dell'autore è precisa ed elegante, la prosa è scorrevolissima -ho divorato il libro nel giro di un giorno- e, anche se in maniera più semplicistica e moderna, mi ha ricordato molto i capolavori di Arthur Conan Doyle e di Agatha Christie. Se amate i romanzi gialli e leggeri, 'Il caso dei sessantasei secondi' è il libro che fa al caso vostro, perfetto per avvicinare anche i più giovani alla lettura.


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martedì 26 marzo 2019

Recensione "La versione della cameriera" di Daniel Woodrell

Buongiorno, lettori.
Oggi vi parlo di un romanzo particolare e di nicchia firmato dall'autore americano Daniel Woodrell, "La versione della cameriera", edito dalla NN Editore.
Buona lettura!


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Il dodicenne Alek trascorre l'estate a West Table, Missouri, con sua nonna Alma. Vecchia, eccentrica e orgogliosa, la donna ha lavorato per cinquant'anni come cameriera per le famiglie ricche della città, allevando tre figli e sopportando un marito sempre assente. Alma conosce molte storie, ma quella che più la ossessiona è l'esplosione della sala da ballo che nel 1929 causò la morte di quarantadue persone, tra cui l'amatissima sorella Ruby. Nessuno ha mai scoperto com'è andata, né è mai stato trovato il responsabile: Alma è certa di sapere la verità, e la racconta ad Alek, per rendere giustizia alle vittime e donare pace a se stessa. Nel primo episodio della Serie di West Table, Daniel Woodrell illumina con nitide, veloci pennellate di colore una varietà di personaggi. Alma, Alek, Ruby, i Glencross e gli sfortunati ballerini sono voci di un romanzo corale, serrato come un noir, che parla di condivisione e di comunità, di un passato che si avvolge al presente, ora come una condanna, ora come un riscatto, in cui tutti si ritrovano colpevoli e innocenti.

Questo romanzo racconta la storia di un incidente misterioso che ha sconvolto la vita di una tranquilla cittadina dell'America degli anni '30 in cui rimasero uccise parecchie persone, alcune delle quali, direttamente collegate ad Alma, la protagonista della storia a cui viene affidato il giovane nipote per l'estate. Il personaggio di Alma è davvero particolare e colorito: è la classica nonna, una fonte inesauribile di racconti e aneddoti e con un passato davvero duro alle spalle. Alek è un ragazzino come tanti che, inizialmente, fa un po' fatica ad entrare in sintonia con la nonna, così stramba ed eclettica.

La donna ha una teoria tutta sua sulla dinamica dell'incidente e queste idee hanno avuto delle ripercussioni molto importanti sulla sua vita. 'La versione della cameriera' è una storia nella storia, ci sono tantissimi personaggi e ognuno ha un episodio da raccontare, un pensiero o un'esperienza. Devo ammettere che non è facile districarsi in una trama del genere, l'autore non aiuta raccontando in maniera molto diretta, sincera e poco elegante la sua storia e i suoi protagonisti. 

Il segreto del successo di un libro particolare come questo è proprio nell'interconnessione tra fatti, persone e tanti segreti e pettegolezzi che si susseguono pagina dopo pagina. E' un giallo di altri tempi che conferma la bravura di Woodrell, come autore, grazie ad una trama eccezionale. 
Come vi accennavo sopra, la prosa di Daniel Woodrell è molto asettica  e poco coinvolgente ma molto accurata e descrittiva. Ho apprezzato molto 'La versione della cameriera' e sono certa che piacerà moltissimo anche ai lettori più esigenti. Promosso!!





lunedì 11 marzo 2019

Recensione "Trappola per volpi" di Fabrizio Silei

Buongiorno, lettori.
Iniziamo la settimana con un giallo carinissimo edito da Giunti e firmato dalla penna di Fabrizio Silei.
Buona lettura!


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Occhi chiari, baffetti neri, borsalino e soprabito, come un poliziotto del cinema. "Ma questo, santo cielo, sembra un ragazzino appena uscito dall'università!" pensa il tranviere Ettore Becchi scrutando il vicecommissario Vitaliano Draghi, appena giunto sull'argine dell'Arno a verificare la situazione. È l'alba del 3 luglio 1936 e, in una Firenze ancora avvolta nella nebbia, vicino a un vespasiano, l'uomo ha scoperto qualcosa di inquietante: una donna distesa nell'erba, l'elegante vestito macchiato di sangue. Vitaliano sente un'ondata di ansia nel petto: i suoi superiori sono assenti, è il suo primo vero caso, e ancora non sa quanto importante e delicato. La vittima, infatti, è la giovane moglie del senator Bistacchi, vicinissimo al Duce. Vitaliano, che un giorno sì e un giorno no si pente di aver mollato la letteratura per la criminologia, capisce di aver bisogno di rinforzi. Ma non basta un aiuto qualsiasi, serve una mente davvero prodigiosa: quella di Pietro Bensi, il contadino della fattoria nel Chianti in cui è cresciuto. È stato proprio lui, che ha letto tutti i libri della biblioteca del conte e si diletta a costruire complicati marchingegni, a far nascere in Vitaliano la passione per gli enigmi e per le trappole. Perché se vuoi catturare una volpe, devi pensare come una volpe, gli ripete sempre Pietro. Ma ci vuole coraggio per portare un contadino, neanche tanto segretamente antifascista, per le strade e i palazzi di una Firenze dove anche i muri hanno orecchie...

Essendo un'appassionata del genere giallo/poliziesco, mi capita spesso di leggere libri simili e con pochi elementi innovativi che, di solito, abbandono molto velocemente per non restare intrappolata in storie noiose. Per quanto riguarda 'Trappola per volpi', invece, sono rimasta piacevolmente stupita dall'idea di base, che mescola le indagini con un periodo storico molto complesso, e dai due protagonisti che rappresentano una coppia anomala ma geniale: un contadino e un poliziotto appena uscito dal corso di formazione. Siamo in piena epoca fascista e gli effetti del regime, e la figura del Duce, aleggiano tra le pagine e influenzano molto le indagini e i comportamenti dei personaggi.

Tornando ai nostri protagonisti, voglio rivelarvi il mio amore folle per Pietro Bensi, un contadino con la passione per la lettura e per gli enigmi. La sua mente è geniale e il suo carattere brusco e sincero non si adatta molto ad un contesto storico in cui le apparenze devono essere salvate sempre e comunque. Il giovane vicecommissario, invece, mi ha fatto molta tenerezza: il primo caso che si trova davanti, infatti, è molto spinoso in quanto coinvolge la moglie di un noto esponente del partito fascista e tutti gli occhi sono puntati su di lui.

Il vicecommissario mi ha colpito per la sua umanità: siamo abituati a dei super personaggi, tutti di un pezzo e che non mostrano mai una debolezza mentre Vitaliano si dimostra un uomo semplice con le sue insicurezze e la paura costante di sbagliare. Lui e Pietro si compensano dando vita a dei curiosi e simpatici siparietti. La penna di Fabrizio Silei è molto diretta e spigolosa, la sua scrittura non tralascia i dettagli, nemmeno i più sanguinosi, regalandoci una storia misteriosa, interessante e tutta da scoprire. E' un giallo ben elaborato  e curato in ogni minimo dettaglio perciò, se apprezzate il genere, vi consiglio di recuperare una copia del libro e regalarvi un viaggio nella bella Firenze degli anni '30.



venerdì 8 febbraio 2019

Recensione "La bambina che amava troppo i fiammiferi" di Gaétan Soucy

Buongiorno, lettori.
Come avete trascorso la settimana? Io ho lavorato (molto) e letto (poco). Tra le mie letture, un romanzo particolare che mi ha colpito moltissimo e che non vedo l'ora di raccontarvi.
Si tratta del libro, "La bambina che amava troppo i fiammiferi" di Gaétan Soucy, edito da Marcos y Marcos.
Buona lettura!


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Un castello in rovina in mezzo al bosco. Due fratelli vittime di un padre folle, cresciuti isolati, in un mondo fittizio. Un mondo di ossessioni, violenze, angherie. Un mattino, al risveglio, i fratelli si accorgono che il padre si è impiccato in camera sua. Ora, per la prima volta, sono liberi: attraversano il bosco, raggiungono il villaggio, affrontano la realtà. Dove si scopre che chi si credeva un uomo è invece una donna; chi si credeva povero è invece ricco sfondato; due fratelli sono in realtà due sorelle e un fratello. Fino alla rivelazione di un segreto morboso, cruento, ripugnante. E l'origine di tutto, la tragedia che ha condotto il padre alla follia. Tutta colpa di una bambina che non la smetteva di giocare con i fiammiferi. 

Quando ho iniziato a leggere 'La bambina che amava troppo i fiammiferi', non sapevo cosa aspettarmi dal libro dato che, come mio solito, ho bypassato tranquillamente la lettura della trama tuffandomi direttamente tra le pagine. La prima cosa che mi ha colpita, è la confusione iniziale di una storia che sembra non avere né capo né coda: il narratore, protagonista, ci introduce con un linguaggio molto semplice e decisamente poco curato nell'atmosfera cupa di un casale di campagna; qui due fratelli abituati ad ubbidire in silenzio agli ordini del burbero padre, devono fare i conti con la realtà per la prima volta. Vedere questi due ragazzini smarriti ed impauriti, colpisce e sconvolge al pari della loro condizione di vita pessima. Proseguendo con la lettura, l'autore ci mostra le luci e le ombre di una famiglia singolare che nasconde dei segreti oscuri che mi hanno lasciato, più volte, interdetta e pensierosa.

Ho divorato il libro nel giro di una bellissima mattinata di sole, spinta da una curiosità crescente che è stata soddisfatta solo da un epilogo pazzesco e unico, come tutto il romanzo del resto. Tutto ciò che credevo di aver capito dei protagonisti, della loro strana famiglia, del cattivissimo padre e dei loro segreti si è rivelato una cosa di poco conto rispetto alla verità che Soucy ha pensato per noi lettori. 'Tutto e il contrario di tutto' descrive molto bene l'essenza di un libro super originale che ho apprezzato tantissimo. Nonostante lo stile grezzo e brutale utilizzato dall'autore, il romanzo appassiona e coinvolge pienamente la mente di chi legge. Un contrasto di emozioni, i continui colpi di scena e un segreto inimmaginabile rendono l'opera di Gaétan Soucy, un giallo eccezionale e fuori dal comune. Se avete voglia di un libro diverso e che vi sorprenda ad ogni pagina, questa è la storia che fa per voi!



lunedì 19 novembre 2018

Recensione "Il vizio del male" di Bruce Desilva

Buongiorno, lettori.
Iniziamo la settimana con un thriller firmato da Bruce Desilva, "Il vizio del male". Una storia molto realistica che accosta problematiche attuali ad elementi crime e polizieschi.
Buona lettura!


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Liam Mulligan è uno dei più esperti reporter del Dispatch, un duro dal cuore tenero con un debole per il whisky, il blues, e le donne dalla pelle scura e vellutata. Conosce tutti a Providence, Rhode Island, e sa sempre a quale porta bussare per ottenere una dritta per le sue inchieste. Ma la stampa tradizionale è ormai in crisi, le notizie corrono su internet alla velocità della luce e il Dispatch è sull'orlo del fallimento: con redazioni e tirature ridotte all'osso, anche giornalisti di lungo corso come Mulligan sono costretti a occuparsi un po' di tutto, persino di eventi mondani e necrologi. Purtroppo però son ben altri i titoli che finiscono in prima pagina scuotendo l'opinione pubblica: in un porcile è stato ritrovato il braccio mutilato di una bambina, e in fondo alla celebre scarpata di Cliff Walk, a Newport, viene rinvenuto il corpo di Salvatore Maniella, famoso pornografo. Apparentemente due morti accidentali, ma mentre Mulligan scava nel florido business del sesso a pagamento, nell'unico stato americano in cui la prostituzione è ancora legale, cominciano a emergere strane coincidenze e retroscena sempre più inquietanti. Con l'aiuto di un giovane "raccomandato" apprendista e di una bellissima avvocatessa, Mulligan scoprirà cosa si cela dietro la facciata di perbenismo e pubblica virtù di Providence.

Il protagonista di questo romanzo è un giornalista di cronaca di un giornale locale sull'orlo del fallimento. Quando la piccola cittadina di Providence viene sconvolta da una serie di omicidi di personalità importanti, Liam Mulligan trova finalmente pane per i suoi denti ma destreggiarsi tra le fila della criminalità organizzata e nell'ambiente della prostituzione senza pestare i piedi a qualcuno si rivela, da subito, molto difficile e pericoloso. 
Il sesto senso del cronista è davvero eccezionale e riesce subito ad intuire che c'è qualcosa di più profondo ed importante dietro queste morti. Mulligan è un personaggio tutto d'un pezzo, un uomo che non si arrende davanti alle difficoltà e dalle mille risorse. Anche quando le cose sembrano finire in un vicolo cieco, lui riesce a trovare una soluzione e ad andare avanti.

L'autore costruisce molto bene anche i personaggi secondari che riescono ad aiutare/ostacolare il protagonista in maniera perfetta dando vita ad un giallo davvero avvincente in cui nulla sembra scontato. Nonostante la mole considerevole di pagine, la lettura procede con un buon ritmo e, un colpo di scena dopo l'altro, arriviamo fino ad un epilogo inaspettato e- quasi- nobilitante. Non mi aspettavo assolutamente la piega presa dal libro, nel finale, ma mi ha dato parecchi spunti di riflessione. Lo stile di Bruce Desilva è molto diretto e senza fronzoli, non ci sono abbellimenti di nessun tipo e vi assicuro che riuscirete ad immedesimarvi perfettamente in ogni situazione. Avrei apprezzato una maggiore introspezione psicologica del protagonista ma, evidentemente, l'autore non era dello stesso avviso. Se amate i gialli e i polizieschi, sono certa che lo apprezzerete.
Consigliato!


venerdì 26 ottobre 2018

Recensione "L'ordine imperfetto" di Maria Letizia Grossi

Buongiorno, lettori.
Oggi voglio parlarvi di un giallo tutto italiano ambientato nella bellissima Firenze.
Si tratta de "L'ordine imperfetto", di Maria Letizia Grossi, edito da Giunti.
Buona lettura!


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Firenze, viale dei Colli. Il ricco e potente imprenditore Alfonso Nassi è stato ucciso per un trauma da corpo contundente. Sulla scena del crimine tutto è in perfetto ordine, non ci sono segni di effrazione né di colluttazione: solo il cadavere, rannicchiato in una posa contorta, sembra in contrasto con l’impeccabile arredamento. A indagare sull’omicidio viene chiamata Valeria Bardi, meglio nota come la “commissaria”. La dedizione totale al lavoro e il suo grande fiuto le hanno valso la fama di profiler e l’hanno portata, unica donna in Italia, a capo della Squadra Mobile di Firenze. Questo comunque non le ha evitato un divorzio, un difficile rapporto con la figlia e una serie infinita di grane burocratiche. Tra cui le pressioni del Questore per risolvere al più presto il caso Nassi. 
I sospetti cadono dapprima sulla cerchia familiare: la moglie Tea, da cui la vittima si era appena separata, e i suoi amici Stefano e Giorgio – alquanto intimi – fin dai tempi dell’università; e successivamente sull’ambito lavorativo, le speculazioni edilizie e le attività più o meno legali della Edil Nassi. 
Tra interrogatori e alibi da confermare, un inaspettato ritrovamento: il romanzo sentimentale di Stefano, da sempre innamorato di Tea, fonte preziosa di gossip sulle ambigue relazioni tra i sospettati. Ma servirà molto di più alla tenace commissaria per rimettere ordine in questo angolo di mondo sporcato da delitti e vizi inconfessabili.

Sono rimasta subito affascinata dalla copertina e dalla trama di questo giallo tutto italiano. Ci troviamo nella bellissima Firenze, tra colline bucoliche e stradine storiche. La 'commissaria' Valeria Bardi è un personaggio che mi ha conquistata sin dall'inizio: è una professionista molto capace, dotata di un intuito fuori dal comune. Quando si trova sulla scena di un crimine, i suoi sensi si risvegliano e si amplificano, entrando in modalità profiler. Ogni dettaglio, seppur insignificante, può essere vitale ai fini dell'indagine. Interessante anche il triangolo amoroso tra i vari sospettati: Tea, Stefano e Giorgio sono amici da sempre ma ciò che li lega va oltre questo. Entrambi gli uomini sono evidentemente innamorati di Tea e, sembrano, disposti a tutto pur di aiutarla.

Tra tutti, la protagonista che ho fatto fatica a capire è proprio Tea. Il suo animo è torbido e poco chiaro, è difficile capire cosa pensa veramente e quanto ciò che mostra sia reale e non una maschera. Per la commissaria è difficile introdursi in questo strano rapporto e ciò rende difficoltosa la ricerca della verità. Altri misteri si aggiungono al quadro mentre si passa al setaccio la vita della vittima che appare losca, sul lavoro, e crudele nella vita privata. Le indagini vengono descritte nel dettaglio, da questo punto di vista, il libro è un poliziesco perfetto in cui nulla è come sembra e tutto è possibile.

L'autrice riesce a mantenere sempre viva l'attenzione del lettore attraverso uno stile molto schietto e accurato. Come accennavo sopra, il vero fulcro della storia sono i rapporti interpersonali dei tre amici e sarà molto difficile, per noi lettori e per Valeria, arrivare fino in fondo. Una nota che non ho apprezzato particolarmente, riguarda proprio il personaggio principale a cui non viene dedicata la stessa cura e la stessa attenzione degli altri personaggi. Insomma, la commissaria non è per nulla in grado di dominare la scena e la sua figura appare vaga e fumosa, spero che sia un effetto voluto e che la sua persona sarà più definita in eventuali capitoli futuri.
Nel complesso, non mi è dispiaciuto ma c'è un notevole margine di miglioramento.



martedì 28 agosto 2018

[In libreria] "5 thriller che aspetto con ansia"

Buongiorno cuori librosi,
oggi voglio parlarvi di cinque prossime uscite che non vedo l'ora di scoprire. Cosa hanno in comune tra loro? Si tratta di libri thriller.
Buona lettura!




1. Miserere. Attentato in Vaticano


Data di uscita: 30 Agosto
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1983. Siamo sull'orlo di un olocausto nucleare, la Guerra Fredda spacca il mondo in due blocchi e lo spettro di un conflitto è incombente. Nessuno si sente al sicuro e l'incubo del "first strike" - l'attacco preventivo a sorpresa - raggela i rapporti diplomatici, tesissimi. In Polonia gli operai dei cantieri navali di Danzica oppongono un violento dissenso al governo filosovietico del generale Jaruzelsky, sostenuti dai finanziamenti di papa Giovanni Paolo II. Lo stesso papa che solo un anno prima aveva rischiato la vita in un attentato a opera del KGB. E la figura del papa, anche a distanza di anni, non ha smesso di essere scomoda. Tanto che la Sezione "Affari bagnati" del KGB decide di affidare a un pericolosissimo sicario il compito di togliere di mezzo il pontefice. Il nome in codice dell'assassino è "Miserere", uno spettro di morte che non si fermerà davanti a nulla per portare a termine la sua missione.


2. Il segreto di mia sorella


Data di uscita: 4 Settembre
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Una giovane donna si prepara a passare il solito weekend con la sorella. Ma le basta aprire la porta di casa per sapere che niente sarà come prima. Che il passato è tornato a pretendere il suo tributo di sangue. Nora vive lontana dalla sorella ma va spesso a farle visita in un paesino della campagna inglese. È lì che Rachel fa l'infermiera, una professione che ha scelto perché le permette di salvare la vita alle persone, ma anche perché è un osservatorio sulla violenza. E per lei questo è fondamentale per scendere a patti col passato. Una notte di tanti anni prima, infatti, le due sorelle adolescenti, dopo una festa molto alcolica, avevano preso due decisioni opposte. Mentre Nora era rimasta a dormire dagli amici, Rachel si era incamminata sulla strada di casa. E durante il tragitto si era imbattuta in un pazzo che l'aveva picchiata selvaggiamente fino a tramortirla. Da quel momento, Rachel e Nora, sconvolta dal senso di colpa, si erano unite in una caccia all'uomo ossessiva, che le aveva portate sulle tracce di altri delitti e altre violenze ma non su quelle del «loro» mostro. Non ancora. Quando Nora arriva a casa di Rachel, è sicura di trovarla in cucina intenta a preparare la cena. E invece, questa volta, la aspetta una tremenda scoperta. Appena entrata, trova il cane impiccato alla scala e, seguendo le tracce di sangue, la sorella pugnalata a morte. E anche se Rachel le ha detto di aver rinunciato a cercare il suo aggressore, Nora sa che potrebbe essere proprio lui l'assassino. Ma chi è, veramente, l'uomo capace di tanta violenza?



3. La coda del diavolo


Data di uscita: 6 Settembre
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È una rara notte di temporali, in Sardegna, quando arriva il mostro. La ragazza era riuscita a fuggire, ma lui, il suo rapitore e aguzzino, l'ha inseguita e l'ha uccisa, incurante del fatto che a pochi metri di distanza ci fosse una pattuglia della polizia. Per questo, subito arrestato, il mostro viene portato immediatamente in carcere. Lì, ad attenderlo, c'è un mondo chiuso fra mura spesse e sbarre di ferro alle finestre. Lì, soprattutto, c'è Sante. E l'arrivo di quell'assassino è forse l'occasione di redimersi che Sante attende da tutta la vita. Sante ha un segreto, una colpa da espiare, un passato da cui scappare. Eppure, Sante è in prigione per sua stessa volontà. Perché lui non è un carcerato, ma una guardia. La sua è una condanna autoinflitta. Ma quella notte tutto cambia. Può un peccato cancellarne un altro? Perché quel mostro è ricco e protetto. Ha agganci altolocati. Se la caverà, dice a Sante l'avvocato della madre della vittima. L'assassino ne uscirà, a meno che Sante non intervenga. E lo uccida. L'avvocato promette a Sante un alibi, una copertura, una via d'uscita e soprattutto tanti soldi. Uccidere è la cosa giusta? Si chiede Sante. Ma il giorno dopo, nulla di tutto ciò ha più importanza. Perché il mostro è stato ucciso e tutti i sospetti cadono proprio su di lui, su Sante. Che, da quel momento, non ha altra scelta che la fuga... E la ricerca della verità. Un conflitto morale che ci porta a chiederci: noi cosa faremmo? E una verità che emerge poco a poco in un quadro sempre più sconvolgente.


4. So chi sei


Data di uscita: 13 Settembre
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Stella Widstrand è una stimata psicoterapeuta. Ha una bella casa, una famiglia amorevole, una vita felicemente normale. Un giorno, però, una nuova paziente entra nel suo studio e, in un attimo, Stella torna a vent'anni prima, sulla spiaggia dov'era scomparsa Alice, la sua figlioletta di poco più di un anno. All'epoca, la polizia aveva concluso che la bambina era riuscita a raggiungere il mare ed era annegata, sebbene il corpo non fosse mai stato ritrovato. Nel fondo del suo cuore, però, Stella non ha mai creduto alla versione ufficiale e, adesso, ne è convinta: quella ragazza dai lunghi capelli neri è Alice. Una madre lo sa. Sa chi è sua figlia. E, per dimostrare di avere ragione, Stella è pronta a fare qualsiasi cosa. Anche a mettere a rischio la propria carriera. Anche ad affrontare oscuri segreti del passato e a camminare in bilico sul baratro della follia. Perché il confine che divide speranza e ossessione è sottile come un filo invisibile…

Isabelle Karlsson ha dovuto lottare a lungo per avere il permesso di frequentare l'università a Stoccolma. Se fosse dipeso solo da sua madre, sarebbe rimasta per sempre nel paesino in cui è nata e cresciuta. Isabelle era quindi lontana da casa quando il suo adorato padre è morto all'improvviso, e al dolore si è sommato lo sconcerto nel momento in cui la madre le ha rivelato che non era lui l'uomo che l'ha concepita. Confusa e arrabbiata, Isabelle decide di rivolgersi a una psicoterapeuta per essere aiutata a fare chiarezza nella sua vita. Tuttavia Isabelle non può sapere che entrare nello studio della dottoressa Stella Widstrand scatenerà una serie di eventi che la travolgerà…

Kerstin ha dedicato la sua esistenza alla figlia Isabelle, ha sacrificato tutto per crescerla al meglio e per farsi amare. E adesso non può permettere che un’altra donna si avvicini troppo a lei…


5. Non fidarti di lui


Data di uscita: 25 Ottobre
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Il piccolo Billy aveva solo otto anni quando, durante una passeggiata al parco con sua sorella Rose, scomparve nel nulla. Stava giocando con un aquilone, prima che di lui si perdessero le tracce. Dopo due giorni di ricerche, venne ritrovato morto. Sedici anni dopo, Rose prova ancora un terribile rimorso. Si considera colpevole per la morte del fratellino, perché non è stata in grado di proteggerlo. Non è mai davvero riuscita a superare il trauma, e si è chiusa in se stessa, incapace di fidarsi degli altri. Riesce ad aprirsi completamente solo con Ronnie, il suo vicino, che conosce da quando era piccola. Quando Ronnie si ammala, Rose si presenta alla sua porta per offrirsi di aiutarlo, ma ciò che trova nella sua soffitta è destinato a sconvolgerle, una seconda volta, la vita. Rose pensava di conoscere la verità su ciò che è accaduto a Billy. Pensava di conoscere Ronnie. Adesso l'unica cosa che sa è di essere in grave pericolo.



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