Buongiorno e ben ritrovati sul blog.

Oggi ho il piacere di ospitare il review party dedicato a “I bambini fortunati”, firmato dalla penna di Tiffany Reisz, edito da Hope Crime.

Buona lettura! 


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Pagine 365

I giornali li avevano definiti “I bambini fortunati”.
Erano sette, orfani o bimbi abbandonati dai genitori, scelti dal leggendario filantropo e celebre neurochirurgo Vincent Capello, per andare ad abitare in una casa affacciata su un’incantevole spiaggia della costa Oregon: la Casa del Drago.
Allison era la più giovane dei bambini fortunati e viveva una vita idilliaca con la sua nuova famiglia, almeno fino al giorno in cui ha rischiato di morire e, per questo, è stata portata via dalla Casa del Drago e dalla sua famiglia adottiva.

Tredici anni più tardi, Allison riceve una lettera da Roland, il figlio maggiore del dottor Capello, che la avverte che il padre è malato e sta per morire. Allison decide quindi di tornare a casa e di affrontare i fantasmi del suo passato. Vuole scoprire cosa è successo davvero quel fatidico giorno: si è trattato di un incidente o, come ha sempre sospettato, uno dei membri della sua amata famiglia ha cercato di ucciderla?

Scavare nel passato può però rivelare delle inquietanti verità…
Quando Allison riuscirà a ricomporre i pezzi della sua storia scoprirà un terribile segreto che metterà a repentaglio la sua vita, una volta ancora.


“La Casa del Drago, era così che si chiamava la casa dove abitavamo. (…) Il dottor Capello diceva che vivevamo ai confini del mondo e, sulle vecchie mappe, quello era il luogo dove risiedevano i draghi. La casa era enorme e verde, rivestita da scandole che sembravano squame. Quando la si guardava da una certa angolatura, assomigliava a un drago, in effetti.”

 “I bambini fortunati” è un mistery romance scritto dall’autrice americana Tiffany Reisz. Come suggerisce la denominazione del genere di appartenenza, non va letto come un normale thriller in quanto sono presenti anche altre tematiche: nello specifico, sfumature romance, spicy e psicologiche. 

Non dobbiamo lasciarci ingannare, quindi, dalle premesse della trama che sembrano richiamare una storia intrisa di mistero e oscurità perché non sono questi gli aspetti che più si faranno notare nella storia.

I protagonisti sono diversi ma emergono, tra tutti, le figure di Allison, Roland e del loro padre adottivo: il neurochirurgo Vincent Capello. Dall’idea visionaria del dott. Capello, infatti, dei ‘bambini fortunati’ hanno condiviso tempo, cure e attenzioni amorevoli alla Casa del Drago, sfuggendo così al complesso mondo delle adozioni e degli affidamenti.

“Mi viene da pormi delle domande.”

- Del tipo?

“Cos’altro vi state tenendo nascosto l’uno con l’altro? Cosa nascondete a me?”

Alla base di tutto c’è un mistero: qualcuno ha tentato di uccidere Allison e per questo la ragazza è stata allontanata dal gruppo. Dopo anni entra di nuovo in contatto con Roland, il ‘fratello maggiore’, ed è così che inizia un viaggio nei ricordi, fatto di flashback e rivelazioni scioccanti. Il pane quotidiano, alla Casa del Drago, sembrano essere i segreti e le bugie. Arrivati a metà libro, la narrazione prende il via svelando delle verità che ribaltano l’intera percezione sulla storia e i suoi personaggi. Come un gigantesco castello di carte, tutto si sgretola e mostra dei retroscena spaventosi che divideranno gli animi dei lettori.

Quali sono stati i punti meno coinvolgenti? Sostanzialmente due: una trama che sfocia un po’ troppo nel genere romance e spicy, che mal si adattano ad un pubblico che cerca un crime o un mistery; gli atteggiamenti superficiali della protagonista che sembra prendere molto alla leggera alcuni avvenimenti, quasi come se non la toccassero minimamente, nonostante la natura assurda e perversa dei suddetti. 

“Troppi segreti, in quella casa. Così tanti che cominciavano a sembrare… Bugie.”

Tra i punti di forza troviamo, invece, l’ambientazione che risulta particolare e molto evocativa; la prosa estremamente coinvolgente di Tiffany Reisz; l’aspetto psicologico della storia. Come vi accennavo all’inizio, infatti, ne “I bambini fortunati” ritroviamo una forte componente psicologica che è stata ben trattata e approfondita attraverso delle ottime argomentazioni, senza risultare troppo specifica e dettagliata. 

Sicuramente non è il libro giusto per gli appassionati di thriller, nel senso più letterale del termine, ma potrebbe essere la storia perfetta per chi volesse approcciarsi al genere per la prima volta.



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