Buongiorno e ben ritrovati sul blog,

oggi vi parlo dell’ultimo capitolo della serie dedicata all’investigatore Dante Baldini, firmata dalla penna di Riccardo Bruni. Il libro si intitola “ La malinconia del Ronin” ed è edito da Indomitus Publishing, che ringrazio per la copia.

Buona lettura!


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Pagine 236

C’è una villa affacciata sul mare che nasconde un segreto. E forse una maledizione. In una torrida notte di giugno, Vittoria Cerami – ultima erede del celebre pittore Vinicio Cerami – si getta dal torrione medievale di Villa Monaldi, la sontuosa dimora di famiglia. Una tragedia che viene archiviata in fretta come suicidio: una lettera d’addio, alcune poesie intrise di malinconia. Tutto torna. O forse no.

La nuova proprietaria, Ginevra, nipote di Vittoria, scopre che non è la prima volta: altre donne, in passato, hanno fatto la stessa fine. Lo stesso salto nel vuoto. Le stesse ombre silenziose tra le stanze d’arte e i corridoi della villa. È solo una coincidenza? Una suggestione ossessiva? O quel luogo esercita davvero una forza oscura su chi vi abita?

Smarrita e inquieta, Ginevra teme che la villa possa reclamare anche lei. E così si affida a Dante Baldini, l’investigatore privato dal passato ingombrante e dallo sguardo disilluso, che affronta ogni enigma con una malinconica ironia. Tra poesie inquietanti, segreti di famiglia, personaggi eccentrici come Zelda e il Geco, e le luci ambigue di Rocca Tirrenica, Baldini si muove in equilibrio tra indizi e intuizioni, verità e illusione. Un’indagine che lo porterà a sfidare le ombre della villa. E anche quelle che abitano dentro di lui.


L’investigatore privato Dante Baldini torna in libreria con un nuovo mistero da risolvere. Ne “La malinconia del Ronin”, l’atmosfera si tinge di giallo con uno strano suicidio avvenuto in una bellissima villa a picco sul mare.

Vittoria Cerami, una signora benestante che incarna perfettamente il suo status, ultimamente era apparsa malinconica e quasi depressa. È suo il corpo ritrovato ai piedi del torrione della villa e, data l’assenza di segni di violenza o della presenza di qualcun altro sulla scena del crimine, il caso è stato bollato come un suicidio; la lettera d’addio lasciata nello studio diventa la prova definitiva per chiudere il cerchio.

La nipote della donna, però, nutre dei dubbi in merito in quanto Vittoria non è stata la prima “vittima” del castello. È a questo punto che entra in scena l’investigatore Baldini che si ritrova catapultato in un contesto davvero interessante, soprattutto visti i soggetti/ potenziali sospetti che sono coinvolti nella vicenda.

Il mio lavoro è fatto di attese. È sempre stato così. Anche quando facevo lo sbirro. E in certe lunghe notti ho imparato la virtù della pazienza. Come un samurai. Basta aspettare. Ed essere pronti quando arriva il momento.

Ho apprezzato molto il modo di condurre l’indagine utilizzando alla perfezione il metodo deduttivo. Avrei amato una presenza maggiore dell’elemento paranormale al quale si accenna nella trama e che, invece, risulta molto marginale poi all’interno della narrazione.

La penna di Riccardo Bruni è stata una bella scoperta: è riuscito a farmi appassionare ai personaggi e alle loro vicissitudini nonostante il numero esiguo di pagine. Altro elemento positivo, che apprezzo sempre quando si tratta di libri che fanno parte di una serie, è che si può leggere anche non avendo nozioni dei precedenti. 

L’autore inserisce i richiami necessari per godere a pieno della storia senza avere buchi di trama. È molto probabile che partirò alla scoperta di questo personaggio recuperando anche i volumi precedenti. Se amate i libri che mixano mistero e personaggi eclettici, questo potrebbe essere il romanzo giusto per voi!



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