mercoledì 14 giugno 2023

Recensione "La bottega delle illusioni" di Igor Cipollina

 Buongiorno lettori,

oggi vi parlo di una nuova realtà editoriale che si occupa di gialli e thriller. Ho avuto il piacere di leggere "La bottega delle illusioni", firmato dalla penna di Igor Cipollina, che fa parte della scuderia "Sette chiavi". È stato un incontro pazzesco che mi ha convinta al cento per cento. Vediamo insieme di cosa si tratta, buona lettura!



Il ragioniere Alfonso Brucculeri viene trovato morto nella più classica delle situazioni di genere: in uno spazio chiuso, con le uscite sbarrate. Ma La bottega delle illusioni non ricalca i classici, la tinta gialla è un pretesto per raccontare delle pulsioni e del sentire degli abitanti dell’Isola in cui è ambientata la vicenda. A condurre le indagini è Michele Lombardo, maresciallo dall’identità sospesa, in bilico tra le nebbie del nord (per parte di madre) e il fuoco del sud (per sangue di padre), straniero a se stesso e all’Isola, come il barbiere Ernesto Treppiedi è estraneo al paese, nel quale è atterrato da un “pianeta” distante cinque campanili. È arrivato per piantare i semi di una nuova esistenza insieme alla sua Mariausilia. Presto scippato dell’indagine ufficiale, che subito cattura l’attenzione dei media, il maresciallo Lombardo si ostina nella sua inchiesta personale, infilandosi nelle pieghe dell’Isola e nelle esistenze della sua gente. A guidarlo in questo viaggio è Peppino Giarratana, un impiegato zoppo che è riuscito a fare del suo difetto fisico uno scudo per rendersi invisibile e spiare le vite degli altri, con dedizione da entomologo. Una pagina dopo l’altra si scopre che tutti avrebbero avuto motivo per farsi assassini ed eliminare il ragioniere, in un mondo nel quale ogni esistenza appare sgualcita, di seconda mano. Ma chi ha ucciso veramente? Ed è davvero così importante saperlo?


Con "La bottega delle illusioni" è stato amore a primo rigo. Si tratta di un giallo molto breve ambientato su un'isola del sud d'Italia che inizia direttamente sulla scena del crimine: la bottega del barbiere Ernesto Treppiedi. L'indagine cattura subito l'attenzione in quanto Cipollina si serve del celebre schema del delitto a camera chiusa. La vittima, infatti, si trova in una stanza chiusa dall'interno e nella quale non ci sono segni di effrazione. I sospetti ricadono, ben presto, sul povero Ernesto ma nonostante logica lo voglia come maggiore indiziato, si fa davvero fatica a vederlo come un pericoloso omicida e non è solo una sensazione del lettore ma anche quella del maresciallo Lombardo, chiamato ad investigare sul caso.

I personaggi sono uno dei punti più convincenti del libro: molto originali, con dei vissuti importanti e che sono accumunati dalla paura del giudizio degli altri. Paura che ognuno di loro affronta a modo suo. Sono protagonisti che restano impressi e che riescono a conquistare il cuore di chi legge, soprattutto il caro Ernesto. 

Pur svolgendosi in un numero molto limitato di pagine, la storia non ha elementi in sospeso. L'epilogo non è totalmente esplicativo ma lascia spazio all'immaginazione del lettore che ha tutti gli elementi per immaginare cosa ne sarà di tutti i nostri beniamini. Di sicuro la soluzione all'enigma non è scontata o prevedibile, lascia di stucco.

L'elemento che ho davvero amato è lo stile dell'autore: arguto, ironico, ricercato ma colloquiale. Una prosa che si lascia divorare e che è stata una coccola per gli occhi!



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