martedì 3 ottobre 2017

Recensione "E poi ci sono io" di Kathleen Glasgow

Buongiorno lettori,
oggi voglio parlarvi di un romanzo complicato e tormentato ambientato in un istituto psichiatrico.
Si tratta del libro di Kathleen Glasgow edito da Rizzoli, "E poi ci sono io".
Buona lettura!


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A soli diciassette anni, Charlotte Davis ha già trovato un rimedio per calmare la sofferenza che prova. Per non pensare all'amato padre che ormai non è più con lei, per non pensare alla sua migliore amica che l'ha lasciata, per non pensare a una madre che da molto tempo non la capisce, a Charlie basta avere a portata di mano un pezzo di vetro. Un coccio di bottiglia, un gesto secco, un taglio sulla pelle: e dentro si fa largo una specie di sollievo. Charlie è ricoverata in un istituto psichiatrico di St. Paul, nel Minnesota, un microcosmo abitato da altre ragazze come lei, ragazze sole, ognuna un mondo da decifrare, ognuna intrappolata in un diverso dolore. Boccioli di donne ancora troppo chiusi, duri, terrorizzati dall'aprirsi alla vita, sprovvisti di misure di difesa e dunque trascinati via dalla corrente dell'autolesionismo. Le ragazze tra di loro si prendono in giro, si raccontano, immaginano il futuro, c'è chi vorrebbe uscire di lì e chi invece vuole restare al riparo di quelle mura. Charlie, al momento delle dimissioni, non sa dove andare, dato che la madre non la vuole con sé. Sarà allora nella lontana Arizona, dove il sole è rovente e un amico l'aspetta, che potrà provare a riconquistare uno spazio di gioia e nuovi progetti. Il lavoro in una tavola calda e certi inattesi incontri sono linfa benefica, ma quel suo debole entusiasmo viene deluso in fretta: per ricominciare davvero, allora, cosa serve?


Ritrovarsi sola al mondo a diciassette anni, non deve essere una passeggiata. 
Il personaggio di Charlie è tormentato e provato dalla sofferenza e dalla consapevolezza di non avere un punto di appoggio, un appiglio per non sprofondare nelle tenebre.
La vita, nell'istituto psichiatrico è pesante e noiosa, Charlie non trae nessun giovamento dalle sedute di gruppo o dalle parole della dottoressa 'Casper'. Qualcosa in lei si rifiuta di funzionare tanto che, per buona parte del romanzo, non le sentiamo pronunciare nemmeno una parola.
E' tutto un dialogo interiore e travagliato con sé stessa, il passato non la abbandona mai e nemmeno i traumi subiti. 
Non ho capito, fino in fondo, l'utilità di un personaggio come Mikey dato che contribuisce solo adare ulteriori preoccupazioni e sofferenze ad una ragazza già così provata.

Tutto quello che si rompe,
comprese le persone, 
si può aggiustare.
Ecco come la penso io.

I tre quarti del romanzo risultano molto pesanti, l'angoscia e la sofferenza la fanno da padrone e trasudano ad ogni pagina. Su questo punto devo riconoscere la bravura dell'autrice che permette al lettore di immedesimarsi al cento per cento con i pensieri di Charlie.
Nella parte finale del libro, torniamo a respirare e scopriamo un lato tutto nuovo della ragazza.
La speranza di un futuro migliore convince la protagonista a smettere di farsi del male e a chiudere definitivamente con il passato. 
E' una lettura molto scorrevole e introspettiva, forse un po' troppo cupa e angosciante in certi passaggi. 
Non è, senza dubbio, una storia leggera o spensierata perciò se deciderete di darle una possibilità, tenetelo a mente. 
Ci sono tutte le basi per una buon romanzo ma non mi ha coinvolto pienamente.



1 commento:

  1. Marta grazie per la tua recensione! Ho già visto la copertina di questo libro in giro, ma non avevo ancora letto la trama... probabilmente da quel che dici è un libro bello tosto che però può dare degli insegnamenti... se letto al momento giusto! 😉 Prima o poi ci proverò 😉📖

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