mercoledì 19 luglio 2017

[Blogtour] "Storie di matti" di Arianna Porcelli Safonov

Buongiorno lettori,
oggi ho il piacere di ospitare l'ultima tappa del tour dedicato a "Storie di matti" di Arianna Porcelli Safonov, un romanzo edito da Fazi.
Ho avuto il piacere di intervistare l'autrice e non vedo l'ora di farvi leggere le sue risposte.
Buona lettura!


Raccontaci un po' come è nata l'idea per questo romanzo.

Questo libro, nasce come tutte le mie produzioni, nel momento in cui decido che è arrivato il momento di prendersi un po’ di tempo per scrivere.
I miei monologhi, così come i libri, nascono dall'osservazione  famelica della società nelle sue posizioni più ordinarie e, allo stesso tempo, bizzarre.

In sintesi: con Fottuta Campagna ho guardato, individuato e circumnavigato le mie e altrui inadeguatezze di fronte alla vita solitaria e comunitaria in zone selvagge e incontaminate. Coi Matti ho fatto la stessa cosa nella zona borghese, selvaggia e contaminata della mentalità urbana.


   Ironia e denunce sociali: quanto sono importanti nelle tue storie?

Le mie storie vogliono essere denuncia sociale, come fosse una missione.


   Secondo te, siamo tutti un po' matti?

E’ una domanda che invito tutti a porsi. La risposta per me è immediata: certo che si e meno male, se la follia è intesa come spunto a seguire le proprie intuizioni, anche quando agli occhi degli altri sembrano utopie o idiozie; certo che no, se la follia è intesa come nel libro ossia come risposta alle feroci pressioni sociali del nostro tempo.

    Perché un lettore dovrebbe leggere il romanzo?

Non scrivo per arricchirmi ma nel tentativo di arricchire chi legge, penso che i miei matti siano un punto di partenza per una riflessione, per una sincera indagine sociale intorno al buco nero in cui ci siamo ficcati con tutti i nostri abiti firmati.


   I social, e il loro uso smodato, rendono matte le persone o le rivelano tali?

Non credo che i social rendano matti, piuttosto sono un elettrocardiogramma di come sta la nostra società quindi un buon termometro di essa.


    Un libro che avresti voluto scrivere e perché.

Ultimamente direi alcuni libri di Giorgio Boatti (un paese da coltivare/portami oltre il buio/sulle strade del silenzio) non perché avrei voluto scriverli (non sarei stata in grado, forse!) ma perché scrivere e viaggiare sono due attività che, se fatte contemporaneamente, mi rendono felice all'ennesima potenza. 


Se avete perso le altre tappe di questo 'folle' tour, vi allego il calendario con blog e argomenti.
Buona lettura!


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