giovedì 22 giugno 2017

Recensione "Un giorno tranquillo per uccidere" di Marieke Nijkamp

Buongiorno lettori,
oggi vi parlo di un romanzo di Newton Compton, "Un giorno tranquillo per uccidere", di Marieke Nijkamp.
Buona lettura!


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LA RECENSIONE:

"Volevo far parte di questa scuola, essere uno di voi."
La sua voce sale e scende con un ritmo cantilenante. In una mano tiene la pistola, l'altra è posata sulla cintura. Ha dei caricatori di munizioni a tracolla sopra la camicia e i pantaloni. Forse persino un'altra pistola.

"Invece ho perso tutto."

E' una mattina tranquilla in un liceo dell'Alabama. Gli studenti sono tutti radunati nell'auditorium della scuola pronti per ascoltare il discorso della preside che non cambia mai e li annoia terribilmente. Alla fine del monologo rimangono tutti sorpresi nel constatare che le porte sono sbarrate, nessuno può lasciare la sala e un ragazzo, con aria minacciosa e una pericolosa arma in mano, ha appena ucciso la preside.

"Dicono che appena prima di morire ti passa davanti tutta la tua vita in un attimo. Ma mentre aspetto che Ty prema il grilletto, non mi sovviene nessun ricordo.
Non ho nessun ultimo desiderio, né rimorsi. Mi accascio. Le mie spalle si curvano; le mie mani tremano."

Lo sgomento lascia subito il posto all'isteria di massa e la successiva sparatoria. L'autore di questa follia è Tyler, un ragazzo che aveva tutto nella vita e che ha perso altrettanto. I suoi gesti sono calmi e misurati, studiati da chissà quanto tempo. Di fronte a lui ci sono i professori di sempre, i compagni di classe, gli amici e sua sorella.. ma nulla di tutto questo ha importanza. Tutte queste persone gli hanno voltato le spalle e hanno contribuito, chi più chi meno, a farlo sprofondare nel baratro e non ci sarà pietà o redenzione, per nessuno.

"Il dolore è una voragine, sai?
E' ovunque ed è devastante, consuma tutto ciò che ha intorno. Certi giorni pensi di non poter andare avanti perché l'unica cosa che ti aspetta è altra sofferenza. Certi giorni non vuoi andare avanti, perché è più facile gettare la spugna che rischiare di rimanere ferito un'altra volta."

54 minuti. Questo il tempo che occorre per cambiare le vite di tanti ragazzi per sempre.
E' facile dare la colpa a Tyler, ma gli ha voltato le spalle? Chi non ha prestato ascolto al suo grido d'aiuto?
In qualche modo, tutti sono responsabili di questa tragedia.

"Un giorno tranquillo per uccidere" è un libro che mi ha fatto molto pensare. E' una storia facilissima da contestualizzare e capire, in un clima teso come quello che stiamo vivendo. Una scuola, il posto più tranquillo e sicuro del mondo, si trasforma in pochi minuti in un teatro di omicidi folli e immotivati. I quattro narratori, Sylv, Autumn, Claire e Tomàs, ci permettono di guardare la vicenda in modo olistico e attraverso gli stati d'animo più disparati. Il lettore sente moltissimo il lento scorrere del tempo, anche grazie alla divisione in piccoli intervalli: saranno 54 minuti infiniti e ad altissima tensione. L'autrice ci descrive con una prosa brutale e diretta, una condizione spaventosa e i retroscena che si nascondono dietro gesti del genere. La follia non è, e non deve mai essere, giustificata, ma sono fermamente convinta che quando accadono simili tragedie, sia un fallimento per la società intera che non è più in grado di curare il benessere del singolo individuo.
Non è stata una lettura facile o leggera, ma sono stata contenta di averla fatta.





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