oggi vi parlo di viaggi intorno al mondo e percorsi per ritrovare sé stessi attraverso il libro ,"Fedele alla linea", di Nicola Fermani.
Buona lettura!
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LA RECENSIONE:
"Faticavo di più a mostrare i muscoli al di fuori del lavoro: non ho mai saputo litigare, ho sempre evitato lo scontro fisico e verbale, ho sempre lasciato perdere. Ma ne ho sempre sofferto, in maniera viscerale. Come se ne avessi sempre sentito la mancanza. A pensarci bene, non l'ho mai preso un cazzotto."
Nicola vive in un piccolo paesino delle Marche, fa una certa fatica ad adattarsi alla vita tranquilla del posto e sogna di viaggiare e mettere a frutto la laurea appena conquistata. Un nuovo lavoro come organizzatore di eventi, è l'occasione giusta per intraprendere finalmente un viaggio che lo porterà, oltre che a visitare luoghi straordinari, anche a capire di più sé stesso e quell'insoddisfazione perenne che fa parte di lui.
"La vita mi sembrava bellissima, c'era il sole, ero appena uscito da una scena da film, avevo un programma per il pomeriggio e addirittura un progetto di vita, La libertà aveva un prezzo, io lo avevo pagato in rate giornaliere per ben otto mesi, ma ora il mio debito era estinto."
Il suo viaggio in solitaria ci porta in giro per l'Europa e nel mondo attraverso città meravigliose: Roma, Dublino, Helsinki, passando poi per la Polonia e il Perù. Nicola è una trottola ambulante in tutti i sensi. La sua avventura è fatta di momenti belli e altri più introspettivi e di riflessione. Sette anni sono un periodo di tempo lunghissimo, soprattutto se lo si trascorre in solitudine cercando di trovare una risposta all'interrogativo esistenziale che lo ha portato a intraprendere il viaggio: deve omologarsi alla massa o continuare a sognare? Deve rispettare le aspettative altrui o restare fedele alla (sua) linea?
Il libro di Nicola Fermani, è in realtà un diario di bordo senza filtri e senza censure.
Sicuramente la sua scrittura diretta e priva di abbellimenti di ogni sorta, risulta una scelta azzardata e che non rispecchia i gusti di tutti ma ho apprezzato la coerenza. L'autore non vuole piacere e non vuole conquistare, la scelta di essere protagonista al cento per cento della storia non fa che confermare un'esigenza di raccontarsi e condividere quello che per Nicola è un modo di essere.
Non c'è una trama e non c'è un epilogo, in un certo senso non si arriva da nessuna parte, anzi, oserei dire che l'epilogo ci lascia con ancora più interrogativi e questo mi ha destabilizzato abbastanza.
Penso di aver capito l'intento dell'autore, ho apprezzato la sua scaltrezza e l'auto ironia che è un punto forte della narrazione, ma l'indice di gradimento si ferma qui.
Purtroppo non sono riuscita ad entrare in sintonia con la storia e con l'autore, e non mi sento di consigliare la lettura di questo libro.
Non tutti i romanzi possono essere bellissimi purtroppo!
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