voglio parlarvi di un romanzo meraviglioso scritto da Cristina Caboni per Garzanti, "La custode del miele e delle api".
E' un libro magico che parla di tradizioni, di amore, di rabbia e di dolcezza.
Scopriamolo insieme!
LA COPERTINA:
Angelica non è mai riuscita a mettere radici. Non ha mai voluto legarsi a niente e nessuno, sempre pronta a fuggire da tutto per paura. C'è un unico posto dove si sente a casa, ed è tra le sue api. Avvolta dal quieto vibrare delle loro ali e dal profumo intenso del miele che cola dalle arnie, Angelica sa di essere protetta e amata. È un'apicultrice itinerante e il miele è la sola voce con cui riesce a far parlare le sue emozioni. Perché il miele di lavanda può calmare un animo in tempesta e quello di acacia può far ritrovare il sorriso. E Angelica sa sempre trovare quello giusto per tutti, è il suo dono speciale. A insegnarglielo è stata Margherita, la donna che le ha fatto da madre durante l'infanzia, quando viveva su un'isola spazzata dal vento al largo della Sardegna. Dopo essere stata portata via da lì, Angelica ha chiuso il suo cuore e non è più riuscita a fermarsi a lungo in nessun luogo.
Ma adesso il destino ha deciso di darle un'altra possibilità. C'è un'eredità che la aspetta là dove tutto è cominciato, su quell'isola dove è stata felice. C'è una casa che sorge fra le rose più profumate, un albero che nasconde un segreto prezioso e un compito da portare a termine. E c'è solo una persona che può aiutarla: Nicola. Un uomo misterioso, ma che conosce tutte le paure che si rifugiano nei grandi occhi di Angelica. Solo lui può curare le sue ferite, darle il coraggio e, finalmente, farle ritrovare la sua vera casa. L'unico posto dove il cuore può essere davvero libero.
LA RECENSIONE:
"Lei parlava il linguaggio delle api. Una cosa rara davvero. In tutta la sua vita non aveva mai visto nessuno come Angelica Senes. In quella ragazza c'era qualcosa di speciale."
Tra i ricordi d'infanzia, Angelica non può annoverare molti eventi felici, ma le giornate trascorse con la sua Jaja, sono ben impresse nella mente! Tutto quello che sa sulle api lo deve a lei. E grazie a quei preziosi insegnamenti, adesso si guadagna da vivere come apicoltrice itinerante.. i traumi del passato non le permettono di fermarsi a lungo in un posto. O forse nessun posto è quello giusto per mettere radici.
"Il senso di distacco con il quale aveva osservato la casa, la proprietà, l'intero paese e persino il mare era scomparso. Al suo posto c'era consapevolezza. Una profonda, straordinaria consapevolezza di sé e di ciò che la circondava. E lei voleva riempirsi le mani e l'anima di quel mondo. Voleva farne parte. Allora si rese conto che ne faceva già parte."
Un'eredità inaspettata, la riporta nella terra in cui è nata e cresciuta, la Sardegna.
Qui viene travolta dai ricordi, dalla passione che Jaja aveva con gli alveari che adesso sono suoi. Dopo l'iniziale smarrimento, appare subito chiaro che la sua anima è sempre appartenuta a quel piccolo, magico paesino.
"Voleva...cosa? Voleva abbracciarlo, voleva stringere le sue mani, voleva parlare con lui, sapere tutto. Voleva il suo respiro, la sua pelle. Voleva quell'uomo. Lo voleva disperatamente"
Dopo anni passati a fuggire dai ricordi e dai sentimenti, Angelica dovrà affrontare tutte le questioni in sospeso che per troppo tempo ha finto di non vedere. Deve farlo per gli altri, ma, soprattutto, per sé stessa. Così finalmente, ritroverà la pace.
IL MIO GIUDIZIO:
Ero già rimasta conquistata dallo stile dell'autrice con il primo romanzo (Il sentiero dei profumi, Garzanti), ma con questo libro si è superata. C'è magia, amore, passione, tradizioni, dolore.. il tutto descritto con la dolcezza di uno stile elegante e ricercato. Ambientazione bucolica e un tema interessantissimo ed originale. I personaggi sono complessi e tormentati, ma ognuno di loro attraversa un processo di maturazione all'interno del libro.
Divorato in pochi giorni, è uno di quei romanzi che fa bene al cuore.
Dire che mi è piaciuto è riduttivo, ma vi posso garantire che è un romanzo che merita di essere letto.
Consigliato!
Quelle poche righe che ho letto qui, mi hanno fatto capire che, leggere il libro è come girare lo smielatore, sai già che alla fine esce dolcezza, il miele della vita.
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