lunedì 19 novembre 2018

Recensione "Il vizio del male" di Bruce Desilva

Buongiorno, lettori.
Iniziamo la settimana con un thriller firmato da Bruce Desilva, "Il vizio del male". Una storia molto realistica che accosta problematiche attuali ad elementi crime e polizieschi.
Buona lettura!


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Liam Mulligan è uno dei più esperti reporter del Dispatch, un duro dal cuore tenero con un debole per il whisky, il blues, e le donne dalla pelle scura e vellutata. Conosce tutti a Providence, Rhode Island, e sa sempre a quale porta bussare per ottenere una dritta per le sue inchieste. Ma la stampa tradizionale è ormai in crisi, le notizie corrono su internet alla velocità della luce e il Dispatch è sull'orlo del fallimento: con redazioni e tirature ridotte all'osso, anche giornalisti di lungo corso come Mulligan sono costretti a occuparsi un po' di tutto, persino di eventi mondani e necrologi. Purtroppo però son ben altri i titoli che finiscono in prima pagina scuotendo l'opinione pubblica: in un porcile è stato ritrovato il braccio mutilato di una bambina, e in fondo alla celebre scarpata di Cliff Walk, a Newport, viene rinvenuto il corpo di Salvatore Maniella, famoso pornografo. Apparentemente due morti accidentali, ma mentre Mulligan scava nel florido business del sesso a pagamento, nell'unico stato americano in cui la prostituzione è ancora legale, cominciano a emergere strane coincidenze e retroscena sempre più inquietanti. Con l'aiuto di un giovane "raccomandato" apprendista e di una bellissima avvocatessa, Mulligan scoprirà cosa si cela dietro la facciata di perbenismo e pubblica virtù di Providence.

Il protagonista di questo romanzo è un giornalista di cronaca di un giornale locale sull'orlo del fallimento. Quando la piccola cittadina di Providence viene sconvolta da una serie di omicidi di personalità importanti, Liam Mulligan trova finalmente pane per i suoi denti ma destreggiarsi tra le fila della criminalità organizzata e nell'ambiente della prostituzione senza pestare i piedi a qualcuno si rivela, da subito, molto difficile e pericoloso. 
Il sesto senso del cronista è davvero eccezionale e riesce subito ad intuire che c'è qualcosa di più profondo ed importante dietro queste morti. Mulligan è un personaggio tutto d'un pezzo, un uomo che non si arrende davanti alle difficoltà e dalle mille risorse. Anche quando le cose sembrano finire in un vicolo cieco, lui riesce a trovare una soluzione e ad andare avanti.

L'autore costruisce molto bene anche i personaggi secondari che riescono ad aiutare/ostacolare il protagonista in maniera perfetta dando vita ad un giallo davvero avvincente in cui nulla sembra scontato. Nonostante la mole considerevole di pagine, la lettura procede con un buon ritmo e, un colpo di scena dopo l'altro, arriviamo fino ad un epilogo inaspettato e- quasi- nobilitante. Non mi aspettavo assolutamente la piega presa dal libro, nel finale, ma mi ha dato parecchi spunti di riflessione. Lo stile di Bruce Desilva è molto diretto e senza fronzoli, non ci sono abbellimenti di nessun tipo e vi assicuro che riuscirete ad immedesimarvi perfettamente in ogni situazione. Avrei apprezzato una maggiore introspezione psicologica del protagonista ma, evidentemente, l'autore non era dello stesso avviso. Se amate i gialli e i polizieschi, sono certa che lo apprezzerete.
Consigliato!


sabato 17 novembre 2018

Recensione "La lettera segreta" di Chloé Duval

Buongiorno, lettori.
Oggi voglio parlarvi di un romanzo carinissimo e di un amore che sfida il tempo e le distanze.
Si tratta del libro di Chloé Duval, "La lettera segreta", edito da Garzanti.
Buona lettura!


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Può la lettera di uno sconosciuto cambiar la vita? E quello che si chiede Flavie quandi si vede recapitare una busta misteriosa datata 1971. Una busta arrivata con quarantatn anni di ritardo. Non ha idea di chi possa esseri Lili, la destinataria. Eppure la curiosità è così forte che Flavie decide di aprirla. Il contenuto, scritto a mano in una calligrafia elegante, la sorprende: perché quelle righe le ricordano i romanzi che ama scrivere. Quelle righe nascondono una storia d'amore in cui un uomo supplica Lili di raggiungerlo e di sposarlo. Un uomo che si firma solo con E. Flavie non ha altri indizi. Non ha altre informazioni se non una richiesta fatta con il cuore che forse non è mai stata ascoltata. Forse quelle parole, perse nel vento, hanno modificato il destino di due persone per sempre. Flavie deve trovarle. Deve sapere se sono state divise tutti questi anni da uria lettera mai arrivata. Perché ha bisogno di Credere anche lei che possa esistere qualcosa più forte di tutto. Più forte del tempo, degli sbagli, delle scelte, degli imprevisti. Qualcosa che Flavie ha trovato solo nei romanzi, mai nella realtà. La ricerca la porta nel Sud della Francia, dove scopre che forse non tutto è perduto. Che forse è ancora possibile riannodare i fili spezzati del passato. Perché ci sono amori che non si possono dimenticare. Ci sono emozioni che cambiano ogni cosa. E Flavie, trascinata da quello che la lettera le ha rivelato, è pronta finalmente a viverle.

Il romanzo di Chloé Duval è una storia breve in cui tutto accade molto velocemente. Alla giovane Flavie viene recapitata una lettera scritta più di trent'anni prima, destinata ad una certa Lili, e le parole che legge la convincono ad indagare sull'identità dei protagonisti di questo amore interrotto. Flavie è un personaggio dolcissimo e molto chiuso che riesce a trovare, nella lettera, una missione da seguire e uno scopo.
Indagare sull'identità dei due innamorati si rivela, inizialmente, abbastanza difficile ma tutto prende il via dopo poche pagine. Incredibile quanto un singolo elemento possa influenzare tante vite ma tutto l'intreccio della trama ruoto intorno alla lettera. 

Mi sono piaciuti tutti i personaggi del romanzo, l'amore è il burattinaio che muove le fila delle sue marionette. Ogni personaggio agisce guidato da questo sentimento e la storia si svolge tra paesaggi idilliaci e flashback del passato. L'ambientazione è davvero straordinaria e bucolica, la campagne francesi hanno il loro fascino, è innegabile. A cavallo tra passato e presente, due donne trovano l'amore della vita, quel legame impossibile da spezzare nonostante le avversità.
Lo stile dell'autrice è molto elegante e piacevole da leggere. E' una lettura velocissima e davvero super romanica. Non ci sono colpi di scena o eventi stravolgenti, si tratta di un tranquillo e dolcissimo romanzo, ideale per tenervi compagnia durante un pomeriggio invernale.
Consigliato a tutte le appassionate del genere e a chi è alla ricerca di una lettura leggera.
Promosso!!



venerdì 16 novembre 2018

Recensione "La misura dell'uomo" di Marco Malvaldi

Buongiorno, lettori.
Oggi vi parlo di un romanzo storico di eccezionale levatura e che attendevo con ansia.
In occasione del quinto centenario della morte di Leonardo Da Vinci, Marco Malvaldi ci regala un'opera straordinaria curata in ogni dettaglio. Si tratta de "La misura dell'uomo", edito da Giunti.
Buona lettura!


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Ottobre 1493. Firenze è ancora in lutto per la morte di Lorenzo il Magnifico. Le caravelle di Colombo hanno dischiuso gli orizzonti del Nuovo Mondo. Il sistema finanziario contemporaneo si sta consolidando grazie alla diffusione delle lettere di credito. E Milano è nel pieno del suo rinascimento sotto la guida di Ludovico il Moro. A chi si avventura nei cortili del Castello o lungo i Navigli capita di incontrare un uomo sulla quarantina, dalle lunghe vesti rosa, l'aria mite di chi è immerso nei propri pensieri. Vive nei locali attigui alla sua bottega con la madre e un giovinetto amatissimo ma dispettoso, non mangia carne, scrive al contrario e fatica a essere pagato da coloro cui offre i suoi servigi. È Leonardo da Vinci: la sua fama già supera le Alpi giungendo fino alla Francia di re Carlo VIII, che ha inviato a Milano due ambasciatori per chiedere aiuto nella guerra contro gli Aragonesi ma affidando loro anche una missione segreta che riguarda proprio lui. Tutti, infatti, sanno che Leonardo ha un taccuino su cui scrive i suoi progetti più arditi - forse addirittura quello di un invincibile automa guerriero - e che conserva sotto la tunica, vicino al cuore. Ma anche il Moro, spazientito per il ritardo con cui procede il grandioso progetto di statua equestre che gli ha commissionato, ha bisogno di Leonardo: un uomo è stato trovato senza vita in una corte del Castello, sul corpo non appaiono segni di violenza, eppure la sua morte desta gravi sospetti... Bisogna allontanare le ombre della peste e della superstizione, in fretta: e Leonardo non è nelle condizioni di negare aiuto al suo Signore. 

L'opera di Marco Malvaldi è una vera meraviglia di forma e contenuti. Parlare di un genio come Leonardo Da Vinci, riportarlo in vita e donargli uno spessore e una personalità, ricalcando solo le testimonianze dell'epoca, non è per nulla semplice. Ho letto 'La misura dell'uomo' con un quadernino degli appunti e una pagina di ricerca davanti, ho appreso informazioni ed elementi storici che mi erano sconosciuti, stimolata da una storia eccezionale dal ritmo incalzante. Quella di Leonardo non è l'unica personalità degna di nota presente nel libro, bisogna tenere presente che ci troviamo in un'epoca pregna di personalità e avvenimenti importanti. 

L'autore ci regala una storia nella storia, intrecciando le vite di tanti personaggi con obiettivi e scopi completamente diversi che gravitano intorno alla figura di Leonardo e alle invenzioni più improbabili partorite dalla sua mente. Grazie alla bravura, e alle sue conoscenze, è un personaggio conteso da molti mecenati che, non sempre, gli commissionano compiti facili o leciti. 
Una delle cose che ho apprezzato di più, del libro, è la prosa dell'autore: diciamo che un romanzo ben scritto è sempre una delizia per ogni occhi di un lettore. Mi sono piaciuti i dialoghi, le dinamiche tra i personaggi e il giusto equilibrio tra verità storica ed elemento romanzato.
Ogni cosa è curata nel dettaglio e il libro è un autentico gioiellino che custodirò gelosamente in libreria. Se siete appassionati di storia, arte e del genio di Leonardo, è una lettura da non perdere.
Promossa a pieni voti!



giovedì 15 novembre 2018

Recensione "L'incubo di Hill House" di Shirley Jackson

Buongiorno, lettori.
Oggi voglio parlarvi di una storia che mi è piaciuta tantissimo e di cui ho già visto la trasposizione sul piccolo schermo. Si tratta del romanzo di Shirley Jackson, "L'incubo di Hill House", dal quale è stata tratta la serie di successo "The Haunting of Hill House" su Netflix.
Buona lettura!


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Chiunque abbia visto qualche film del terrore con al centro una costruzione abitata da sinistre presenze si sarà trovato a chiedersi almeno una volta perché le vittime di turno non optino, prima che sia troppo tardi, per la soluzione più semplice - e cioè non escano dalla stessa porta dalla quale sono entrati, allontanandosi senza voltarsi indietro. A tale domanda, meno oziosa di quanto potrebbe parere, questo romanzo fornisce una risposta. Non è infatti la fragile e indifesa Eleanor Vance a scegliere la Casa, prolungando l'esperimento paranormale in cui l'ha coinvolta l'inquietante professor Montague. È la Casa - con le sue torrette buie, le sue porte che sembrano aprirsi da sole - a scegliere, per sempre, Eleanor Vance.

Dopo essere rimasta affascinata e sconvolta dalla serie "The Haunting of Hill House", ho scoperto- con piacere- che quest'ultima era stata tratta da un libro di Shirley Jackson e non ho potuto fare a meno di leggerlo. Inizialmente, temevo di scoprire dettagli o stravolgimenti e di restare delusa dalla lettura, invece devo ammettere di essere rimasta molto soddisfatta dal romanzo.
La storia della Jackson è abbastanza diversa dalla storyline seguita nelle serie: tranne qualche nome e la location, la trama segue un filone tutto suo e mi è piaciuta moltissimo.
Hill House è tenebrosa e oscura proprio come pensavo e tutto ciò che gira intorno alla casa è permeato da queste emozioni.

Nessun organismo vivente può mantenersi a lungo sano di mente in condizioni di assoluta realtà; perfino le allodole e le cavallette sognano, a detta di alcuni. Hill House, che sana non era, si ergeva sola contro le sue colline, chiusa intorno al buio; si ergeva così da ottant'anni e avrebbe potuto continuare per altri ottanta. Dentro, i muri salivano dritti, i mattoni si univano con precisione, i pavimenti erano solidi, e le porte diligentemente chiuse; il silenzio si stendeva uniforme contro il legno e la pietra di Hill House, e qualunque cosa si muovesse lì dentro, si muoveva sola.

I protagonisti del romanzo sono vittime inconsapevoli del dottor Montague che li coinvolge in un esperimento ai limiti del paranormale. E' incredibile quanto la mente possa essere influenzata da storie, mezze verità e misteri, tanto da restarne sconvolta e priva di qualsiasi difesa razionale.
L'autrice descrive perfettamente i dubbi e le incertezze che si creano intorno ai personaggi, con uno stile deciso e tanto black humor, ci porta nei meandri più oscuri di Hill House intrecciando epoche e storie diverse, presenze e personaggi improbabili e sinistri. E' un romanzo che si legge molto velocemente e che vi trasporterà in una dimensione parallela fino a quando non girerete l'ultima pagina. Mi è piaciuto moltissimo e sono molto felice di averlo letto, nonostante i dubbi iniziali. 
Se cercate una storia dalle tinte gotiche e scritta divinamente, l'avete trovata!


mercoledì 14 novembre 2018

[Cover Reveal] "Broken" di Daria Torresan

Buongiorno, lettori.
Oggi ho il piacere di ospitare il cover reveal del nuovo romanzo di Daria Torresan, "Broken".
Buona visione!


Data di uscita: 6 Dicembre
Genere: Contemporary Romance
Prezzo: 2,99 



In una sola notte avevo scoperto che poteva esistere un buio più nero dell’oscurità. E in quel buio, io mi ero inabissata. Avevo perso un pezzo del mio cuore, l’uomo con il quale avrei voluto trascorrere il resto della mia vita. Tutto attorno a me continuava a correre veloce, mentre io restavo ferma, immobile.
Poi accadde qualcosa.
Mi specchiai in due occhi scuri nei quali vidi il mio stesso tormento, il mio stesso vuoto, il mio stesso nulla. Un’altra anima smarrita. Aveva lasciato se stesso nelle aride terre dell’Asia meridionale e l’esercito gli aveva inferto ferite ben più profonde di quella che segnava il suo bellissimo volto. Eppure, era riuscito a trovare un suo posto nel mondo, perché mai avrebbe dovuto rinunciarci per me?
Myles O’Brien doveva essere solo lo  svago di una notte, non avrei dovuto incontrarlo mai più.
Ma il destino aveva un piano differente.