mercoledì 28 marzo 2018

[Cover Reveal] "Javier" di Deborah C. Tepes



Buon pomeriggio lettori,
oggi ho il piacere di ospitare il cover reveal del nuovo romanzo di Deborah C. Tepes, "Javier".
Buona lettura e buona visione!



Vi starete chiedendo chi sono.
Sono un uomo disposto a tutto. Mi hanno voluto per la mia ferocia, mi hanno scelto per la mia imperturbabilità, e mi hanno trovato. Ora ho una missione da portare a termine e, costi quel che costi, non lascerò che il mio sangue macchi questa terra infetta.
Sono una macchina da guerra: le armi con cui mi difendo, le vite con cui gioco e la violenza con cui combatto mi rendono l’uomo che da dodici mesi guardo allo specchio. Qualcuno potrebbe definirmi il peggiore dei bastardi, e avrebbe ragione.
Nessuno mi fermerà.
Nessuno potrà impedirmi di raggiungere il mio obiettivo, neanche lei.
Il suo sguardo è letale, il suo sorriso è pericoloso, la sua rabbia è devastante. Lei è proibita, ma io possiederò il suo corpo, soggiogherò la sua mente e risucchierò la sua anima. Mi nutrirò di lei come il peggiore dei predatori.
Se proverà a opporsi, la distruggerò.
Nessuno dovrà scoprire chi sono.
Soprattutto lei.


BIOGRAFIA AUTRICE:
Debora C. Tepes è innanzitutto una lettrice accanita, sognatrice e scrittrice. Ha pubblicato il suo primo romanzo "Predestined", uno young adult paranormale, nel dicembre 2014 con la casa editrice Genesis Publishing. Il 20 luglio 2015 ha auto-pubblicato su Amazon "Sono sempre stata tua", riscuotendo un enorme successo. 
È stata prima in classifica per due mesi diventando bestseller amazon e ha venduto più di 4000 copie in poche settimane. Dopo le richieste delle sue lettrici, ha pubblicato il sequel "Sei tu il mio paradiso". “Come fuoco sulla pelle” è il terzo volume autoconclusivo della serie Dangerous Souls.


martedì 27 marzo 2018

Recensione "Un miliardario fuori dal comune" di J.S. Scott

Buongiorno lettori e buon martedì,
oggi vi parlo di un New Adult molto carino edito da Amazon Crossing, "Un miliardario fuori dal comune", firmato da J.S. Scott.
Pronti a conoscere Dante e la sua personalità molto poco accomodante ma terribilmente sexy?
Buon lettura!


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A Dante Sinclair, miliardario supersexy, non è mai importato granché del patrimonio di famiglia. Dante ha sempre voluto fare il poliziotto e oggi è diventato un eccellente detective della squadra Omicidi della polizia di Los Angeles. Sconvolto per la morte in servizio del partner e ferito lui stesso, si rifugia nella sua villa sul mare ad Amesport, nel Maine.
Sarah Baxter, giovane dottoressa dall’intelligenza eccezionale, è arrivata ad Amesport per sfuggire a un tragico evento. È lei a doversi occupare della convalescenza del fascinoso miliardario.
Il rapporto medico-paziente ha però vita breve, uno scambio di sguardi è sufficiente perché la passione divampi. Ma il passato di Sarah riemerge minaccioso dall’ombra e riprende a perseguitarla senza pietà.
Riuscirà Dante a superare il proprio dolore e a farsi strada nei segreti che lei custodisce, in tempo per proteggerla e metterla in salvo?

La sindrome del sopravvissuto.
E' una condizione mentale che si verifica quando una persona si sente in colpa per essere sopravvissuta, a suo parere ingiustamente, a un evento traumatico.

Non sapevo davvero cosa aspettarmi da questa storia, quando si tratta di romanzi, nonostante le varie sotto categorie, capita spesso di trovare storie tutte uguali e per nulla coinvolgenti. Nel caso del libro di J.S. Scott, ho riscontrato, invece, una trama normale, senz'altro non geniale, arricchita, però, da personaggi unici e particolari. Da un lato abbiamo un poliziotto milionario, dall'altra una dottoressa di provincia fuggita ad Amesport per motivi ancora sconosciuti. Lei è intelligentissima, lui molto rude, macho e abituato ad ottenere tutto quello che vuole un po' grazie al fisico statuario, un po' per colpa del conto in banca con molti zeri. Sarah sembra essere immune ad entrambe le cose e questo fa scattare la molla di Dante. La dinamica tra i due si evolve molto rapidamente a colpi di battute e frecciatine, occhiate varie e una vicinanza che rende sempre più difficile mantenere un sano rapporto medico/paziente.

Pensi di essere questo per me? Una distrazione? Distrarsi significa guardare un film, una partita di calcio. Distrarsi è andare a pesca o fermarsi a bere una birra. Distrarsi non vuol dire perdere la testa per una donna.

Mi è piaciuta molto l'ambientazione. Amesport è la classica cittadina chiusa, con pochi abitanti, in cui non succede mai nulla. In un certo senso, è stato bello vedere una intera comunità chiudersi a riccio per proteggere Sarah che, tutto sommato, è poco più di una sconosciuta per loro. I valori del Maine sono una vera particolarità del libro. L'autrice ha costruito molto bene lo sviluppo della trama, rivelando a poco a poco dettagli che hanno reso la storia più dinamica e imprevedibile. In men che non si dica, mi sono ritrovata alla fine del libro, con sommo stupore. 

Molto promettente è il clan Sinclair che possiamo considerare la famiglia fondatrice di Amesport.
Da quello che ho visto, ed è stato poco, degli altri fratelli possiamo aspettarci grandi cose da questa serie. In effetti, non vedo l'ora di avere tra le mani una nuova storia su di loro.
Un romanzo accattivante, ironico e molto sexy, riassumerei così il libro 'Un miliardario fuori dal comune'. Nel complesso mi è piaciuta molto come storia perciò non posso che consigliarla!


lunedì 26 marzo 2018

Recensione in ANTEPRIMA "La voce delle cose perdute" di Sophie Chen Keller

Buongiorno lettori,
iniziamo la settimana alla grande con una stupenda anteprima per Casa Editrice Nord.
Si tratta de "La voce delle cose perdute", di Sophie Chen Keller.
Questo romanzo mi ha, letteralmente, fatta innamorare per la sua delicatezza ed eleganza.
Buona lettura!


Prenotalo, QUI

Una sera d'inverno, una vecchia mendicante gira per le strade di New York in cerca di un riparo, quando una donna apre la porta della sua pasticceria e la invita a passare lì la notte. La mattina dopo, la vecchia è scomparsa, lasciando un libriccino di ricette . Da allora, la pasticceria è diventata la più frequentata della città, perché i dolci preparati grazie a quelle ricette non sono solo deliziosi: i biscotti curano i reumatismi, le gallette migliorano l'umore e la torta paradiso fa dimagrire... è un finale da favola, finché, un giorno, il libriccino sparisce. Walter odia le parole. Soffre di un disturbo che gli impedisce di articolare bene i suoni e, un giorno, stanco delle prese in giro dei coetanei, ha smesso di provarci. Ha deciso di chiudere la bocca e aprire gli occhi. Adesso, a dodici anni, Walter osserva, nota cose che a tutti gli altri sfuggono, distratti come sono da chiacchiere inutili. È diventato bravissimo a ritrovare le cose perdute. Ecco perché, quando il libriccino della madre sparisce, lui si lancia alla sua ricerca col suo unico amico, Milton, un Labrador grassoccio e intraprendente. Insieme, Walter e Milton si avventurano negli angoli dimenticati di New York, incontrando persone che per gli altri sono invisibili: dalla donna che tutte le mattine raccoglie le lattine per strada a una coppia delusa dal mondo che si è ritirata in uno scalo abbandonato della metropolitana. Grazie alle loro storie, Walter scoprirà generosità e speranza, solitudine e rimpianti, ma soprattutto capirà che la vita è un dono troppo prezioso per guardarla scorrere. E così riuscirà non solo a trovare le pagine del libriccino, ma pure il coraggio di aprirsi agli altri e di dare voce ai suoi sogni.

Non so ancora che cosa mi aspetti e forse fallirò, ma la mia mente è lucida, così come i miei movimenti, e non mi sento più tanto bloccato dalla paura. Il coraggio che ho appena scoperto dentro di me è fragile, sta mettendo radici, ma ho fatto il primo passo. 

Questo libro è stato definito 'una favola moderna' e non potrei essere più d'accordo. Me ne sono innamorata già dopo l'incipit e questo sentimento è cresciuto pagina dopo pagina, in un tornado di emozioni e fantasia che non mi aspettavo di trovare. La nostra storia è ambientata nella caotica New York ma, tutti in posti che visitiamo c'è una calma e una tranquillità inaspettata. La pasticceria della mamma di Walter è un vero paradiso di zucchero e magia, non troverete in nessun altro posto delle simili delizie e, per questo, sono anni che il locale accoglie giornalmente centinaia di clienti felici e soddisfatti. Come in ogni fiaba che si rispetti, il merito è tutto di una 'fata madrina' particolare che, per ricambiare un gesto gentile, ha donato un libro in cui sono contenute queste meravigliose ricette. Il rapporto di Walter con il mondo è filtrato da strati e strati di barriere protettive, la sua non brillantissima capacità nel parlare in pubblico, lo ha confinato in una solitudine forzata nella quale sono ammesse pochissime persone. Questo bambino mi ha emozionato molto: trovo che la scelta di far ricadere proprio su di lui il ruolo di protagonista, sia stata ben ponderata ed elaborata. E' stato impossibile non innamorarsi del suo mondo e del fedele compagno peloso, Milton.

Non c'è motivo di avere paura di smarrirsi: ciò che è perduto sarà ritrovato da chi è abbastanza coraggioso da aprire gli occhi per vedere, ora lo so.

'La voce delle cose perdute', ci aiuta a guardare oltre l'apparenza. Ci invita a soffermarci su dettagli insignificanti della nostra quotidianità perché è proprio nei particolari che, a volte, si trova la soluzione ad un problema. Walter è un meastro straordinario in questo viaggio alla ricerca di oggetti ed emozioni. Si tratta di un romanzo non scontato, in grado di ammaliare la mente di chi legge. C'è magia, fantasia e la voglia di togliersi di dosso il peso di responsabilità e complicazioni per lasciare spazio alla semplicità dei piccoli gesti che possono portare un beneficio, immenso ed immediato, nella vita di ognuno di noi. Entrare in questo libro, al pari di entrare nella pasticceria di Walter, equivale ad ottenere un rimedio semplice e veloce per distogliere la mente dai problemi quotidiani e sognare un po', ad occhi aperti, insieme a lui e ad altri splendidi personaggi che ho amato moltissimo.
La prosa dell'autrice, in linea con la storia e una cover meravigliosa, è molto elegante e delicata; si legge con piacere e coinvolge a trecentosessanta gradi.
Non è mai troppo tardi per cercare la felicità e, leggendo questo libro, sarete un passo più vicini ad ottenere la vostra dose di serenità giornaliera: provare per credere!



sabato 24 marzo 2018

Recensione "Tutto quel buio" di Cristiana Astori

Buongiorno lettori,
chiudiamo la settimana con una storia particolare che mi ha affascinata moltissimo.
Si tratta del nuovo romanzo di Cristiana Astori, "Tutto quel buio", edito da Elliot.
Il genere richiama molto quello del mio amato Carlos Ruiz Zafon, ma molto meno soprannaturale e fantasy.
Buona lettura!


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Susanna Marino, una studentessa squattrinata laureata in cinema, viene incaricata da un misterioso collezionista torinese di ritrovare una preziosa pellicola degli anni Venti, scomparsa durante l'occupazione nazista. Il regista è l'ungherese Károly Lajthay, il titolo "Drakula halála". Si dice infatti che sia questo, e non il "Nosferatu" di Murnau, il primo film in cui compare il personaggio di Dracula di Bram Stoker; nessuno però è mai riuscito a trovarlo, o, se l'ha fatto, non l'ha potuto raccontare. La pellicola pare infatti maledetta, e una mano misteriosa uccide chiunque tenti di venirne in possesso. Una volta giunta a Budapest, Susanna dovrà muoversi in una città dalle atmosfere espressioniste, tra tetti acuminati e oscuri sotterranei, in mezzo a cacciatori di pellicole privi di scrupoli, poliziotti sospettosi e ambigui musicisti noise, lungo una pista di sangue che affonda le radici in un tragico passato.

A volte neanche ci pensiamo, ma ci muoviamo su fili fragili.
Su intrecci di vuoti e ombre che neanche vediamo, e di cui non ci accorgiamo, ma loro sono lì, puntuali, e prima o poi ci chiedono il conto.

Ho acquistato questo libro quasi per caso, sono stata attratta subito dal titolo e leggendo la trama me ne sono ufficialmente innamorata. La lettura si è rivelata una sorpresa continua, molto intensa e accattivante. Ho scoperto in Susanna, un personaggio poco idealizzato e molto intraprendente. Pur essendo una donna, sola e in una città sconosciuta, non si perde d'animo e persegue il suo obiettivo con una tenacia fuori dal comune. Ho fatto il tifo per lei sin dall'inizio, sono entrata subito in sintonia con il suo personaggio e, durante la lettura, ho provato ogni singola emozione e sensazione che sentiva lei. Tensione, paura, incertezza e solitudine sono solo alcune sfaccettature suscitate dalla prosa dell'autrice. E' stato semplice immaginare ogni vicolo buio e ogni rudere misterioso di Budapest grazie alle accurate descrizioni e all'amore per i particolari dimostrato dall'autrice. Susanna non è l'unico personaggio degno di nota del libro, nel romanzo anche i personaggi minori sono fondamentali e curati nel dettaglio. 

La storia ci ha dimostrato che il Male non si spegne nel corso dei secoli
(...) piuttosto si moltiplica, come tutti i parassiti.

L'idea di base, attorno al quale ruota l'intera storia, è molto interessante. Mi sono appassionata moltissimo alla ricerca della pellicola perduta e ho scoperto un modo che non conoscevo, un mondo misterioso e pericoloso in cui è meglio, a volte, non mettere il naso. Le sfide che la protagonista affronta, alla ricerca del 'Dracula halala', sono molteplici e la mettono alla prova sotto ogni punto di vista sia fisico che mentale. Le tinte gotiche e noir della prosa, rendono la lettura avvincente. La suspense attanaglia con una morsa strettissima la mente del lettore, rendendolo incapace di abbandonare la lettura. Che dire dell'epilogo? Un vero colpo da maestro dell'autrice che, anche quando tutto sembrava risolto e finito, non rinuncia all'ennesimo, spiazzante, colpo di scena.
E' un romanzo da leggere con la luce accesa che ci porta tra i vicoli oscuri di una città che cambia radicalmente aspetto quando cala il sole. Una Budapest così, non l'avete mai vista ve lo assicuro.
E' stata una vera scoperta, sono soddisfattissima della lettura e non posso che consigliarla ad occhi chiusi. Sono certa che l'apprezzerete anche voi, soprattutto se amate il genere.



venerdì 23 marzo 2018

Recensione "Mi vivi dentro" di Alessandro Milan

Buongiorno lettori,
oggi voglio parlarvi di una storia che fa male ma anche bene. La storia vera di un amore che sfida la malattia, e la morte, un amore che dà forza e speranza per superare anche i momenti più bui che, purtroppo, alcuni malati vivono quotidianamente.
Buona lettura!


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Tutto comincia alle sei di mattina, in radio, dove due giornalisti assonnati si danno il turno. Lui è appena arrivato e cerca di svegliarsi con un caffè, lei sta correndo a casa dopo aver lavorato tutta la notte. E succede che nella fretta i due si scambiano per errore i cellulari. Si rivedono qualche ora più tardi, e da un dialogo surreale nasce un invito al cinema, poi una mostra, un aperitivo, una gita in montagna. Francesca è bassina, ha i capelli biondi sparati, due occhioni azzurri che illuminano il mondo. È una forza della natura, sempre in movimento, sempre allegra. Alessandro è scherzoso e un po' goffo, si lascia travolgere da Francesca e dall'amore che presto li lega. E da lei impara, giorno dopo giorno, a vivere pienamente ogni emozione, a non arretrare di fronte alle difficoltà, a capire il significato della resilienza. E così anni dopo, insieme, con il sorriso sulle labbra, si troveranno a combattere la più terribile delle battaglie. Senza arrendersi mai.

Il senso di vuoto, il suo peso specifico, talvolta è insopportabile. E' come svegliarsi e scoprire di non avere più un braccio. Non c'è bisogno di guardarsi allo specchio per accorgersi che qualcosa non è più come prima.

Avevo sentito parlare moltissimo di questo libro così, incurante degli avvisi e dei consigli di altri lettori, mi sono tuffata tra le pagine di una storia che faccio fatica, ancora adesso, a digerire per il suo realismo e per il dolore che trasuda da ogni pagina. L'amore di Alessandro e Franci è cosa rara, di questi tempi, un amore che ha messo in pratica il concetto di 'in salute e in malattia', sfidando la scienza e la paura pur di continuare a sperare ancora. Mi è piaciuta tanto Franci, la sua voglia di vivere e la sua passione per i viaggi, è una donna che avrei voluto conoscere, una persona che portava la luce nelle vite di tutti coloro che la circondavano. Il ruolo di Alessandro è stato, però, il più difficile e il più complicato. Come fai a sorridere quando il tuo cuore piange? Come fai a spiegare a tuo figlio che, nonostante le tante battaglie vinte, perderai la guerra? Come fai ad immaginare una vita intera senza la tua anima gemella? Ho ammirato quest'uomo, da ogni punto di vista. E' un padre e un marito eccezionale, cosa più unica che rara. Ho pianto ogni lacrima possibile insieme a lui, ho sperato nel miracolo e abbracciato, virtualmente, Mattia e Angelica; ho sentito il vuoto lasciato da Franci e ho imparato ad amare la storia di questa famiglia attraverso i racconti e gli aneddoti che l'autore ci regala.

E' tempo di prendersi gli applausi, è tempo di inchini al pubblico.
Siamo qui.
Siamo vivi.
Siamo una famiglia.

Siamo di fronte ad una storia vera, in cui non troverete un finale da favola scontato e sognante, ma un serenità riconquistata con la forza dopo uno tsunami che ha destabilizzato, emotivamente e fisicamente, una famiglia come tante che probabilmente non meritava tutto questo dolore ma che è diventata più forte e consapevole grazie ad esso. Ogni personaggio del libro ha una sua prerogativa e un suo ruolo fondamentale: insieme, costituiscono una grande famiglia pronta a supportare e appoggiare Alessandro e Franci nei momenti più critici e nefasti della malattia. Il tempo sa essere spietato, quando ha una scadenza, ma è anche l'unico che può lenire le ferite e rendere l'assenza più tollerabile. Alessandro Milan ci regala un inno alla vita, all'amore e all'affetto familiare perché, in fondo, sono queste le cose più importanti. E' una storia che ho divorato in una mattinata, sono entrata in punta di piedi nella vita di questa famiglia e mi è dispiaciuto moltissimo lasciarli. La loro storia mi ha fatto riflettere ed emozionare, non ci sono abbastanza parole per esprimere il cordoglio e l'affetto per questa famiglia. Tutti dovrebbero leggere la storia di Franci, per quanto forte e dolorosa, è una straordinaria testimonianza di amore e vita.