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martedì 3 aprile 2018

Recensione "La paziente perfetta" di Jenny Blackhurst

Buongiorno lettori,
rientro soft nelle normali attività quotidiane e si riprende, a pieno ritmo, con i consigli letterari.
Oggi voglio parlarvi di un thriller di Jenny Blackhurst, uscito la scorsa settimana per Newton Compton. Avevamo già conosciuto l'autrice con il romanzo "Era una famiglia tranquilla" che, personalmente, avevo adorato e di cui vi ho parlato QUI.
Con lo stesso stile ricco di suspense e di complicazioni psicologiche, la Blackhurst ci guida in una nuova e inquietante storia. Buona lettura!


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Karen, Eleanor e Bea sono amiche sin da quando erano bambine. Tra loro non ci sono segreti, e ciascuna conosce le altre alla perfezione. Adesso che hanno superato i trent'anni, hanno cominciato ad allontanarsi a causa delle difficoltà di tutti i giorni: Eleanor è una moglie e una madre sommersa dalle responsabilità e che fatica a stare dietro a tutte le cose da fare; Bea è felicemente single, o almeno questo è ciò che lascia credere agli altri; Karen fa la psichiatra e, nonostante il proprio passato oscuro, considera se stessa la roccia del gruppo, l'amica su cui contare. Ma quando una nuova paziente si presenta nel suo studio con disturbi che non le sono ancora del tutto chiari, Karen comincia a temere di aver messo le sue più care amiche in pericolo. Perché la sua paziente sa cose sulle tre donne che nessuno all'infuori del loro ristretto circolo potrebbe (o dovrebbe) conoscere...

Tre amiche, vite frenetiche e segreti nascosti. Sono questi gli elementi chiave di un thriller che, ancora una volta, rivela una bravura fuori dal comune dell'autrice in grado di ingarbugliare, e non poco, la mente del lettore fino a fargli perdere completamente la testa alla ricerca della verità. Il focus dell'azione si concentra molto su Karen, professione psichiatra, una vita controllata e programmata ai limiti del possibile e una donna sempre impeccabile dal punto di vista estetico e comportamentale. L'autrice ci lascia intuire che la sua personalità non è poi così granitica e imperturbabile come sembra, la donna fugge infatti da un passato burrascoso e da un presente che non è proprio roseo come lo descrive alle persone che la circondano. La facciata cede rovinosamente quando si trova di fronte ad una paziente insolita, una donna che non sembra soffrire di una patologia mentale ma che, anzi, ha tutta l'intenzione di sfruttare le sedute per farle perdere il controllo con frasi e mezze verità riconducibili alla sua vita privata e a quella delle sue migliori amiche. E' in questo preciso istante che la storia prende il via, trascinandoci in un vortice di segreti e piani diabolici che hanno un solo, preciso obiettivo: distruggere la vita perfetta di Karen.

Puoi ripeterti fino allo sfinimento che non è stata colpa tua, puoi ragionare e cercare di discolparti, ma alla fine c'è sempre una vocina che ti sussurra che, se fossi stata più attenta e responsabile, non sarebbe stata distrutta nessuna vita.

Anche le personalità di Eleanor e Bea sono ben tratteggiate e definite: la prima è una neomamma in piena depressione post partum, la seconda una trentenne spensierata e felice o, almeno, questa è l'impressione che vuole dare. L'amicizia del trio viene messa a dura prova man mano che la verità inizia a farsi strada tra loro, minando l'opinione che tutte avevano delle altre. Le bugie hanno le gambe corte e la Blackhurst gioca benissimo con questo assunto mostrando i limiti delle piccole bugie che raccontiamo a noi stessi, in primis, e agli altri pur di dimostrare la migliore versione della nostra persona al resto del mondo. Il ritmo, nella seconda parte del libro, si fa incalzante e ancora più coinvolgente. La scelta di raccontare e mettere a confronto, contemporaneamente, passato e presente crea un pathos non indifferente e una curiosità crescente di capire, fino in fondo, l'obiettivo dell'autrice. Lo stile della Blackhurst è molto diretto ed esplicito, c'è un discreto spazio per le emozioni ma solo nelle loro accezioni negative. Una cosa che mi ha colpito, è tutta la parte medico psichiatrica inserita qui e là nel libro: in un thriller psicologico è un elemento imprescindibile.
Non è ai livelli di 'Era una famiglia tranquilla' ma, vi assicuro, che vi darà lo stesso da pensare. Nel complesso, mi è piaciuto e lo consiglio a tutti gli amanti del genere.



lunedì 20 febbraio 2017

Recensione "Era una famiglia tranquilla" di Jenny Bluckhurst

Buongiorno cuori librosi,
oggi vi parlo di un thriller strepitoso edito da Newton Compton.
Si tratta di "Era una famiglia tranquilla", scritto da Jenny Blackhurst.
Buona lettura!


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LA RECENSIONE:

"Ora che ho iniziato, non posso arrendermi tanto facilmente. La parte di me che si è sempre fatta delle domande deve conoscere la verità. Devo rivangare il passato, affondare nella merda fino alle ginocchia, per vedere cosa c'è sotto. Me lo merito? Sono pazza?"

Emma Cartwright è una donna come tante che vive in una piccola cittadina. Ha solo un'amica e un pesante passato da nascondere. Solo pochi mesi fa, infatti, si chiamava Susan Webster ed era appena uscita da un istituto psichiatrico dopo aver scontato la pena per l'omicidio di suo figlio. Al processo è stato detto che soffriva di psicosi puerperale, che non ha mai creato un rapporto con il neonato e, infine, che lo ha brutalmente soffocato. Emma/Susan ha completamente rimosso il fatto e quando riceve, nella sua nuova vita, una foto di un bambino di nome Dylan, tutto cambia.
E se le cose non fossero andate come le hanno sempre fatto credere?

"Ho sempre saputo che me l'ero cavata con una pena troppo leggera. Ora qualcuno vuole farmi soffrire, soffrire davvero. Mio padre? Non lo so. Ma quello che so è che non è finita. Non finirà se prima non scoprirò chi mi sta facendo questo."

Continuano ad arrivare oggetti di suo figlio e i suoi tentativi di indagare subiscono più volte dei sabotaggi. Emma inizia a convincersi che c'è una remota possibilità che suo figlio sia vivo e questa nuova consapevolezza apre nuovi ed infiniti scenari. Se suo figlio fosse vivo, non sarebbe più un'infanticida, non sarebbe più costretta alla gogna mediatica e a vivere con una nuova identità. La donna si aggrappa a questa novità con tutte le sue forze, ma più si fa strada tra gli indizi e gli atti del suo processo, più si delinea una verità agghiacciante.

"Ovviamente ho paura, non prendo alla leggera un tentato omicidio, ma adesso so che stiamo per scoprire cos'è successo a mio figlio e non posso fare a meno di sentirmi emozionata. Lo troveremo, o morirò nel tentativo di trovarlo. E se questa adesso sembra un'eventualità molto concreta, non m'importa. Sono disposta a morire per mio figlio. E sono disposta persino a uccidere per lui, se si dovesse arrivare a tanto."

La chiave del mistero si nasconde nel passato del suo ex marito e padre di Dylan, ad accompagnarla c'è Nick, un giornalista che sembra credere al complotto pur non conoscendola. Un colpo di scena dietro l'altro, Emma scopre il terribile inganno di cui è stata vittima ed è più in pericolo che mai.


Quando ho iniziato a leggere questo libro, non potevo credere a quello che i miei occhi stavano leggendo. Era davvero la storia di un'infanticida? Dopo le prime pagine, però, si è subito delineato un nuovo scenario altrettanto agghiacciante. Emma/ Susan è un personaggio straordinario che affronta la situazione con la determinazione che solo una madre può avere. E' stato interessante vedere che il suo istinto materno, sopito durante i primi mesi di vita del bambino, si sia rivelando in un momento terribile per lei e le dia la forza per scoprire la verità. Ho amato Cassie, l'amica che tutte vorremmo, in grado di comprendere tutti i pregi e difetti di Emma senza fare domande. Nick è un personaggio enigmatico che capiremo perfettamente solo nel finale. Epilogo spiazzante e inaspettato. L'autrice intesse una trama eccezionale per una storia complessa e originale. La narrazione procede con un ritmo incalzante e si snoda su due diversi piani temporali: il passato e il presente. La voce di più narratori ci permette una visione d'insieme della storia e di comprenderne ogni sua parte. La prosa dell'autrice è ben curata e scorrevole, ho divorato il libro in un solo giorno. Amo questo genere e "Era una famiglia tranquilla", entra di diritto tra i miei thriller preferiti di sempre.
Lo consiglio!



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