venerdì 28 febbraio 2025

Recensione "Ho rubato al re d'Inghilterra" di Fabio Pozzo

 Buongiorno lettori e ben ritrovati sul blog,

oggi parliamo di un libro diverso dal solito su un 'crimine' interessante. Non vi anticipo altro e vi auguro una buona lettura!


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Pagine 256

Londra, 24 febbraio 1994. Un palazzo antico coperto da un'impalcatura, un allarme che non funziona, una sorveglianza che non c'è: è un colpo facile facile per un ladro esperto, che se ne va con una borsa piena di gioielli e altri preziosi e del tutto ignaro di chi sia quella nobile casa tanto lussuosa... Lui è un italiano, si chiama Renato Rinino e si trova a Londra senza grandi progetti; il nome della sua «vittima» lo scopre qualche giorno dopo, dai quotidiani. Quello che ha svaligiato è St. James's Palace, l'allora residenza londinese del principe del Galles, Carlo d'Inghilterra.  È il furto del decennio, è uno scandalo, Scotland Yard va subito in fibrillazione, televisioni e giornali si impadroniscono e amplificano il caso. Rinino stesso, che in un primo momento ha cercato di vendere i gioielli, non sa cosa fare, finché non escogita un piano per tornare in Italia portandosi dietro la refurtiva. La caccia al ladro è cominciata... Basandosi su documenti d'archivio, materiali dell'indagine, cronache giudiziarie, interrogatori, e soprattutto sul memoriale inedito di Rinino, Fabio Pozzo ricostruisce l'incredibile vicenda con precisione da detective e con avvincente piglio narrativo, raccontandoci anche, oltre al leggendario furto, la storia di un personaggio picaresco, sopra le righe e insofferente alle regole che tra luci e ombre insegue la sua piccola gloria.

"Ho rubato al re d'Inghilterra" è un memoriale interessante firmato dal giornalista Fabio Pozzo sulla vita del ladro noto come il Lupin della Riviera, Renato Rinino.

Ebbene sì, il libro racconta la vita e le "gesta" di Renato Rinino che riuscì in un'impresa a dir poco epica: realizzare un colpo nella residenza londinese del Principe Carlo d'Inghilterra e, per giunta, totalmente ignaro di averlo fatto!

Ma andiamo con ordine, grazie ad un incredibile lavoro di ricerca su documenti, ricostruzioni e il memoriale scritto dallo stesso Rinino, abbiamo tra le mani il racconto di una vita iniziata nella povertà e segnata dai sacrifici che porta, quasi inevitabilmente, a cercare una via d'uscita proprio compiendo furti e rapine. 

Fabio Pozzo è riuscito a ricostruire molto bene anche la personalità del protagonista che sembra una sorta di ladro gentiluomo che ruba ai ricchi cose di cui probabilmente non sentiranno nemmeno la mancanza. Trasferitosi a Londra, ufficialmente per cercare di dare una svolta legale alla propria vita, la strada di questo ladro genovese incrocia in maniera totalmente inaspettata con quella del futuro re d'Inghilterra.

Il St. James's Palace, per lui, non è altro che l'ennesima bellissima casa in cui sicuramente troverà denaro e preziosi da rubare, soltanto nei giorni successivi quando su tutte le prime pagine viene rivelato che c'è stato un furto ai danni del Principe, Renato si rende conto che gli strani gioielli descritti sono proprio quelli in suo possesso, collegando quindi il suo ultimo colpo alla vicenda che da ordinaria passa direttamente allo status di 'epica'.

Personalmente, non conoscevo nulla di questa storia e devo dire che l'ho trovata 'simpatica' nel suo insieme. Ci sono stati dei momenti esilaranti e rocamboleschi ma in generale ho letto con interesse le imprese compiute da Rinino pur non approvandole, ovviamente.

E' un libro che vuole raccontare una storia di vita reale, per quanto particolare, quindi non aspettatevi suspense o colpi di scena. Gli elementi di finzione sono praticamente inesistenti mentre le ricostruzioni sono accurate e fedeli alla verità 'storica' dell'epoca.




mercoledì 26 febbraio 2025

Recensione "Mariano Di Gesù al Princess Hotel" di Giuseppe Sorgi

 Buongiorno e ben ritrovati sul blog.

Qualche giorno fa ho ricevuto da Salani Editore una box a sorpresa che mi invitava a mettermi comoda ed iniziare un'indagine al "Princess Hotel".

Ebbene, ho accolto l'invito con piacere e insieme a Mariano Di Gesù, che è diventato uno dei miei personaggi preferiti di sempre, sono "partita" per la Scozia con destinazione Princess Hotel.

Buona lettura!



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Pagine 229

Accompagnare i suoi genitori a Edimburgo, per festeggiare le loro nozze d’oro, non è esattamente ciò che Jole chiamerebbe una vacanza. Semmai, un supplizio. Sua madre ha un carattere complicato, e suo padre da sempre asseconda la moglie in tutto. Benché Jole sia pronta al peggio quando, dopo un volo turbolento, mette piede nell’elegante hall del Princess Hotel, non può immaginare quali imprevisti le abbia riservato il soggiorno scozzese. Poche ore più tardi, infatti, in quell’albergo avverrà una serie di decessi. Cosa unisce quelle morti? Possibile che si tratti di una fatale coincidenza, come qualcuno vorrebbe far credere? Non spetta certo a lei indagare, ma un altro ospite italiano dell’albergo, Mariano Di Gesù, straripante e ficcanaso come un incrocio tra Poirot, Miss Marple e la signora Fletcher, si è messo in testa di risolvere il caso e di coinvolgere la donna, trascinandola con sé in una serie di guai, pericoli e situazioni surreali. Portando dalla sua esperienza teatrale una formidabile gestione delle voci e dei tempi comici, Giuseppe Sorgi ha creato un giallo originalissimo e fulminante, nel quale l’imprevisto, dispettoso com’è, accade con puntualità diabolica.

Quando ho iniziato la lettura del libro, armata di morbidissime ciabattine gentilmente offerte dall'hotel e fuori porta a tema per non essere disturbata durante la lettura, non avevo idea della storia che mi sarei trovata davanti. Come faccio spesso, infatti, ho deciso di non leggere la trama e immergermi direttamente tra le pagine.

A pagina dieci ero già piegata in due dalle risate per lo stile letteralmente esilarante di Giuseppe Sorgi e il suo senso dell'umorismo al limite tra il sacro e il profano. I due protagonisti della storia sono adorabili: da una parte abbiamo Mariano, una personalità poliedrica e autoironica all'ennesima potenza; dall'altra c'è Jole, adulta disincantata e intrappolata in un'esistenza che la rende insoddisfatta e frustrata.

Per una serie di "sfortunati eventi", entrambi si ritrovano ospiti del meraviglioso Princess Hotel, un luogo elegante in cui permea un'atmosfera d'altri tempi, ma soprattutto si ritrovano indirettamente coinvolti in un caso di omicidio. Da questo momento in poi la storia si tinge di giallo con un caso dalla tematica molto interessante che, in alcuni passi, strizza l'occhio anche alle più famose spy story con complotti e segreti di stato.

Mariano e Jole si rivelano dei personaggi incredibili e una coppia assai improbabile, lo stile dell'autore è talmente vivido che vi sembrerà di vederli mentre indagano sugli omicidi, che nel frattempo si moltiplicano, e si ritrovano alle prese con fughe rocambolesche e informazioni 'sensibili' che non dovrebbero conoscere.

Italia e Scozia, due scenari, molti personaggi e risate a non finire a suon di espressioni non proprio politicamente corrette e un'ironia disarmante. Sicuramente ciò che mi porterò dietro del libro, nel tempo, sarà proprio il ricordo delle risate che mi ha suscitato anche se vorrei sottolineare la bellezza e l'interessante indagine al centro della trama.

Se siete alla ricerca di un bel viaggio da poltrona, avete trovato il titolo giusto!



lunedì 24 febbraio 2025

Recensione "La prima indagine delle regine del giallo" di Marie Benedict

 Buongiorno e ben ritrovati sul blog,

iniziamo la settimana con un giallo carinissimo che ho avuto modo di leggere grazie a Newton Compton. Si tratta de "La prima indagine delle regine del giallo", firmato dalla penna di Marie Benedict.

Buona lettura!

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Pagine 320

Londra, 1930. Le cinque più grandi scrittrici di gialli si sono unite per formare una società segreta con un unico obiettivo: dimostrare di non essere seconde a nessuno dei loro colleghi maschi nel leggendario Detection Club. Guidato dalla formidabile Dorothy L. Sayers, il gruppo include Agatha Christie, Ngaio Marsh, Margery Allingham e la baronessa Emma Orczy. Si fanno chiamare le Regine del Giallo. Il loro piano? Risolvere un vero caso, quello della morte di May Daniels, una giovane donna inglese trovata strangolata in un parco in Francia. Determinate a far luce sull'omicidio ormai su tutti i giornali, le Regine del Giallo intraprendono la loro indagine, scoprendo che l'unione fa la forza. Ma presto l'assassino prende di mira Dorothy Sayers, minacciando di rivelare un oscuro segreto del suo passato che lei ha sempre fatto di tutto per tenere privato. Riusciranno le nostre Regine a dare un volto all'assassino e a salvare il segreto di Dorothy? Cinque talentuose scrittrici e un mistero da risolvere che sembra venuto fuori dalle pagine dei loro romanzi.

Posso dichiarare con una certa convinzione che questo romanzo di Marie Benedict è il giallo più bello attualmente pubblicato nel 2025. Un romanzo tutto al femminile che ha come protagoniste cinque autrici realmente esistite alle prese con un caso che, sulla carta, è impossibile da risolvere.

"La prima indagine delle regine del giallo" vanta, tra i suoi personaggi, persino la celebre Agatha Christie che insieme alle sue colleghe scrittrici si ritrova tra le mani un caso di sparizione, che si rivelerà poi un omicidio, che segue uno schema caro a tutte loro 'la camera chiusa'.

Questa combriccola di donne brillanti si ritrova a fronteggiare diversi ostacoli lungo il cammino, primo fra tutti l'ingerenza degli ambienti maschili che si stanno già occupando del caso che non vedono di buon occhio né la loro curiosità, né le loro opere. Inizialmente, infatti, la voglia di risolvere il caso è dovuta per lo più all'obiettivo di dimostrare le loro capacità come autrici di gialli ma, ben presto, si trasforma in una missione ben più importante: dare giustizia e dignità alla vittima.

La storia realizzata da Marie Benedict è ricca di elementi e raccontata con dovizia di particolari sia storici che sociali dell'epoca in cui è ambientata. La prosa elegante e precisa è una coccola per gli occhi, le protagoniste e le loro complesse personalità conquistano il lettore che fa il tifo per loro. Il caso in sé è un ottimo enigma da risolvere, ideale per intrattenere gli appassionati del genere giallo.

Ne sono rimasta completamente conquistata e soddisfatta, soprattutto perché mi ha permesso di conoscere altre autrici di questo genere che tanto amo e di cui, di solito, si rammenta solo la celebre Christie. 

Assolutamente consigliato!





martedì 18 febbraio 2025

Recensione "La foresta degli alberi ritorti" di Jennifer Radulovic

 Buongiorno e ben ritrovati sul blog.

Nella recensione di oggi, vi parlo di un libro dalle atmosfere molto suggestive e inquietanti che richiama molto le vibes dei racconti di Irving. 

Si tratta de "La foresta degli alberi ritorti", scritto da Jennifer Radulovic, e pubblicato da Mursia che ringrazio per la copia.

Buona lettura!



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Pagine 256

Nella Londra del 1898, Alexander Esbury, giovane studioso del Museo di storia naturale specializzato in alberi, è vessato da strani ricordi. Figlio di un aristocratico inglese e di una nobildonna scozzese, è richiamato presso la tenuta di famiglia, nelle campagne del Galloway, a causa di un improvviso malessere del padre. Durante il viaggio, però, accompagnato dall’amico americano Jethro, sarà testimone di una serie di spaventose morti inspiegabili. Hanno a che fare con i suoi terrificanti deliri? Tra brume pestifere, vallate sconfinate, accadimenti inspiegabili e boschi inquietanti di alberi ritorti, il mistery thriller dalle atmosfere gotiche di Jennifer Radulovic cala il lettore tra Londra e la Scozia dell’età vittoriana, in una storia misteriosa che strizza l’occhio alla psicologia disturbante di Poe e ricca di curiosità storiche puntuali su una delle epoche più tenebrose e affascinanti di sempre.



"La foresta degli alberi ritorti" è una storia ambientata sul finire dell'800 tra Londra e la Scozia. Jennifer Radulovic sposa perfettamente il periodo storico nello stile e nelle atmosfere al punto che il lettore si trova completamente catapultato in questo contesto storico e sociale. Una delle cose che mi ha colpito subito, infatti, è la descrizione accurata anche delle convenzioni sociali dell'epoca che influenzeranno, e non poco, l'intero svolgimento della trama.


Alexander Esbury si rivela un protagonista ben caratterizzato e in grado di conquistare bene il cuore di chi legge. L'autrice ce lo presenta come un giovane tormentato di buona famiglia, esperto di storia naturale e, in particolare, di alberi. Tra i suoi ricordi di infanzia e adolescenza, c'è un ambiente ricorrente che lo affascina e spaventa al tempo stesso, si tratta de "La foresta degli alberi ritorti" che dà il titolo all'intera opera.


«C’è un luogo dove, da quando ho memoria, mi è fatto divieto entrare. Ed è proprio questo il luogo che, quando da ragazzo vagabondavo in cerca di evasione, ho scelto come rifugio speciale nei miei momenti di solitudine. Il posto di cui parlo, il mio posto, è un bosco. Il bosco della distortio arboris



Questo luogo è inquietante e permeato da leggende e mistero. Inizialmente non è chiaro se si tratti di suggestione o di vere e proprie azioni paranormali ma è chiaro che la foresta e i suoi strani alberi hanno un effetto oscuro e. forse, pericoloso per Alexander. 


Ottima performance anche per Jethro, amico fidato del protagonista che dimostrerà un senso di lealtà che difficilmente si riscontra nelle persone, soprattutto davanti ad eventi minacciosi e nefasti. In generale ogni personaggio partorito dalla mente di Jennifer Radulovic ha un ruolo cruciale ed è ben caratterizzato. 


Mi sono piaciute molto le svolte inaspettate e i colpi di scena presenti nel libro, ho avuto la sensazione che ogni tassello venisse posto nella sua giusta collocazione. Ovviamente ho amato molto tutta l'atmosfera gotica e paranormale e come è stata inserita la tematica. 


La prosa dell'autrice è fine e ricercata ma, allo stesso tempo, scorrevole e piacevole da leggere. Storia e scienza si mescolano perfettamente al folklore dando vita ad una vicenda originale e coinvolgente.


Le note presenti nel finale, poi, chiudono perfettamente il cerchio approfondendo alcuni eventi e concetti incontrati durante la lettura.


"La foresta degli alberi ritorti" è il libro perfetto per tutti i lettori che amano storie originali, misteriose e dalle atmosfere gotiche. Lo consiglio!




martedì 11 febbraio 2025

Recensione "I sette corvi" di Matteo Strukul

 Buongiorno e ben ritrovati sul blog,

sono pronta a parlarvi di una lettura 'da brividi', in uscita oggi per Newton Compton.

Si tratta del nuovo libro di Matteo Strukul, "I sette corvi".

Buona lettura!



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Pagine 288

Gennaio 1995. A Rauch, minuscolo paese della Val Ghiaccia, gola sperduta in una delle più remote lande delle Alpi Venete, quasi al confine con il Friuli, viene ritrovato il cadavere della giovane insegnante Nicla Rossi. Il volto, escoriato, è stato privato degli occhi, come se qualcuno glieli avesse strappati. La polizia di Belluno incarica l'ispettrice Zoe Tormen e il medico legale Alvise Stella di recarsi sul luogo, poiché le dinamiche dell'omicidio fanno pensare a un potenziale serial killer. I due non potrebbero essere più diversi: Zoe ha trent'anni, è figlia della montagna e sembra uscita dalla copertina di un disco di musica grunge; Alvise, invece, è un uomo di città, ama i completi, la musica classica e gli scacchi. Anche se i loro mondi sembrano destinati a collidere, dovranno unire le forze, perché nella morte di Nicla niente è come sembra. A Rauch si annida un male profondo che neanche la neve è riuscita a spazzare via; un male che affonda le sue radici nella sete di giustizia e in un'antica leggenda. Il passato è diventato presente e forse non è un caso che proprio Zoe sia giunta a Rauch...

Quando ho iniziato a leggere questo libro non avevo idea di cosa aspettarmi. Nonostante Matteo Strukul sia uno degli autori italiani più noti e di successo, e pur avendo in libreria diversi suoi libri, in questo romanzo si confronta in un genere un po' diverso rispetto al solito. Ho sentito un richiamo fortissimo verso "I sette corvi" e, dopo averlo finito nel giro di un paio di giorni, ho capito perché: incarna tutto ciò che cerco al momento come lettrice. Ambientazione suggestiva e ancestrale, antiche leggende, storia inquietante con sfumature horror e gotiche. 

Nonostante la mole esigua di pagine, "I sette corvi" è una storia dal ritmo coinvolgente e ricca di elementi interessanti che rendono l'insieme un libro da non perdere. In primis i due protagonisti, Zoe e Alvise, raramente mi è capitato di entrare in sintonia quasi in modo immediato con dei personaggi. Matteo Strukul ce li descrive perfettamente: le loro diversità, le personalità piene di interessi e il loro ruolo in ambito lavorativo che li rende complementari l'uno all'altra. Mi sono entrati nel cuore!

In quella linea di frontiera avrebbe cercato di trovare la vera se stessa, a costo  di mettere a nudo lo spirito dell'inquietudine che si agitava dentro di lei, proprio come un corvo in una gabbia.

Un altro motivo per leggere "I sette corvi" è, senza dubbio, l'ambientazione. Rauch è un paese isolato, con pochi abitanti, dominato da montagne e completamente governato dalla natura e i suoi elementi. Si percepisce, ad ogni pagina, che non si tratta di un luogo come tutti gli altri ma di un posto sospeso, in attesa di qualcuno, o meglio, qualcosa....

I corvi sono, letteralmente, ovunque: dal titolo, alla copertina passando per i cieli di Rauch. Tanti i richiami ad altre opere, come Il corvo e Gli uccelli, questi volatili rivestono un ruolo decisivo nel libro oltre che importantissimo per la risoluzione del mistero.

La seconda parte del libro del libro si legge in preda all'angoscia e con il fiato sospeso. Matteo Strukul non risparmia niente e nessuno in una furia cieca di eventi e rivelazioni che conducono ad un epilogo incerto fino alla fine. La narrazione è talmente evocativa che sembra di avere davanti le immagini di un film e non di un romanzo.

Se amate il genere horror, le atmosfere tra il fantasy e il realismo magico, amerete "I sette corvi"! Assolutamente consigliato!!


Qui trovate la recensione di un altro libro che ho amato di Matteo Strukul:

"Inquisizione Michelangelo" → recensione



venerdì 7 febbraio 2025

Recensione "La leggenda di Sleepy Hollow" di Washinton Irving con illustrazioni di Diana D. Gallese

 Buongiorno e ben trovati sul blog.

Oggi vi parlo di una graphic novel, genere con il quale mi confronto molto di rado. Davanti alla proposta della casa editrice Pensiero Creativo, però, ho abbandonato ogni riserva e ho fatto decisamente bene!

Senza ulteriori indugi, vi racconto "La leggenda di Sleepy Hollow", di Washington Irving, che in questa edizione trovate abbellita dalle stupende illustrazioni di Diana D. Gallese.

Buona lettura!


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Pagine 88

Il progetto della giovane autrice si rifà al capolavoro dello scrittore statunitense Washington Irving (1783-1859), che diviene albo illustrato e prende le vesti di una fiaba macabra e nera destinata a un pubblico adulto. Le illustrazioni vogliono ricreare il simbolismo mistico del secolo con citazioni a grandi maestri dell’occulto come Francisco Goya e Luis Ricardo Falero. Gli enigmatici luoghi e figure del periodo storico della caccia alle streghe, durante il quale maledizioni e sortilegi avevano il potere di “stregare le menti di chiunque”, prendono forma abbracciando il testo e i suoi sviluppi. "La leggenda di Sleepy Hollow" è, nella sua essenzialità, un testo grafico che istilla nel lettore una riflessione dai tratti emotivi importanti: siamo davvero artefici del nostro destino o siamo in balìa di forze oscure?”


Preparatevi a partire verso una terra misteriosa, avvolta nella nebbia. Una terra in cui le leggende non sembrano solo storie ma dei racconti di un qualcosa realmente accaduto. Cosa si nasconde, davvero, a Sleepy Hollow?

Come avrete intuito, la bellezza di questa breve ma intensa graphic novel sta nelle illustrazioni meravigliose realizzate da Diana D. Gallese. 

Questa bravissima illustratrice rielabora il celebre racconto di Irving tratteggiando i personaggi più famosi del racconto e il villaggio misterioso e oscuro di Sleepy Hollow.

"Un'aria sognante e intorpidita sembra avvolgere questo luogo impregnandone l'atmosfera. 

Per la pace indolente che la caratterizza e la peculiare natura di coloro che vi abitano, questa piccola valle incantata è nota come Sleepy Hollow"



Oltre al protagonista Ichabod, la cui personalità è caratterizzata da una forte componente razionale che mal si adatta al contesto fatto di misteri e leggende, ritroviamo altri personaggi celebri del racconto, primo tra tutti proprio la figura del cavaliere senza testa che cavalca nei campi alla ricerca della sua testa.


Le sfumature gotiche e oscure sono palpabili e rese ancora più evidenti dalle illustrazioni in carboncino che ci conducono in una spirale discendente e misteriosa.


L'epilogo rispecchia perfettamente l'andamento del racconto e suggella la nascita di una leggenda destinata alla gloria eterna e perpetua.




lunedì 3 febbraio 2025

Recensione "Festa di mezzanotte" di Lucy Foley

 Buongiorno e ben ritrovati sul blog,

oggi vi parlo di una delle ultime uscite del catalogo di Timecrime, "Festa di mezzanotte", firmato dalla penna di Lucy Foley. Vi ho già parlato di lei QUI in occasione dell'uscita de "La lista degli ospiti" e anche QUI quando ho letto per voi "Morte nelle Highlands".

Buona lettura!


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Pagine 360

Il Maniero è una tenuta extralusso immersa in un’antica foresta del Dorset riguardo alla quale sopravvive un’antica leggenda: pare sia abitata dagli Uccelli, creature vendicatrici della tradizione pagana chiamate a rimediare ai torti causati da chi elude la giustizia. È stata progettata per offrire una fuga pacifica a ospiti privilegiati e la sua proprietaria, Francesca Meadows, ha deciso di organizzare una memorabile festa del solstizio d’estate con l’aiuto di suo marito, più giovane, l’aspirante architetto Owen. Tutto procede come previsto, anche se Francesca si sente minacciata da Bella, un’ospite misteriosa che è decisa ad affrontare i segreti del suo passato. Ma all’improvviso un evento straordinario sconvolge i loro piani: un incendio devastante travolge il Maniero, gli ospiti sono terrorizzati e viene rinvenuto un corpo senza vita. Il giorno successivo al solstizio, indagando sulla tragedia accaduta al Maniero, l’ispettore Walker comincia a porsi una serie di domande: cos’è successo durante il solstizio? Chi è morto? Chi è il responsabile? Come si è sviluppato l’incendio? I lettori hanno il compito di raccogliere i pezzi del puzzle per risolvere il mistero; ma nulla è come sembra e l’astuta narrazione di Lucy Foley vi terrà con il fiato sospeso.


Il nuovo libro di Lucy Foley è uno di quei libri che definisco "diesel" in quanto è caratterizzato da una partenza lenta che si evolve, poi, in un finale esplosivo.

L'ambientazione è un elemento chiave: il maniero, e i suoi misteri, sorge infatti in un luogo quasi ancestrale. Gli abitanti mal sopportano la famiglia Meadows, proprietaria del castello, che pretende di fare il bello e il cattivo tempo in virtù del vasto patrimonio economico che possiedono. L'autrice esprime molto bene il clima di malcontento generale nei loro confronti da parte della popolazione autoctona di Tome.

Un altro elemento che genera interesse, è un diario che descrive gli avvenimenti di un'estate molto particolare in cui accadde un evento cruciale ai fini della trama. Unitamente all'uso di diversi narratori, il lettore si ritrova, via via, sempre più coinvolto nella storia e desideroso di scoprire cosa accadde e, soprattutto, chi sono gli Uccelli.

Nel presente, infatti, l'ultima erede della famiglia Meadows ha deciso di trasformare il Maniero in una specie di resort esclusivo sotto gli sguardi di totale disapprovazione della popolazione di Tome. L'evento di apertura presenta subito criticità ed episodi funesti. Emerge anche che alcuni personaggi sono strettamente collegati al passato del Maniero e che, probabilmente, è proprio lì che bisogna ricercare la causa scatenante di ciò che sta accadendo adesso. 

La seconda parte di "Festa di mezzanotte" è un susseguirsi di scoperte shockanti e momenti epici che ci conducono ad un epilogo estremamente soddisfacente, alla luce di tutti gli eventi che abbiamo letto nel corso della narrazione di Lucy Foley.

Probabilmente l'unico appunto è sulla parte centrale del libro che ho trovato leggermente confusionaria, si fa fatica a capire la direzione che prenderà la storia ma probabilmente è un espediente voluto appositamente dall'autrice. 

Nel complesso si tratta di una storia in cui i segreti, i pettegolezzi e le leggende si mescolano tra loro in maniera perfetta, dando vita ad una storia oscura che, oltre all'elemento thriller, ha un'ottima dose di suspense e vibes paranormali.




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