martedì 26 novembre 2019

Recensione "Morte di uno scrittore" di Hakan Nesser

Buongiorno, lettori.
Oggi voglio parlarvi di un thriller molto breve edito da Guanda Editore, "Morte di uno scrittore", firmato da Hakan Nesser.
Buona lettura!


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David Moerk è un traduttore che vive una vita solitaria dopo la scomparsa della moglie in circostanze misteriose e ha appena ricevuto l'incarico di tradurre l'ultimo romanzo - inedito - di un celebre scrittore, Germund Rein. Ma nel frattempo Rein è morto e non può più spiegare perché pretende che quella sua opera non venga pubblicata in lingua originale e, soprattutto, perché si debba mantenere il massimo riserbo al riguardo. Dopo le prime indagini, le circostanze portano tutti a pensare che l'uomo si sia suicidato... Traducendo quell'ultimo, enigmatico lavoro, Moerk si convince tuttavia che Rein sia stato ucciso da qualcuno a lui molto vicino. Determinato a capire cosa nascondano realmente la scomparsa della moglie e quella dell'autore, Moerk scoprirà molto presto che il contenuto di quel libro è destinato a stravolgere per sempre più di una vita. La sua, per prima.

Il libro di Nesser intreccia le storie di due uomini dando vita ad una trama inquietante e affascinante al tempo stesso. La vita di David Moerk, un traduttore dal passato ambiguo, arriva ad un punto di svolta quando gli viene conssegnato l'ultimo lavoro di Germund Rein, un famoso scrittore deceduto da poco in circostanze misteriose. La storia prende il via proprio da questo manoscritto dal valore inestimabile e che deve uscire sul mercato il prima possibile.
Proprio tra le pagine del manoscritto, le esistenze di David e Germund si incrociano in maniera inesorabile.

Le invio il mio ultimo manoscritto perché sia tradotto e pubblicato.
Proibisco qualsiasi contatto con i miei o altri editori. 
Il libro non deve per nessuna ragione uscire in lingua originale. 
Massima segretezza indispensabile. 
Distinti saluti, Germund Rein
P.s. Questa è l'unica copia. Do per scontato di potermi fidare da lei.

La storia viene divisa in tre parti: la prima è una sorta di introduzione sulla vita di entrambi questi personaggi ed è anche quella un po' più statica e pesante da leggere. Nella seconda parte, si entra nel vivo della storia e della traduzione del manoscritto e i toni cambiano decisamente registro, facendo luce su una verità sconcertante. Nell'ultima parte, calano le maschere e i personaggi vengono mostrati realmente per quello che sono. Sono rimasta molto colpita dalle dinamiche interpersonali tra i vari personaggi e dalle rivelazione che l'autore si lascia sfuggire strada facendo. Tutto quello che crediamo vero, nelle prime pagine, viene radicalmente smantellato durante tutto il corso del romanzo.

La parte migliore? Un colpo di scena finale che getterà un'ulteriore nuova luce sull'intera vicenda. Le vite di questi due uomini hanno più punti in comune di quanto sembra ma affronteranno le cose in maniera diversa: Rein sceglie una condotta geniale e crudele, mentre Moerk si ritroverà con un pugno di mosche in mano. Nel complesso non posso negare che si tratti di una storia interessante, l'autore è riuscito a dosare bene la suspense e la tensione narrativa mentre ha lasciato un po' a desiderare nel momento in cui è andato a sciogliere i nodi della trama. 



lunedì 25 novembre 2019

Recensione "Purché sia amore" di Barbara Nalin

Buongiorno, lettori.
Oggi torno a parlarvi di romance con "Purché sia amore", di Barbara Nalin.
Buona lettura!


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Brigitte, per gli amici Bri, ha sempre creduto nell’amore e pensato che valesse la pena di donarsi interamente a un sentimento così intenso. Il problema, però, è che l’amore non sempre le ha risposto allo stesso modo. Adesso che anche la sua relazione con Emanuel è finita nel peggiore dei modi, Bri vede riaffiorare un dolore mai sopito, provato tempo addietro per un altro uomo: Niccolò, la sua vera anima gemella. Sa benissimo che tutto ciò che è venuto dopo di lui è stato solamente il tentativo di ricostruire la propria vita dopo la distruzione, di risorgere dalle ceneri. L’amore, però, così come il dolore, non è fatto per essere messo in un angolo e ha bisogno di essere affrontato, capito, vissuto. Attraverso le pagine divertenti e divertite del suo blog, Bri ripercorre la propria storia d’amore, alla ricerca del punto in cui tutto si è perduto e in cui il suo bisogno di essere amata ha avuto la meglio sul suo istinto tutto naturale di donna. Nel suo viaggio verso la propria realtà interiore, però, Bri non sarà mai sola e i consigli di una zia sempre sopra le righe e di una cugina innamorata della vita la sosterranno e guideranno, passo dopo passo, tra momenti esilaranti e attimi di sfuggente malinconia. E Niccolò è davvero irraggiungibile o i due riusciranno ad avere una seconda possibilità?

'Purché sia amore', è la storia di Bri e della sua ricerca dell'amore vero.
Finora non è stata molto fortunata ma non ha intenzione di arrendersi e dare ragione a Niccolò e alla sua visione disincantata dei rapporti a due. Devo essere sincera, non sono entrata granché in sintonia con questa protagonista ma sono riuscita a comprendere le motivazioni che ci sono dietro i suoi atteggiamenti. Mi è dispiaciuto vederla autodistruggersi e procurarsi volontariamente delle delusioni con persone palesemente inadatte ma, allo stesso tempo, ho apprezzato la voglia di reagire e di rimanere fedele a sé stessa creando un blog dei sentimenti che rappresenterà un vero punto di svolta nella sua vita. Al suo fianco, due personaggi femminili niente male: una zia e una cugina davvero strampalate che mi hanno strappato più di una risata. E' un trio femminile che funziona e si compensa e distrae un po' dalla tematica amorosa che è il perno centrale attorno al quale ruota la trama.

Molto bene anche per quanto riguarda la questione stilistico/narrativa: la divisione dei capitoli, lo stile abbastanza dettagliato e curato aiutano a comprendere la vicenda fino in fondo anche se manca un po' una voce maschile che mostri un po' un punto di vista differente. Lo stile è frizzante, energico ma anche più riflessivo e raccolto a seconda del momento, come i sentimenti raccontati.
Mi è piaciuta moltissimo l'ambientazione e il modo in cui l'autrice la descrive permettendo a chi legge di immaginare ogni particolare. Barbara Nalin sa dare il giusto valore ad ogni elemento: non perde tempo a romanzare troppo la vicenda e nemmeno caricare eccessivamente i suoi personaggi, rendendo tutto molto realistico, caratteristica non scontata quando parliamo di romance. 
Non sono un'appassionata del genere ma sono riuscita comunque ad apprezzare le mille sfumature della storia di Bri! Se amate i libri romantici, ma non troppo, vi consiglio di dare uno sguardo al lungo viaggio introspettivo di Brigitte.


venerdì 22 novembre 2019

Recensione "Il manoscritto" di Franck Thilliez

Buongiorno, lettori.
Finalmente sono riuscita a riordinare le idee e sono pronta a raccontarvi "Il manoscritto", una delle letture più belle dell'anno!!!
Buona lettura!


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Léane Morgan è considerata la regina del thriller, ma firma i suoi libri con uno pseudonimo per preservare la propria vita privata, che ha subito un profondo sconvolgimento: sua figlia Sarah è stata rapita quattro anni prima e la polizia ha archiviato il caso come omicidio a opera di un noto serial killer, pur non essendo mai stato ritrovato il corpo della ragazza. Dopo la tragedia, del suo matrimonio con Jullian non è rimasto che un luogo, la solitaria villa sul mare nel Nord della Francia che Léane ha ormai abbandonato da tempo; ma quando il marito viene brutalmente aggredito subendo una perdita di memoria, lei si vede costretta a tornare in quella casa, carica di ricordi dolorosi e, adesso, di inquietanti interrogativi: cosa aveva scoperto Jullian, perso dietro alla ricerca ossessiva della verità sulla scomparsa della figlia? Intanto, nei dintorni di Grenoble, viene ritrovato un cadavere senza volto nel bagagliaio di una macchina rubata: potrebbe forse trattarsi di un'altra vittima del presunto assassino di Sarah. Le intuizioni del poliziotto Vic, dotato di una memoria prodigiosa, permetteranno di incastrare alcuni tasselli del puzzle, ma altri spaventosi elementi arriveranno a confondere ogni ipotesi su una verità che diventa sempre più distante, frammentaria e, inevitabilmente, terribile.

Se non amate le storie intricate e non avete voglia di mettervi a ragionare, 'Il manoscritto' non è il libro che fa per voi. Quello che Thilliez ha pensato per il suo lettore, è una indagine interattiva e costante che durerà per tutta la lettura e che sarà portata avanti anche una volta conclusa quest'ultima.
Si tratta di un libro a matrioska che contiene più di una storia al suo interno.

Si parte da una bravissima autrice di thriller che scrive sotto pseudonimo, dalla scomparsa di sua figlia, il ritrovamento di un cadavere senza testa e un'aggressione alquanto misteriosa all'ex marito dell'autrice e padre della ragazza scomparsa. Il bello del libro inizia quasi subito perché già dopo poche pagine è impossibile abbandonare la lettura e continuare a leggere diventa un bisogno impellente. Durante la lettura, ho approfittato di ogni momento libero per leggere qualche pagina perché DOVEVO sapere.
Vic, è uno dei pochi personaggi centrali che non è legato con il nucleo familiare e mi è piaciuto moltissimo come personaggio, soprattutto per la sua formidabile memoria.

Lèane e Jullian, invece, sono stati due protagonisti ambigui dall'inizio alla fine: man mano che le indagini sulla sparizione della figlia, l'aggressione e il ritrovamento del cadavere proseguono, vengono alla luce dei segreti sulla loro vita che vi faranno dubitare dei due fino alla fine.
La storia nella storia raggiunge il suo apice negli ultimi capitoli portando alla confusione più totale e ad un epilogo che mi ha lasciata di stucco, nel senso letterale del termine.

E' un libro che va digerito, meglio se in compagnia di qualcuno che lo ha letto, perché si arriva a congetture e verità davvero pazzesche e sconcertanti solo dopo averlo finito e averci ragionato un po'.
Vi lascio il link della sezione spoiler di Silvia de "Il piacere della lettura" QUI che mi ha aiutata a decifrare gli ultimi passaggi che ancora non mi erano chiari. 

Che dire di questo autore? Che è stato davvero di una bravura immensa, raramente mi capita di restare a bocca aperta con un libro ma, in questo caso, mi inchino di fronte a tanto genio.
E' un thriller straordinario, soprattutto se amate il genere. Amato in ogni sua parte, dall'inizio alla fine e super consigliato!!



sabato 16 novembre 2019

Recensione "Patience" di Fabio Lenza

Buongiorno, lettori.
Oggi voglio parlarvi di un romanzo self firmato da Fabio Lenza, "Patience".
Buona lettura!


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“Patience” è la storia di due cuori distanti e di una città che non li lascia amare.Quando un ciclo di violenze e discriminazioni porta Jesse Black e Jennifer Maxwell a conoscere l’amore, essi impareranno che tutto ha una conseguenza: dovranno allontanarsi, resistere alla distanza e convivere con la pazienza. Comunicando solo tramite lettere, verranno a conoscenza degli intrecci politici e famigliari che li circondano.Seppur lontani, le azioni di uno e dell’altra influiranno sul destino della città… nel bene o nel male, ne siano essi consapevoli o non.

La cosa che mi ha colpito subito, del libro, è la bella edizione con la quale si presenta. Nonostante la mole apparente di pagine, ho terminato la storia in pochissimo tempo grazie ad una narrazione molto scorrevole e una vicenda che appassiona riga dopo riga.
I protagonisti del libro sono due moderni Romeo e Giulietta, interpretati da Jesse Black e Jennifer Maxwell. I due appartengono a classi sociali molto distanti, frequentano ambienti diversi ma si completano in qualche modo. Si tratta di un rapporto molto ostacolato e molto difficile che tiene il lettore col fiato sospeso e con il cuore accelerato ogni volta che arriva una nuova lettera. Ad aggravare la distanza e le differenze, ci pensa una rivolta tra ricchi e poveri che spacca in due la città e rischia di dividerli per sempre.

Nella seconda parte del libro, vengono introdotti e approfonditi altri personaggi che avranno un ruolo decisivo ai fini della storia e del rapporto tra Jesse e Jennifer. Ho apprezzato molto il cambio di punto di vista che mi ha permesso di conoscere meglio Jennifer e capire il suo personaggio ancora di più. La tensione va in crescendo e gli equilibri sono sempre più precari, alcuni colpi di scena mi hanno presa alla sprovvista ma hanno contribuito ad accrescere l'interesse verso un finale che mi ha spiazzata e che, se vogliamo, mi ha spezzato un po' il cuore.

Pur raccontando una storia d'amore, non aspettatevi un libro troppo romantico o melenso. Si dà molta importanza alle problematiche sociali, ai rapporti familiari complicati, alle ingiustizie e alla forza degli ideali. La prosa dell'autore è stata scorrevole e il ritmo narrativo molto dinamico, la divisione in atti ha contribuito a differenziare la varie fasi del romanzo per assimilarle al meglio.
Un ottimo lavoro!


martedì 12 novembre 2019

Recensione "Pazze di libertà" di Silvia Meconcelli

Buongiorno, lettori.
Oggi voglio parlarvi di un romanzo che ho apprezzato tantissimo ambientato nell'Italia della Seconda Guerra Mondiale.
Buona lettura!



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Il sole è alto nel cielo quando Maria si risveglia in un luogo che non conosce, ma le bastano pochi attimi per capire che non sarà una giornata come le altre. La luce esterna proietta sul pavimento l'ombra delle sbarre che bloccano la finestra, la porta è serrata e il letto in cui si ritrova non è il suo. Le lenzuola sono rigide, i muri segnati dai graffi. Un manicomio. Ma lei non è pazza, non può permettersi di restare lì, fra le urla delle altre internate e gli orrori dell'ospedale psichiatrico. Fuori c'è Lucio che l'aspetta. Sullo sfondo di una Grosseto segnata dalle bombe, dalle razzie e dalla lotta partigiana della seconda guerra mondiale, si muovono le vite delle donne che provano a farsi spazio in un mondo governato dagli uomini. E Maria funge da portavoce e da esempio per ognuna di loro.

Immaginate di svegliarvi una mattina qualunque e non ricordare più nulla di voi e della vostra vita. Davanti agli occhi solo sbarre e luci da ospedale, perché è proprio lì che vi trovate. Inizia così la storia di Maria, una donna straordinaria che ci conduce in un viaggio sofferto  e che fa male. Il viaggio di una donna colpevole di amare qualcuno troppo distante da lei per classe sociale e orientamento politico, in un momento storico in cui questo poteva fare la differenza.
La ragazza è confusa, terrorizzata. Viene immobilizzata a letto, incapace di provvedere a sé stessa: si trova in manicomio ma non è matta e, forse, non lo sono nemmeno tante delle altre ospiti rinchiuse con lei. 

Man mano che la narrazione procede, scopriamo risvolti crudeli della sua vita e una famiglia pessima che si è dimenticata di lei, pur di nascondere la vergogna di quello che ha fatto e la storia clandestina con un partigiano.. proprio lei, figlia di esponenti importanti del regime fascista. L'amore per Lucio, che può sembrare romantico e una sorta di versione moderna di Romeo e Giulietta, è in realtà una storia molto più carnale e passionale che sentimentale. L'autrice non ci parla moltissimo di lui ma riscatta il suo personaggio in un epilogo che dona speranza, dopo tanto dolore e sofferenza.

In che ospedale siamo? Perché mi tengono legata?

- All'ospedale psichiatrico, qui dicono che siamo tutti matti. Lo chiamano anche manicomio. E io, che sono qui da un bel po', di pazzi veri ne ho visti tanti. Anche i dottori sono pazzi, e le infermiere, e anche le suore, e anche il postino è pazzo.
Ci sono i pazzi rinchiusi e quelli liberi.

Non è la guerra la vera protagonista, anche se il tema occupa una fetta molto ampia del libro, ma la follia umana che in quegli anni difficili ha fatto più vittime della guerra stessa. Maria, come anche la sua compagna di 'cella' Flora, rappresenta tutte quelle donne a cui non è mai stata data voce. Donne indifese, vittime di soprusi e tacciate di follia solo per essere fatte sparire senza troppi drammi. Quella descritta era un'epoca in cui la semplice tristezza per un evento X passava per depressione grave. Una risposta sgarbata veniva vista come comportamento schizofrenico. E il risultato è stato solo quello di riempire strutture obsolete di donne sane e oneste, vittime di personale medico e infermieristico impreparato nei trattamenti psichiatrici.

E' una storia che mi ha fatto riflettere, che mi ha mostrato altri aspetti di un periodo famoso ma che non si finisce mai di conoscere. Lo stile dell'autrice e la scelta narrativa mi hanno coinvolta al cento per cento nella lettura, facendomi amare tutte le protagoniste femminili. Le donne sono degli esseri davvero straordinari: nonostante secoli di ingiustizie e sofferenze, riescono sempre a risorgere e a non perdere l'essenza della propria anima. Consigliato!