venerdì 13 dicembre 2024

Recensione "L'ultima parola" Taylor Adams

 Buongiorno e ben ritrovati sul blog.

Oggi vi parlo di una delle ultime uscite del catalogo Timecrime.

Si tratta de "L'ultima parola" di Taylor Adams, autore statunitense già noto nel mondo editoriale per il bestseller "No exit".

Buona lettura!



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Pagine 337

Editore Timecrime

Traduzione Alice Laverda

Emma Carpenter vive isolata con Laika, il suo golden retriever, facendo da custode a una vecchia casa sulla spiaggia della costa piovosa dello Stato di Washington. I suoi unici contatti umani sono l’enigmatico vicino, Deek, e la proprietaria di casa, Jules. Un giorno legge un raccapricciante romanzo horror di H.G. Kane, scritto malissimo, e pubblica una recensione a una stella. Il post la trascina in poco tempo in un’accesa discussione online con nientemeno che l’autore stesso. All’inizio sembra innocua, ma presto Emma si rende conto che da quel momento hanno iniziato a verificarsi incidenti notturni a dir poco inquietanti. Non si tratta di una semplice coincidenza, e la paura comincia a crescere. Scavando nella vita e nel lavoro di Kane, Emma scopre che ha pubblicato altri sedici romanzi altrettanto sadici e con al centro uno stalking destinato a concludersi in omicidio. Ma chi è veramente H.G. Kane? E se c’è lui dietro a tutto questo, come ha fatto a trovarla? Di cos’altro è capace?


"L'ultima parola" è un romanzo che racchiude al suo interno una moltitudine di temi che caratterizzano spesso i libri di genere thriller. A partire dall'ambientazione, l'autore fa capire immediatamente il tipo di storia che andremo a leggere, trasmettendo bene il senso di isolamento della protagonista e la claustrofobia derivante dal fatto di essere tecnicamente intrappolata in un contesto chiuso e difficile da raggiungere. Come house sitter, il compito di Emma è quello di badare ad una grande casa sulla spiaggia, l'unico vicino è un uomo abbastanza in là con l'età che abita a debita distanza e con il quale si diverte a giocare al gioco dell'impiccato, con scarsi risultati tra l'altro.

Credit: Xplore America


La scelta di confinarsi in un posto così isolato, con la sola compagnia di un lettore ebook e una cagnolona che ha rubato il mio cuore, non è stata una scelta felice ma soltanto l'unica soluzione per affrontare un trauma profondo che ha sconvolto l'intera esistenza di Emma. Anche in questo caso, Taylor Adams gioca molto intorno a questo passaggio sviando più volte il lettore che verrà a conoscenza dell'accaduto soltanto alla fine.
Proprio a causa della sua passione per la lettura, e la voglia di immergersi in mondi diversi e più rosei del suo, tutto sta per precipitare.

Credit: About Amazon Italia

Dopo aver letto un libro abbastanza deludente, Emma Carpenter decide di lasciare una recensione negativa infilandosi in una spirale discendente che non sospetta minimamente. L'autore del libro, infatti, non la prende per niente bene ed inizia una vera e propria persecuzione nei confronti della protagonista.
Lo stalking, altro tema importante all'interno del libro, inizia in modo leggero per poi diventare sempre più invadente e soffocante. Questa prima parte del libro si legge con il cuore in gola per il senso di angoscia che va in crescendo, strani fenomeni che accadono alla casa sulla spiaggia e la costante sensazione di un estraneo che però ancora non appare al centro della scena.

Durante la seconda parte de "L'ultima parola", si fa strada una verità sconvolgente sia sull'autore folle che su Emma. Nuove verità si fanno strada cambiando totalmente la percezione di quello che sta accadendo che diventa sempre più assurdo e, se vogliamo, inverosimile. Rispetto alla prima parte, la narrazione di Taylor Adams perde il suo mordente lasciando spazio ad una serie di vicissitudini che sono sì inquietanti, ma fin troppo esagerate anche per un romanzo di finzione.



Credit: Gettyimage


Nonostante un inizio molto promettente, quindi, il finale del libro non mi ha conquistata e soddisfatta come speravo. Al contrario ho amato molto le tematica principale, ovvero il consenso e la voglia di ricevere riconoscimenti da estranei. Occupandomi io stessa di recensioni, mi è capitato di ricevere recriminazioni da autori toccati dal mio parere non proprio positivo (per fortuna non ho mai incontrato sulla mia strada un H.G. Kane 😝) ma non ho avuto alcuna difficoltà a calarmi nei panni di Emma. Avrei preferito una gestione diversa degli elementi proposti ma a quanto pare l'autore non era dello stesso avviso. 
Punto a favore per la narrazione che risulta scorrevole anche grazie a degli intermezzi interessanti che alternano la narrazione in prima persona di Emma con quella di H.G. Kane. 

Riassumendo, "L'ultima parola" è una versione al contrario di Misery che incontra i migliori film horror in stile "Non aprite quella porta". Se lo avete letto o lo leggerete, fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti. 💬



lunedì 2 dicembre 2024

Recensione "Mistero nella casa dell'usignolo" di Riku Onda

 Buongiorno e ben ritrovati sul blog.

Oggi vi porto in Giappone alla scoperta di un giallo firmato da Riku Honda e pubblicato da Newton Compton Editori. Il libro si intitola "Mistero nella casa dell'usignolo".

Buona lettura!

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Pagine 224

Traduzione Francesco Vitucci

Ogni anno da quattro anni, le tre scrittrici Eriko, Naomi e Tsukasa, l'editor Eiko e la manager Shizuko si riuniscono alla casa dell'usignolo per ricordare la loro mentore e amica Tokiko Shigematsu, autrice di bestseller dalla penna geniale che si è tolta la vita con del veleno. Anche quest'anno le cinque donne sono pronte a celebrare Tokiko per un paio di giorni. I preparativi procedono regolarmente, quando un corriere bussa alla porta e recapita un mazzo di fiori con un inquietante messaggio: «Affinché non dimentichiate il vostro delitto, invio questi fiori per ricordare la defunta». Ben presto queste parole così sibilline innescano una serie di accuse e confessioni, portando le donne, e i lettori, a chiedersi se davvero si sia trattato di un suicidio o piuttosto di un omicidio; e soprattutto, se tra loro si nasconda un'assassina. Una scrittrice morta quattro anni prima, cinque donne a lei legate, e un misterioso mazzo di fiori. Apparentemente nessuna è colpevole, ma in realtà tutte hanno qualcosa da nascondere.


Siamo in Giappone alla Casa dell'Usignolo, dimora di una famosa scrittrice- Tokiko Shigematsu- che ha scelto di suicidarsi quattro anni prima degli eventi che vengono trattati nel romanzo di Riku Onda, autrice giapponese e detentrice di svariati premi letterari nel Sol Levante.

Quattro donne si riuniscono, ogni anno, in un macabro ritrovo che ha lo scopo di ricordare l'amica e aggiornarsi sui vari lavori che ruotano tutti intorno al mondo dell'editoria. L'arrivo di un mazzo di fiori con un bigliettino dalla frase enigmatica, mette un po' di pepe al raduno annuale in quanto, forse, quello di Tokiko non è stato un suicidio.

La narrazione di "Mistero nella casa dell'usignolo" si concentra quasi totalmente sulla sequenza degli eventi di quella sera: chi c'era e dove, in quale momento e con quali modalità è stato ritrovato il corpo e, soprattutto, il rapporto più o meno conflittuale che la scrittrice aveva con tutte le protagoniste. Sulla carta, ognuna di loro aveva una motivazione valida per volerla morta.

Alla lunga questo rivivere dai vari punti di vista la sera del delitto fa perdere l'attenzione e anche la motivazione a proseguire. Nonostante l'interrogativo di base interessante, lo schema a camera chiusa che spesso rende intrigante un giallo, qui non c'è niente che faccia alzare l'asticella.

Manca quasi totalmente una qualche descrizione dell'ambientazione: la casa dell'usignolo che fa bella mostra sulla copertina, nel libro è soltanto un nome e un luogo di cui non sappiamo praticamente nulla. Allo stesso modo, nemmeno i personaggi vengono descritti nel dettaglio tanto che inizialmente farete molta difficoltà ad indentificare queste donne e a non confonderle una con l'altra.

La trama piatta e senza nemmeno un accenno di colpo di scena dà il colpo di grazia ad una storia che non decolla e che lascia un senso di insoddisfazione generale. Mi aspettavo una svolta o un elemento che desse una scossa a questa narrazione placida in cui predominano le invidie e le scaramucce tra donne, ma non è andata così. 

Un vero peccato perché le premesse pensate da Riku Onda erano ottime per regalare qualche ora immersi in giallo dai sapori orientali.




lunedì 11 novembre 2024

Recensione "La vita segreta di Agatha Christie" di Lucy Worsley

 Buongiorno e ben ritrovati sul blog,

oggi parliamo di un saggio molto interessante, firmato dalla penna di Lucy Worsley, dedicato alla vita e alle opere della regina del giallo, Agatha Christie.

Ringrazio la casa editrice Salani per avermi dato l'opportunità di leggere il libro.

Buona lettura!



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Pagine 528

Editore Salani

La mattina del 4 dicembre 1926, un ex militare britannico decorato nella Grande Guerra riceve una chiamata dalla polizia. L'auto di sua moglie, danneggiata in un apparente incidente stradale, è stata trovata vicino all'ingresso di una cava. Nel bagagliaio, i documenti, una pelliccia e la valigia della donna. Di lei, però, nessuna traccia: svanita nel nulla. Sembrerebbe la prima scena di un poliziesco, se non fosse che la donna scomparsa esiste davvero ed è la più grande giallista di sempre: Agatha Christie. Centinaia di poliziotti e di giornalisti la cercheranno ovunque, chi temendo il suicidio o una vendetta contro il marito, chi sospettando una trovata pubblicitaria. La rintracceranno diversi giorni dopo in un centro termale, vittima di una brutta amnesia alla quale, secondo i più, è un po' difficile credere. Ma davanti a una geniale tessitrice di storie criminali, chi può stabilire dove finisce la realtà e comincia la finzione? Non soltanto su questo celebre episodio cerca di gettare nuova luce l'appassionato ritratto che Lucy Worsley fa della regina del mistero, restituendoci tutte le sfaccettature di una donna che ha avuto un'esistenza straordinaria – scrittrice di successo, giramondo, crocerossina in guerra, surfista alle Hawaii, archeologa – ma che in pubblico ha sempre recitato la parte della tranquilla signora inglese. Del resto, come scrisse in uno dei suoi romanzi, ‘pochissimi di noi sono ciò che sembrano'.


La vita e le opere di Agatha Christie sono due argomenti molto trattati in ambito letterario. Molti di voi, soprattutto gli appassionati, conoscono un po' tutto della vita della scrittrice: l'infanzia felice, un matrimonio di alti e bassi, la fuga misteriosa del 1926 e un'esistenza totalmente diversa dopo il divorzio.

Lucy Worsley, però, ha trovato una chiave diversa per raccontare la biografia dell'autrice analizzando e mettendo in connessione le opere con gli eventi della vita privata. Il risultato è un saggio che si legge quasi tutto d'un fiato che regala delle piccole chicche che stupiscono anche i fan più ferrati sull'argomento.

"La vita segreta di Agatha Christie" viene diviso in macro sezioni che corrispondono ai punti focali della vita della celebre scrittrice. Si parte dall'inizio, dall'infanzia felice ed agiata, il momento in cui la giovane mente di Agatha inizia a porre le basi per tutte le sue opere future. Ed è ancora in questo periodo che si sviluppa un'altra passione che porterà con sé tutta la vita: le case. Forse è un elemento che si nota poco ma Agatha Christie amava le case e ne "collezionò" moltissime durante il corso della sua vita.

Un capitolo ancora più interessante è quello dedicato all'anno peggiore della vita dell'autrice, il 1926, un anno in cui perse praticamente tutte le sue certezze e che la portò ad un punto di rottura. La fortuna, nella sfortuna, sta nel fatto che proprio da questo momento terribile inizierà la vera e propria ascesa di Agatha Christie, consacrata regina del giallo e un simbolo di emancipazione femminile.

In merito a questo argomento, Lucy Worsley porta all'attenzione del lettore un altro elemento poco noto e, soprattutto, inaspettato dell'autrice: in realtà Agatha Christie si sentiva poco affine con i movimenti femministi esprimendo più volte il suo punto di vista che pendeva decisamente a favore di una visione maschilista del mondo.

Non mancano i momenti felici e quelli più avventurosi, entrambi vedono protagonista Max il suo secondo marito, e il rapporto conflittuale con la figlia che attraversò molte fasi di alti e bassi. 

Ne "La vita segreta di Agatha Christie", si affrontano tutti gli aspetti legati alla sua vita, compresi quelli sulla sua salute mentale raccontando come spesso la scrittrice si sia sentita sull'orlo del baratro, attraversando quella che oggi chiamiamo depressione.

Non solo le luci della ribalta, quindi, ma anche le ombre che inevitabilmente fanno parte dell'esistenza umana, anche di una straordinaria come quella di Agatha Christie.

Il confronto con le opere che scaturivano da ogni evento, positivo e non, della vita dell'autrice è l'elemento che più ho apprezzato del libro, uno studio minuzioso e accurato che permette di comprendere questo personaggio leggendario dandone una visione a tutto tondo.

Lettura consigliatissima!




martedì 29 ottobre 2024

Recensione "Presunta scomparsa" di Harlan Coben

 Buongiorno e ben ritrovati sul blog e, se siete nuovi, benvenuti! 💗

Ho letto in anteprima, per voi, il nuovo libro di Harlan Coben, "Presunta scomparsa", in uscita oggi per Tre60 e non vedo l'ora di raccontarvelo!

Buona lettura!



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Traduzione Riccardo Bettini

Editore Tre60

Pagine 336

Il primo grande trionfo di Myron Bolitar, ex campione di basket e con un passato nell'FBI, è diventare l'agente sportivo di Christian Steele, una delle più grandi promesse del football americano. Tutto sembra andare per il meglio, sino a quando Christian riceve una misteriosa telefonata da parte di Kathy Culver, la sua ex fidanzata, che tutti, polizia compresa, credevano morta. Ma quello non sarà che il primo di altri inquietanti episodi con cui Myron dovrà confrontarsi: l'assassinio del padre di Kathy e una foto compromettente della ragazza su una rivista porno recapitata al campus universitario. Myron vuole vederci chiaro; non solo perché in quella sordida vicenda è coinvolto il suo cliente, ma anche perché Adam Culver, oltre a essere il padre di Kathy, lo è anche di Jessica, la sua ex fidanzata, di cui lui è ancora innamorato. Affiancato da collaboratori “d'eccezione”, come Win, l'amico di sempre, colto e raffinato, ed Esperanza, la scaltra e determinata segretaria, Myron deve seguire le piste più disparate per far venire a galla la verità. Ma solo per scoprire che tutte conducono a un'intricata rete di sesso, violenze e bugie. Per Myron, il rischio di rimanervi intrappolato è altissimo, ma ormai è troppo tardi per tirarsi indietro...


E' la seconda volta che leggo un libro di Harlan Coben, il mio primo approccio è stato con Un inganno di troppo- una spy story eccezionale, quindi non vedevo l'ora di riprovare l'esperienza per saggiare ancora le capacità di un autore così prolifico. A metà tra un thriller e un giallo, il libro di Coben è stata un'esperienza di lettura totalmente immersiva che ho concluso nel giro di pochi giorni.

Inizio subito col dirvi che sono molti i punti di forza del libro: inizierei con quello che mi ha convinta di più, il protagonista Myron Bolitar. Ex agente dell'FBI, ora agente sportivo alle prese con il suo primo incarico degno di nota: il suo nuovo "assistito" infatti potrebbe definitivamente far decollare la sua carriera. Quando la vita del ragazzo viene stravolta dalla notizia che la sua ex fidanzata potrebbe essere ancora viva, tutto cambia.

La ragazza in questione è scomparsa molti anni prima, una ragazza strettamente collegata anche a Myron e ora c'è la possibilità di scoprire cosa ne è stato davvero di lei ed è nell'interesse di alcuni, invece, non saperla mai questa verità.

Ha così inizio una storia che si snoda tra passato e presente, con moltissimi personaggi che hanno avuto, ognuno a modo loro, un ruolo nella scomparsa di Kathy Culver. Tanti i colpi di scena e i collegamenti, vi consiglio di prestare molta attenzione durante la lettura per non perdere alcun dettaglio. La "bellezza" della vicenda si gioca proprio su piccoli dettagli e indizi che guidano Myron, e il lettore, sulle tracce di Kathy alla scoperta di cosa accadde davvero prima che sparisse nel nulla. Si tratta di un "fantasma" o c'è davvero la possibilità che lei sia tornata in cerca di vendetta/riscatto? 

Altro punto a favore di "Presunta scomparsa" è la prosa eccezionale di Coben: non solo la scrittura e la narrazione ma soprattutto i dialoghi irriverenti che mi hanno fatta sorridere in più di una occasione. Si è rivelato un elemento fondamentale per sciogliere la tensione di alcuni passaggi carichi di suspense. Durante la lettura sono tanti i momenti in cui la situazione sembra sfuggire al controllo della penna di Harlan Coben, salvo poi rimediare prontamente ai vari attacchi di cuore che ho rischiato di avere di volta in volta.

Il finale mi ha regalato un momento emotivamente intenso, finalmente la verità è svelata e tutte le supposizioni e le congetture fatte durante la lettura lasciano il posto al finale deciso dall'autore. Anche in quest'ultimo passaggio della sua opera, Harlan Coben ha dimostrato tutta la sua bravura chiudendo il cerchio della storia. Nel complesso è stata una lettura brillante e molto coinvolgente che mi è piaciuta moltissimo!

La consiglio!



martedì 22 ottobre 2024

Recensione "Nel nulla" di Sarah Pearse

 Buongiorno e ben ritrovati sul blog,

in questo post parliamo del nuovo libro di Sarah Pearse, "Nel nulla", disponibile da oggi per Newton Compton Editori. 

Buona lettura!



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Traduzione Laura Miccoli

Editore Newton Compton 

Pagine 416

Kier Templer vive la sua vita on the road. Soprannominata “la figlia del mostro” dopo l'efferato crimine della madre, si è lasciata alle spalle la sua città natale e il suo gemello. Una cosa, però, la lega ancora al fratello: le mappe dei luoghi in cui è stata, che crea e gli invia a ogni nuovo viaggio. Un giorno di lei si perdono le tracce nel parco nazionale del Portogallo. La detective Elin Warner giunge nello stesso parco insieme a suo fratello Isaac, in un viaggio per ritrovare il loro rapporto, ma quando scoprono l'ultima e inquietante mappa di Kier, capiscono che la donna non è scomparsa volontariamente. I pochi sconosciuti che si trovano nell'isolato campeggio cominciano a serrare le fila di fronte alle loro domande, e la bellezza selvaggia del parco inizia a diventare sinistra. Elin e Isaac devono districare gli indizi per scoprire cosa è realmente successo a Kier. Quando si segue una pista, però, bisogna stare attenti a guardarsi le spalle... Se ti perdi in questi boschi oscuri, una mappa non basterà per tornare indietro...


Siamo giunti al terzo capitolo della storia della detective Elin Warner, già incontrata ne "Il sanatorio" e ne "Il santuario", che in questo nuovo libro ritroviamo in una fase di convalescenza sia a livello personale che lavorativo. 

Insieme al fratello Isaac, si reca in uno splendido parco naturale in Portogallo con il duplice obiettivo di ritrovare sé stessa e il rapporto con tutto ciò che le resta della sua famiglia. 

Dopo pochi giorni, anche Isaac le rivela il secondo fine di quel viaggio: indagare sulla scomparsa di Kier, la sorella di un amico di cui non si hanno notizie certe da un po'. La vicenda richiama molto un caso true crime molto note che si svolse con delle modalità analoghe, non vi cito il nome per non rovinare la lettura ma se ne avete sentito parlare sicuramente non farete fatica a fare due più due.

Il fulcro della storia resta comunque quello di puntare l'attenzione sulla violenza sulle donne e l'importanza di troncare i rapporti tossici. Con una narrazione sfalsata nel tempo e in cui si alternano i pensieri di Elin e Kier, si arriva all'epilogo carico di emozioni e significato. 

Stavolta Sarah Pearse abbandona parzialmente lo schema a camera chiusa anche se l'ambientazione è comunque molto remota e isolata. L'autrice gioca tanto con i personaggi lasciando intendere cose per poi ritrattare, in questo modo è difficile capire chi sono i buoni e chi i cattivi. 

Nonostante la scrittura scorrevole e la tematica importante, questo libro non è riuscito a far breccia. Quella che è mancata è stata la suspense e la tensione psicologica. Forse proprio per il forte richiamo al caso vi accennavo sopra, e di cui volutamente non vi ho dato dettagli, mi sono auto rivelata come sarebbe andata perdendo così anche quel minimo interesse che stavo provando.

Mi è mancato il clima claustrofobico de Il santuario, così come i personaggi incisivi de "Il sanatorio". Unico elemento che mi ha convinta è stata l'ambientazione suggestiva e misteriosa.

Sicuramente poteva andar meglio! 

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Trovi la recensione del libro precedente ➡️ QUI