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giovedì 10 luglio 2025

Recensione "Moxyland" di Lauren Beukes

 Buongiorno e ben ritrovati sul blog.

Oggi parliamo di una romanzo che definire "particolare" sarebbe riduttivo. Si tratta di una delle ultime uscite del catalogo Fanucci, si intitola "Moxyland" e porta la firma di Lauren Beukes.

Buona lettura!

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Pagine 256

Una favola high-tech convincente in modo spaventoso, "Moxyland. O giochi o muori" segue quattro narratori che vivono in un futuro prossimo distopico così vicino a noi da sembrare realtà. In una Cape Town distopica e futuristica, Kendra, dopo aver abbandonato la scuola d’arte, si fa notare per un progetto di marketing nel settore della nanotecnologia; Lerato, un’ambiziosa orfana nata da genitori malati di Aids, trama per cambiare azienda; Tendeka, un attivista dalla testa calda, sta diventando sempre più rabbioso; Toby, un blogger spregiudicato, scopre che i videogiochi a cui si dedica per denaro nascondono molto di più. Oltre alla folle avventura che cambierà per sempre le loro vite, questa storia è ricca di idee audaci e contagiose e mette insieme uno spietato governo di apartheid aziendale, videogiochi, cani da guerra biotecnologici, identità online sfuggenti, un club di calcio di periferia, un marchio che crea dipendenza e arte geneticamente modificata. Portando le tendenze edonistiche della società alle loro estreme conseguenze, "Moxyland. O giochi o muori" mina in modo satirico l’idea che il progresso sia il principe azzurro in sella a un cavallo bianco venuto a salvare la nostra società.

"Moxyland" è un romanzo distopico, firmato dalla penna di Lauren Beukes, che ci mostra uno scenario futuristico che non si discosta molto dalla realtà e su ciò che l'uso smodato della tecnologia potrebbe effettivamente provocare nelle nostre vite.

A raccontarci la vicenda, ambientata in Sudafrica, ci sono quattro protagonisti che si esprimono attraverso altrettanti punti di vista. Kendra, Lerato, Tendeka e Toby sono dei personaggi diversissimi tra loro, che si confrontano con una società ai limiti del paradosso in cui la tecnologia è in grado di controllare, in un modo che rasenta la coercizione, tutta la popolazione piegandola alla volontà di pochi.

Quella merda di Moxyland? Omicidi e violenza. Li addestra a essere spietati, non credi? Non si tratta di fare amicizia con altri bambini da tutto il mondo, si tratta di superarli. Di batterli.

Quella che ci si presenta sotto gli occhi è una società crudele, spietata e senza scrupoli che non risparmia nessuno. La tecnologia, che dovrebbe facilitare la vita o migliorarla anche a livello fisico, in realtà non è altro che un metodo per controllare. Fa riflettere moltissimo l'utilizzo di una sorta di "interruttore" , da parte delle forze dell'ordine, per spegnere le proteste e neutralizzare i dissidenti senza possibilità di difesa. 

Uno scenario assurdo in cui si sente l'influenza degli elementi hi-tech e del gaming, argomenti predominanti che rendono la lettura complicata e, in alcuni tratti, complessa. Non è semplicissimo entrare nella storia un po' per gli argomenti, quindi, ma anche per la narrazione molto frammentaria che si esprime, perlopiù, come un flusso di coscienza disordinato dei vari personaggi. 

Ha perfettamente senso. Il processo deve essere regolato. La paura deve essere regolata. Deve essere controllata. Come le persone.

Dando una buona dose di fiducia al libro che, come vi dicevo, stenta a prendere il via si arriva al fulcro della storia e a diversi spunti di riflessione molto interessanti. Sicuramente la parte finale è quella che ho preferito e che si lascia leggere più facilmente. 

Lauren Beukes ci regala, quindi, un romanzo distopico complesso ma in cui, sostanzialmente, ritroviamo tutti i punti fermi del genere. Lo consiglio a tutti gli amanti dei temi tecnologici e cyber punk. 

⭐⭐⭐,5