mercoledì 30 luglio 2025

Recensione "False illusioni" di Elin Hilderbrand

 Buongiorno e ben ritrovati sul blog.

Nonostante sia estate ci tengo a lasciarvi aggiornamenti qui e là per non farvi rimanere senza consigli librosi.

Oggi parliamo del nuovo libro di Elin Hilderbrand, "False illusioni", uscito la scorsa settimana per Timecrime. Vi avevo già parlato di lei l'anno scorso, in occasione dell'uscita di "The Perfect Couple" ( trovate la recensione QUI).

Pronti a tornare a Nantucket?

Buona lettura!


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Pagine 360

L’arrivo di una nuova coppia scatena il caos all’interno della piccola comunità di Nantucket... e anche un probabile omicidio. È di nuovo estate a Nantucket e questa volta il capo della polizia Ed Kapenash, dopo ben trentacinque anni di servizio, sta per andare in pensione a causa del troppo stress. Sharon la bionda, il gazzettino dell’isola, è invece alle prese con il divorzio dopo che suo marito l’ha lasciata per una donna con meno della metà dei suoi anni. Ma quando la villa con la vista migliore di tutta Nantucket, dal costo di ventidue milioni di dollari, viene acquistata dai misteriosi Richardson, Ed e Sharon – e con loro tutti gli altri abitanti – vengono coinvolti in un dramma dalle conseguenze inimmaginabili. I Richardson organizzano feste sfarzose, flirtano con diversi abitanti del luogo, ostentano la loro ricchezza con yacht, motoscafi e alimentano speranze impossibili in tutti coloro che incontrano. Quando alla villa scoppia un incendio e la loro dipendente più importante – nonché migliore amica della figlia di Ed – scompare, l’intera isola è pronta a dare battaglia per scoprire la verità. False illusioni è un medley di incontri scintillanti, drammi che si verificano sotto il sole cocente dell’isola, perle di saggezza e tanto cuore, con il ritorno di alcuni dei personaggi più amati e, soprattutto, della bellissima e intramontabile Nantucket.


"Non è sulla barca? E dov'è?"

-Non lo sa nessuno. È scomparsa.

In "The Perfect Couple" abbiamo conosciuto per la prima volta l'idilliaca isola di Nantucket e i suoi curiosi abitanti. In "False illusioni", ritroviamo l'atmosfera frivola e scintillante del luogo con tutti i dettami che la società del posto pretende. Ricchezza, apparenza e pettegolezzi sono il pane quotidiano di tutti i cittadini che si dividono sostanzialmente in due categorie: padroni ricchi e abbienti e "servitù" fatta di persone in cerca di un ottimo stipendio con il minimo sforzo.

Protagonisti assoluti sono i Richardson, gli ultimi arrivati. Non vogliono assolutamente passare inosservati, anzi, ci tengono ad essere ben inseriti nel nuovo contesto anche a costo di "comprare" questa ammissione in società a suon di donazioni e feste alla quali tutti vorrebbero essere invitati. 

Va da sé che non è tutto oro quel che luccica e, ben presto, esce fuori il carattere irascibile e incontentabile di Leslee e le carte false con le quali Bull cerca di sostenere una vita di lusso e sfarzo.

La casa dei Richardson è stata rasa al suolo e la stessa sera una loro dipendente è scomparsa. Sembra più di una coincidenza.

La situazione precipita quando, dopo l'ennesimo party, la villa dei Richardson va a fuoco e Coco, la loro assistente personale, è sparita dallo yacht sul quale si stava svolgendo la festa. Le teorie sono tante e Ed, nonostante sia prossimo alla pensione, decide di indagare sul caso.

È a questo punto che tutte le maschere iniziano a cadere, una dopo l'altra ed escono fuori i segreti di tutte le parti coinvolte. 

È come osservare un thriller domestico su larga scala: le tematiche proprie del genere ci sono tutte. Dinamiche di coppia, segreti, pettegolezzi, gelosie e invidie. Di sicuro non ci si annoia mai a Nantucket.

Lo stile di Elin Hilderbrand è scorrevolissimo e il libro si legge in un soffio. Per il tipo di storia e gli argomenti trattati lo trovo perfetto da leggere durante le vacanze estive. Per mio gusto personale l'ho trovato un po' troppo superficiale e poco thriller ma a livello di intrattenimento non c'è che dire!

⭐⭐⭐,5/ 5

martedì 29 luglio 2025

Recensione "La cacciatrice" di Nonami Asa

 Buongiorno e ben ritrovati sul blog.

Oggi vi parlo de "La cacciatrice", di Nonami Asa, un poliziesco edito da Atmosphere.

Buona lettura! 


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Pagine 492

All'interno di un family restaurant, nel cuore della notte, un uomo prende improvvisamente fuoco. Otomichi Takako, giovane e determinata detective della polizia metropolitana di Tōkyō, si unisce al collega di mezza età, il veterano Takizawa Tamotsu, per condurre le indagini. Presto, altri omicidi si verificheranno uno dopo l'altro e tutti con le stesse modalità, apparentemente il risultato di un attacco da parte di un grosso cane... che sembra un lupo. Quale sarà il movente alla base di questi delitti? Gli indizi sembrano portare tutti a una creatura selvaggia e misteriosa. Tuttavia, man mano che le indagini proseguono, emergono dettagli più inquietanti che riconducono gli omicidi a qualcosa di ben più intricato e pericoloso. Takako si ritroverà coinvolta in una spirale di intrighi e sospetti, dove nessuno è veramente quello che sembra.


"È appena arrivata una segnalazione. Ieri notte, a Tennōzu, nel quartiere di Shinagawa, un giovane è stato aggredito e ucciso da una specie di cane randagio."


Nonami Asa realizza un romanzo poliziesco particolare, ambientato tra le strade di Tokyo. Mi preme sottolineare che, pur essendo stato pubblicato quest'anno, il libro è stato scritto negli anni '90 quindi è inevitabile trovare al suo interno degli elementi anacronistici sia sulle varie procedure che sulla società giapponese.

L'elemento giallo, è quasi marginale in quanto l'autrice si concentra in particolar modo sulla denuncia sociale e sul ruolo femminile all'interno delle forze di polizia. 

Tra i due protagonisti, infatti, l'attenzione è puntata tutta su Otomichi Takako che si trova a fare squadra con un collega più anziano che non perde mai occasione per sminuirla. 

L'autocommiserazione della donna, e la ridondanza con la quale sottolinea la sua condizione difficile, sia sul lavoro che nella vita privata, può risultare quasi irritante ma, per fortuna, dalla metà in poi si lascia spazio al caso e la narrazione si fa più interessante e dinamica.


"Il muso lungo e aguzzo; le orecchie grandi. Le sue gambe erano più lunghe di quelle di un cane normale. Anche a distanza, era chiaro che il manto del corpo fosse folto. La sua coda spessa e tolta era drizzata per aria. E poi, quegli occhi... Occhi profondi guardavano dritto verso di lei."


Protagonista inedito, un cane lupo che avrà un ruolo fondamentale nelle indagini e che, personalmente, costituisce l'elemento che mi è piaciuto di più... Quello che ha lasciato il segno.

Tutto il resto, infatti, mi è sembrato confusionario e molto ripetitivo. La partenza della storia è lentissima il che non facilita la lettura né la nascita di una qualche tipo di sintonia verso i personaggi. 

Devo riconoscere che Takako attraversa una bella evoluzione e, sul finale, si trasforma totalmente rispetto al personaggio che abbiamo conosciuto nelle prime pagine.

Come vi accennavo, la parte poliziesca che sembra predominante dalla trama, in realtà riveste un ruolo marginale perché il focus si concentra principalmente sull'aspetto psicologico e la denuncia sociale, oltre che su una analisi cinica e schietta delle condizioni in cui versano le famiglie in Giappone. Tenendo a mente questi elementi consiglio la lettura a coloro che amano l'introspezione e tematiche sociali.

⭐⭐⭐

venerdì 25 luglio 2025

Recensione "La medusa volante" di Ichikawa Yuto

Buongiorno e ben ritrovati sul blog.

Esce oggi per Atmosphere Libri, "La medusa volante", firmato dalla penna di Ichikawa Yuto.

Ho avuto la possibilità di leggerlo in anteprima e non vedo l'ora di raccontarvelo, la storia perfetta per tutti gli amanti di thriller giapponesi.

Buona lettura!



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Pagine 354

Il "jellyfish", la "medusa", è un piccolo idrovolante sviluppato utilizzando una tecnologia speciale che ha cambiato la storia dell'aviazione. L'inventore, il Professor Pfeiffer, e altri sei membri del team incaricato del suo sviluppo stanno conducendo test finali sulle capacità di navigazione a lunga distanza della nuova medusa. Tuttavia, durante i test, uno dei membri muore improvvisamente. Inoltre, il dirigibile effettua un atterraggio di emergenza su una montagna innevata. La fuga appare impossibile, e gli uomini del team cominciano a morire uno dopo l'altro...

Se avete amato I delitti della casa decagonale, questo thriller fa decisamente al caso vostro.

La storia di Ichikawa Yuto è un mix ben riuscito di mistery e giallo, è ambientato in un mondo che somiglia al nostro ma è avvolto da un'aura misteriosa.

Il titolo si deve alla "Medusa", un velivolo che ricorda molto la struttura del famoso animale marino dall'aspetto gelatinoso, che ha un ruolo da protagonista all'interno della narrazione e fa da location principale alla vicenda. Si tratta di un idrovolante simile ad un dirigibile, nel funzionamento, ma più piccolo e compatto. 

Sono state trovate sei persone. Tutte morte. L'identità di ciascun corpo è attualmente oggetto di indagine.

La narrazione procede, sostanzialmente, su due binari: il primo ci mostra i personaggi all'interno della "medusa"; il secondo vede invece protagonisti i due agenti incaricati di svolgere le indagini dopo che il velivolo si è misteriosamente schiantato contro una montagna.

Le due narrazioni vengono portate avanti in contemporanea ed è interessante scoprire, pur conoscendo già l'epilogo a grandi linee, come si sono svolti i fatti e soprattutto perché i sei membri dell'equipaggio siano stati presi di mira.

Non c'erano dubbi. Non c'era più spazio per l'inganno. Erano in pericolo di vita. Il colpevole aveva ucciso il professore, li aveva intrappolati su quella montagna innevata e voleva eliminarli tutti.

L'elemento tecnico-scientifico è molto presente, fin troppo a mio avviso. Probabilmente è l'unica nota stonata di una storia pressoché perfetta.

Il delitto, in questo caso da declinare al plurale, a camera chiusa è un grande classico del genere giallo e mi diverte sempre moltissimo scoprire quali escamotage mettono in atto gli autori per eliminare i propri personaggi come pezzi inermi e indifesi su una scacchiera invisibile.

Ho apprezzato molto l'intreccio creato e sviluppato da Ichikawa, impossibile da prevedere e ad un passo dall'assurdità più totale. 

Non aveva senso. Era incredibile. Non c'era nessuno lì dentro. Non c'era nessun collegamento con l'esterno e porte e finestre erano intatte e bloccate. E tutti erano stati uccisi tranne lui.

Man mano che il numero dei morti aumenta, ne "La medusa volante" cresce l'isteria e la paura. Chi si nasconde dietro questo nemico invisibile che li sta eliminando uno dopo l'altro. Possibile che tutto sia riconducibile ad un episodio che li accomuna e che tutti e sei hanno cercato, a quanto pare senza successo, di seppellire nel passato?

Un terzo filone narrativo è quello che collega entrambe le parti del libro e anche il luogo nel quale ricercare la causa di tutto ciò che sta accadendo. Perché alcuni sentimenti sfidano le distanze e il tempo, pur di emergere con la loro, in questo caso distruttiva, potenza.




mercoledì 23 luglio 2025

Recensione "Ospiti inattesi" di Triona Walsh

 Buongiorno e ben ritrovati sul blog,

oggi vi parlo del nuovo libro di Triona Walsh, "Ospiti inattesi", uscito ieri per Newton Compton Editori.

Buona lettura!


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Pagine 352

Il fuoco scoppietta dolcemente nel camino mentre Finn riempie il mio bicchiere di vino rosso. Perdendomi nei suoi scintillanti occhi azzurri, ho un tuffo al cuore. Finn è il mio capo, ma anche l’uomo di cui mi sono innamorata perdutamente. Pensavamo che la selvaggia costa irlandese e questo cottage appartenuto al custode del faro sarebbero stati la fuga segreta perfetta. Poi qualcuno bussa alla porta...Una coppia zuppa di pioggia sostiene di aver prenotato la casa per il fine settimana. Guardo Finn, ma lui si fa da parte per lasciarli entrare. Mi irrigidisco. Questo viaggio per me e Finn non è solo un’opportunità di trascorrere del tempo insieme e consolidare i nostri sentimenti. Nessuno può sapere la vera ragione per cui siamo qui. La mia vita è appesa a un filo. Non ho altra scelta che accettare l’arrivo di questi ospiti inattesi e confidare nel fatto che risolveremo tutto domattina. Finn non conosce la vera me, ma a quanto pare neppure io conosco lui. Quest’altra coppia è qui per un motivo, e qualcuno potrebbe non uscire vivo dal cottage...


"Ha che fare con questo posto, con il faro? Non è vero? Avete dei trascorsi qui?"

Immaginate un romantico weekend su un faro, circondati dal rumore delle onde, l'odore del mare e le braccia della persona che amate.

Ora ricordatevi che siete in un thriller e che questo idilliaco quadretto deve per forza trasformarsi in qualcosa di sanguinoso e violento, è questa la base del nuovo thriller di Triona Walsh, "Ospiti inattesi".

Alice e Finn si stanno finalmente godendo qualche giorno di relax in un romantico faro quando ricevono la visita inaspettata di due loschi individui: affermano di avere anche loro una prenotazione e visto che la piattaforma di prenotazione impiegherà qualche giorno per risolvere il disguido, si ritrovano a vivere una convivenza forzata.

"Chi era lei senza il Piano? Era andato tutto bene finché aveva progettato di metterlo in atto. Ma chi era Alice Armstrong senza di esso?"

Il bello viene quando, pagina dopo pagina, diventa chiaro che nessuno dei quattro si può definire "una persona pulita e trasparente" in quanto è chiaro che tutti loro hanno in mente qualcosa/nascondono elementi importanti.

Probabilmente l'unico problema di questo libro è che è molto poco verosimile e abbastanza prevedibile. Lo definirei più un mistery che un thriller perché omicidi e suspense non sono pervenuti. 😅

Molto meglio lo stile e la scrittura che perlomeno risultano coinvolgenti. Sicuramente la Walsh poteva puntare un po' più in alto nella risoluzione del caso e rendere il tutto un po' più accattivante ma la realtà è che nonostante l'inizio e le premesse siano ottime, il tutto va scemando fino ad un epilogo decisamente più adatto a un romance che ad un thriller.

Ho preferito di gran lunga "Notte di neve e sangue", di cui vi avevo parlato QUI .


⭐⭐⭐

martedì 22 luglio 2025

Recensione "Un segreto di ghiaccio" di Mo Malo

 Buongiorno e ben ritrovati sul blog.

Oggi vi porto in Groelandia con il nuovo libro di Mo Malo, edito da Piemme, che ha protagonista l'ispettore Qaanaaq Adriensen, "Un segreto di ghiaccio".

Buona lettura!



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Pagine 384

Dopo un soggiorno forzato in Danimarca, l'ispettore Qaanaaq Adriensen torna a Nuuk, la gelida capitale della Groenlandia, per riprendere il suo ruolo di capo della polizia. Provato dagli alti e bassi della vita, trova ad attenderlo un caso inquietante: il suicidio di una giovane donna sulla cui mano c'è uno strano tatuaggio che rimanda a un antico rituale sciamanico inuit. Il mistero si infittisce quando un pacco anonimo dal contenuto spaventoso viene inviato a Qaanaaq. E mentre nuovi suicidi scuotono la città, l'ispettore si ritrova intrappolato in una spirale sempre più oscura, in cui ogni indizio sembra avvicinarlo a una verità che non vuole affrontare. In un luogo dove la luce abbagliante dei ghiacci cela le ombre più profonde, Qaanaaq deve affrontare non solo il male che si nasconde dietro al caso, ma anche i demoni che lo perseguitano. Una corsa contro il tempo, contro l'oscurità e contro sé stesso.

Dopo aver fatto la conoscenza dell'ispettore Qaanaaq Adriensen ne La notte bianca, torniamo in Groelandia nel nuovo capitolo della serie firmata da Mo Malo, "Un segreto di ghiaccio". Mi preme sottolineare subito che l'autore ha inserito i richiami necessari per leggere il libro anche senza aver letto il precedente ma, come sempre in questi casi, vi consiglio di leggerli in ordine perché sono libri che meritano.

In questo nuovo capitolo, il focus è senza dubbio la tradizione inuit e le abitudini di questo antico popolo. Alla fine del libro, ho avuto la sensazione di aver compiuto un bellissimo viaggio da poltrona in questa terra selvaggia dove si può ancora morire risucchiati in un buco di ghiaccio o si può essere morsi da uno squalo se ci si avvicina incautamente all'acqua.

Essere poliziotto: quella meccanica dei gesti e delle procedure, sempre uguali.

Essere poliziotto: per non pensare al resto, antidoto perfetto a tutti i veleni dell'anima. Un'immersione nei drammi altrui che nascondeva i propri. 

Malati che curavano altri malati.

Qaanaaq è il classico poliziotto che si dedica anima e corpo alla sua professione, forse fin troppo. Ne "Il segreto di ghiaccio", l'autore ci regala ancora una volta una fetta della vita personale del poliziotto, che non è esente da drammi e problemi. La lotta costante tra il voler essere presente per la sua famiglia ma, allo stesso tempo, l'incapacità di lasciar andare e delegare, il richiamo delle indagini e la voglia di fare giustizia a suo rischio e pericolo. 

In questo caso, poi, viene personalmente preso di mira da un misterioso mittente che gli fa recapitare pezzi di un corpo umano in un nefasto invito a prendere parte ad un macabro gioco. Contemporaneamente una scia di suicidi sconvolge vari villaggi dell'isola. Le due situazioni sono collegate? Le risposte ai tanti interrogativi sono forse da ricercare nei misteriosi simboli che appaiono su dei particolari tatuaggi?

Nella cultura inuit, il non sentirsi più amati significava in qualche modo cessare di essere umani. Smettere di i esistere. Da lì a farla finita, il passo era breve.

Come vi accennavo inizialmente, Mo Malo si concentra moltissimo sulla cultura inuit e sul loro modo di vedere e percepire le cose: l'importanza dell'anima, il legame fortissimo con la natura, le tradizioni ancestrali che hanno permesso al loro popolo di evolversi. 

E' assolutamente affascinante seguire le storie e i miti di questo popolo, un'esperienza arricchente che raramente si verifica leggendo un thriller. L'ambientazione riveste un ruolo di primo piano, quindi, e partecipa attivamente alla scena. 

La nota dolente, se così vogliamo definirla, è la lunga lista dei personaggi coinvolti nel caso e i loro nomi decisamente complicati da ricordare in quanto si somigliano molto gli uni con altri e si confondono anche con quelli dei luoghi citati. Vi consiglio, per questo, di tenere sempre a portata di mano la provvidenziale lista riassuntiva dei personaggi a fine libro.

Il caso in sé è interessante pur trattando una tematica che non amo moltissimo che però è stata trattata in maniera abbastanza sobria e non eccessivamente disturbante. Nell'epilogo arriva la notizia che tutti aspettavamo, una sorta di promessa di poter leggere ancora di Qaanaaq e gli altri.