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venerdì 24 maggio 2019

[Intervista] Diandra Elettra Moscogiuri

Buongiorno, lettori.
Ho avuto il piacere di fare due chiacchiere con l'autrice Diandra Elettra Moscogiuri e di seguito vi allego la sua intervista per conoscerla meglio!
Buona lettura.



Cosa ti ha spinto a diventare una scrittrice?

Grazie per questa intervista. La scrittura è un’attività che ho sempre svolto con lo scopo di riflettere, analizzare le cose, venire a contatto con esse in profondità. Ho sempre avuto un diario segreto che usavo come confidente. Penso che tutto questo sia nato dal bisogno di far uscire i pensieri dalla mente e imprimerli sulla carta, non per liberarmene, ma per renderli più veri. Poi ho iniziato a inventare delle storie, e dopo averle stravolte, capovolte e limate, ho iniziato a dare forma ai miei libri. Oggi ho un rapporto molto stretto sia con la scrittura che con la lettura: le parole sono diventate il mio pane quotidiano, ma anche il mio rifugio.


Qual è il genere in cui ti riconosci maggiormente?

Senza dubbio il romanzo di formazione. Ho iniziato con questo genere e penso di continuare così, mi piace l’idea di avere un rapporto molto profondo e intimistico con un personaggio che si definisce nel corso della narrazione, che arriva a conoscere se stesso solo alla fine. Per me la trama va intessuta seguendo lo sviluppo psicologico dei personaggi, come se ci si addentrasse dentro una realtà sconosciuta con il fine di scovarne gli angoli ancora inesplorati.




C’è un autore che stimi e rappresenta, per te, una fonte di ispirazione?

Irvine Welsh è l’autore a cui più mi ispiro in assoluto. Proprio prima di stendere la versione finale di Tequila Suicide, il primo libro, ho letto molte opere contemporanee per trovare un mentore, una fonte di ispirazione per creare il mio stile. Quando ho scoperto le sue opere, ho sentito di aver trovato la mia fonte di ispirazione. Il suo modo di scrivere colpisce, sconvolge, rimane impresso nella mente perché non ha paura di osare. Ricrea le ambientazioni e trasmette le sensazioni giuste senza essere mai troppo descrittivo, è intimo e brutale, provocatorio e spaventosamente bravo.


Perché un lettore dovrebbe leggere i tuoi libri?

Mi piace condividere le mie storie con i lettori soprattutto per il piacere di scoprire e raccontare cose sempre nuove, da lettrice amo le fiere dei libri proprio perché offrono punti di vista sempre diversi e particolari. Io scrivo soprattutto storie viscerali, i miei romanzi sono brevi ma intrisi di emozioni e  toccano argomenti delicati senza mezze misure. Alcune volte leggere di qualcosa di proibito, che spaventa o preoccupa, può essere catartico, può lasciarti qualcosa di profondo anche se non è successo a te. Tequila Suicide è una storia di crescita individuale, racconta di una persona che comprende i veri valori della vita della cui importanza non si era mai reso conto prima, il protagonista è un personaggio che sbaglia, ma si rialza, e noi con lui. Artemis’ Cabaret è più malinconico, racconta di cose passate e perdute, ma insegna a reinventarsi, a fare un buon uso del dolore, che alcune volte, può permetterci di creare qualcosa di positivo anche da una brutta esperienza.


Un romanzo che avresti voluto scrivere e perché.

Assolutamente 'Il pasto nudo' di Burrounghs, non so cosa avrei dato per riuscire a creare anche solo una delle immagini che ha descritto nel suo capolavoro. Penso che scrivere quel romanzo sia stata per lui una vera e propria esperienza extrasensoriale, e mi sarebbe piaciuto averne un pezzettino!


> Scopri i romanzi dell'autrice


lunedì 13 maggio 2019

Un battito di cuore - Intervista ad Antonella Maggio



Buon pomeriggio,  lettori.
Ho avuto il piacere di intervistare Antonella Maggio, in occasione dei cinque mesi trascorsi dall'uscita dell'antonlogia benefica, "Un battito di cuore", e vi riporto qui sotto la nostra chiacchierata.
Buona lettura!


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Un libro per fare del bene e per uno scopo importante, l’intero ricavato dell’antologia andrà devoluto a favore dell’AIRC, per la ricerca e prevenzione contro il cancro. Un progetto generoso reso possibile da donne autrici, che vogliono aiutare tutte le altre meno fortunate per dar loro un’arma per poter vincere la loro battaglia più importante.Nell’antologia si rincorre il tema dell’amore in tutte le sue sfumature, oltre a far del bene, questa raccolta di racconti, darà anche emozioni a chi la vorrà leggere.Chi ha reso possibile tutto questo? È tempo di fare nomi:Asia Pichierri, Anisa Gjikhdima, Jane Rose Caruso, Barbara Graneris, Cristina Migliaccio, Chiara Rametta, Giovanna Tufano, Chiara K.Jones, Noemi Di Liberto, Rosanna Fontana, Antonella Maggio, Serena Brucculeri, Luana Arfani.


-Da dove nasce la storia di Cristina e Marco?

Immaginare un ragazzo e una ragazza che si innamorano è piuttosto semplice per chi è abituato ormai da anni a scrivere romanzi rosa. Il tema dell’antologia, poi, era l’amore in tutte le sue forme e io non volevo ripercorrere anche in un racconto i soliti cliché del genere. Cristina e Marco vivono un amore “sbagliato” o forse è semplicemente il loro momento a essere tale. È comunque sempre in virtù dell’amore, visto come un sentimento più grande e non legato in maniera esclusiva a due persone che si piacciono, che arrivano a un epilogo che lascia un po’ in sospeso la situazione. Ecco come nascono i miei personaggi, come una sfida contro me stessa.


-Nella novella, ci si scontra su un tema molto attuale: quello delle famiglie allargate.
Quanto può influenzare, questa situazione, l'happy ending dei due protagonisti?

Le mie storie, abbiano esse una vena più romantica o ironica, affrontano sempre temi più o meno attuali. In qualche modo vorrei che le mie parole non fossero solo un accostamento di termini, quanto un messaggio per i lettori. Con Cristina e Marco ho voluto parlare per l’appunto delle famiglie allargate di oggi. L’happy ending dipende da quanto ciascun singolo personaggio è disposto a sacrificarsi per amore. Talvolta, amare significa anche mettersi da parte. Questa è la vita di tutti i giorni, no?




-Scriverai un seguito in cui approfondire la tua storia?

Ammetto che qualcuno mi ha chiesto di scrivere un libro su questa giovane coppia. Io stessa nasco come autrice di romanzi e nei racconti mi ci vedo stretta, finisco con l’affezionarmi ai protagonisti e a voler dare loro maggiore spazio. Se il tempo e gli impegni me lo permetteranno, non è escluso che Cristina e Marco possano diventare i protagonisti di un mio nuovo romanzo.


-Cosa ti ha spinto a partecipare attivamente all'opera di beneficienza “Un battito di cuore”?

Scrivere è ciò che mi fa stare veramente bene con me stessa, è quello che adoro fare sopra ogni cosa e mi riesce abbastanza bene. È doveroso mettersi a disposizione del prossimo con qualcosa che si sa fare e io lo faccio sempre con il cuore. Piuttosto ordino la cena e me la faccio recapitare direttamente a casa per avere un paio d’ore da dedicare alla scrittura di un racconto per un’antologia benefica.  

lunedì 25 giugno 2018

Recensione "Paradiso Cercasi" + Intervista a Megan Maxwell

Buongiorno cuori librosi!
Iniziamo la settimana alla grande con la recensione dell'ultimo romanzo di Megan Maxwell, "Paradiso cercasi", e il resoconto di un pomeriggio trascorso a chiacchierare con l'autrice di donne guerriere e sexy 'bomberos'.
Ringrazio la casa editrice Tre60 per la bellissima opportunità.


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La vitale, esuberante Ana fa la fotografa in uno studio di moda a Madrid. E, un giorno, per caso, la sua macchina fotografica inquadra il volto di Rodrigo. Il feeling tra i due è immediato; la scintilla scocca all'istante ma... a smorzarla ci pensa subito lo stesso Rodrigo, che spiega di non essere libero, bensì legato a una top model (Ma è davvero felice? Chissà...) E a spegnerla del tutto arriva la scoperta che Ana è incinta. Una notte di passione con uno sconosciuto le è costata davvero cara. E adesso, che fare? Tenere il bambino e rinunciare per sempre a Rodrigo, all'uomo che potrebbe essere la sua anima gemella? Ci dovrà pur essere una soluzione! La porta verso la felicità dovrebbe essere aperta a tutti. Però, prima, bisogna trovarla. Insomma: Paradiso cercasi...

Il nuovo romanzo di Megan Maxwell è un concentrato di femminismo, ironia e momenti in cui l'atmosfera diventa caldissima. Per fortuna ci pensa il sexy bombero, Rodrigo a spegnere i bollenti spiriti! Ma procediamo con ordine, la protagonista del romanzo, Ana, è l'esempio perfetto di una donna che si è fatta da sola, nonostante provenga da una famiglia abbiente non ha esitato un solo istante a lasciare la sicurezza di un futuro già scritto per inseguire il proprio sogno in una terra lontana, la Spagna. E' una donna dai mille volti e che mi ha stupita più di una volta: è stata coraggiosa, intrepida, innamorata e ironica. Una super protagonista che si è ritagliata un posticino speciale nel mio cuore insieme al caro (e bellissimo) Rodrigo. Avete presente il cliché del pompiere sexy dallo sguardo ammiccante e il fisico mozzafiato? Bene, allora sapete già tutto di lui, o quasi. L'autrice, infatti, non si limita a rappresentarlo solo come un uomo attraente, anzi! Alla fine, la parte che apprezzato di lui è più quella caratteriale che quella fisica. L'ho adorato! E ho amato il modo in cui si rapporta con Ana, nonostante i problemi e gli ostacoli sul loro cammino.

Sei la ragazza più straordinaria che abbia mai conosciuto.

-D'accordo... adesso però non innamorarti tu di me!

Sulla carta, ci sono i presupposti perfetti per una indimenticabile storia d'amore ma l'autrice ci mette lo zampino regalando ad Ana una gravidanza inaspettata che scombussola la sua intera esistenza. Anche in questa occasione, però, dimostra di essere una donna davvero in gamba che non ha bisogno di nessuno per gestire la sua vita. Nonostante sia innamorata di Rodrigo sa bene che non può rivoluzionargli la vita, soprattutto con un bambino in arrivo. Rinunciare a lui, o meglio, limitarsi ad essergli 'solo' amica, è uno dei gesti più altruisti che mi sia mai capitato di vedere, il mio cuore si è spezzato insieme al suo. Ma la strada per la felicità non è una soltanto perciò, come in ogni buon romance che si rispetti, la mia apprensione è stata ripagata con un dolcissimo happy ending.

Molto carini e ben costruiti anche tutti gli altri personaggi della storia: dalla famiglia davvero esuberante di Ana, all'amica di sempre Nekane e, per finire, alla vicina che tutti vorremmo, Encarna.
L'autrice riserva a loro la stessa cura che ha avuto per i protagonisti, rendendoli partecipi al cento per cento della vicenda pur non interpretando i ruoli principali. Raramente mi capita di affezionarmi a tutti i personaggi di un libro ma, in questo caso, è stato così.

'Paradiso Cercasi', è un romanzo che si divora in pochissimo tempo: merito dei dialoghi esilaranti e di una prosa fluente, brillante e vivace che vi strapperà tantissime risate. Non mancano i momenti seri ma questo è, senza dubbio, un inno alla leggerezza e a trovare il lato positivo anche nelle difficoltà. Ogni donna dovrebbe prendere Ana come esempio e non lasciarsi mai sopraffare dagli ostacoli che la vita ci pone davanti. Questo libro mi è piaciuto moltissimo e trovo sia una lettura perfetta da portare sotto l'ombrellone. 


INTERVISTA A MEGAN MAXWELL

1. Cosa differenzia 'Paradiso Cercasi' dalle tue precedenti storie?

Mi piace scrivere novelle d'amore e volevo che questo libro arrivasse al cuore con la forza dei sentimenti e un personaggio particolare come Ana che è una madre single.

2. Qual è il personaggio al quale sei emotivamente più legata?

Senza dubbio, Ana. Lei, come vi dicevo, è una madre single come la mia. Mia madre mi ha insegnato che nella vita bisogna essere guerriere e mai stare un passo dietro agli uomini. Ho trasmesso questo ideale di donna guerriera, un simbolo che porto anche inciso sulla pelle, in Ana rendendo omaggio a mia madre. Nei miei libri, le donne non sono bisognose o in attesa che un uomo le salvi perché lo fanno da sole.

3. Nei libri ci sono molti riferimenti alla moda, è una tua passione?

Diciamo che amo la moda il giusto, ma non è una mia passione. Nel libro ne parlo perché è strettamente collegata al lavoro di fotografa di Ana.

4. Ti piace avere un sottofondo musicale quando scrivi?

Scrivendo almeno tre romanzi all'anno, passo moltissimo davanti al computer e la musica, per me, è fondamentale. In alcuni dei miei libri, infatti, amo mettere la playlist alla fine per regalare una parte importante della mia ispirazione anche ai lettori.

5. Segui delle regole quando scrivi un romanzo?

Solo due. La prima è quella di dare un titolo alla storia che voglio scrivere: non voglio che il lettore, una volta finito il libro, si debba domandare perché il titolo non sia adeguato alla storia. La seconda, è quella di creare dei modelli dei personaggi che saranno protagonisti della storia: se decido di descrivere un personaggio moro e con gli occhi verdi, non voglio correre il rischio di farlo diventare biondo e con gli occhi azzurri strada facendo.

6. Pensi che leggere altri libri, in fase di stesura, possa influenzare le tue idee?

Non lo so perché, purtroppo, non ho mai tempo per leggere. Posso dire che, invece, mi influenzano molto le serie tv. Amo guardarle e mi piace prendere ispirazione dai personaggi o dalle vicende. Appunto tutto sul mio 'quaderno delle idee' che porto sempre con me, non so mai quando arriverà l'idea giusta per la prossima storia.






mercoledì 19 luglio 2017

[Blogtour] "Storie di matti" di Arianna Porcelli Safonov

Buongiorno lettori,
oggi ho il piacere di ospitare l'ultima tappa del tour dedicato a "Storie di matti" di Arianna Porcelli Safonov, un romanzo edito da Fazi.
Ho avuto il piacere di intervistare l'autrice e non vedo l'ora di farvi leggere le sue risposte.
Buona lettura!


Raccontaci un po' come è nata l'idea per questo romanzo.

Questo libro, nasce come tutte le mie produzioni, nel momento in cui decido che è arrivato il momento di prendersi un po’ di tempo per scrivere.
I miei monologhi, così come i libri, nascono dall'osservazione  famelica della società nelle sue posizioni più ordinarie e, allo stesso tempo, bizzarre.

In sintesi: con Fottuta Campagna ho guardato, individuato e circumnavigato le mie e altrui inadeguatezze di fronte alla vita solitaria e comunitaria in zone selvagge e incontaminate. Coi Matti ho fatto la stessa cosa nella zona borghese, selvaggia e contaminata della mentalità urbana.


   Ironia e denunce sociali: quanto sono importanti nelle tue storie?

Le mie storie vogliono essere denuncia sociale, come fosse una missione.


   Secondo te, siamo tutti un po' matti?

E’ una domanda che invito tutti a porsi. La risposta per me è immediata: certo che si e meno male, se la follia è intesa come spunto a seguire le proprie intuizioni, anche quando agli occhi degli altri sembrano utopie o idiozie; certo che no, se la follia è intesa come nel libro ossia come risposta alle feroci pressioni sociali del nostro tempo.

    Perché un lettore dovrebbe leggere il romanzo?

Non scrivo per arricchirmi ma nel tentativo di arricchire chi legge, penso che i miei matti siano un punto di partenza per una riflessione, per una sincera indagine sociale intorno al buco nero in cui ci siamo ficcati con tutti i nostri abiti firmati.


   I social, e il loro uso smodato, rendono matte le persone o le rivelano tali?

Non credo che i social rendano matti, piuttosto sono un elettrocardiogramma di come sta la nostra società quindi un buon termometro di essa.


    Un libro che avresti voluto scrivere e perché.

Ultimamente direi alcuni libri di Giorgio Boatti (un paese da coltivare/portami oltre il buio/sulle strade del silenzio) non perché avrei voluto scriverli (non sarei stata in grado, forse!) ma perché scrivere e viaggiare sono due attività che, se fatte contemporaneamente, mi rendono felice all'ennesima potenza. 


Se avete perso le altre tappe di questo 'folle' tour, vi allego il calendario con blog e argomenti.
Buona lettura!


giovedì 16 giugno 2016

[Recensione] "Sarò come mi vuoi" + Intervista all'autrice Greta Simeone

Buonasera cuori librosi,
vi parlo di un libro molto interessante edito da Corbaccio.
Si tratta de "Sarò come mi vuoi" di Greta Simeone, un romanzo ironico e originale che mi ha conquistata.
Al termine della recensione, anche una breve intervista a questa autrice misteriosa che non crede più nell'amore e si nasconde dietro uno pseudonimo.
Buona lettura!


LA COPERTINA:



LA RECENSIONE:

"Vede, meno ci si espone, meno si può essere rifiutati. Soprattutto quando a tradirti per prime sono le persone che hai più vicine, che non pensano alle conseguenze delle loro azioni. 
Sono lezioni che ti si marchiano a fuoco sulla pelle."

Gina è una donna che ha scelto di vivere una vita defilata senza sogni e senza aspettative.
Tra le quattro mura del suo appartamento, affronta tutto per inerzia senza positività o voglia di cambiare. Vedendola dall'esterno si potrebbe descrivere in tre parole: sciatta, noiosa e spenta.
Ora, immaginate la nostra Gina alle prese con i sex toys e avrete un'idea dell'esilarante storia che sta per cominciare.

"La mia amica Patty sostiene che non succeda mai nulla a caso. Che gli incontri sono predestinati e che capitano quando devono capitare. Non le ho mai dato retta, ma questa volta le voglio credere. Ero pronta a una nuova vita, però se tu non mi avessi dato una spinta, forse non avrei trovato il coraggio di buttarmi."

Paolo Carli è tutto l'opposto di Gina. E' un'imprenditore di successo e ha il mondo ai suoi piedi. Quando Gina si presenta al colloquio come venditrice dei sex toys della sua azienda, non sa come trattenersi dal ridere. Quella ragazza è lontanissima dal prototipo che sta cercando, ma, per una scommessa, decide di puntare tutto su di lei. Nel giro di una settimana, da ragazza anonima, Gina si trasforma in una femme fatale dal fascino irresistibile. Persino per Paolo Carli.

"Non che fosse incapace di nutrire sentimenti, ma aveva imparato che l'amore che provi non protegge nessuno, che non serve a tenere vicino a te chi ami, che puoi perdere chiunque, comunque, in qualsiasi momento. Per cui è sempre meglio esercitare un sano distacco."

La nuova Gina conquista il cuore di ghiaccio del Carli e tutto cambia. Nessuno dei due era preparato per un sentimento così profondo e importante. Il fatto di lavorare insieme non aiuta e le complicazioni non tardano ad arrivare. I presupposti non sono dei migliori e entrambi rischiano di uscire distrutti da una storia bella quanto inaspettata. Quando tutte le carte verranno scoperte, avranno il coraggio di volersi ancora?


IL MIO GIUDIZIO:

Non ho davvero nessuna critica per questo romanzo.
Mi piace la copertina, sobria ed elegante, come la protagonista.
Mi piacciono i personaggi, ben caratterizzati e ricchi di sfumature che li rendono amabili agli occhi del lettore. La trama, pur presentando qualche cliché, contiene elementi originali che rendono la lettura scorrevole e interessante. Stile fluido ed elegante, l'autrice ammalia il lettore con dialoghi ironici e brillanti. Non mancano i momenti più profondi e riflessivi che mostrano i personaggi in tutta la loro debolezza e insicurezza. Finale non scontato e molto combattuto.
Promosso a pieni voti!



L'INTERVISTA:

1.       La scelta di scrivere sotto pseudonimo non è insolita per gli autori. Ognuno lo fa per un motivo in particolare. Qual è il tuo?

È stata una decisione presa di concerto con la casa editrice, perché di solito scrivo altro. Questo romanzo è nato come gioco con un uomo per me molto importante: gli mandavo un capitolo alla settimana e lui si divertiva molto a darmi il suo parere. Ha una dimensione più privata. Non volevamo confondere i piani.



2.       Ti definisci una “ex romantica”, la cosa ha avuto qualche influenza nella stesura de “Sarò come mi vuoi”?

Più che altro nella lavorazione successiva. No, quando l’ho scritto andavo in giro coi cuoricini negli occhi. Poi, ho pensato che, se potevo tirare fuori qualcosa di buono da un’esperienza rivelatasi devastante, sarei stata meglio e così l’ho dato in mano ai miei agenti. Ed eccoci qui.



3.       Com’è stata l’esperienza della pubblicazione? Quanto lavoro c’è dietro il libro finito che arriva nelle mani dei lettori?

Non è facile rispondere a questa domanda, perché ogni autore ha i suoi tempi e le sue modalità. È un lavoro, ma, se sei onesto nello scrivere, è anche un’esperienza che ti mette profondamente a nudo. 
Si può quantificare meglio quello che viene dopo: servono mesi per avere una risposta perché i manoscritti che arrivano alle case editrici sono molti, bisogna pensare alla copertina, al materiale promozionale, l’ufficio commerciale deve convincere i librai a prenotare le copie del libro, si passa alla stampa e alla distribuzione. Infine entrano in campo ufficio stampa e marketing per attirare l’attenzione sul tuo libro, che altrimenti andrebbe perso nel marasma delle decine di libri che escono ogni settimana. C’è una macchina enorme che si muove, davvero enorme e complicata.



4.       Un libro che avresti voluto scrivere e perché.

Ci sono moltissimi libri che avrei voluto scrivere, di quelli che torno a consultare o che rappresentano per me un momento di illuminazione personale, ed estremamente diversi fra loro: dalle storie di Sherlock Holmes a “Un uomo” di Oriana Fallaci, letto al liceo, che mi ha fatto immaginare una vita avventurosa, in giro per il mondo, a scrivere di quel che vedevo. A volte, invece, vorrei scrivere un solo best seller, uno qualsiasi, per ritirarmi su un’isoletta greca a guardare il mare (sì, lo so: ho tanto tanto bisogno di una vacanza!)



lunedì 13 giugno 2016

[Presentazione + intervista] Monica Lombardi - "Schegge di verità"

Buonasera cuori librosi,
ho il piacere di parlarvi di un thriller di prossima uscita che ho già letto e amato.
Si tratta de "Schegge di verità", scritto da Monica Lombardi e pubblicato da Amazon Publishing.
A seguito della presentazione, troverete una breve chiacchierata con l'autrice.
Buona lettura!

LA COPERTINA:



LA TRAMA:

Qualsiasi cosa per riaverla. Qualsiasi cosa per riaverle entrambe.
Due donne, due amiche, Giulia e Livia, rapite una sera di novembre mentre tornano dal cinema. Una delle due riesce a fuggire, ma non ricorda nulla, né del rapimento né del suo passato. Il suo aiuto potrebbe essere determinante per la polizia, se solo riuscisse a mettere insieme le schegge di verità che come lampi le attraversano la mente. Il volto che però vede nello specchio continua a esserle del tutto estraneo.
Le indagini possono dunque partire solo dal bosco, teatro della fuga, e dalla spessa nebbia che blocca la sua memoria. A guidarle è il commissario Emilio Arco, con l’aiuto di Ilaria Benni, una sensitiva in grado di percepire la paura delle persone, e di uno psichiatra, coinvolto per motivi che oltrepassano la sfera professionale.
Monica Lombardi tesse con maestria una tela investigativa ricca di colpi di scena, in un giallo psicologico che scava negli abissi della mente umana.

Data di uscita: 28 Giugno

Per ordinare la tua copia (cartacea o digitale) clicca QUI



L'INTERVISTA:

1.       C’è molta attesa per l’uscita di “Schegge di verità”.  Cosa devono aspettarsi i tuoi lettori?

L’inaspettato? LOL Ricordi che avevo usato questa tagline per la novella “Miriam”? “Aspettatevi l’inaspettato”. Un po’ è quello che caratterizza tutte le mie storie perché mi piace sorprendere il lettore, o almeno ci provo. Okay, qualche coordinata però posso darla. “Schegge di verità” è forse più vicino alla serie di Mike Summers che non al GD Team, non siamo in un mondo spy e quasi fanta-politico come quello del Team ma ci caliamo in un’indagine di polizia più realistica, per risolvere un crimine fin troppo reale. Per certi versi, credo che si possa definire un thriller psicologico.



2.   Scrivere un thriller non deve essere proprio una passeggiata. Raccontaci come è nata l’idea di base e come l’hai sviluppata.

Sono partita da un bosco, un bosco dove sono davvero stata, e dall’idea di una donna in fuga, con il cuore in gola, talmente terrorizzata che finisce per vedere solo il pericolo alle sue spalle e la salvezza davanti a sé, tutto il resto sfuma in una nebbia di contorno. Ricordi come finisce il Prologo?

"Dietro, morte. Davanti, vita.
E lei voleva vivere."

A partire da quel momento, da quella situazione ho introdotto i personaggi che la donna incontra una volta raggiunta la salvezza e… la storia l’hanno costruita loro.




3.       Ho avuto l’onore di leggere il libro in anteprima e l’ho trovato veramente perfetto. La trama è davvero molto molto intricata. L’hai modificata nel tempo o hai sempre avuto chiaro il percorso che avresti seguito?

Un po’ entrambe le cose. Una strada era tracciata, altri elementi si sono aggiunti strada facendo – accade sempre così, con le mie trame. Immaginati un albero: parto dalle radici e seguo con gli occhi, spesso con i primi appunti, il tronco. Poi riparto dall’inizio e aggiungo corteccia, rami e foglie. Questa storia, poi, ha avuto un percorso particolare. La prima versione era finita prima che io iniziassi a scrivere il GD Team ma, quando Amazon Publishing ha deciso di pubblicarlo, d’accordo con Alessandra Tavella l’ho ripreso in mano per aggiungere un paio di scene e alla fine l’ho rivisitato tutto, forte di due anni di esperienza con il Team. La storia è rimasta la stessa ma è cambiata la posizione di alcune scene, sono cambiati tanti dettagli e il finale si è trasformato. Ora questa storia mi piace ancora di più. È segno che, come autori, cresciamo e possiamo fare sempre meglio.




4.       Avendo letto più o meno tutti i tuoi libri, ho riconosciuto subito alcuni tratti caratteristici, anche se si tratta di un genere lontanissimo rispetto al romantic suspense. Quali sono, secondo te, i punti che accomunano “Schegge di verità”  con i tuoi precedenti lavori?

Non è poi così lontano dal romantic suspense, se ci pensi, o almeno da quel particolare tipo di romantic suspense che in Italia, ma solo in Italia, chiamano rosa crime. È un giallo, un poliziesco ma c’è una storia d’amore. In quasi tutti i miei romanzi ci sono entrambe le componenti – mystery e romance. Quello che cambia forse è la proporzione. Quando indaghi su un omicidio, come Mike Summers, o su un rapimento, come fanno i protagonisti di Schegge, c’è meno spazio per il romance. Meno pagine, dunque, ma mi auguro ugualmente intense. Come ho detto durante la presentazione al Salone del Libro di Torino, l’amore non è incompatibile con il giallo: se ami qualcuno, lo ami ancora di più quando è in pericolo.



5.       Un’altra novità del romanzo, è che sarà pubblicato da un importante editore come “Amazon Publishing”, sia in formato elettronico che cartaceo. Sei emozionata?


Molto! Amazon Publishing ha iniziato a pubblicare in Italia lo scorso novembre. Poter essere tra i primi autori italiani scelti da loro è un onore e un’emozione fortissima. L’ho scritto nei ringraziamenti: per Schegge non avrei potuto desiderare una casa migliore. Ero felice quando ho saputo che erano interessati al romanzo, sono ancora più felice ora che ho toccato con mano come lavorano. Sono di una professionalità che fa paura. Mi ritengo un’autrice molto fortunata: prima un editore lungimirante e aperto alle novità come Emma Books, ora una presenza nuova ma già di primo piano sul mercato come Amazon Publishing. Oltre tutto, questo significa poter lavorare con due donne smart, capaci ma allo stesso tempo deliziose come Alessandra Tavella e Maria Paola Romeo. Sono semplicemente favolose.



6.       Ultimissima domanda, avremo modo di vederti ancora alle prese con il thriller o si tratta solo di una parentesi?

No, non è una parentesi, perché fa parte di me come il romantic suspense più “spettacolare”, chiamiamolo così, che è il Team. Spero che in futuro potrete ritrovare proprio questi personaggi, perché incontrerete tre donne molto forti, in questo romanzo. Una sarà più sotto i riflettori, le altre per il momento rimangono in secondo piano, ma vorrei raccontare anche la loro storia. Perché è una bella storia.



sabato 26 marzo 2016

Made In Italy Books Week- Giorno 6 "Belinda Laj": intervista

Proseguiamo la giornata dedicata a "Mezzo Vampiro", con una piccola intervista all'autrice.
Buona lettura!




1) Negli ultimi anni, il mondo fantasy è stato molto gettonato come genere letterario. Cosa ti ha spinto in questa direzione? Hai avuto paura di non riuscire a trovare l’idea giusta per differenziarti dagli altri?

Ciao Marta, grazie per questo spazio. Allora, quello che dici è verissimo, anche se ultimamente il genere ha perso colpi.
Mi piace il fantasy da sempre, e immaginare storie di genere fantastico non è mai stato un problema e non è mai stata una questione di moda. In questa direzione mi ha spinta proprio la Damned Academy. La paura dell’idea giusta non c’è mai stata, sono sempre stata convinta della diversità del mio libro rispetto a quelli del suo genere, l’accademia già è nata nella mia testa sapendo che non sarebbe stata la solita storia. E non sempre questo è positivo, perché c’è chi non rischia e non ama i cambiamenti, sia tra i lettori attaccati ai classici paranormal romance, e sia nelle case editrici. A qualcuno il nuovo fa paura.


 2) Ti sei ispirata a qualche grande maestro del fantasy per la stesura?

No. Credo che emulare gli altri sia sbagliato. Ognuno dovrebbe trovare il proprio stile.



 3) Hai da poco lanciato la versione inglese di “Mezzo Vampiro”, è stato difficile portare avanti un progetto così ambizioso da sola?

Direi di sì. All’estero sono ancora spaesata, anche se sto imparando e capendo diverse cose. Però è tutto agli inizi. Il libro è appena uscito, l’avventura appena iniziata, quindi finger crossed (incrociamo le dita!). Però lo faccio volentieri. Ho sempre pensato che questa storia possa essere più adatta al mercato estero che a quello italiano. Ora staremo a vedere. Intanto ringrazio chi ha creduto in me e mi ha dato la possibilità di tentare questa strada: la mia traduttrice.



4) Qual è la parte più difficile nel self publishing?


La parte più difficile secondo me è far conoscere il libro. Purtroppo scrivere non basta. Una volta finito e caricato il libro online bisogna farlo conoscere, quindi la parte più dura è la promozione. E porta anche via tempo. All’inizio è giusto darsi da fare, poi a un certo punto bisogna incrociare le dita e sperare che ciò che hai scritto continui a far parlare di sé. Io devo molto ai miei lettori, soprattutto quelli del mio gruppo spoiler, che hanno contribuito al passaparola e a far conoscere mezzo vampiro. 


Ringrazio l'autrice per essere stata mia ospite e vi ricordo il giveaway in corso!




mercoledì 23 marzo 2016

Made In Italy Books Week- Giorno 3 "Chiara Cilli": intervista

La nostra giornata insieme a Chiara Cilli, prosegue con una piccola intervista.
Buona lettura!




1.       Ti sei confrontata con diversi generi letterari nella stesura delle tue storie. Qual è quello che ti piace di più?

Sì, ho esordito con il fantasy, per poi virare tre anni fa sull'erotico e infine approdare al dark contemporaneo. Come scrittrice, mi trovo pienamente a mio agio in ognuno di essi… ma il primo amore, la mia oscura Regina degli Inferi, non si scorda mai! Quindi sono propensa a rispondere dark fantasy.



2.       Con “Sei sempre stato tu”, hai vissuto l’esperienza di pubblicazione con una big nel panorama delle Case Editrici. Qual è la differenza tra lavorare per una CE e lavorare da self?

L'editing, sostanzialmente. Per la pubblicazione del mio racconto erotico ho avuto la fortuna di lavorare con una editor bravissima, da cui ho imparato davvero molto.



3.       Qual è la parte che ti piace di più, nel realizzare un libro?

La promozione, senza ombra di dubbio! E non parlo necessariamente di quella a ridosso dell'uscita, ma anche di quella fatta nel corso della stesura. Mi piace da morire stuzzicare i lettori con i graphic teasers, magari dare qualche piccolo spoiler criptico…



4.       Quali consigli daresti ad un autore self alle prime armi?

Se si è all'inizio inizio, consiglio sempre di affidarsi a dei professionisti per la pubblicazione e non andare mai allo sbaraglio. Io, prima di diventare un'autrice indipendente, ho lavorato per un anno sul primo libro de La Regina degli Inferi insieme all'editor della CE con cui l'ho pubblicato, quindi, bene o male, ho assimilato tutti i suggerimenti, come tagliare il superfluo o ridurre un periodo lunghissimo in poche parole. Se invece non si ha alcuna esperienza di editing, è importante contattare chi invece se ne occupa. Altra cosa che, personalmente, ritengo fondamentale è la cover della vostra opera: a meno che non siate cover artists o grafici, contattate chi fa questo mestiere, perché la copertina sarà il vostro biglietto da visita. Esordite sempre al top delle vostre possibilità e andrete alla grande! 




VI RICORDO IL GIVEAWAY IN CORSO.
AVETE TEMPO FINO ALLE 21.00

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martedì 22 marzo 2016

Made in Italy Books Week- Giorno 2 "Connie Furnari": Intervista

Proseguiamo la giornata dedicata a Connie, facendo due chiacchiere librose con lei.
Buona lettura!!






1.   Non hai una C.E.  alle spalle, ma ogni tuo libro arriva in vetta alle classifiche.
E’ faticoso promuoversi, e farsi conoscere, in un mercato duro come quello dell’editoria?

Sì, è durissimo. Per quanto mi riguarda io mi impegno a fare sempre un buon marketing. Non sempre la casa editrice è sinonimo di qualità, ci sono anche molti libri scritti da self validissimi. Sono del parere comunque, che un libro trova sempre da sé la strada da percorrere.


2.   Quanto lavoro c’è dietro la realizzazione di ogni singolo romanzo?

Tantissimo lavoro. Io di solito scrivo di getto, ma dedico molto tempo all’editing del testo, anche un mese.



  La cosa che ami di più del tuo mestiere?

Il rapporto con i lettori, l’affetto che mi dimostrano con i loro messaggi e le loro email.


4.    Quali consigli daresti ad un autore self alle prime armi?


Di andare dritto per la sua strada, di non osservare gli altri (l’erba del vicino sembra sempre più verde, ma spesso non lo è) e di non voltarsi mai indietro. Di scrivere quello che piace, senza forzature e senza seguire le mode. La scrittura deve essere per prima cosa passione! 




Ringrazio l'autrice per il tempo che mi ha dedicato, è stato un onore avere una veterana del self publishing come mia ospite <3



VI RICORDO IL GIVEAWAY IN CORSO.
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