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lunedì 2 dicembre 2019

Recensione "Foresta Nera" di Franck Thilliez

Buongiorno, lettori.
Dopo aver letto, ed amato alla follia, Il manoscritto mi sono precipitata sui siti a guardare le altre opere di Thilliez e sono rimasta subito affascinata dalla cover e dalla trama di 'Foresta Nera'.
Ho divorato anche questo romanzo e non vedo l'ora di raccontarvelo!
Buona lettura!


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Chi non sogna di fuggire dalla quotidianità e di diventare ricco e famoso? Per David Miller, quel sogno è a portata di mano: basta che accetti di rinchiudersi per un mese in uno chalet nella Foresta Nera, insieme con la moglie, la figlia e il ricchissimo Arthur Doffre. Perché Doffre ha offerto proprio a lui, David, autore in perenne attesa del successo, una somma esorbitante per scrivere un romanzo sul "Boia 125", un notissimo serial killer che, dopo aver ucciso sette coppie, si era impiccato, forse per sottrarsi alla polizia. Inebriato dalle promesse di Doffre, David accetta e, raggiunto lo chalet, si trova immerso in un'atmosfera surreale: la casa, lontanissima da tutto e da tutti, è stata costruita intorno a una quercia secolare e le sue grandi finestre sono prive d'imposte e chiuse con un lucchetto. In più, la neve affoga ogni cosa in un indistinto, accecante candore. E ciò che lo aspetta all'interno non è meno inquietante: lo studio in cui dovrà "produrre" almeno dieci pagine al giorno si affaccia su una sorta di mattatoio; la presenza di Doffre, inchiodato su una sedia a rotelle, è costante e implacabile; i dossier sul Boia 125 sono raccapriccianti. Ma soltanto con l'arrivo allo chalet di una donna terrorizzata e gravemente ferita, quell'incubo claustrofobico giungerà al culmine, esplodendo in un'imprevedibile e agghiacciante follia...

L'ambientazione isolata e l'idea di base del romanzo, mi hanno ricordato molto la trama di Shining ma, nel caso di Thilliez, tutto diventa ancora più oscuro e crudele.
Uno scrittore che tenta di sfondare viene ingaggiato per raccontare la storia di un famoso serial killer, il Boia 125. Il ricchissimo mecenate che intende finanziare l'opera è un paralitico che non bada a spese e che, proprio grazie ad una ingente somma di denaro, riesce a convincere David a rinchiudersi con la famiglia in un isolatissimo chalet nella Foresta Nera.

Il cuore prese a battere a mille. Il sudore gli imperlò la fronte. Studiò la lettera. 
Poi la sua mente cominciò a viaggiare lontano. Là dove Doffre aveva deciso di condurla. 
Nel polmone della Germania. Nella Foresta nera. 
Divorò di nuovo la lettera e rifletté... La lesse, la rilesse... Il sogno diventava tangibile. 
Il luogo, l'argomento, la ricompensa. Non faceva una piega. Gli piaceva tutto. 
E allora dov'era il problema?

Sono rimasta subito affascinata dall'ambientazione: il senso di isolamento che si respira tra le pagine è totale e, dopo un po', diventa opprimente anche per chi legge. L'allegra combriccola riunita nella casa non potrebbe essere peggio assortita: David con moglie scettica e una bambina innocente, Arthur Doffre invalido ma inquietante e spaventoso come un mostro, una escort che lo accompagna e misterioso campagnolo che si aggira nei dintorni e che ha un'aria altrettanto ambigua.

La storia del Boia 125, che tanto affascina Doffre al punto da volerlo interpretare nel romanzo, è quello di un serial killer morto suicida dopo sette massacri. Il suo modus operandi è molto affascinante e richiama un'antica tradizione egizia alquanto macabra, sono certa che colpirà molto anche voi come scelta. Il killer risparmiava sempre i bambini, marchiandoli però con una serie di numeri che, finora, non hanno mai trovato un significato per gli investigatori.

Un altro personaggio che trama nell'ombra, e che non vi ho menzionato prima, è quello di Miss Hyde, una sorta di strega ossessionata da David, il suo ruolo, inizialmente poco chiaro, acquisterà un significato decisivo e inaspettato nell'epilogo al cardiopalma che ci regala Thilliez.

Per quanto sembrasse folle e incoerente, l'ombra del Male aleggiava, lì, da qualche parte fra quei tronchi giganteschi. Si poteva sforzarsi di essere razionali, ma era impossibile negare l'evidenza.

Per quanto siamo ben lontani dalla genialità de 'Il manoscritto', ho ritrovato i tratti caratteristici dell'autore anche tra queste pagine. In 'Foresta Nera', lo stile è più macabro e cruento, ma la voglia di stupire e lasciare di stucco c'è e la suspense crescente anche. Non mi aspettavo alcuni risvolti e, devo dire, di aver gradito abbastanza le scelte dell'autore e il modo in cui ha sbrogliato la matassa. Proseguirò la mia scoperta delle sue opere, tentando di trovare di nuovo la magia disarmante scoperta ne 'Il manoscritto'.





venerdì 22 novembre 2019

Recensione "Il manoscritto" di Franck Thilliez

Buongiorno, lettori.
Finalmente sono riuscita a riordinare le idee e sono pronta a raccontarvi "Il manoscritto", una delle letture più belle dell'anno!!!
Buona lettura!


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Léane Morgan è considerata la regina del thriller, ma firma i suoi libri con uno pseudonimo per preservare la propria vita privata, che ha subito un profondo sconvolgimento: sua figlia Sarah è stata rapita quattro anni prima e la polizia ha archiviato il caso come omicidio a opera di un noto serial killer, pur non essendo mai stato ritrovato il corpo della ragazza. Dopo la tragedia, del suo matrimonio con Jullian non è rimasto che un luogo, la solitaria villa sul mare nel Nord della Francia che Léane ha ormai abbandonato da tempo; ma quando il marito viene brutalmente aggredito subendo una perdita di memoria, lei si vede costretta a tornare in quella casa, carica di ricordi dolorosi e, adesso, di inquietanti interrogativi: cosa aveva scoperto Jullian, perso dietro alla ricerca ossessiva della verità sulla scomparsa della figlia? Intanto, nei dintorni di Grenoble, viene ritrovato un cadavere senza volto nel bagagliaio di una macchina rubata: potrebbe forse trattarsi di un'altra vittima del presunto assassino di Sarah. Le intuizioni del poliziotto Vic, dotato di una memoria prodigiosa, permetteranno di incastrare alcuni tasselli del puzzle, ma altri spaventosi elementi arriveranno a confondere ogni ipotesi su una verità che diventa sempre più distante, frammentaria e, inevitabilmente, terribile.

Se non amate le storie intricate e non avete voglia di mettervi a ragionare, 'Il manoscritto' non è il libro che fa per voi. Quello che Thilliez ha pensato per il suo lettore, è una indagine interattiva e costante che durerà per tutta la lettura e che sarà portata avanti anche una volta conclusa quest'ultima.
Si tratta di un libro a matrioska che contiene più di una storia al suo interno.

Si parte da una bravissima autrice di thriller che scrive sotto pseudonimo, dalla scomparsa di sua figlia, il ritrovamento di un cadavere senza testa e un'aggressione alquanto misteriosa all'ex marito dell'autrice e padre della ragazza scomparsa. Il bello del libro inizia quasi subito perché già dopo poche pagine è impossibile abbandonare la lettura e continuare a leggere diventa un bisogno impellente. Durante la lettura, ho approfittato di ogni momento libero per leggere qualche pagina perché DOVEVO sapere.
Vic, è uno dei pochi personaggi centrali che non è legato con il nucleo familiare e mi è piaciuto moltissimo come personaggio, soprattutto per la sua formidabile memoria.

Lèane e Jullian, invece, sono stati due protagonisti ambigui dall'inizio alla fine: man mano che le indagini sulla sparizione della figlia, l'aggressione e il ritrovamento del cadavere proseguono, vengono alla luce dei segreti sulla loro vita che vi faranno dubitare dei due fino alla fine.
La storia nella storia raggiunge il suo apice negli ultimi capitoli portando alla confusione più totale e ad un epilogo che mi ha lasciata di stucco, nel senso letterale del termine.

E' un libro che va digerito, meglio se in compagnia di qualcuno che lo ha letto, perché si arriva a congetture e verità davvero pazzesche e sconcertanti solo dopo averlo finito e averci ragionato un po'.
Vi lascio il link della sezione spoiler di Silvia de "Il piacere della lettura" QUI che mi ha aiutata a decifrare gli ultimi passaggi che ancora non mi erano chiari. 

Che dire di questo autore? Che è stato davvero di una bravura immensa, raramente mi capita di restare a bocca aperta con un libro ma, in questo caso, mi inchino di fronte a tanto genio.
E' un thriller straordinario, soprattutto se amate il genere. Amato in ogni sua parte, dall'inizio alla fine e super consigliato!!



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