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lunedì 28 gennaio 2019

Recensione "Butterfly" di Yusra Mardini

Buongiorno, lettori.
Iniziamo la settimana con una lettura importante ed emotivamente impegnativa che racconta la storia dell'atleta olimpica, Yusra Mardini.
Buona lettura!


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Alle Olimpiadi di Rio del 2016, cinque donne si preparano ai blocchi di partenza per la prima batteria dei 100 metri farfalla. Quattro di loro sono rappresentate dalla bandiera della nazione per cui gareggiano. La bandiera di Yusra Mardini, invece, è quella bianca con gli anelli olimpici della squadra dei rifugiati. Yusra è una diciottenne siriana, ma non può competere per il suo paese. È fuggita da una Damasco devastata e resa irriconoscibile dalla guerra, perché aveva un sogno: continuare a nuotare e prepararsi per le olimpiadi.Quando, un anno prima, una bomba buca il tetto della piscina in cui Yusra e sua sorella Sara si stanno allenando e finisce in acqua – inesplosa – a pochi metri da loro, le due ragazze comprendono che non possono attendere oltre e lasciano la Siria per raggiungere l’Europa. Ma il viaggio che le aspetta è pericoloso e pieno di insidie. In Turchia, i trafficanti le stipano su un sovraffollato gommone a motore che a metà della traversata verso un’isola greca si ferma, guasto. Yusra e Sara si tuffano in mare e nuotano per ore nelle acque gelide, rischiando la vita, affiancando l’imbarcazione fino a raggiungere le coste di Lesbo e portando in salvo tutti i passeggeri. Da lì, il loro viaggio prosegue attraverso la Serbia, l’Ungheria, l’Austria, fino in Germania, dove Yusra trova qualcuno che crede nel suo talento di nuotatrice e la convince a prepararsi per le Olimpiadi di Rio in cui, per la prima volta, gareggia una squadra di atleti rifugiati.

La biografia d Yusra Mardini, intitolata 'Butterfly', è una storia commovente ed intensa. Mai, come in questi giorni, il tema dell'immigrazione è al centro di aspri dibattiti tra le aule dei governi di mezza Europa: il più delle volte, le discussioni finiscono con un buco nell'acqua, così come i corpi di centinaia di migranti che tentano in ogni modo di attraversare il mare in cerca di un futuro diverso. Yusra è una ragazza molto forte e intraprendente, di lei mi ha colpito subito l'assoluta obbedienza al padre/allenatore e la costanza con la quale si è sempre allenata per realizzare il suo sogno: gareggiare alle Olimpiadi. Di per sé, si tratta già di un'impresa ardua, per chiunque, ma quando coltivi un sogno del genere nella Siria devastata da guerra e dall'occupazione la vicenda assume dei connotati ai limiti del possibile. Cadono le bombe vicino la piscina di Yusra, manca il lavoro, mancano i soldi anche per acquistare i beni di prima necessità e il nuoto passa decisamente in secondo piano rispetto a tanta violenza e sofferenza.

Con un coraggio, e un bagaglio pieno di sogni, l'autrice protagonista racconta la difficilissima traversata in mare a bordo di una imbarcazione di fortuna, Yusra e sua sorella Sara sono delle eroine che non si arrendono davanti alla prima difficoltà e lo dimostreranno nelle numerose tappe del loro viaggio della speranza verso la Germania. Il cammino è difficile, le frontiere fisiche e politiche dell'Europa moderna sembrano invalicabili e lontanissime così come il progetto di riprendere a nuotare e partecipare alle Olimpiadi. La lucidità e la schiettezza, con le quali vengono raccontati i vari step del viaggio, ci raccontano una realtà molto diversa da quella trasmessa dai mass media, ci raccontano le difficoltà estreme con le quali milioni di uomini e donne cercano di raggiungere 'un posto migliore' perché, spesso, è meglio morire piuttosto che tornare indietro.

La storia di Yusra sconvolge e stupisce, è impossibile restare indifferenti ad un racconto del genere che in fin dei conti, ha anche il suo bel lieto fine- se così possiamo definire abbandonare il proprio paese, rischiare la vita e tentare di ricrearsi un'esistenza da zero. Ho letto con avidità le parole di Yusra, non ne avevo mai abbastanza nonostante la miriade di emozioni contrastanti che provavo ad ogni pagina. 'Butterfly' è un romanzo che dovrebbero leggere nelle scuole per insegnare i valori della vita e l'importanza dei sogni. E' un romanzo unico nel suo genere e sono certa che mi resterà nel cuore per molto, molto tempo.



mercoledì 11 ottobre 2017

Recensione "Il giardino di Elizabeth" di Elizabeth Von Armin

Buongiorno lettori,
oggi vi parlo di una riedizione bellissima di Fazi Editore.
Il titolo in questione è "Il giardino di Elizabeth", un romanzo senza tempo completamente rinnovato e riportato alla luce con una cover pazzesca che adoro moltissimo.
Buona lettura!


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In fuga dall’opprimente vita di città, l’aristocratica Elizabeth si stabilisce nell’ex convento di proprietà del marito, un luogo isolato e carico di storia in Pomerania. A vivacizzare le giornate della signora ci sono le tre figlie – la bimba di aprile, la bimba di maggio e la bimba di giugno –, le amiche Irais e Minora, ospiti più o meno gradite con le quali intrattiene conversazioni brillanti e conflittuali, sempre in bilico fra solidarietà e rivalità femminile, e poi c’è lui, l’Uomo della collera, «colui che detiene il diritto di manifestarsi quando e come più gli piace». Ma soprattutto c’è il giardino, una vera e propria oasi di cui Elizabeth si innamora perdutamente. Estasiata dalla pace e dalla tranquillità del luogo, trascorre le ore da sola con un libro in mano, immersa nei colori, nei profumi e nei silenzi, cibandosi soltanto di insalata e tè consumati all’ombra dei lillà. Mentre le stagioni si susseguono, Elizabeth ritrova se stessa, i suoi spazi, i suoi ricordi e la sua libertà. Una storia che ha molto di autobiografico narrata da una donna più avanti del suo tempo: una donna di mondo coraggiosa e irriverente che parla a tutte le donne di oggi. Uscito per la prima volta nel 1898 in forma anonima, Il giardino di Elizabeth, primo romanzo di Elizabeth von Arnim, ebbe da subito un successo clamoroso. Presentato qui in una versione integrale fino a ora inedita in Italia, è un romanzo del passato che colpisce per la sua modernità.

La cosa che mi ha conquistato immediatamente del romanzo, prima di leggere la trama o sfogliare qualche pagina, è stata la meravigliosa copertina che si sposa perfettamente con il titolo di questa autobiografia. Il romanzo è ambientato, più o meno, agli inizi del '900 ma racconta verità valide tuttora. Elizabeth, protagonista assoluta, è incantevole nell'aspetto e nel comportamento. Leggendo il suo diario, ci accorgiamo delle meraviglie di cui si circondava nonostante fosse una cosa inconsueta per una donna dell'epoca, nella sua posizione sociale per giunta. Eppure la bellezza e la gioia, per la giovane Elizabeth, risiede in un semplice e coloratissimo giardino descritto, nel romanzo, con appellativi deliziosi capaci di renderlo amabile a chiunque.

Ora che si è sparsa la voce che passo le giornate fuori casa con un libro in mano,
tutti sono convinti che io sia, per dirlo in modo educato,
eccessivamente eccentrica, e non c'è anima viva che mi abbia visto ancora cucire o spignattare.

Di mente aperta e progressista, Elizabeth descrive molto bene il disagio e le discrepanze di pensiero con tutti quelli che la circondano: dalla figlie, al marito e, per finire, alla servitù. La sua solitudine è palpabile ma non esasperata. Non è una protagonista sprovveduta o affetta da vittimismo patologico, anzi. Le riflessioni più intime delle sua mente, che ha voluto gentilmente condividere con noi lettori, sono molto ironiche e simpatiche.
Il suo amore per i libri è un valore aggiunto ad un personaggio già straordinario.

E' in giardino che mi addoloro per la meschinità che ho dentro e per certi pensieri egoisti
che sono assai peggiori di come li percepisco. 
E' là che tutti i miei peccati e le mie scempiaggini sono perdonati.

Il giardino è l'elemento fondamentale sia per la vita di Elizabeth che, di riflesso, per il romanzo.
E' un fedele confessore e un rifugio sicuro dalle brutture del mondo e, come vi accennavo prima, viene descritto in maniera dolcissima e curata. Ne resterete senza dubbio affascinati.
Per quanto riguarda lo stile dell'autrice, ci troviamo davanti un vero e proprio diario scandito da giorni e riflessioni di una donna imprigionata in un'epoca che non era ancora pronta per un certo tipo di idee.

Ho fiducia di poter meritare sempre più la benedizione che raccolgo a piene mani nel mio giardino, e spero di crescere in grazia, pazienza e allegria proprio come i fiori felici che amo così tanto.

Un libro assolutamente da scoprire e che sono contenta di aver letto. 
Questa donna mi ha dato moltissimo, nel giro di poche pagine, perciò l'unico modo che ho per sdebitarmi, è consigliarvi spassionatamente di leggere la storia della sua vita e ammirare il suo meraviglioso giardino.



lunedì 2 ottobre 2017

[Review Party] "Senza filtri" di Lily Collins

Buongiorno lettori,
oggi vi parlo di "Senza filtri", l'autobiografia dell'attrice Lily Collins che, pur essendo giovanissima, ha già vissuto esperienze importanti che ci racconta nel libro senza censura.
E' stata una lettura che mi ha stupita, in positivo.


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Ogni ragazza, prima o poi, si trova davanti a delle sfide importanti: accettare il proprio corpo, affrontare relazioni difficili, superare paure che sembrano insormontabili. Ed è successo anche a Lily. Lily sa che cosa vuol dire vivere per metà nella luce e per metà nel buio. Anche lei sa cosa vuol dire lottare per salvarsi. Significa guardarsi allo specchio e amarsi, accettare di essere strane e vulnerabili, ma proprio per questo meravigliose. E spesso, per riuscire a fare quel piccolo grande passo, basta qualcuno che ti prenda la mano e che ti dica che non sei solo.

Mi sono interessata a Lily Collins solo di recente, dopo aver visto su Netflix "Fino all'osso" e aver letto che l'attrice protagonista ha sofferto lo stesso disturbo del ruolo che interpreta. Dietro il sorriso di Lily, oltre il dramma dell'anoressia, c'è tutto un mondo complicato e tormentato che poco si confà all'idea che i fan hanno di lei.
Di solito non amo il genere autobiografico, ma "Senza filtri" è stata una lettura interessante e scorrevole. Come suggerisce il titolo del libro, l'autrice si mette a nudo raccontando episodi forti della sua vita senza censure.

"Mi rendo conto che non mi stimavo a sufficienza.
Non credevo di essere abbastanza così com'ero.
Ero troppo debole per sapere che non è un problema essere in disaccordo con la persona con cui si ha una relazione."

La separazione dei genitori traccia un primo passo verso un periodo di insicurezza che sarà poi alimentato da relazioni sbagliate e l'anoressia, una malattia che non lascia scampo e che ha rischiato di compromettere, in modo permanente, il già fragile equilibrio dell'attrice. 
E' facile immedesimarsi nella Collins, chi di voi non si è sentito inadeguato almeno una volta nella vita? Il mondo del cinema, poi, ha contribuito ad alimentare quella  voglia di controllo e perfezione che già attanagliavano l'animo di questa ragazza portandola ad un punto di non ritorno.

"Esiste una felicità maggiore da conseguire: 
la gioia di godermi il più possibile l'unica vita che ho,
accettandomi per ciò che sono."

Dopo il buio, la luce. Sì, perché questo libro è fatto di chiaro scuri; di momenti profondi ma anche più divertenti di una donna che, crescendo, ha ritrovato sé stessa e si è impegnata, in modo sano, a rendersi migliore. Questo passaggio mi è piaciuto moltissimo, soprattutto per il messaggio lanciato.
C'è sempre tempo per rimediare ai propri errori e per imparare ad apprezzare la vita, il nostro bene più prezioso.

"Confidandoci impariamo che non siamo sole,
che non siamo così diverse dopotutto.
Siamo tutti esseri umani.
Vogliamo tutti sentirci parte di qualcosa di più grande."

Per scoprire tutto, ma proprio tutto, sulla vita della bella Lily Collins non vi resta che immergervi tra le pagine e le fotografie di 'Senza filtri'. Io ve lo consiglio!



Seguite il tour e scoprite i pareri delle mie colleghe blogger!




lunedì 29 maggio 2017

[Domino Letterario] "Una storia di amore e di tenebra" di Amos Oz

Buon pomeriggio lettori,
anche questo mese partecipo con piacere al 'Domino Letterario', un'iniziativa organizzata dai blog per promuovere la lettura attraverso la recensione di libri tutti collegati tra loro.
Per la mia tessera ho scelto il romanzo autobiografico di Amos Oz, "Una storia di amore e di tenebra".
Buona lettura!


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Amore e tenebra sono due delle forze che agiscono in questo libro, un'autobiografia in forma di romanzo, un'opera letteraria che comprende le origini della famiglia di Oz, la storia della sua infanzia e giovinezza a Gerusalemme e poi nel kibbutz di Hulda, l'esistenza tragica dei suoi genitori, e una descrizione epica della Gerusalemme di quegli anni, di Tel Aviv che ne è il contrasto, della vita in kibbutz, negli anni trenta, quaranta e cinquanta. La narrazione si muove avanti e indietro nel tempo, ricostruendo in 120 anni di storia familiare una saga che vede protagonisti quattro generazioni di sognatori, uomini d'affari falliti e poeti egocentrici, riformatori del mondo, impenitenti donnaioli e pecore nere.

Non è stata una lettura semplice, non è stata una lettura facile, ma è stata una lettura che mi ha arricchita, su questo non c'è dubbio. Con le autobiografie è così, non si tratta di classici romanzi, ma pezzi di vita di un individuo che meritano sempre rispetto e la giusta attenzione da parte di chi legge.
L'autore mescola alla perfezione elementi storici importanti, come la nascita dello Stato di Israele, ed avvenimenti familiari di un certo livello e di un certo impatto. La figura della madre, Fania, è un elemento fondamentale e il legame più forte che l'autore instaura nella sua vita. Il suicidio della donna sconvolge, e non poco, la sua vita e segna una frattura profonda e insanabile anche nel rapporto con il padre. Un giovane Amos lotta, da sempre, contro un destino che sembra essere stato tracciato da altri, il suo cognome stesso ne è la prova: Oz, in ebraico, significa forza ed è senza dubbio un elemento che non caratterizza l'animo gentile e tormentato dell'autore. La narrazione è costellata da un elevato numero di personaggi, più o meno noti, e avvenimenti storici, i numerosi salti temporali contribuiscono ad arricchire una trama, già complessa, rendendo la lettura poco scorrevole e, a tratti, confusionaria. Ho apprezzato moltissimo le descrizioni, accurate e dettagliate, dei luoghi e della meravigliosa cultura ebraica. Come vi dicevo, non è un libro di facile lettura ma è una storia intensa e di impatto che mi ha arricchita. Sono contenta del tempo speso in compagnia di un racconto unico nel suo genere che riesce ad amalgamare perfettamente una storia familiare con quella di un paese intero. Nel bene o nel male, questo libro ha lasciato un segno perciò non posso non consigliarlo.



Vi lascio il calendario con il domino di questo mese.
Continuate a seguirci!





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