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venerdì 4 maggio 2018

Recensione "Il posto delle margherite" di Monica Peetz

Buongiorno cuori librosi,
oggi vi parlo di un romanzo tutto al femminile che mi è piaciuto moltissimo. Una storia che insegna a non arrendersi: alle difficoltà, alle pene d'amore e al tempo. Si tratta de "Il posto delle margherite", scritto da Monika Peetz e pubblicato da Garzanti.
Buona lettura!


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Kiki ne ha abbastanza della vita di città: ore e ore a girare inutilmente prima di trovare parcheggio, tormentata dal rumore incessante di lavori in corso che sembrano non finire mai. Per lei è arrivato il momento di cambiare aria e acquistare quel vecchio casolare in campagna di cui è innamorata per farne un bed and breakfast. È da qui, da questo luogo circondato da sconfinate distese di margherite e immerso nella calma dei laghi, che ha intenzione di ricominciare da capo. Ma a poche settimane dall'inaugurazione dell'albergo, si rende conto che c'è ancora tanto, troppo da fare: non riuscirà mai ad aprire in tempo. Per fortuna, arrivano a darle man forte le sue amiche di sempre, che hanno deciso di anticipare la loro gita annuale e di raggiungere Kiki nel suo paradiso in mezzo al verde. Forse può essere l'occasione giusta per passare del tempo insieme. Del resto, è stato per tutte un anno complicato: Caroline, avvocato, è tuttora alle prese con un caso difficile; la timida Judith è sempre alla ricerca di un suo equilibrio; Estelle non sopporta più l'invadenza del figlioccio e della sua consorte. E poi c'è Eva, l'intrepida mamma single che fatica a tenere a freno l'esuberanza del figlio. Tra confidenze, litigi, consigli e qualche bugia a fin di bene, le «amiche del martedì» si rimboccano le maniche e insieme realizzano il sogno di Kiki, riscoprendosi più unite diprima. Sono sicure che ormai niente potrà dividerle. A meno che al bed and breakfast non si presenti un uomo misterioso intenzionato a conquistarsi la simpatia di ognuna di loro... Senza eccezione.

Questo romanzo ha subito catturato la mia attenzione per la deliziosa copertina dai colori vivaci e allegri, perfettamente abbinati alla primavera appena iniziata. Ciò che mi ha colpito molto è stata la scelta dei personaggi: si tratta di cinque amiche, non più giovanissime, che sembrano non aver nulla in comune se non l'appuntamento del martedì e la vacanza che ogni anno si concedono tutte insieme. E' stato molto interessante approcciarsi ad una storia tutta al femminile, con tutti i limiti del caso. Sì, perché le donne sono tutt'oggi materia di studio per la loro complessità e le loro mille sfumature, l'autrice è stata molto coraggiosa ad affrontare una storia con tante protagoniste tutte diverse e particolari, a modo loro. L'animo sognatrice di Kiki è quello che ho apprezzato di più ma, in generale, si tratta di un gruppo omogeneo ed equilibrato: i limiti di una vengono compensati dai punti di forza delle altre. Il progetto si rivela subito ambizioso, nonostante l'amicizia, nessuna delle protagoniste si fa remore ad esprimere la propria opinione al riguardo. Questa sincerità e schiettezza mi ha permesso di conoscere nel profondo ognuna di loro, senza artifici o sorrisi di circostanza.

L'unico personaggio maschile degno di nota, è il primo ospite del bed & brakfast, un uomo misterioso che ho fatto fatica ad inquadrare, a differenza delle signore. Per quasi tutta la vicenda si muove nell'ombra con gesti calcolati e frasi studiate, ha sempre la risposta giusta al momento giusto. Questa sua enigmatica personalità scatenerà opinioni e reazioni contrastanti nel gruppo seminando un po' di pepe e curiosità nella storia. 

Molto, molto carina tutta la parte dedicata all'ambientazione. Siamo in un paesino di campagna dove tutti si conoscono e la natura è la vera artista. A livello paesaggistico, l'autrice non si risparmia e ci regala degli scorci naturali meravigliosi, distese fiorite e le acque placide di un lago. Viene proprio voglia di regalarsi un week end fuori porta, immersi nel verde e nei suoni calmi e rilassanti della natura.

La prosa di Monika Peetz è una vera coccola per gli occhi, ho trascorso delle ore piacevoli in compagnia di questa storia e di cinque donne straordinarie e combattive che troveranno il coraggio, e la forza, di superare tutti i propri limiti. Bella l'idea, bello il contesto e ottimo racconto. Nella semplicità ho riscontrato una trama solida e ben costruita che non mi ha annoiato ma, anzi, mi ha riservato molte sorprese ed emozioni. Se amate le storie al femminile e incentrate sull'amicizia, avete trovato il libro che fa per voi. Lo consiglio!



martedì 26 settembre 2017

Recensione "Ci vediamo un giorno di questi" di Federica Bosco

Buongiorno a tutti,
voglio parlarvi dell'ultimo libro di Federica Bosco. Una storia che mi ha emozionata moltissimo come non mi accadeva da tempo.
Buona lettura!


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A volte per far nascere un'amicizia senza fine basta un biscotto condiviso nel cortile della scuola. Così è stato per Ludovica e Caterina, che da quel giorno sono diventate come sorelle. Sorelle che non potrebbero essere più diverse l'una dall'altra. Caterina è un vulcano di energia, non conosce cosa sia la paura. Per Ludovica la paura è una parola tatuata a fuoco nella sua vita e sul suo cuore. Nessuno spazio per il rischio, solo scelte sempre uguali. Anno dopo anno, mentre Caterina trascina Ludovica alle feste, lei cerca di introdurre un po' di responsabilità nei giorni dell'amica dominati dal caos. Un'equazione perfetta. Un'unione senza ombre dall'infanzia alla maturità, attraverso l'adolescenza, fino a giungere a quel punto della vita in cui Ludovica si rende conto che la sua vita è impacchettata e precisa come un trolley della Ryanair, per evitare sorprese al check-in, un muro costruito meticolosamente che la protegge dagli urti della vita: lavoro in banca, fidanzato storico, niente figli, nel tentativo di arginare le onde. Eppure non esiste un muro così alto da proteggerci dalle curve del destino. Dalla vita che a volte fortifica, distrugge, cambia. E, inaspettatamente, travolge. Dopo un'esistenza passata da Ludovica a vivere della luce emanata dalla vitalità di Caterina, ora è quest'ultima che ha bisogno di lei. Ora è Caterina a chiederle il regalo più grande. Quello di slacciare le funi che saldano la barca al porto e lasciarsi andare al mare aperto, dove tutto è pericoloso, inatteso, imprevisto. Ma inevitabilmente sorprendente.

Un proverbio famoso recita così: "Chi trova un amico, trova un tesoro". E Ludovica e Caterina ne sono la prova vivente. Mi ha colpita subito la diversità di queste due protagoniste. Una riflessiva, timorosa e remissiva; l'altra un uragano di idee, allegria e una vita vissuta al mille per mille. Non ho preferito l'una o l'altra, ma ho apprezzato moltissimo i pregi e difetti di entrambe. Sono due donne molto umane e realistiche, non sono per nulla stereotipate e la loro amicizia è vera e sincera, nonostante gli alti e bassi.

Nel mio mondo pieno di spigoli lei era una piacevole imbottitura.
Perché a me la vita metteva sempre un po' in soggezione,
come se fossi sua ospite e non volessi disturbare,
mentre Cate non si faceva nessun problema a camminarle sui tappeti
con le scarpe sporche.

Il rapporto tra le due è il perno centrale del romanzo, è un'amicizia che cresce e affronta gli ostacoli più diversi. Mi è piaciuto vedere il percorso in evoluzione di Ludovica e la sua ri-nascita. Dalla prima alla seconda parte del libro il suo personaggio subisce la trasformazione più evidente ma anche l'esuberante Caterina ci riserverà dei momenti assolutamente emozionanti.
La trama del libro è mix ben riuscito su varie tematiche che coinvolge il lettore al cento per cento.
L'autrice mantiene la capacità di emozionare il lettore ed entrare nel cuore attraverso personaggi unici. Non era facile parlare di malattia senza scadere drammatico, ma la Bosco è riuscita ad affrontare tutto con una delicatezza disarmante.

L'amore, quando si è grandi e si sono fatti un bel po' di errori,
ha un sapore migliore.
Sa di fiducia.

Una storia che va al di là dell'amicizia, al di là del dolore e della speranza.
Una storia che insegna a vivere il presente, a non lasciarsi guidare da un vita gestita dagli altri, dal rancore e dalla rabbia. Un romanzo che serve a far pace con sé stessi. L'ho letto in una giornata triste, tristissima ed è riuscito ad essermi di conforto e di insegnamento.
Non sarà il classico romanzo ironico della Bosco, ma vi assicuro che vi ruberà il cuore.
E' inevitabile.





sabato 12 marzo 2016

Segnalazione "I braccialetti della speranza" di Luigi Dinardo

Buongiorno cuori librosi,
oggi vi segnalo un romanzo tutto italiano sull'amicizia e la solidarietà, di malattia e di speranza.
Si tratta de "I braccialetti della speranza", scritto da Luigi Dinardo.


LA COPERTINA:



LA TRAMA:

Ivan ha un rarissimo tumore allo stomaco. Cristian e Katia hanno la leucemia. Tre giovani anime che non possono sopravvivere senza l'aiuto di qualcuno. Riusciranno a trovarsi? L'amicizia e la solidarietà saranno sufficienti a salvare le loro vite? Dopo "Braccialetti rossi", un'altra storia di vita vissuta, di speranza, d'amore.


Versione ebook --->  1,99 euro

Versione cartacea ---> 11,90 euro


Per acquistare il romanzo, clicca QUI

martedì 1 aprile 2014

Recensione libro "La mia amica ebrea" di Rebecca Domino

Ho ricevuto questo libro direttamente dall'autrice Rebecca Domino e oggi sono pronta per la recensione.
Buona lettura!

IL LIBRO 

LA TRAMA 

Amburgo, 1943. La vita di Josepha, quindici anni, trascorre fra le uscite con le amiche, le lezioni e i sogni, nonostante la Seconda Guerra Mondiale. Le cose cambiano quando suo padre decide di nascondere in soffitta una famiglia di ebrei. Fra loro c'è Rina, quindici anni, grandi e profondi occhi scuri. Nella Germania nazista, giorno dopo giorno sboccia una delicata amicizia fra una ragazzina ariana, che è cresciuta con la propaganda di Hitler, e una ragazzina ebrea, che si sta nascondendo a quello che sembra essere il destino di tutta la sua gente. Ma quando Josepha dovrà rinunciare improvvisamente alla sua casa e dovrà lottare per continuare a sperare e per cercare di proteggere Rina, l'unione fra le due ragazzine, in un Amburgo martoriata dalle bombe e dalla paura, continuerà a riempire i loro cuori di speranza. Un romanzo che accende i riflettori su uno dei lati meno conosciuti dell'Olocausto, la voce degli "eroi silenziosi", uomini, donne e giovani che hanno aiutato gli ebrei in uno dei periodi più bui della Storia.


LA RECENSIONE

"Io mi aspetto solo di vivere una bella estate. Poi ho cancellato le ultime tre parole: io mi aspetto solo di vivere"

Questa è la vita della tedesca Josepha negli anni della Germania nazista. Passa le giornate pregando di non morire o cercando di vivere al meglio come se ogni giorno fosse anche l'ultimo.
Vive in un mondo dove tutto e tutti la portano a credere che i tedeschi siano una razza superiore e che il popolo ebreo debba essere schiacciato come una colonia di formiche. 
Un padre di mentalità aperta è il miglior amico per Josepha che porterà sempre con se' i suoi insegnamenti.
La sua vita viene sconvolta da Rina e la sua famiglia quando se li ritrova come fuggiaschi in soffitta.

"Se chiunque mi vedesse adesso! Io sono un'ariana, lei è un ebrea"
Un'amicizia che sconvolge il mondo quanto le protagoniste. Sembra sbagliato e senza senso. Ma perche'?
Perchè una tedesca non può essere amica di un'ebrea? La risposta e il coraggio di Josepha nel rispondere a questa domanda danno inizio ad una commovente e intensa amicizia più forte del destino e della guerra.

"Raccontami quello che vivi,provi,vedi,sogni.
Raccontamelo su questi pezzi di carta.
Vai la fuori Seffi e vivi.
Vivi anche per me."
Solo un mucchio di lettere su fogli di carta rimediati tengono insieme le due protagoniste. Rina deve vivere nascosta, Josepha lotterà fino alla fine per lei perchè ormai è libera. Libera dalla propaganda nazista, libera dalla paura della morte.

Tanti protagonisti marginali in tutto il romanzo alla fine rivelano il proprio valore, una schiera di "eroi silenziosi" che hanno aiutato con tutte le proprie forze e i pochi mezzi a disposizione centinaia di ebrei nascondendoli anche a costo della vita. Di loro non conosciamo i nomi, ma sappiamo che sono esistiti anche grazie a storie come questa.
Concludo con una citazione del saggio padre della nostra Josepha, un protagonista secondario ma mai fuori luogo nella sua infinita saggezza

"Ricordatelo sempre Josepha: una persona è viva solo quando è libera, ed è libera solo quando può far valere i propri diritti"

IL MIO GIUDIZIO

Come sapete non amo dare un voto ai libri; senza subbio è un libro da leggere. Un libro che nella sua semplicità ci fornisce una finestra su un periodo oscuro della storia dell'uomo. Finale commovente, forse la mia parte preferita di tutto il romanzo. Il coraggio e la forza di una ragazza di 15 anni che lotta per un'amicizia. Non lasciatevi spaventare dal tema e dall'argomento che sicuramente è stato ampiamente trattato in altri libri. "La mia amica ebrea" merita di essere letto perchè con leggerezza e , oserei dire, anche spensieratezza, riesce a raccontare una bella storia senza essere appesantita dal contorno.



A presto lettori!



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