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venerdì 20 giugno 2025

Recensione "L'educatore" di Antonio Lanzetta

 Buongiorno e ben ritrovati sul blog.

Ho letto in anteprima il nuovo libro di Antonio Lanzetta, "L'educatore", in uscita oggi per Newton Compton e non vedo l'ora di raccontarvelo!

Buona lettura!



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Pagine 288


Il giudice Borrelli giace nella sua auto, parcheggiata nel cortile della sua villa a Raito. Sul volto un’espressione di sorpresa, come se la morte fosse giunta inaspettata, ma non così casuale. Qualcuno gli ha sparato a bruciapelo in testa con una sparachiodi. Fausto De Santis, vicequestore di Salerno, è sul posto insieme all’ispettrice Ferri. Tracciata con un gessetto, nello sportellino del vano portaoggetti dell’auto, una sequenza di numeri all’apparenza priva di senso. Ma quello che inizia come un caso di omicidio isolato si trasforma presto in una serie di delitti che tinge di sangue le strade di Salerno e della costiera. Qual è il nesso tra queste morti? Cosa significano i numeri lasciati con il gesso accanto alle vittime? Tutto sembrerebbe rimandare a un caso ormai archiviato e a un serial killer, l’Educatore, morto da tempo. C’è davvero un collegamento? Anni fa è stato condannato un innocente o si tratta di un copycat?


"L'educatore" è il nuovo thriller psicologico dell'autore bestseller Antonio Lanzetta. La sua firma, riconoscibile soprattutto per le ambientazioni sempre in zone della Campania, questa volta ci porta nella bellissima cornice della costiera amalfitana, in provincia di Salerno.

Sento l'angolo della mia bocca che si solleva e una fitta mi dilania lo zigomo. Il dolore è la parte migliore di me. Serve a ricordarmi tutto ciò che ho perso.

Il nostro protagonista, Fausto De Santis, è il vicequestore di Salerno ed è un personaggio davvero di spessore. È un uomo tormentato da cicatrici sia fisiche che psicologiche. Un uomo che ha dato l'anima per il lavoro e non solo in senso figurato. Quando sulla scena di un omicidio trova dei richiami al caso dell'Educatore, che gli ha stravolto la vita, i traumi del passato tornano a fargli visita.

L'elemento psicologico è predominante, Antonio Lanzetta dimostra di avere un'ottima conoscenza della materia, così come degli elementi propri del poliziesco. Un autore a trecentosessanta gradi, in grado di sviluppare una storia su più livelli e con una serie di tematiche e spunti di riflessione che non lasciano indifferenti.

L'educatore suggerisce una distorsione del concetto di insegnamento. Il suo obiettivo non è solo eliminare la vita, ma educare attraverso la paura e la sofferenza.

Molto ben sviluppata anche tutta la sfera emotiva della vicenda, in particolare quella relativa a Fausto che si ritrova in una sorta di spirale catartica per fare pace con il passato e con ciò che non può cambiare.

Finale a dir poco commovente perché, oltre alla risoluzione del caso complesso, ci porta ad una verità che potevamo solo lontanamente sospettare. 

Spero che non sia la fine di questo personaggio perché, secondo me, può ancora dare tanto ai lettori e non ha nulla da invidiare ai suoi più celebri colleghi poliziotti letterari come Schiavone o Montalbano.

Quindi, vi consiglio la lettura de L'educatore? Assolutamente SÌ!


Altri libri dell'autore di cui vi ho parlato:






martedì 9 maggio 2023

Recensione "Delitto in riva al mare" di Antonio Lanzetta

 Buongiorno lettori, 

ho il piacere di parlarvi dell'ultimo romanzo di Antonio Lanzetta, "Delitto in riva al mare", in uscita oggi per Newton Compton Editori. 

Buona lettura!




A volte dietro la follia si celano oscure verità. Il corpo senza vita di Elena Perna, una ragazza di diciannove anni, viene trovato riverso su una spiaggia di Salerno. Il caso viene affidato al commissario Massimo Trotta e a Lidia Basso, psicologa forense e consulente della questura. Le indagini assumono da subito dei contorni a dir poco inquietanti. Lidia e Massimo ricevono infatti una chiamata dal Santacroce, una struttura che ospita giovani pazienti psichiatrici: un diciassettenne di nome Matteo fa da giorni disegni che sembrano ritrarre proprio Elena, la ragazza che è stata uccisa. Senza averla mai vista. Nessuno, in quel reparto del Santacroce, ha contatti con l'esterno né con i mezzi di informazione. Lidia fa di tutto per avere un colloquio con Matteo. La sfuggente personalità del ragazzo la affascina, ma a irretirla è la storia di cui in passato è stato protagonista. Una vicenda segnata da indicibili sofferenze e violenze inimmaginabili, nota alle cronache come “La casa degli orrori”, sulla quale aleggiano ancora interrogativi destinati a non trovare risposta. Com'è possibile che ci sia un legame tra Elena e Matteo? Eppure, nelle sue allucinazioni, sembra nascondersi una chiave per individuare l'assassino…


Pensavo che dopo "L'uomo senza sonno" nulla potesse più stupirmi o appassionarmi così tanto e invece è arrivato "Delitto in riva al mare" a scardinare ogni mia convinzione. 

La "ricetta" di Lanzetta è sempre la stessa: ambientazione campana, antiche leggende, elementi crime e paranormali. Una formula che vince sempre e non smette mai di appassionarmi.

L'atmosfera del libro è cupa e surreale, Lidia e suo fratello dalla parte di tutto ciò che è concreto, logico e che si può toccare. Matteo o X, come deciderete di chiamarlo, a rappresentare un qualcosa che non ha un senso, che non si può spiegare perché umanamente impossibile. Insieme cercano di risolvere un omicidio violento e spietato. 

I capitoli si alternano, quindi, dai diversi punti di vista e su diversi piano temporali. Solo alla fine si riesce a scorgere il quadro completo, passando per la sofferenza di tutti i protagonisti, segreti, la paura del giudizio e dei pettegolezzi che in alcune realtà crea danni irreparabili.

"Lo sapevo che alla fine mi avrebbe portato solo problemi. Le avevo chiesto di lasciarmi in pace, di andarsene, ma lei non mi ha ascoltato. Funziona sempre così con i morti. Esistono solo loro e quella maledetta storia che vogliono raccontarmi."

È impossibile non entrare in empatia con i personaggi perché Lanzetta li tratteggia in modo perfetto e, soprattutto, molto umano. Si soffre e si piange con loro. Si ha paura e si prova angoscia nei momenti in cui la tensione narrativa raggiunge il culmine.

La suspense è presente dalla prima all'ultima pagina con un prologo e un epilogo pazzeschi che mi hanno lasciato di stucco. Sono certa che questa storia vi riserverà ancora emozioni in futuro, così come è stato per L'uomo senza sonno che ha aperto la via a questo secondo romanzo. 


P.s. è un libro che strizza L'occhio anche a tutti gli amanti degli animali, garantito ❤️




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