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lunedì 17 ottobre 2022

Recensione "La moglie del lobotomista" di Samantha Green Woodruff

Buongiorno lettori, 

iniziamo la settimana con un romanzo interessante tratto da una storia vera, "La moglie del lobotomista", di Samantha Green Woodruff, edito da Newton Compton Editori. 



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Ruth Emeraldine ha una missione: aiutare coloro che soffrono di disturbi mentali. Da quando suo fratello, reduce della Grande Guerra, si è tolto la vita, non ha mai smesso di domandarsi se, con il giusto aiuto, avrebbe potuto essere salvato. L'incontro con un affascinante medico, il dottor Robert Apter, un giovane e brillante studioso delle tecniche più all'avanguardia nella cura delle malattie mentali, sembra scritto nel destino. Ruth si innamora perdutamente di Robert, e accetta di sposarlo così da affiancarlo e sostenerlo nelle sue sfiancanti sessioni di lavoro, durante le quali sperimenta un trattamento che – entrambi ne sono convinti – rivoluzionerà per sempre la medicina: la lobotomia. Con il passare del tempo, però, l'intervento non sembra portare i risultati sperati, anzi. Molti pazienti perdono la vita, ma Robert sostiene che sia un male necessario per perfezionare la cura. Dopo l'ennesimo fallimento, Ruth comincia a sospettare che il marito non sia motivato dall'interesse per i malati, ma solo da una folle quanto spietata ambizione. E così, quando a una nuova giovane paziente, Margaret, viene prescritta la lobotomia, capisce che è arrivato il momento di opporsi. E quella decisione cambierà il corso della sua e di molte altre vite. Ispirato alla vita del neurologo Walter Jackson Freeman II, il medico statunitense che lobotomizzò migliaia di pazienti.

La vicenda raccontata da Samantha Green Woodruff è ipnotica e intrigante come poche. Il fatto che sia tratta da una storia vera e che si concentri sulla salute mentale negli anni '60, la rende ancora più interessante ed originale. 

La protagonista, Ruth Emeraldine, mi è piaciuta moltissimo: una donna carismatica, forte ed indipendente che riesce a fare del suo ospedale un centro all'avanguardia per la salute mentale. Il suo personaggio è davvero di ispirazione e l'unico appunto che le si può fare è di essersi lasciata travolgere troppo dai sentimenti. 

Lui le rivolse un sorriso ancora più grande, poi levò la coppa e la guardò negli occhi. «Ruth Emeraldine, credo questo sia l’inizio di una grande avventura». Già allora, lei gli credeva con tutta sé stessa.

Suo marito Robert, ispirato al famoso neurologo Walter Freeman, è il classico personaggio con l'ego smisurato e la voglia di passare alla storia ad ogni costo. L'autrice analizza molto bene il rapporto tra loro che,  almeno inizialmente, è molto affiatato e alimentato dalla voglia di fare la differenza. Nel corso degli anni, invece, il matrimonio tra i due entra sempre più in crisi in quanto hanno degli obiettivi completamente diversi: mentre per Ruth i pazienti, e il loro benessere, è l'obiettivo da perseguire, per Robert esiste solo la scienza e la voglia di primeggiare ad ogni costo.

In tutto questo, l'autrice spiega molto bene il fenomeno della lobotomia, il suo uso, la sua evoluzione e la definitiva disfatta pochi anni dopo la sua introduzione come terapia per alcune trattamenti psichiatrici.

È un libro che fa riflettere, una storia che non conoscevo e che può regalare sicuramente un'esperienza di lettura interessante.



martedì 10 settembre 2019

Recensione "Sulle tracce di un sogno" di Daniele Gouthier

Buongiorno, lettori.
Oggi vi parlo di una storia vera che mi ha permesso di riscoprire una terra che amo molto, l'India.
Grazie alla storia di Daniele Gouthier, ho compiuto un bellissimo viaggio da poltrona e non vedo l'ora di raccontarvelo.
Buona lettura!


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Perdersi. L'India è immensa come la curiosità e il desiderio di avventura di un bambino di otto anni. Così un giorno Naseem sale su uno di quei treni affascinanti e rumorosi e si trova improvvisamente perso e solo nella megalopoli di Delhi. Diciotto milioni di abitanti, un crocevia di culture, parole, strade. Naseem si è perduto. È solo l'inizio di una nuova vita. Adottato a Firenze, conserva gelosamente i ricordi d'infanzia. Quando le nostalgie si fanno troppo forti, decide di affrontare un lungo viaggio: nel tempo, nello spazio, nel profondo del proprio cuore. Ritrovarsi.

I libri che parlano di storie realmente accadute hanno sempre quella marcia in più che crea un'immediata empatia con il lettore. E' stato bellissimo immergermi tra le pagine de 'Sulle tracce di un sogno', alla scoperta della storia travagliata di Naseem.
Tutto comincia in un villaggio rurale dell'India, un terra bellissima ma assolutamente spietata. Agli occhi di un ragazzino, questo stato enorme appare dispersivo e caotico. Dopo essersi perso tra le strade di Delhi, Naseem non ricorda più la strada di casa, non comprende la lingua così diversa da quella del suo villaggio ed è nel panico più totale. Questo è solo il primo di molti momenti emozionanti del libro. Non ho fatto fatica ad immaginare gli occhi impauriti di un bambino solo al mondo e il mio cuore si è stretto quando viene adottato da una coppia italiana e trasferito a Firenze.

Da un lato, questa è una svolta per la vita di Naseem ma dall'altro è stata una vera e propria violenza verso un bambino che voleva solo riuscire a tornare dalla sua famiglia. Dopo aver provato molta tenerezza per il Naseem bambino, ho provato sensazioni contrastanti verso la sua versione adulta totalmente irriconoscente e rabbiosa. Tutto è andato meglio nel terzo blocco del romanzo, il ritorno in India. Ho amato la programmazione del viaggio e i vari step che riportano il ragazzo nella sua terra natia. I paesaggi sono davvero eccezionali e idilliaci, l'autore ci ha regalato il bello di un paese così particolare e unico al mondo. Mi è piaciuto lo stile del libro, quasi fosse un diario di bordo. Ho amato i personaggi secondari, in particolare Manikant (il vero eroe della storia). E' un libro vero e reale, così come la storia che racconta. Se amate i viaggi e le storie autentiche, adorerete 'Sulle tracce di un sogno'.


lunedì 21 novembre 2016

"La bambina fiore", una storia vera

Buonasera cuori librosi,
l'articolo di stasera non è una recensione, non è nemmeno una segnalazione.
E' una riflessione su una storia bellissima ricca di emozioni ed esperienze di vita reale.
Buona lettura!



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Questa è la storia vera di Ilaria, una bambina straordinaria affetta da una gravissima cerebrolesione.
Ilaria è imprigionata nel suo corpo, incapace di comunicare le meraviglie del suo mondo fatto di fiori e farfalle in cui lei è la regina indiscussa.
Ma questa è anche la storia di una mamma, una mamma speciale in grado di amare oltre i limiti del possibile.

"Sei lontana, mamma. Sei tanto, tanto lontana.
Sei salita in cima a quelle stelle che illuminano il balcone, e si capisce benissimo che non hai nessuna voglia di tornare giù. Ma io sono qui, sono un cuscino rosa che non parla e non si muove, figurarsi piangere, e mi sento così sola."

Amare una bambina come Ilaria, richiede un coraggio e una forza senza eguali.
Per questo, inizialmente, questa mamma speciale fa un po' fatica. E' frustrante non poter comunicare con la propria creatura, sapere che non ci sarà mai un progresso o un feedback di ritorno. E' come comunicare su frequenze differenti senza trovare mai un punto d'incontro.

"Quelli furono i giorni più oscuri e disperati di tutta la vita che avevo vissuto fino ad allora. Avevo perso tutto, su tutti i fronti, come madre e come donna.
Come donna ero una fallita: il mio compagno non mi amava più, amava un'altra, mi aveva tradita, lasciata sola e io non avrei più potuto essere una donna, né con lui né con altri."

Con il passare del tempo, la bambina e la sua mamma crescono e si evolvono trovando una dimensione speciale tutta loro. Nonostante gli ostacoli che la vita ha messo sul loro commino, ora vedono le cose in una nuova prospettiva. L'amore va oltre le parole e i gesti, l'amore è la medicina più forte del mondo e la forza per superare tutte le avversità.


Questa storia, scritta a quattro mani da mamma Elena e da Rossella Calabrò, è stata una magnifica lettura. Ogni pagina è intrisa di emozioni non sempre positive. Passiamo dalla disperazione alla felicità, dai toni allegri e spensierati a quelli cupi e complicati. E' bellissimo vedere l'evoluzione del rapporto tra Elena e Ilaria, vedere come un legame naturale cresce nonostante barriere invalicabili.
Questo romanzo punta l'attenzione sulle difficoltà delle famiglie che affrontano la disabilità, problemi che, ai più, passano inosservati. Ilaria è una bambina davvero unica, il suo mondo, la sua mente.. ho adorato ogni singola descrizione. 
Il dialogo creato dalle due autrici, è molto toccante ed emozionante. Una scelta che rappresenta in pieno sia i punti di vista delle protagoniste, sia le due differenti autrici.
Tutti dovrebbero leggere "La bambina fiore"!
Io ringrazio Emma Books per avermi dato la possibilità di farlo!

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