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lunedì 5 agosto 2019

Recensione "La ragazza scomparsa" di Brenda Novak

Buongiorno, lettori.
Iniziamo la settimana parlando di un romanzo di cui mi avete chiesto in tantissimi e che non vedo l'ora di raccontarvi! Si tratta dell'ultima fatica letteraria di Brenda Novak, "La ragazza scomparsa", edito da HarperCollins.
Buona lettura!



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È un caldo pomeriggio di primavera in un tranquillo quartiere residenziale di Sacramento, California, quando Samantha, tredici anni, all'improvviso scompare nel nulla. Sua madre Zoe è attonita, preoccupata, distrutta. Teme che le possa essere successo qualcosa di terribile. Qualcosa che in passato è accaduto anche a lei, e che le ha cambiato la vita. Zoe è disposta a perdere tutto ciò che con fatica ha costruito pur di ritrovarla: il lavoro, la casa, il compagno. Ma la prima ipotesi formulata dalla polizia è quella di una banale ripicca adolescenziale, perché a quanto pare la ragazzina detesta l'uomo che Zoe ha deciso di sposare per regalare a Samantha un'esistenza meno travagliata della sua. Ma se non fosse così? Se Anton fosse sì un maniaco dell'ordine e del controllo, un arrivista interessato a una famiglia di facciata, ma non c'entrasse nulla con la sparizione di Sam? Sono queste le domande che tormentano Jonathan Stivers, l'investigatore privato a cui Zoe ha chiesto aiuto per ritrovare Samantha. È un caso che lo mette in seria difficoltà, e non solo perché ha pochissimi indizi su cui basare le ricerche e ancor meno tempo a disposizione. A complicare la situazione c'è anche la sconvolgente attrazione che prova nei confronti di Zoe, e un sospetto che con il passare delle ore si rafforza sempre di più: Sam è stata rapita da qualcuno che conosceva. Qualcuno che vive vicino alla famiglia e ne ha studiato le abitudini. Qualcuno che non è chi dice di essere.

Avendo già letto diversi libri dell'autrice, ero preparata alla tensione psicologica del libro e al livello altissimo di psicosi dei personaggi. Ne 'La ragazza scomparsa', la Novak ci regala un caso di rapimento davvero intrigante e manovrato da due personaggi insospettabili e mentalmente instabili. La povera Samantha, si ritrova vittima inconsapevole di un gioco pericoloso del quale è stata solo un effetto collaterale. Devo ammettere che, tra tutti, è il personaggio meno sviscerato e avrei gradito qualche scena in più dal suo punto di vista.

Al contrario, si parla molto degli adulti protagonisti che rappresentano tutti dei personaggi un po' ambigui e di cui si fa fatica a fidarsi, a volte anche a ragion veduta. Tutti hanno un passato/presente tenebroso e tutti sono dei possibili sospetti. Zoe ha nascosto una verità importante, quasi da tutta una vita, e questo rischia di ripercuotersi negativamente sulla sparizione di Samantha ostacolando il naturale corso delle indagini. L'autrice dimostra, come sempre, una discreta conoscenza della psichiatria e degli effetti che le patologie mentali possono avere sull'uomo, relazioni pericolose comprese, e questo le permette di creare un pathos particolare in tutte le sue storie.

E' difficile avere a che fare con personaggi instabili, non si può mai prevedere quale sarà la loro prossima mossa. Come sapete bene, amo questo genere di storie e la Novak non delude mai. La sua scrittura scorrevole e il ritmo incalzante, conferiscono alla vicenda un  andamento dinamico e accattivante che conquista chi legge conducendolo fino ad un epilogo forse un po' prevedibile ma giusto. Se cercate un buon thriller da portare in vacanza, l'avete appena trovato!


Della stessa autrice:


domenica 28 ottobre 2018

Recensione "Hanover House" di Brenda Novak

Buongiorno, lettori.
Approfitto del week end per recuperare qualche recensione e, oggi, è il turno di "Hanover House", attesissimo seguito di "Alaska", un thriller psicologico firmato da Brenda Novak.
Buona lettura!


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È trascorso ormai un anno da quando Evelyn Talbot si è trasferita in Alaska, ad Hanover House, la clinica psichiatrica di massima sicurezza dove vengono internati i serial killer più efferati. Solo pochi di loro hanno una mente così brillante da riuscire a spiegare il complesso modus operandi che si cela dietro ai propri crimini, e uno di questi è appena arrivato. Si tratta di Lyman Bishop, il "Fabbricante di Zombi", un genetista accusato di lobotomizzare le sue vittime con un rompighiaccio. L' unico il cui raffinato intelletto regge il confronto con il famigerato Hannibal Lecter. Appena Evelyn lo incontra sente il sangue gelarsi nelle vene, e non è certo per la tempesta di ghiaccio che sta per abbattersi sulla zona... Ha la netta sensazione che qualcosa nella sua vita stia per cambiare, irreparabilmente. Quando viene ritrovato il corpo di una nuova vittima uccisa con un rompighiaccio, il dubbio che Bishop sia l'uomo sbagliato emerge con violenza. Ma le sfide non sono finite per Evelyn, perché la minaccia di Jasper, il ragazzo che a sedici anni l'ha segregata e seviziata, sembra più vicina che mai. Esiste un legame tra questi eventi? È solo un caso che la donna massacrata assomigli terribilmente alla bella psichiatra? Per Evelyn e l'uomo che ama, il tenace commissario Amarok, la caccia è di nuovo aperta. Perché nessuno è al sicuro nel grande freddo.

"Alaska" è stato uno dei libri più belli che ho letto lo scorso anno e aspettavo, con ansia trepidante, il seguito della storia. Ancora una volta, Brenda Novak ci regala un capitolo entusiasmante e dall'altissimo tasso di suspense. Ho scoperto nuovi dettagli sulla vita e sul passato travagliato della dottoressa Evelyn, ho assistito all'evoluzione del suo rapporto con Amarok e mi è piaciuto moltissimo riscontrare un po' di sano romanticismo in una vicenda così sanguinaria.
'Hanover House', come struttura, continua a mettermi i brividi: così isolata e sperduta nelle lande sconfinate dell'Alaska, è il posto perfetto dove radunare dei folli serial killer.

Unitamente a Jasper, il vero villain della serie, incontriamo il 'Fabbricante di zombi', una figura inquietante e dall'intelligenza sopraffina. Evelyn dovrà mettere in campo tutte le sue conoscenze, e i suoi trucchetti, per riuscire a fronteggiarlo. Si respira ansia e terrore puro, in alcune pagine. Il passato, e la sua professione, la rendono il bersaglio perfetto dei più pericolosi killer d'America, una situazione non facile da gestire per la dottoressa e che impensierisce costantemente il povero commissario. Dopo un inizio, tutto sommato, tranquillo il libro prende il via in una spirale di colpi di scena e momenti in cui la tensione si taglia con il coltello. L'autrice è bravissima a trascinare il lettore grazie ad una scrittura evocativa e uno stile sintetico ma coinvolgente. Che dire dell'epilogo? Totalmente inaspettato e mi ha lasciato con un pugno di mosche in mano, voglio assolutamente un altro libro e lo voglio adesso! Si conferma un vera chicca per tutti gli amanti del genere e speriamo di non dover aspettare molto per il seguito!


sabato 13 ottobre 2018

[Blogtour] "Hanover house" di Brenda Novak

Buongiorno, lettori.
Oggi ho il piacere di ospitare l'ultima tappa del tour dedicato a "Hanover House", secondo attesissimo capitolo della serie thriller di Brenda Novak.
In questo appuntamento, parleremo di strutture psichiatriche e del loro ruolo nella cura delle patologie mentali. Parleremo della trasformazione, nel tempo, di questi luoghi e del trattamento riservato ai pazienti in essi ospitati.
Buona lettura!


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È trascorso ormai un anno da quando Evelyn Talbot si è trasferita in Alaska, ad Hanover House, la clinica psichiatrica di massima sicurezza dove vengono internati i serial killer più efferati. Solo pochi di loro hanno una mente così brillante da riuscire a spiegare il complesso modus operandi che si cela dietro ai propri crimini, e uno di questi è appena arrivato. Si tratta di Lyman Bishop, il "Fabbricante di Zombi", un genetista accusato di lobotomizzare le sue vittime con un rompighiaccio. L' unico il cui raffinato intelletto regge il confronto con il famigerato Hannibal Lecter. Appena Evelyn lo incontra sente il sangue gelarsi nelle vene, e non è certo per la tempesta di ghiaccio che sta per abbattersi sulla zona... Ha la netta sensazione che qualcosa nella sua vita stia per cambiare, irreparabilmente. Quando viene ritrovato il corpo di una nuova vittima uccisa con un rompighiaccio, il dubbio che Bishop sia l'uomo sbagliato emerge con violenza. Ma le sfide non sono finite per Evelyn, perché la minaccia di Jasper, il ragazzo che a sedici anni l'ha segregata e seviziata, sembra più vicina che mai. Esiste un legame tra questi eventi? È solo un caso che la donna massacrata assomigli terribilmente alla bella psichiatra? Per Evelyn e l'uomo che ama, il tenace commissario Amarok, la caccia è di nuovo aperta. Perché nessuno è al sicuro nel grande freddo.

Le strutture psichiatriche sono sempre stati luoghi misteriosi, lontani dalla civiltà e luogo di ritrovo per gli emarginati. Ci sono stati anni bui in cui il 'manicomio', più che un luogo di cura, era una vera e propria prigione in cui i pazienti venivano 'tenuti a bada' in maniera più o meno consona al caso.
E' proprio in questi anni che, sempre di più, si è associato a queste strutture un concetto di terrore e crudeltà: la cattiveria umana di inservienti e psichiatri, si sfogava in tutta la sua potenza sulle povere vittime che, il più delle volte, erano incapaci di difendersi e si limitavano a subire le angherie.


Con il tempo, e il progresso, si è operata una divisione tra reparti psichiatrici pubblici e ospedali psichiatrici giudiziari (come la struttura di Hanover House"), ma le condizioni, in alcuni casi, non sono poi così cambiate. Ho avuto modo di lavorare, come infermiera, in un reparto psichiatrico e vi posso assicurare che l'atmosfera che si respira tra le mura è molto pesante e stressante, si è a contatto con la malattia vera e con i misteri della mente che sono quasi sempre inspiegabili. 
Il 'pericolo' è costante: si rischia di essere aggrediti in ogni momento e instaurare un rapporto con i pazienti è difficilissimo.


Camicie di forza, elettroshock, sbarre alle finestre. Quanti di questi rimedi sono ancora in uso oggi? Quanti sono realmente necessari? Come vivono i pazienti ricoverati in queste strutture? Nessuno può saperlo, fino in fondo. Quel che è certo è che, nonostante il progresso, non si tratta di posti idilliaci con giardini curati e panchine colorate, gli ospedali psichiatrici (giudiziari e non) sono spazi malinconici, popolati da ombre e da dolore. 

'Hanover House', è l'esempio perfetto di struttura psichiatrica moderna perciò, se volete saperne di più, non vi resta che ritagliarvi qualche ora per leggere il libro.

Se avete perso qualche tappa, qui trovate il riepilogo del tour!



Grazie per averci seguito!

venerdì 27 ottobre 2017

Recensione "Alaska" di Brenda Novak

Buongiorno lettori,
in queste settimane sto recuperando qualche arretrato e, tra le mie letture, c'è stato anche il thriller psicologico di Brenda Novak, "Alaska".
Buona lettura!


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Stanno accadendo strane cose nel piccolo villaggio di Hilltop, remota località dell'Alaska dove l'inverno è così gelido da ottenebrare le coscienze. Da quando, tre mesi prima, è stata aperta Hanover House, una clinica psichiatrica di massima sicurezza che ospita con finalità scientifiche i più feroci serial killer d'America, nessuno dorme più sonni tranquilli e a nulla servono le rassicurazioni di Evelyn Talbot, la psichiatra trentenne e determinata che dirige l'istituto insieme al collega Fitzpatrick. Soprattutto quando nella neve avviene un macabro ritrovamento: i resti di una donna, orrendamente martoriata. Per il giovane sergente Amarok è la conferma di ciò che ha sempre temuto: portare un branco di efferati assassini a pochi metri dalle loro case e dalle loro famiglie è stata una decisione estremamente pericolosa. Ma la sua fermezza si scontra con il fascino fragile e misterioso di Evelyn, il cui passato nasconde il più nero e atroce degli incubi. E mentre una violenta tormenta di neve si abbatte sul paese rendendo impossibili i collegamenti e le comunicazioni, la psichiatra ha più di un motivo per pensare che quel primo omicidio sia un messaggio destinato proprio a lei e che l'ombra del passato la stia per raggiungere ancora una volta.

Il libro parte in quarta. Un luogo isolato, una struttura psichiatrica dedicata ai peggiori serial killer d'America e una psichiatra dal passato macabro. Gli elementi per un ottimo thriller ci sono tutti e le mie aspettative sono state quasi del tutto soddisfatte. Evelyn è una donna con una missione e uno scopo ben preciso e non vuole distrazioni. Il suo lavoro è continuamente messo sotto accusa e la situazione precipita quando una serie di omicidi sconvolge la tranquilla cittadina di Hilltop.

Noi serial killer siamo i vostri figli,
siamo i vostri mariti, siamo ovunque.

Chi si nasconde dietro questi efferati omicidi? E perché le scene del crimine, e le modalità con le quali sono stati perpetrati, ricordano così tanto la vicenda in cui era rimasta coinvolta Evelyn?
Questi sono solo alcuni interrogativi che ci ritroviamo davanti man mano che si procede con la lettura. Gli indizi dicono tutto e il contrario di tutto. Fino alla fine non è chiara l'identità del colpevole e, devo ammettere, che sono rimasta sorpresa dalla scelta dell'autrice.
La narrazione ha un ritmo incalzante e la prosa della Novak mantiene livelli di suspense altissimi per quasi tutta la lettura. 

La componente psicologica, in libri come questi, è fondamentale e su questo ho trovate qualche carenza da parte dell'autrice. C'è stato poco lavoro sul lato psichiatrico vero e proprio, sembra più un poliziesco che un thriller psicologico. L'epilogo mi è piaciuto e mi ha lasciata con tanta curiosità.
A questo punto spero di leggere presto il continuo di questa storia.



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