lunedì 1 aprile 2019

[Blogtour] "L'altro convento" di Stefania Durbano



Buongiorno lettori.
Oggi ho il piacere di ospitare una tappa del blogtour dedicato a "L'altro convento", un romanzo sconvolgente di Stefania Durbano edito da Bookabook.
Il mio compito? Quello di raccontarvi qualche dettaglio in più sui personaggi di una storia che resta impressa nella mente.
Buona lettura!


Acquistalo, QUI

Il santuario di Belmonte è un luogo di pace, di quiete. Tra le sue mura secolari si trova un convento dove le suore ospitano donne in difficoltà. Un giorno bussa alla loro porta Delia, una ragazza dalla vita complessa: ha alle spalle un aborto, è senza soldi e famiglia. L'incontro con suor Maria, don Piero e le altre figure del convento apre uno spiraglio nel buio della sua esistenza. Tristezza e disperazione sembrano trovare sollievo nell'accoglienza che le viene riservata, ma in Delia nascono una serie di dubbi: perché la sua compagna di stanza è sofferente? Cosa si nasconde dietro il volto sfregiato di don Piero? E, soprattutto, perché suor Maria insiste per farle rispettare determinate regole? Domande che porteranno a risposte impreviste, in un luogo dove niente è quello che sembra.



DELIA

Jeans consumati e una maglia qualunque. 
A prima vista Delia è una bellissima ragazza con qualche problema di troppo. 
Il suo essere sola al mondo la porta sulla soglia del convento di Belmonte che, però, è una porta diretta verso l'inferno più che un percorso verso la redenzione.
E' la protagonista del libro, è un personaggio non convenzionale con una storia tragica alle spalle. E' una ragazza molto sveglia, nonostante sia provata da una situazione non facile. Mi è piaciuto il suo lato ribelle che la porta a ragionare sempre, invece che accettare passivamente gli ordini che le vengono impartiti. Delia mi è piaciuta moltissimo e mi resterà nel cuore per molto tempo!


SUOR MARIA

E' difficile dire qualcosa su questo personaggio e, se leggerete il romanzo, capirete anche perché. E' incommentabile, sotto ogni punto di vista. Non penso di aver mai detestato così tanto una persona. Con Suor Maria l'autrice crea un contrasto unico mettendo in contrapposizione totale il bene e il male nella stessa persona. Sorry, Suor Maria ma per lei non ci sono belle parole ma solo parolacce!!!


DON PIERO

L'aspetto esteriore e il ruolo interpretato da questo personaggio lo rendono, inizialmente, un individuo affidabile e un punto di riferimento per la protagonista ma, in realtà, si tratta di una persona border line. A seconda dei momenti, ho alternato riflessioni positive e negative per questo essere che, perlomeno, ha mostrato qualche segno di pentimento.
Quella flebile luce che ho visto brillare in lui, grazie alla sua cultura e alla sua intelligenza, non basta ad illuminare una storia cupa e sconcertante.


RAFFAELE

L'unica nota positiva del libro.
Un uomo dall'animo buono che dedica la sua vita a vegliare sulla sicurezza e il benessere del prossimo. Ho apprezzato la profondità dei suoi sentimenti per Delia e il coraggio con quale lotterà per lei fino alla fine.


Parlare di questo romanzo è difficile, ho divorato il libro in poche ore trascinata da uan storia torbida e oscura in cui il male e la perversione non hanno mai fine. Potrei dire che non esiste un elemento positivo nel libro, perché a fine lettura resta solo tanta amarezza e negatività, ma qualcosa di bello e puro c'è stato ed è l'amore che lega Raffaele a Delia. In qualche modo loro due mi hanno regalato la leggerezza e l'emozione che, per forza di cose, è quasi totalmente assente dal libro. Non è una storia adatta a tutti, non è una storia per chi ha un cuore debole. Non mi era mai capitato di restare così spiazzata con un libro ma così è stato. Nonostante il tema trattato mi è piaciuto e mi ha conquistata più di quanto mi aspettassi. E' impossibile raccontare qualcosa in più senza svelare dettagli fondamentali perciò, se ritenete di avere abbastanza coraggio da affrontare una storia che sfida le regole e le cose umanamente concepibili, non vi resta che leggere un libro unico ed emozionante.


Continuate a seguire il tour alla scoperta de "L'altro convento".



venerdì 29 marzo 2019

Recensione "Il meticcio" di Federica Fantozzi

Buongiorno, lettori.
Oggi voglio parlarvi de "Il meticcio", il nuovo libro di Federica Fantozzi pubblicato da Marsilio Editore.
Buona lettura!


Acquistalo, QUI

Roma, estate 2017. Durante un servizio di routine sulle misure di sicurezza a Fiumicino, la giornalista Amalia Pinter manda a monte un'operazione del suo ex amico Alfredo Pani, poliziotto che ha fatto carriera nel nucleo d'élite contro la criminalità organizzata. Per colpa della ragazza, si perdono le tracce di un corriere dell'Ascia Nera, la più pericolosa e spietata fazione della mafia nigeriana lanciata alla conquista dell'Europa continentale attraverso un patto con i clan siciliani. Nel frattempo, al Vero Investigatore, il piccolo quotidiano in cui lavora Amalia, le cose non vanno bene. Il Capo la spedisce a un'asta di pietre preziose dove un rarissimo diamante rosso viene acquistato da un tycoon brasiliano, Ezequiel Alves, che protegge in modo morboso la propria privacy. Lo chiamano "l'uomo dal tocco magico", perché in pochi anni ha scalato il settore acquistando giacimenti esauriti e rendendoli di nuovo produttivi. Quando le due piste, inaspettatamente, si incrociano, Amalia si ritrova "arruolata" come agente sotto copertura. Da un cruento Palio di Siena agli antichi palazzi nobiliari di Palermo, però, un dubbio la tormenta: di chi può davvero fidarsi? Chi dice la verità? La giovane giornalista dovrà inerpicarsi fino a una clinica sperduta in mezzo alle Madonie per scoprire cosa ha trasformato un bambino in un sopravvissuto. E per riavvolgere il filo che lega, da molto lontano, i protagonisti di un sogno trasformatosi in sodalizio criminale.

Il libro di Federica Fantozzi mi ha colpito molto, e soprattutto, per lo stile molto realistico e curato con il quale è stato scritto. Di solito nei polizieschi, arriva sempre il momento in cui l'autore cerca di strafare aggiungendo elementi o situazioni poco credibili ma non è il caso de 'Il meticcio'. 
La protagonista è la giornalista Amalia Pinter, già conosciuta nel precedente capitolo de 'Il logista', che questa volta si scontra con una realtà dura e di cui si parla pochissimo: quella della mafia nigeriana. E' un personaggio che mi piace molto, il suo, mi piace la sua passione per il giornalismo che la porta ad andare a fondo nelle cose, anche rischiando la vita a volte. E' una professionista implacabile, poco avvezza ad eseguire ordini dati da altri e con un ottimo intuito.

Il poliziotto Alfredo Pani, amico della Pinter, è la spalla perfetta in quanto ha le conoscenze ed i mezzi che compensano le idee e i piani folli di Amalia. Sebbene il rapporto tra i due non sia proprio rose e fiori, troveranno il modo di far funzionare le cose per il bene comune. 
Le loro strade, infatti, si incrociano nel corso di due progetti diversi e separati che, però, riveleranno un unico grande piano da sventare. 

Tra i dialoghi schietti e battibecchi poco eleganti, l'autrice ci porta in un contesto pazzesco e crudele ormai molto presente sul nostro territorio. La mafia nigeriana è un'entità fumosa ma che affonda le sue radici nei traffici più illeciti che possiamo immaginare: droga e prostituzione. La vita di tantissimi migranti finisce spesso nelle mani di carnefici spietati interessati solo al proprio al guadagno e disposti a tutto per mantenere il potere.

E' un lungo viaggio, quello che affrontiamo ne 'Il meticcio', in cui si mescolano tanti argomenti, personaggi e storie dando vita ad un romanzo incredibile e molto dinamico che si divora in poco tempo. Come vi accennavo prima, mi è piaciuto tantissimo lo stile dell'autrice e le sue descrizioni molto minuziose e curate che permettono di immaginare alla perfezione ogni momento della storia.
Se amate i polizieschi, sono certa che vi piacerà tantissimo!



giovedì 28 marzo 2019

Recensione "Suicide Club" di Rachel Heng

Buongiorno, lettori.
Esce oggi, per Casa Editrice Nord, un libro davvero particolare e unico nel suo genere firmato da Rachel Heng e intitolato, "Suicide Club".
Buona lettura!


Acquistalo, QUI

Lea ha cento anni e ne dimostra meno di quaranta, grazie agli straordinari progressi della medicina, che permettono ad alcune persone - selezionate alla nascita - di triplicare la durata della vita. Tutto quello che devono fare è attenersi scrupolosamente alle regole del benessere. Lea non mangia cibi grassi, non beve alcolici, non ascolta musica deprimente, non si allena né troppo intensamente né troppo poco. È la candidata ideale per accedere a una nuova fase sperimentale di cure, destinata a prolungare l'esistenza all'infinito. Un giorno, però, tornando dal lavoro, Lea vede suo padre dall'altra parte della strada, un padre con cui non ha rapporti da ottantotto anni. Per raggiungerlo, si lancia in mezzo al traffico e per poco non viene investita. Quel semplice gesto è la sua rovina: come può essere degna dell'immortalità una persona che agisce in modo tanto sconsiderato? In un attimo, il suo nome viene depennato dalla lista dei prescelti e lei è costretta a frequentare un gruppo di sostegno. Ed è qui che entra in contatto con alcuni membri del Suicide Club, un gruppo di ribelli che si batte per poter scegliere come e quando morire. E suo padre è uno dei membri. Dapprima sconcertata, a poco a poco Lea si rende conto che questi uomini e queste donne - che mangiano quello che vogliono, vanno a concerti clandestini, praticano sport estremi - hanno accumulato più esperienze in un anno di quante non ne abbia provate lei in una vita intera. D'un tratto, la prospettiva di vivere un'eternità di rinunce non è più così allettante. Ma ben presto si renderà conto che tutto ha un prezzo, e quello per la libertà potrebbe essere troppo alto...

Se potessi vivere per sempre, lo faresti davvero?
Questo è, sostanzialmente, l'interrogativo attorno al quale si snoda la trama di 'Suicide Club' che ha molte sfumature dei romanzi distopici ma anche dei momenti narrativi importanti e di riflessione. La storia è ambientata in un mondo in cui, potenzialmente, è possibile vivere per sempre seguendo una vita perfetta, poco stressante, con l'alimentazione giusta, il lavoro perfetto e un'esistenza programmata al secondo. Non si può mai trasgredire, ma solo seguire il flusso degli eletti e sperare di passare alla fase successiva che prevede, addirittura, la vita eterna. Lea si è ambientata perfettamente nel sistema e ha il biglietto dell'immortalità in tasca quando tutto cambia e si ritrova di fronte una realtà inaspettata che inizia ad istillare parecchi dubbi sul suo modo di vivere e (non) morire. 

Il 'Suicide Club' è il nemico di questo fantomatico regime di accanimento terapeutico, che rivendica il diritto di scegliere come e quando morire ma, soprattutto, come vivere. E' possibile vivere una vita programmata? E' possibile vivere una vita senza mangiare mai un pacco di patatine per non rischiare di rovinare la salute perfetta? Questi, e molti altri, sono gli interrogativi che vi ritroverete davanti durante la lettura del libro e che mi hanno portato a riflettere molto sul tema.

Quando ho dovuto scegliere, come lettrice, da quale parte stare ho preferito parteggiare per il 'Suicide Club'. I membri di questa associazione rivendicano un diritto sacrosanto che è quello di scegliere come vivere e, di conseguenza, morire. Lea attraversa un percorso di cambiamento e consapevolezza unico che si concluderà con un epilogo commovente e speciale, non scontato.

L'autrice imposta molto bene la narrazione e sviluppa in maniera impeccabile la trama rivelando, poco alla volta, i dettagli di questa società futuristica in cui tutto è studiato nel dettaglio. L'idea di base mi è piaciuta molto e l'ho trovata decisamente innovativa, l'unico appunto che mi sento di fare è che avrei apprezzato maggiori dettagli su questa entità che controlla le vite di tutti: l'autrice, infatti, non rivela quasi nulla di loro e sul loro modus operandi dando un senso di incompletezza al tutto.
Per il resto, il libro mi è piaciuto moltissimo soprattutto per i risvolti emotivi del finale.
E' una storia particolare, perfetta per i lettori che cercano novità e sostanza.



mercoledì 27 marzo 2019

[Blogtour + Gadget] "Il caso dei sessantasei secondi" di Tommaso Percivale



Buongiorno, lettori.
Oggi vi parlo di un libro carinissimo e particolare edito da Mondadori, 'Il caso dei sessantasei secondi', scritto da Tommaso Percivale.
Al termine della recensione, vi aspetta un piccolo gadget per accompagnare la lettura del romanzo.
Buona lettura!


Data di uscita: 19 Marzo
Formato: cartaceo - ebook
Acquistalo, QUI

«Lucy Blackstone, Mei Li Bradford, Candice King, Kaja Bandhura» recitò la regina. «Per i vostri meriti sul campo, io vi nomino membri dell'ordine della Ghirlanda. Come le volpi cacciano di notte, in segreto, così anche voi andrete a caccia dei crimini più sfuggenti, dei casi impossibili, dei misteri più inspiegabili, in nome del Regno d'Inghilterra.» Il trafiletto sul "Morning Post" attira l'attenzione di Lucy, Kaja, Candice e Mei Li, quattro inseparabili amiche accomunate dalla grande passione per la ricerca della verità. Nell'annuncio, una donna che viaggia tutte le sere sulla tratta Marylebone-Aylesbury si lamenta del fatto che il treno fa una fermata non prevista in una stazione fantasma, e che questa fermata dura sempre sessantasei secondi esatti. Il caso incuriosisce le ragazze, che si mettono sulle tracce del treno di mezzanotte e finiscono dritte nei sotterranei di Londra, convocate dalla regina Vittoria in persona. Ad attenderle ci sarà un complotto in cui sono coinvolti il capo dello spionaggio inglese, il medico personale della regina, una banda di sicari internazionali e un marinaio irlandese, che le aiuterà in un'indagine degna del più celebre degli investigatori.


Questa piccola meraviglia firmata da Tommaso Percivale, è un romanzo pensato e studiato per un pubblico di giovanissimi ma anche per me, una quasi trentenne con la passione per i gialli, si è rivelata una lettura carinissima e godibile dalla prima all'ultima pagina. Il vero motore della storia, oltre al mistero dei famosi 'sessantasei secondi', sono le protagoniste: giovani, brillanti e dotate di un intuito formidabile. L'autore ci presenta un quartetto abbastanza compatto e variopinto, ognuna di loro ha un carattere diverso con una sua particolarità ma, come i pezzi di un puzzle, funzionano solo insieme.

L'ambientazione è l'Inghilterra vittoriana con la sua eleganza, opulenza e i costumi tipici dell'epoca. Mi è piaciuto il 'cameo' della regina in persona e come l'autore è riuscito ad umanizzare e a rendere molto simpatica una figura storica come quella di Vittoria che è la regina inglese per antonomasia. Percivale ha pensato ad ogni dettaglio della sua storia, regalandoci un libro ricco di descrizioni, pensieri, riflessioni e personaggi.

Mi piacerebbe raccontarvi, nel dettaglio, il caso sul quale indagano le nostre giovani amiche ma vi toglierei il piacere della lettura e sarebbe un vero peccato. Posso assicurarvi che l'autore ha dato il massimo anche sul caso misterioso e le indagini intraprese per scoprire la verità, fino all'ultimo non sono riuscita a capire il segreto nascosto nella stazione fantasma apprezzando, così, il bellissimo epilogo.

La penna dell'autore è precisa ed elegante, la prosa è scorrevolissima -ho divorato il libro nel giro di un giorno- e, anche se in maniera più semplicistica e moderna, mi ha ricordato molto i capolavori di Arthur Conan Doyle e di Agatha Christie. Se amate i romanzi gialli e leggeri, 'Il caso dei sessantasei secondi' è il libro che fa al caso vostro, perfetto per avvicinare anche i più giovani alla lettura.


Volete un segnalibro perfetto da abbinare al libro? Eccone uno a tema da scaricare, stampare e usare in pochi minuti!



Scarica il segnalibro cliccando → QUI

Ma non è finita, cercate gli altri 5 segnalibri sui blog di Devilishly StylishEsmeralda Viaggi e LibriLettere d'inchiostroEverpopIl salotto del gatto libraio e collezionateli tutti!




martedì 26 marzo 2019

Recensione "La versione della cameriera" di Daniel Woodrell

Buongiorno, lettori.
Oggi vi parlo di un romanzo particolare e di nicchia firmato dall'autore americano Daniel Woodrell, "La versione della cameriera", edito dalla NN Editore.
Buona lettura!


Acquistalo, QUI

Il dodicenne Alek trascorre l'estate a West Table, Missouri, con sua nonna Alma. Vecchia, eccentrica e orgogliosa, la donna ha lavorato per cinquant'anni come cameriera per le famiglie ricche della città, allevando tre figli e sopportando un marito sempre assente. Alma conosce molte storie, ma quella che più la ossessiona è l'esplosione della sala da ballo che nel 1929 causò la morte di quarantadue persone, tra cui l'amatissima sorella Ruby. Nessuno ha mai scoperto com'è andata, né è mai stato trovato il responsabile: Alma è certa di sapere la verità, e la racconta ad Alek, per rendere giustizia alle vittime e donare pace a se stessa. Nel primo episodio della Serie di West Table, Daniel Woodrell illumina con nitide, veloci pennellate di colore una varietà di personaggi. Alma, Alek, Ruby, i Glencross e gli sfortunati ballerini sono voci di un romanzo corale, serrato come un noir, che parla di condivisione e di comunità, di un passato che si avvolge al presente, ora come una condanna, ora come un riscatto, in cui tutti si ritrovano colpevoli e innocenti.

Questo romanzo racconta la storia di un incidente misterioso che ha sconvolto la vita di una tranquilla cittadina dell'America degli anni '30 in cui rimasero uccise parecchie persone, alcune delle quali, direttamente collegate ad Alma, la protagonista della storia a cui viene affidato il giovane nipote per l'estate. Il personaggio di Alma è davvero particolare e colorito: è la classica nonna, una fonte inesauribile di racconti e aneddoti e con un passato davvero duro alle spalle. Alek è un ragazzino come tanti che, inizialmente, fa un po' fatica ad entrare in sintonia con la nonna, così stramba ed eclettica.

La donna ha una teoria tutta sua sulla dinamica dell'incidente e queste idee hanno avuto delle ripercussioni molto importanti sulla sua vita. 'La versione della cameriera' è una storia nella storia, ci sono tantissimi personaggi e ognuno ha un episodio da raccontare, un pensiero o un'esperienza. Devo ammettere che non è facile districarsi in una trama del genere, l'autore non aiuta raccontando in maniera molto diretta, sincera e poco elegante la sua storia e i suoi protagonisti. 

Il segreto del successo di un libro particolare come questo è proprio nell'interconnessione tra fatti, persone e tanti segreti e pettegolezzi che si susseguono pagina dopo pagina. E' un giallo di altri tempi che conferma la bravura di Woodrell, come autore, grazie ad una trama eccezionale. 
Come vi accennavo sopra, la prosa di Daniel Woodrell è molto asettica  e poco coinvolgente ma molto accurata e descrittiva. Ho apprezzato molto 'La versione della cameriera' e sono certa che piacerà moltissimo anche ai lettori più esigenti. Promosso!!





Utilizzando questo sito si accettano e si autorizzano i cookies necessariOK