mercoledì 12 aprile 2023

Recensione "Formule mortali" di François Morlupi

 Buongiorno lettori, 

oggi vi racconto il primo capitolo di una serie poliziesca che promette scintilla. Si tratta di "Formule mortali", scritto da François Morlupi, edito da Salani.

Buona lettura!



In una torrida estate romana, un anziano cammina nel parco di villa Sciarra, nell'elegante quartiere di Monteverde. Un odore tremendo attira la sua attenzione. Vicino a una macchia di cespugli scopre, con terrore, una mano mozzata. Poco più in là, gli arti amputati di un uomo sono disposti sul terreno a disegnare una celebre formula fisica. Il brutale omicidio turba la quiete del quartiere, ma soprattutto sconvolge l'instabile equilibrio del commissario Ansaldi, che con il trasferimento nella capitale sperava di aver trovato una tregua agli orrori cui ha assistito nella sua lunga carriera in polizia. Meticoloso e sensibile, la sua grande umanità lo porta a essere preda perfetta dell'ansia e degli attacchi di panico. Ciononostante rimane un professionista integerrimo che davanti al dovere non si tira mai indietro: costi quel che costi, troverà l'assassino. Ma prima dovrà capire come creare uno spirito comune con gli agenti della sua squadra investigativa, non meno unici e fragili di lui. Insieme, diventeranno i Cinque di Monteverde. Con il suo stile inconfondibile, che alterna il buon umore alla malinconia, Morlupi getta uno sguardo sugli abissi non solo di una mente criminale, ma della nostra intera società, che nasconde in bella vista i suoi istinti più feroci.

La prima indagine dei Cinque di Monteverde raccontata in "Formule mortali" ci regala un caso dai contorni inquietanti e sanguinosi. La prima scena del crimine che si trovano davanti Ansaldi e la sua squadra è qualcosa di una crudeltà mai vista che fa subito scattare nei protagonisti la voglia di fare giustizia e fare in modo che a nessun altro tocchi una sorte simile.

Gli indizi sono praticamente inesistenti, la vittima era una persona sola e apparentemente senza nemici. La squadra, nonostante vari interrogatori, procede molto lentamente brancolando nel buio. Morlupi ci racconta bene le loro sensazioni e il loro senso di impotenza che li porta addirittura a sperare in una seconda vittima pur di avere qualcosa su cui lavorare!


"Chi compie un atto del genere non è più un uomo, ma un mostro, il diavolo in persona. Prendetelo e ricacciatelo nell'abisso da cui è uscito."


E non passa molto prima che la "preghiera" venga esaudita portando alla luce una seconda vittima in uno scenario persino più macabro del precedente. Da questo punto in poi, la storia prende il via con uno stile dinamico e adrenalinico. L'aria è carica di tensione e più vengono alla luce i dettagli delle indagini e più i cinque si rendono conto di trovarsi nel mezzo di una situazione più grande, e oscura, di loro.

Il viaggio prosegue tra teorie scientifiche, una setta misteriosa e delle torture macabre. A fare da sfondo, la città eterna e delle location di nicchia che non sono le classiche più gettonate. 

I protagonisti sono il vero cuore pulsante del libro. Le loro storie mi hanno appassionato, emozionato e anche spezzato il cuore in alcune scene. È stato come guardare un film per le descrizioni così accurate e particolareggiate di situazioni e personaggi. Morlupi sa come coinvolgere il lettore e come farlo appassionare con un'indagine al cardiopalma che lascia la voglia di continuare a seguire le imprese dei cinque di Monteverde. 

Consigliato a tutti gli amanti dei romanzi polizieschi, questa storia vi conquisterà!







giovedì 6 aprile 2023

Recensione "Città di polvere" di Hayley Scrivenor

 Buongiorno lettori, 

oggi vi parlo di un thriller ambientato in Australia firmato da Hayley Scrivenor, "Città di polvere", e pubblicato da NN Editore. 

Buona lettura!



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In un caldo pomeriggio di fine novembre, a Durton, Australia, la dodicenne Esther scompare mentre torna a casa da scuola, e la comunità della piccola cittadina sprofonda in un vortice di dubbi e dolore. La detective Sarah Michaels, donna queer in un mondo maschile e maschilista, viene inviata sul posto per indagare, e ben presto i sospetti cadono sul padre della ragazzina, Steven, un uomo affascinante dal passato controverso. La detective non è la sola a voler far luce sul caso: anche Ronnie, migliore amica di Esther, è determinata a scoprire la verità, ma si scontra con i segreti e le bugie delle persone intorno a lei, incapaci di sacrificare la propria reputazione in un ambiente dove tutti si conoscono e le voci si diffondono rapidamente. Con un sapiente gioco narrativo che alterna i punti di vista dei protagonisti a quello corale dei ragazzini, Hayley Scrivenor mette in scena un crime in cui lo sfondo sociale e ambientale determina le azioni dei personaggi, minando certezze e fiducia reciproca. Ma è proprio nel dolore che la comunità si ricompatta e fortifica, trovando nel perdono il sentimento più potente per aprirsi a un futuro diverso.


Questo libro mi è piaciuto molto per svariati fattori, primo fra tutti: l'ambientazione australiana. Pur non essendo un romanzo ricco di descrizioni, l'autrice è riuscita comunque ad esprimere al meglio il clima e i luoghi australiani, le atmosfere polverose e soffocanti, la vita di paesini che sembrano fuori dal mondo. I classici luoghi in cui "non accade mai niente" e che per questi vengono ancora più sconvolti quando una variabile si presenta a turbare questo equilibrio.

Quando una dodicenne del posto scompare, l'intera popolazione di Durton va in subbuglio: nessuno sembra aver notato nulla di anomalo, facce nuove, un comportamento diverso dal solito in Esther, la bambina scomparsa.

"Noi siamo figli di una città che sta morendo fin da quando ne abbiamo memoria. Non dovete pensare che questo ci definisca. Ci saranno sempre figli, qui. Così dev'essere."

Il lavoro della detective Sarah Michaels parte, quindi, in salita in assenza di prove o collegamenti. Parallelamente alle forze di polizia, gli amici di Esther si confrontano e fanno ipotesi sull'accaduto. Sono proprio loro ad avere i tasselli mancanti del puzzle anche se non hanno intenzione di rivelarlo rendendo tutto più difficoltoso. 

Un altro elemento che ho apprezzato tantissimo è il focus preciso sui personaggi della vicenda che partecipano attivamente alla narrazione dando la loro versione e mostrandosi senza filtri. L'insieme di questi racconti dà vita alla storia nella sua interezza e ci conduce verso un epilogo davvero spiazzante per chi legge e per i protagonisti. 

I sentimenti sono i veri protagonisti: apprensione, rabbia, gelosia, voglia di vendetta, rancori mai sopiti. L'autrice ci trascina con uno stile delicato e lento in un caso davvero scabroso con lo scopo di far capire che non sempre noia è sinonimo di tranquillità. Una cittadina anonima diventa teatro di una tragedia familiare e sociale che mi è piaciuta molto.





martedì 7 marzo 2023

Recensione "Costruisci la tua casa intorno al mio corpo" di Violet Kupersmith

 Buongiorno lettori, 

nella recensione di oggi vi porto in Vietnam con il romanzo di Violet Kupersmith, "Costruisci la tua casa intorno al mio corpo", edito da NN Editore. 

Buona lettura!



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Winnie ha vent’anni e dagli Stati Uniti si trasferisce in Vietnam, il paese del padre, per insegnare inglese e anche per trovare la sua strada, in un luogo dove spera di sentirsi più accolta. Ma a Saigon le cose non vanno nel verso giusto: Winnie è negligente al lavoro, non stringe amicizie, beve troppo e tende a nascondersi, a sottrarsi alla vista degli altri, finché la città diventa un labirinto in cui si perde fino a scomparire, in modo misterioso. Però in Vietnam niente scompare davvero: lo sa Long, che si mette alla ricerca di Winnie, e lo sa anche Tan, che invece vive nel terrore del ritorno di Binh, la ragazza che ha sempre amato. Dalle loro vicende si dipanano fili sottili che ricostruiscono l’identità di un paese spezzato e cangiante, dove l’irrazionale irrompe nel quotidiano e il passato rinasce nel presente, robusto come le radici dell’albero della gomma. "Costruisci la tua casa intorno al mio corpo" è un vertiginoso romanzo d’avventura dalle tinte horror e fantasy, un puzzle di desideri inconfessabili e corpi posseduti, di spiriti e magia, ma anche di riscatto e amore. E con la carica ipnotica dei sogni, ci svela come ogni aspirazione all’oblio può tramutarsi in una preziosa occasione di rinascita.

Questa è stata una delle letture più particolari che abbia mai fatto. Tanti sono i punti di forza ma ce ne sono anche diversi che non mi hanno convinta al cento per cento. Ma partiamo dall'inizio: ci troviamo in Vietnam, a Saigon, e seguiamo le avventure di Winnie.

Winnie è una ragazza alla ricerca del suo posto nel mondo. Essendo per metà americana e per metà vietnamita non si è mai sentita propriamente a suo agio negli Stati Uniti e ha deciso di stravolgere la sua vita raggiungendo il Vietnam alla scoperta dell'altra metà di lei. Le sue intenzioni erano tra le più nobili e promettenti: voleva cambiare totalmente sé stessa diventando una persona nuova in un posto in cui nessuno sa nulla di lei ma in realtà tutti questi buoni propositi restano tali e i suoi demoni le fanno compagnia anche tra le strade affollate di Saigon.

La Kupersmith ci regala un quadro bellissimo del Vietnam e della città, rendendola parte integrante e attiva della storia. Ho amato moltissimo le peregrinazioni di Winnie tra i vicoli, i templi e i grandi edifici della città. È l'elemento che ho amato di più del libro.

Un altro punto di forza del libro è il tratteggio psicologico della protagonista che è in perenne lotta con sé stessa e si rende perfettamente conto di non saper sfruttare a pieno il suo potenziale e di non avere abbastanza forza per lottare per i suoi sogni.

Ho trovato invece un po' confusionaria la narrazione: la prosa dell'autrice è molto scorrevole ed elegante, si legge con piacere ma i capitoli brevissimi che vanno avanti e indietro nel tempo rispetto alla scomparsa di Winnie mi hanno fatto confondere più di una volta. Questa scelta narrativa richiede uno sforzo notevole da parte del lettore per non perdere il filo.

Altro elemento che reputo debole è l'epilogo che va interpretato e non è chiarissimo. Di sicuro mi ha fatto capire meglio il senso del titolo ma non sono troppo sicura del vero messaggio che l'autrice voleva dare. 

È una storia indubbiamente intensa ed impegnativa che affronta diverse tematiche interessanti ma forse avrei apprezzato un po' meno l'elemento filosofico a favore di spiegazioni più reali e schiette. È un po' il tratto distintivo dei romanzi asiatici, perlomeno di quelli che ho letto finora. Quindi se amate questo filone letterario lo apprezzerete senza dubbio.

⭐️⭐️⭐️

venerdì 3 marzo 2023

Recensione "I segreti dell'amante del papa" di Alex Connor

 Buongiorno lettori, 

oggi il menù prevede un bel thriller storico ambientato a Roma. Si tratta de "I segreti dell'amante del papa", firmato da Alex Connor, edito da Newton Compton Editori. 

Il libro è disponibile da oggi in libreria e negli store online.

Buona lettura!




Negli annali che raccontano la storia della Chiesa, il periodo che va dall'inizio alla metà del X secolo è chiamato saeculum obscurum, ovvero l'era oscura. Un periodo in cui il papato, e con esso tutta Roma, è stato in mano alla potente famiglia dei Tuscolani, e in particolare alle donne che ne facevano parte, che ressero il potere con crudele egoismo e sconfinata dissolutezza. Teodora, moglie del senatore di Roma Teofilatto, e sua figlia Marozia, furono in grado di muovere da sole i fili della curia papale, grazie a un sapiente gioco di seduzioni, inganni e congiure. Marozia, in particolare, a soli quindici anni, fu concubina di papa Sergio III, e da lui ebbe un figlio che in futuro sarebbe anch'esso diventato papa. L'incredibile racconto di come una singola famiglia riuscì a insinuarsi nel cuore stesso del potere romano e a trasformare il Laterano in un nido di lussuria e di congiure.

Quando si parla di thriller storici, il nome di Alex Connor si illumina come un'insegna al neon nel buio della notte. I suoi romanzi sono sempre intriganti e coinvolgenti pur trattando tematiche che potrebbero risultare noiose ai più. In questo nuovo libro siamo a Roma, in un momento storico pieno di lotte per il potere e intrighi per ottenere denaro e proprietà. 

I protagonisti sono tutti i membri della famiglia dei Tuscolani e gli elementi che più attraggono l'attenzione sono proprio le donne di famiglia: a partire da Teodora, la classica matrona romana che riesce sapientemente a manovrare il marito; troviamo poi Tullia, la figlia maggiore, che in questo romanzo viene tratteggiata come una figura mite e amorevole ma che, secondo me, ci riserverà delle sorprese in futuro. Per finire con Marozia, protagonista indiscussa del romanzo: nonostante la sua giovanissima età, surclassa di gran lunga la madre in astuzia e diventa la signora di Roma intrecciando una relazione (nemmeno troppo segreta) con il Papa.

A differenza delle donne del libro, schiave comprese,  che hanno quindi una fortissima personalità, agli uomini viene riservato un ruolo marginale e assolutamente sottomesso a quello delle donne anche se gli interessati sembrano non rendersene conto. Solo alcuni dei protagonisti maschili hanno catturato il mio interesse ma, almeno per ora, sono stati solo introdotti nella storia. Spero che in futuro possano mostrare questo potenziale inespresso.

Il romanzo fa parte di una serie e questo non è che un primo capitolo introduttivo. C'è sicuramente tantissimo potenziale e molto margine di crescita e sviluppo per tutti i personaggi.  Alex Connor ha dimostrato, ancora una volta, la sua bravura ricostruendo con meticolosità un mondo lontano, dando vita ad una trama davvero ricca di avvenimenti e colpi di scena. La capacità di alternare momenti crudeli, poi passionali, poi pieni di sentimenti dà vita ad una storia che è davvero adatta a tutti. 

Anche se non è ai livelli di "Caravaggio Enigma", il mio preferito tra quelli che ho letto finora dell'autore, mi ha intrattenuta benissimo e mi ha lasciata piena di curiosità per il seguito!

Se amate I thriller storici, non potete farvelo scappare!




venerdì 24 febbraio 2023

Recensione "L'enigma Della Sfinge" di Luca Giacherio

 Buongiorno lettori,

il post di oggi è dedicato ad un giallo a scatola chiusa che ho amato e divorato. Si tratta de "L'enigma della Sfinge", firmato dalla penna di Luca Giacherio.

Buona lettura!



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A Villa Cavalcanti, nel bel mezzo di un’incessante nevicata, il piacevole soggiorno di nove personaggi viene sconvolto da un evento inspiegabile: la proprietaria di casa viene trovata assassinata nella Camera Rossa, una stanza inaccessibile e chiusa dall’interno.
Chi ha ucciso Elena Cavalcanti? E come ha fatto l’assassino a commettere questo delitto impossibile?
A indagare sul caso si troveranno il colto ispettore Badalamenti, con la sua incrollabile fede nella razionalità, e il giovane Nemo, che al contrario sa molto bene che, a volte, è necessario uscire dalle strade più battute fino a immergersi nei deliri dell'oppio.
Mentre vanno alla ricerca di risposte, uno spettro mostruoso si aggira fra gli ospiti della villa, disturbandone il sonno. È lo spettro della sfinge, che porterà con sé una serie di enigmi tanto sinistri quanto misteriosi.
Sparizioni, fantasmi e antichi segreti guideranno il lettore in un viaggio sorprendente tra il mondo reale e quello metaletterario alla ricerca della soluzione del più grande enigma di tutti i tempi.


Come ho scritto all'inizio del post, ho apprezzato particolarmente questo romanzo. Ogni elemento è ben studiato e funzionale ai fini della buona riuscita della trama e il tutto mi ha davvero appassionato moltissimo. 

Ci troviamo a Villa Cavalcanti, una magione imponente e fuori mano carica di storia e antiche leggende. I nostri personaggi si ritrovano isolati e alle prese con un delitto interessante: a quanto pare tutte le vie d'accesso alla camera nella quale giace il cadavere sono chiuse dall'interno. Questo presuppone abilità e macchinazioni fuori dal comune da parte dell'assassino che sembra essersi volatilizzato.

A rendere la sfida ancora più avvincente, la figura della Sfinge che si ripropone più volte insieme al suo criptico enigma (spoiler: non sarei mai arrivata alla soluzione!!)

"Chi ha progettato Villa Cavalcanti voleva dare all'edificio un aspetto spettrale, come se si trattasse di una casa stregata."

I personaggi, esilaranti e dotati di personalità davvero interessanti e carismatiche, fanno del loro meglio per risolvere il caso e il famoso enigma ma non sarà semplice venire a capo di tutto, soprattutto quando nella storia fanno capolino delle sfumature paranormali dando una nuova luce alla vicenda. 

L'ambientazione, d'altronde, si presta benissimo a questo (ennesimo?) inganno. Ogni parte della Villa sembra nascondere segreti e ulteriori punti interrogativi ai quali trovare risposte. Per fortuna Badalamenti e Nemo, i nostri protagonisti principali, hanno delle ottime capacità deduttive e, man mano che ci avviciniamo all'epilogo, riescono a fare chiarezza sul caso anche se l'epilogo sarà tutt'altro che scontato.

La prosa dell'autore è molto elegante con un lessico ricercato e preciso. Questo ha reso molto più scorrevoli le belle descrizioni, presenti nel libro, sugli argomenti più disparati. Devo riconoscere una bravura fuori dal comune e una grande padronanza della materia letteraria che ha permesso a Giacherio di mescolare perfettamente un'infinità di generi senza mai cadere nel banale. Epilogo pazzesco e sconvolgente, sono certa che vi lascerà di stucco!

Consigliatissimo!!!






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