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martedì 19 marzo 2019

Recensione "La lettera d'oro" di Lena Manta

Buongiorno, lettori.
Oggi voglio parlarvi di un bellissimo romanzo firmato da Lena Manta e pubblicato da Giunti Editore.
Buona lettura!


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Crisafenia ha gli occhi color dell'oro, proprio come quelli della nonna di cui porta il nome e che non ha mai conosciuto. Cresciuta in Germania ma vissuta in molti luoghi diversi, approda ad Atene quando eredita un cospicuo patrimonio e una vecchia casa in rovina. Durante i lavori di ristrutturazione, nascosta sotto al pavimento della camera dei nonni, Fenia trova una scatola di latta per biscotti, arrugginita e tutta coperta di polvere, che contiene un mucchio di lettere e un paio di eleganti orecchini. Una vera e propria corrispondenza d'amore, che appartiene, però, a mittenti ed epoche diverse; un mistero che si infittisce lettera dopo lettera. L'unico modo che Fenia ha per scoprire la verità è convincere qualcuno dei suoi "nuovi" parenti a raccontarle tutta la storia. Per fortuna, Melpo, la cugina di sua madre, si rivela una donna gioviale e molto loquace e così il racconto comincia... Un gioiello d'oro a forma di lettera segna le vite di due famiglie da sempre contrapposte e i destini di tre grandi amori impossibili.

Per chi non conoscesse Lena Manta, sappiate che si tratta di una bellissima voce della narrativa greca che scrive dei meravigliosi romanzi familiari. 'La lettera d'oro' mi è piaciuto moltissimo e mi ha appassionata dalla prima all'ultima pagina. Nonostante la mole considerevole di pagine, ho terminato il libro in pochissimo tempo emozionandomi ad ogni frase per la storia di Crisafenia. Devo ammettere che, inizialmente, ho fatto un po' di fatica a seguire le dinamiche familiari: i nomi delle protagoniste, infatti, si ripetono e quindi è facile restare vittime della confusione. L'intera vicenda ruota intorno al rapporto burrascoso e rancoroso tra due famiglie i cui eredi continuano ad innamorarsi senza ottenere mai l'agognato lieto fine. A tirare le fila della storia, si ritrova Fenia che, dopo aver ereditato la casa di famiglia, tenta di ricostruire gli eventi attraverso delle vecchie lettere e i racconti di chi, quegli episodi, li ha vissuti davvero.

Ho trascorso delle ore molto piacevoli in compagnia del libro di Lena Manta e mi sono lasciata completamente trasportare dalla narrazione e dalle descrizioni che mi hanno permesso di viaggiare tra la Turchia e la Grecia in un percorso all'insegna delle emozioni più svariate. Lena Manta ci insegna che il destino non si può comandare o gestire, che l'amore è molto importante ma a volte non basta ad appianare divergenze e superare ostacoli e che il male che facciamo torna indietro, sempre. La prosa dell'autrice è molto delicata ed elegante, ho apprezzato gli accenni storici del libro che hanno costituito un piacevole diversivo senza appesantire la trama.
Finora, è il libro che ho amato di più -tra quelli dell'autrice- e lo consiglio a tutte le lettrici che amano i romanzi familiari e romantici... lo apprezzerete senz'altro!



sabato 17 giugno 2017

Recensione "Infinito come il mare" di Lena Manta

Buongiorno lettori,
oggi voglio parlarvi di "Infinito come il mare", una storia struggente MA, per fortuna, a lieto fine.
Buona lettura!

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LA RECENSIONE:

"A un tratto la sua attenzione fu attirata da un uomo con i capelli neri e gli occhi color smeraldo, che si trovava poco lontano. Gli lanciò un'occhiata, che lui non esitò a ricambiare.
Anche se le era sconosciuto, non appena il cuore cominciò ad accelerare il battito, capì che era l'uomo dei suoi sogni."

Clelia Agapinòs, è la figlia di un ricco ereditiere ed è nata e cresciuta a Corfù.
Con il padre non ha mai avuto un gran rapporto in quanto è a 'causa' sua se la madre è morta. Il fatto di somigliarle come una goccia d'acqua non ha aiutato affatto l'uomo ad avvicinarsi a lei. Bisognosa di affetto e di accettazione, si concede alla corte serrata di un uomo molto più grande di lei, nonostante nella sua vita ci sia Pavlos, un ragazzo che la ama con tutto se stesso e che sarebbe disposto a fare qualsiasi cosa per lei.

"Oggi è come se a un tratto mi si fossero aperti gli occhi, come se l'incantesimo di cui ero vittima si fosse sciolto nel giro di pochi istanti. E adesso per la prima volta vedo tutto con chiarezza. Capisci a che livelli di abiezione sono caduta? Ti rendi conto dell'inganno che ho dovuto subire? Quanti anni della mia vita ho perduto?"

Ogni donna meriterebbe un Pavlos, ma Clelia è totalmente sotto l'influenza di Nikiforos, il quale non fa che mentirle solo per tenerla buona e tenere il piede in due scarpe. Pavlos, dal canto suo, fa davvero di tutto per dimostrarle quanto la ama.. arriva persino ad accettare il fatto di essere solo il suo confidente e, per anni, è costretto ad ascoltare le sofferenze della donna che ama più della sua vita. Nulla riesce a distogliere Clelia da quest'amore malato.

"Si avvicinò senza esitare alle labbra di Clelia, che non si ritrasse. Quel bacio era l'unica cosa che avesse sognato in tutti quegli anni. Unirono le labbra affamate e si cinsero in un abbraccio mentre il respiro usciva affannoso, concitato, e il tempo e lo spazio perdevano significato."

Dopo anni di sofferenze, emotive e fisiche, Clelia si rende finalmente conto di tutti gli errori commessi. Non si può tornare indietro, purtroppo, la vita scorre in un solo e incontrovertibile senso di marcia ma, forse, non è ancora tardi per porre rimedio ai suoi sbagli.

Questo è stato un romanzo davvero molto intenso, non sempre in maniera positiva. 
Non mi sono trovata per nulla in sintonia con Clelia, non riesco ancora a credere quanto sia dovuta cadere in basso prima di risalire. Non ho capito le sue scelte e non ho trovato alcun motivo per giustificarle, se non la pura follia e la totale mancanza di amor proprio. Stessa linea di giudizio per Nikiforos. Per quanto riguarda gli altri personaggi, ho amato incondizionatamente Pavlos! E' un protagonista straordinario dalle mille qualità e sfaccettature, sono felice che abbia avuto il suo lieto fine..nonostante tutto. Altro punto che ho apprezzato molto, è l'ambientazione: l'isola di Corfù viene descritta molte volte e da varie prospettive, donandoci immagini davvero suggestive.
L'autrice ha un prosa scorrevole ed elegante, si legge con piacere. La narrazione è ricca di dettagli e non tralascia alcun aspetto della storia e dei personaggi. Non vi spaventate per le tante (forse troppe?) pagine di struggimento totale, perché sarete ricompensati nell'epilogo!
Nel complesso, lo promuovo ma non a pieni voti.





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