venerdì 25 luglio 2025

Recensione "La medusa volante" di Ichikawa Yuto

Buongiorno e ben ritrovati sul blog.

Esce oggi per Atmosphere Libri, "La medusa volante", firmato dalla penna di Ichikawa Yuto.

Ho avuto la possibilità di leggerlo in anteprima e non vedo l'ora di raccontarvelo, la storia perfetta per tutti gli amanti di thriller giapponesi.

Buona lettura!



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Pagine 354

Il "jellyfish", la "medusa", è un piccolo idrovolante sviluppato utilizzando una tecnologia speciale che ha cambiato la storia dell'aviazione. L'inventore, il Professor Pfeiffer, e altri sei membri del team incaricato del suo sviluppo stanno conducendo test finali sulle capacità di navigazione a lunga distanza della nuova medusa. Tuttavia, durante i test, uno dei membri muore improvvisamente. Inoltre, il dirigibile effettua un atterraggio di emergenza su una montagna innevata. La fuga appare impossibile, e gli uomini del team cominciano a morire uno dopo l'altro...

Se avete amato I delitti della casa decagonale, questo thriller fa decisamente al caso vostro.

La storia di Ichikawa Yuto è un mix ben riuscito di mistery e giallo, è ambientato in un mondo che somiglia al nostro ma è avvolto da un'aura misteriosa.

Il titolo si deve alla "Medusa", un velivolo che ricorda molto la struttura del famoso animale marino dall'aspetto gelatinoso, che ha un ruolo da protagonista all'interno della narrazione e fa da location principale alla vicenda. Si tratta di un idrovolante simile ad un dirigibile, nel funzionamento, ma più piccolo e compatto. 

Sono state trovate sei persone. Tutte morte. L'identità di ciascun corpo è attualmente oggetto di indagine.

La narrazione procede, sostanzialmente, su due binari: il primo ci mostra i personaggi all'interno della "medusa"; il secondo vede invece protagonisti i due agenti incaricati di svolgere le indagini dopo che il velivolo si è misteriosamente schiantato contro una montagna.

Le due narrazioni vengono portate avanti in contemporanea ed è interessante scoprire, pur conoscendo già l'epilogo a grandi linee, come si sono svolti i fatti e soprattutto perché i sei membri dell'equipaggio siano stati presi di mira.

Non c'erano dubbi. Non c'era più spazio per l'inganno. Erano in pericolo di vita. Il colpevole aveva ucciso il professore, li aveva intrappolati su quella montagna innevata e voleva eliminarli tutti.

L'elemento tecnico-scientifico è molto presente, fin troppo a mio avviso. Probabilmente è l'unica nota stonata di una storia pressoché perfetta.

Il delitto, in questo caso da declinare al plurale, a camera chiusa è un grande classico del genere giallo e mi diverte sempre moltissimo scoprire quali escamotage mettono in atto gli autori per eliminare i propri personaggi come pezzi inermi e indifesi su una scacchiera invisibile.

Ho apprezzato molto l'intreccio creato e sviluppato da Ichikawa, impossibile da prevedere e ad un passo dall'assurdità più totale. 

Non aveva senso. Era incredibile. Non c'era nessuno lì dentro. Non c'era nessun collegamento con l'esterno e porte e finestre erano intatte e bloccate. E tutti erano stati uccisi tranne lui.

Man mano che il numero dei morti aumenta, ne "La medusa volante" cresce l'isteria e la paura. Chi si nasconde dietro questo nemico invisibile che li sta eliminando uno dopo l'altro. Possibile che tutto sia riconducibile ad un episodio che li accomuna e che tutti e sei hanno cercato, a quanto pare senza successo, di seppellire nel passato?

Un terzo filone narrativo è quello che collega entrambe le parti del libro e anche il luogo nel quale ricercare la causa di tutto ciò che sta accadendo. Perché alcuni sentimenti sfidano le distanze e il tempo, pur di emergere con la loro, in questo caso distruttiva, potenza.




mercoledì 23 luglio 2025

Recensione "Ospiti inattesi" di Triona Walsh

 Buongiorno e ben ritrovati sul blog,

oggi vi parlo del nuovo libro di Triona Walsh, "Ospiti inattesi", uscito ieri per Newton Compton Editori.

Buona lettura!


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Pagine 352

Il fuoco scoppietta dolcemente nel camino mentre Finn riempie il mio bicchiere di vino rosso. Perdendomi nei suoi scintillanti occhi azzurri, ho un tuffo al cuore. Finn è il mio capo, ma anche l’uomo di cui mi sono innamorata perdutamente. Pensavamo che la selvaggia costa irlandese e questo cottage appartenuto al custode del faro sarebbero stati la fuga segreta perfetta. Poi qualcuno bussa alla porta...Una coppia zuppa di pioggia sostiene di aver prenotato la casa per il fine settimana. Guardo Finn, ma lui si fa da parte per lasciarli entrare. Mi irrigidisco. Questo viaggio per me e Finn non è solo un’opportunità di trascorrere del tempo insieme e consolidare i nostri sentimenti. Nessuno può sapere la vera ragione per cui siamo qui. La mia vita è appesa a un filo. Non ho altra scelta che accettare l’arrivo di questi ospiti inattesi e confidare nel fatto che risolveremo tutto domattina. Finn non conosce la vera me, ma a quanto pare neppure io conosco lui. Quest’altra coppia è qui per un motivo, e qualcuno potrebbe non uscire vivo dal cottage...


"Ha che fare con questo posto, con il faro? Non è vero? Avete dei trascorsi qui?"

Immaginate un romantico weekend su un faro, circondati dal rumore delle onde, l'odore del mare e le braccia della persona che amate.

Ora ricordatevi che siete in un thriller e che questo idilliaco quadretto deve per forza trasformarsi in qualcosa di sanguinoso e violento, è questa la base del nuovo thriller di Triona Walsh, "Ospiti inattesi".

Alice e Finn si stanno finalmente godendo qualche giorno di relax in un romantico faro quando ricevono la visita inaspettata di due loschi individui: affermano di avere anche loro una prenotazione e visto che la piattaforma di prenotazione impiegherà qualche giorno per risolvere il disguido, si ritrovano a vivere una convivenza forzata.

"Chi era lei senza il Piano? Era andato tutto bene finché aveva progettato di metterlo in atto. Ma chi era Alice Armstrong senza di esso?"

Il bello viene quando, pagina dopo pagina, diventa chiaro che nessuno dei quattro si può definire "una persona pulita e trasparente" in quanto è chiaro che tutti loro hanno in mente qualcosa/nascondono elementi importanti.

Probabilmente l'unico problema di questo libro è che è molto poco verosimile e abbastanza prevedibile. Lo definirei più un mistery che un thriller perché omicidi e suspense non sono pervenuti. 😅

Molto meglio lo stile e la scrittura che perlomeno risultano coinvolgenti. Sicuramente la Walsh poteva puntare un po' più in alto nella risoluzione del caso e rendere il tutto un po' più accattivante ma la realtà è che nonostante l'inizio e le premesse siano ottime, il tutto va scemando fino ad un epilogo decisamente più adatto a un romance che ad un thriller.

Ho preferito di gran lunga "Notte di neve e sangue", di cui vi avevo parlato QUI .


⭐⭐⭐

martedì 22 luglio 2025

Recensione "Un segreto di ghiaccio" di Mo Malo

 Buongiorno e ben ritrovati sul blog.

Oggi vi porto in Groelandia con il nuovo libro di Mo Malo, edito da Piemme, che ha protagonista l'ispettore Qaanaaq Adriensen, "Un segreto di ghiaccio".

Buona lettura!



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Pagine 384

Dopo un soggiorno forzato in Danimarca, l'ispettore Qaanaaq Adriensen torna a Nuuk, la gelida capitale della Groenlandia, per riprendere il suo ruolo di capo della polizia. Provato dagli alti e bassi della vita, trova ad attenderlo un caso inquietante: il suicidio di una giovane donna sulla cui mano c'è uno strano tatuaggio che rimanda a un antico rituale sciamanico inuit. Il mistero si infittisce quando un pacco anonimo dal contenuto spaventoso viene inviato a Qaanaaq. E mentre nuovi suicidi scuotono la città, l'ispettore si ritrova intrappolato in una spirale sempre più oscura, in cui ogni indizio sembra avvicinarlo a una verità che non vuole affrontare. In un luogo dove la luce abbagliante dei ghiacci cela le ombre più profonde, Qaanaaq deve affrontare non solo il male che si nasconde dietro al caso, ma anche i demoni che lo perseguitano. Una corsa contro il tempo, contro l'oscurità e contro sé stesso.

Dopo aver fatto la conoscenza dell'ispettore Qaanaaq Adriensen ne La notte bianca, torniamo in Groelandia nel nuovo capitolo della serie firmata da Mo Malo, "Un segreto di ghiaccio". Mi preme sottolineare subito che l'autore ha inserito i richiami necessari per leggere il libro anche senza aver letto il precedente ma, come sempre in questi casi, vi consiglio di leggerli in ordine perché sono libri che meritano.

In questo nuovo capitolo, il focus è senza dubbio la tradizione inuit e le abitudini di questo antico popolo. Alla fine del libro, ho avuto la sensazione di aver compiuto un bellissimo viaggio da poltrona in questa terra selvaggia dove si può ancora morire risucchiati in un buco di ghiaccio o si può essere morsi da uno squalo se ci si avvicina incautamente all'acqua.

Essere poliziotto: quella meccanica dei gesti e delle procedure, sempre uguali.

Essere poliziotto: per non pensare al resto, antidoto perfetto a tutti i veleni dell'anima. Un'immersione nei drammi altrui che nascondeva i propri. 

Malati che curavano altri malati.

Qaanaaq è il classico poliziotto che si dedica anima e corpo alla sua professione, forse fin troppo. Ne "Il segreto di ghiaccio", l'autore ci regala ancora una volta una fetta della vita personale del poliziotto, che non è esente da drammi e problemi. La lotta costante tra il voler essere presente per la sua famiglia ma, allo stesso tempo, l'incapacità di lasciar andare e delegare, il richiamo delle indagini e la voglia di fare giustizia a suo rischio e pericolo. 

In questo caso, poi, viene personalmente preso di mira da un misterioso mittente che gli fa recapitare pezzi di un corpo umano in un nefasto invito a prendere parte ad un macabro gioco. Contemporaneamente una scia di suicidi sconvolge vari villaggi dell'isola. Le due situazioni sono collegate? Le risposte ai tanti interrogativi sono forse da ricercare nei misteriosi simboli che appaiono su dei particolari tatuaggi?

Nella cultura inuit, il non sentirsi più amati significava in qualche modo cessare di essere umani. Smettere di i esistere. Da lì a farla finita, il passo era breve.

Come vi accennavo inizialmente, Mo Malo si concentra moltissimo sulla cultura inuit e sul loro modo di vedere e percepire le cose: l'importanza dell'anima, il legame fortissimo con la natura, le tradizioni ancestrali che hanno permesso al loro popolo di evolversi. 

E' assolutamente affascinante seguire le storie e i miti di questo popolo, un'esperienza arricchente che raramente si verifica leggendo un thriller. L'ambientazione riveste un ruolo di primo piano, quindi, e partecipa attivamente alla scena. 

La nota dolente, se così vogliamo definirla, è la lunga lista dei personaggi coinvolti nel caso e i loro nomi decisamente complicati da ricordare in quanto si somigliano molto gli uni con altri e si confondono anche con quelli dei luoghi citati. Vi consiglio, per questo, di tenere sempre a portata di mano la provvidenziale lista riassuntiva dei personaggi a fine libro.

Il caso in sé è interessante pur trattando una tematica che non amo moltissimo che però è stata trattata in maniera abbastanza sobria e non eccessivamente disturbante. Nell'epilogo arriva la notizia che tutti aspettavamo, una sorta di promessa di poter leggere ancora di Qaanaaq e gli altri. 



giovedì 17 luglio 2025

Recensione "Il tradimento di Thomas True" di A.J. West

 Buongiorno e ben ritrovati sul blog.

Oggi vi parlo di un libro con cui ho avuto una storia complessa ma che, alla fine, mi ha devastata in un modo che non credevo possibile.

Si tratta del nuovo romanzo di A.J. West, "Il tradimento di Thomas True", edito da Neri Pozza.

Buona lettura!

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Pagine 416

1710: la Londra georgiana sopravvissuta al Grande Incendio è una città in fermento, piena di cantieri che non dormono mai. Lì dove c’era il legno ora si ricostruisce in pietra, ma accanto alla nuova cattedrale di St Paul c’è il lugubre manicomio di Bedlam, accanto al London Bridge con le sue graziose botteghe ci sono ladri, marinai, mendicanti e prostitute. E poi c’è Thomas True, scappato in città dalla campagna e dalla durezza del padre, integerrimo pastore protestante. In alto, sui ponteggi, lavora invece Gabriel Griffin, quando non si occupa di ripescare dal fiume i corpi degli annegati. Entrambi si ritroveranno quella sera da Madre Clap, un locale per soli uomini dove gli avventori perdono la propria identità pubblica per assumerne una femminile: le chiamano molly, non possono dichiarare a nessuno chi sono, cosa provano, chi amano. E Gabriel, lo sa fin dal primo istante in cui lo vede, ama Thomas. Eppure, nonostante vivano esistenze rigorosamente nascoste, le molly non sono al sicuro: c’è una spia fra di loro, che le sta uccidendo una per una. Se Gabriel vuole salvarsi, salvare Thomas, dovrà scoprire chi sta vendendo i loro nomi alla Society for Reformation of Manners. Prima che i giudici Grimp e Myre arrivino in città e ordinino, come da consuetudine, di impiccarle tutte. Gabriel si trova così a vagare per una Londra notturna e insidiosa, costretto a mettere in discussione le vite e i legami della sua piccola comunità. Fra travestimenti, messaggi in codice, gang di orfani, esplosioni, lingue mozzate e testimoni sbranati da leoni, Gabriel scoprirà che il modo migliore per nascondere qualcosa è proprio sotto gli occhi di chi guarda. E che l’altra faccia della verità si chiama tradimento.

Quando ho iniziato la lettura de "Il tradimento di Thomas True" non sapevo bene cosa aspettarmi  trattando argomenti totalmente diversi rispetto a "La meccanica degli spiriti". 

Se nel precedente romanzo, infatti, troviamo richiami chiari al genere gotico vittoriano intriso di occultismo, in questo libro ci troviamo in un periodo storico totalmente diverso. Siamo agli inizi del 1700, l'ambientazione londinese viene sapientemente descritta portando alla luce le atmosfere dell'epoca e un fenomeno probabilmente sconosciuto ai più: il movimento delle 'molly'.

Non sono belle ma non pensare che non abbiano una loro dignità. Ce l'hanno! Anche la più infima delle candele di sego può donare luce alla fiamma morente di un uomo.

Venivano definite 'molly' gli uomini che, di sera, abbandonavano le loro identità per assumerne una femminile. Inutile sottolineare che questo comportamento veniva pubblicamente condannato e che venivano perseguitate attraverso i mezzi più biechi.

In questo scenario facciamo la conoscenza dei nostri due protagonisti: Gabriel, muratore di Londra, e Thomas, sfuggito dalla campagna e da un padre intransigente.

Thomas si fermò, osservando da lontano la porta sormontata da un'insegna: niente nomi, solo il disegno di un pavone con la coda spalancata, al di sopra di una finestrella rosa.

"Madre Clap. Ti ho trovato."

Il locale di Madre Clap, ritrovo famosissimo tra le molly della città, diventa un perno centrale all'interno della narrazione: in primo luogo perché è qui che si incrociano i destini dei due protagonisti; ed è sempre tra le mura di questo club che le vite di tutti i personaggi verranno stravolte. C'è una spia tra loro che lavora per la Society: 'il sorcio' rivela le identità delle molly condannandole a morte certa.

Gabriel è più che mai deciso a individuare la talpa per salvare sé stesso e Thomas, l'uomo che sente di amare fin dal primo momento in cui i loro occhi si incrociano. In un susseguirsi di colpi di scena, tradimenti e momenti in cui tutto sembra perduto, A.J. West ci regala un finale dolorosamente meraviglioso.

Chiunque amiate, chiunque siate, qui non sarete mai sbagliate... Sarete sempre libere e sempre insieme!

Vi dirò la verità, per tutta la prima parte del libro ho faticato ad ingranare. Mi trascinavo per inerzia, l'attenzione che calava costantemente per una narrazione che mi appariva come ripetitiva e ridondante. Non so in quale preciso momento mi sia appassionata alla storia di Gabriel e Thomas, ma posso dirvi che ne sono uscita devastata e in lacrime.

Raramente mi è capitato di cambiare idea e giudizio su un libro in modo così radicale, ma è successo e sono felice di non aver mollato anzi tempo. La storia di A.J. West ci mostra un passato che, in realtà, è più attuale che mai. Una società in cui il giudizio, la paura, la lotta contro ciò che ognuno di noi sente di essere non è finita con la rivolta delle molly. Ancora oggi il movimento LGBTQ+ lotta ogni giorno per diritti che a noi sembrano insindacabili. È assurdo pensare che nonostante sia passato così tanto tempo, la storia di Gabriel e Thomas potrebbe essere ambientata anche ai giorni nostri.. magari senza esecuzioni e impiccagioni se proprio vogliamo trovare un lato positivo.

Una volta girata l'ultima pagina, ho sentito un moto di nostalgia verso tutto il contesto che per giorni mi ha accompagnato, ho continuato a rimuginare sul finale e ho rivalutato l'intera lettura apprezzandone anche sfumature che prima non avevo colto. La prosa elegantissima dell'autore, la purezza dei sentimenti descritti, la denuncia contro le ingiustizie di genere, la volontà di far conoscere questa realtà che pochissimi conoscevano per non dimenticarle... Perché anche se si tratta di un'opera di finzione, è importante ricordare il sacrificio e il coraggio di tutti coloro che hanno lottato per essere come volevano e non come la società voleva che fossero.




martedì 15 luglio 2025

Recensione "Le escluse" di Nicolas Feuz

 Buongiorno e ben ritrovati sul blog.

Oggi parliamo del nuovo libro di Nicolas Feuz, edito da Baldini Castoldi, che si intitola "Le escluse".

Buona lettura!


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Pagine 384

Svizzera, cantone di Neuchâtel. Una dodicenne vittima di bullismo si suicida. Lo stesso giorno Justine, la sua unica amica, scompare. In una prigione del Vaud, sei detenute subiscono le spietate regole di un’agente di custodia. Sono delle escluse, anime dimenticate alle porte dell’inferno, donne bandite dalla società, dai destini spezzati. Fra di loro, la madre di Justine, accusata di averla rapita per sottrarla al padre, che si rifiuta di confessare dove l’ha nascosta mettendo così in pericolo la sua vita. Ma perché queste donne sono le uniche detenute dell’unità 3? E qual è il misterioso legame che le unisce? Nicolas Feuz ci immerge in un page-turner adrenalinico, lasciandoci avvinghiati a un’indagine dal ritmo serrato e a un racconto della vita in carcere vivido, duro, profondamente umano.

"Le escluse" è il secondo libro della serie dedicata al procuratore Jemsen e la sua squadra. Abbiamo conosciuto molti di loro nel caso de Il filatelista ( di cui vi ho parlato QUI) e che ho ritrovato con piacere in questo nuovo libro di Nicolas Feuz. 

A questo proposito mi preme farvi presente che pur trattando casi diversi, i libri hanno gli stessi personaggi e che non c'è un vero e proprio recap sulle loro storie, quindi consiglio di leggere le storie in ordine per non perdere pezzi e apprezzare meglio la vicenda.

Tornando al caso de "Le escluse", il libro si sviluppa sostanzialmente attraverso due filoni narrativi: quello del procuratore, alle prese con un caso di scomparsa di minore, e quello di un carcere femminile in cui si intrecciano diverse storie interessanti delle detenute. 

Nessun urlo è più terrificante di quello di un genitore che sopravvive al figlio. S'incolla ai timpani come l'odore del sangue alle narici. La memoria uditiva si rafforza con la medesima intensità della memoria olfattiva.

Il punto di vista delle "escluse" è stato in assoluto il mio preferito e quello che più mi ha incuriosito. Man mano che si procede con la lettura, appare chiaro che c'è una sorta di filo conduttore tra tutte loro: sono madri. 

La tensione tra le mura del carcere va in crescendo, le rivelazioni si fanno sempre più scioccanti mentre diventa chiaro che c'è qualcosa che l'autore non ci sta dicendo. Ed è proprio questo mistero che spinge a macinare pagine su pagine perché la curiosità di sapere è tanta.

Un consiglio, Coralie, sta' lontana dai guai. Stattene tranquilla, confonditi con la massa delle detenute e fatti dimenticare. In un inferno come questo, solo le ombre non temono i raggi del sole.

Quando arriviamo al punto in cui le due parti del libro si fondono, inizia il vero colpo da maestro di Feuz che ci conduce ad un epilogo inaspettato. 

Cosa poteva fare meglio? Sicuramente evitare di inserire nella narrazione qualcosa come un migliaio di sigle militari varie; regalare un recap veloce sui personaggi principali e di quello che è accaduto loro ne "Il filatelista" .

Senza dubbio Nicolas Feuz si conferma un autore bravissimo in questo genere e, sbirciando le trame dei prossimi romanzi, sono certa che ci regalerà ancora tantissimi momenti al cardiopalma!!!