mercoledì 15 marzo 2017

W.W.W. Wednesday #8

Buongiorno lettori,
torna, come ogni mercoledì, l'appuntamento con i miei aggiornamenti di lettura!
Aspetto anche i vostri, naturalmente!



1. Quale libro hai finito?


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Ve ne parlo questo fine settimana sul blog! Intanto posso solo dirvi che l'ebook è in promozione e che dovreste farci un pensierino.. merita!!!


2. Quale libro stai leggendo?


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Ho ricevuto questo thriller/giallo direttamente dal traduttore. Al momento è disponibile solo in ebook e sono ancora indecisa sul giudizio. Vedremo cosa mi riserverà nel finale!

3. Quale libro leggerai?


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Non vedo l'ora di scoprire questo romanzo. La copertina e la trama mi ispirano moltissimo!!


Vi do appuntamento alla prossima settimana e aspetto i commenti 💓




martedì 14 marzo 2017

[Segnalazione] "Un'anima che vibra" di Loredana Frescura e Marco Tomatis




Buon pomeriggio cuori librosi,
il 30 Marzo arriva in libreria per Leggereditore, un romanzo scritto a quattro mani da Loredana Frescura e Marco Tomatis, "Un'anima che vibra".
Scopriamolo insieme!



SINOSSI:


Domenica, detta Mimì, diciassette anni, vive con la mamma Caterina e la zia Diletta a Roma. Da un giorno all’altro la sua famiglia si trasferisce in un piccolo paese, Piandiperi, dove la fabbrica presso cui Caterina lavora come operaia ha aperto un nuovo stabilimento.
Per Mimì si tratta di un cataclisma che stravolge la sua esistenza tranquilla e rassicurante. Ma proprio in quel paese “sbagliato dalla A alla Z”, dove a dispetto del nome non c’è l’ombra di un albero, e un ragazzo dalla pelle d’ambra può chiamarsi Gaetano e sfrecciare a bordo di un carretto, Mimì, che si sente “sbagliata dall’uno all’infinito”, finirà col trovare sé stessa. Soprattutto, guarderà con occhi nuovi sua madre e scoprirà che non è affatto la donna rinunciataria e fredda che ha sempre creduto. Dietro un’apparenza remissiva e dimessa, Caterina nasconde una forza e una vitalità che Mimì non avrebbe mai immaginato e che sono quanto di più importante una figlia possa imparare dalla madre.


Allora, cosa ne pensate?
A me ispira molto!

Recensione "L'ottico di Lampedusa" di Emma-Jane Kirby

Buongiorno lettori,
oggi voglio parlarvi di un romanzo forte e intenso.
La cronaca romanzata di un tragedia che si consuma ogni giorno sotto i nostri occhi, incapaci di reagire, incapaci di contrastare un fenomeno dilagante come quello dell'immigrazione.
Una storia che fa, senza dubbio, riflettere.
Buona lettura!


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LA RECENSIONE:

Questa è la storia di Carmine, professione: ottico.
I suoi pensieri quotidiani sono, perlopiù, rivolti all'attività: una montatura da consegnare, numeri, gradazioni da controllare, i saldi di fine stagione da affiggere. La vita, nella piccola isola di Lampedusa, scorre placida e serena fino ad una gita in barca con gli amici. Quella che doveva essere una mini vacanza tra le acque cristalline del Mediterraneo, si trasforma nella più sconvolgente delle esperienze. Urla e grida disperate attirano l'attenzione dell'ottico e degli altri membri dell'equipaggio. All'improvviso, il mare, non è che una distesa di corpi, uomini che si sbracciano alla disperata ricerca di aiuto e salvezza.

Chiuse con rabbia il giornale.
'Io non sono un eroe' pensò. 'Ho fallito. Abbiamo fallito tutti quanti.
Noi, l'Italia, l'Europa, tutti quanti.'

Nonostante la buona volontà e l'impegno, Carmine non riuscirà a salvarli tutti da quella prigione d'acqua mortale. Ma il rimorso, lo shock e la consapevolezza di essere stato testimone impotente di una tragedia, gli apre gli occhi su un fenomeno che, fino a quel momento, gli era scivolato addosso.
Questa volta, è stato protagonista assoluto degli sbarchi di cui sentiamo quotidianamente parlare in TV. Della disperazione dei superstiti, dei polpastrelli bruciati volontariamente per non farsi riconoscere, della voglia di raggiungere una vita migliore ricongiungendosi ai familiari che hanno fatto fortuna in questo nuovo mondo, delle sepolture, dignitose, ma anonime..
Simili tragedie testimoniano che l'umanità ha davvero fallito.
Siamo tutti colpevoli.


Questo è un romanzo che mi ha fatto riflettere, interrogare e mettere in discussione.
Quando ho accettato di leggerlo, sapevo a cosa sarei andata incontro, sapevo che non sarebbe stata una lettura facile o frivola. Eppure volevo sapere, volevo leggere questa cronaca intrisa di realismo e raccontata in maniera diretta, a tratti brutale. D'altronde non poteva essere altrimenti, il messaggio viene recepito chiaramente. L'ottico di Lampedusa rappresenta tutti noi che viviamo le nostre vite alle prese con problemi che, in realtà, sono sciocchezze, ignari delle tragedie che ci circondano, ignari di essere complici ogni volta che spariamo sentenze senza ragionare, o scacciamo via la realtà perché non ci fa comodo. Penso che ognuno di noi dovrebbe leggere queste duecento pagine scarse di verità, se non altro per acquisire un pizzico in più di consapevolezza e capire che è un problema che riguarda tutti noi. Un giorno i nostri figli ci chiederanno dove eravamo mentre migliaia di uomini morivano sotto i nostri occhi, un po' come noi chiediamo ai nonni e bisnonni dov'erano quando Hitler faceva strage di ebrei, e quel giorno dovremo avere tutti una risposta da dare, dovremo rendere conto del nostro menefreghismo e del nostro egoismo più assoluto. 
E' un libro da leggere, non c'è altro da aggiungere.





lunedì 13 marzo 2017

Recensione "La fragilità delle certezze" di Raffaella Silvestri

Buongiorno cuori librosi,
oggi voglio parlarvi di una storia diversa che ho avuto il piacere di scoprire attraverso un blogtour.
Si tratta del romanzo di Raffaella Silvestri, "La fragilità delle certezze".
Buona lettura!


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LA RECENSIONE:

"Erano tempi fragili, tempi di vetro: si sarebbero infranti presto, non con il rumore secco del vetro che cade ma con una crepa sottile, che si espande lenta. E tutto sembra uguale, e tutto si può trascurare."

Arrivata alla soglia dei trent'anni, Anna sembra aver trovato, finalmente, il suo posto nel mondo. Ha aperto una startup, in società con l'amico di sempre Marcello, e Teo, un coetaneo che ha avuto tutto dalla vita, compreso un ruolo di prestigio in una grossa società, ma che, inspiegabilmente, ha deciso di lavorare per lei. Tra loro scatta subito qualcosa, impossibile da definire.

"C'era da aver paura, a volte a Milano. Paura di sentirsi soli, o forse di sentirsi esclusi. E' che il movimento, il ritmo delle cose era tale per cui soli si restava per forza, a volte, ed esclusi quasi sempre, perché come puoi far parte di qualcosa che non riesci a inquadrare, come puoi surfare un mare con tutte quelle onde."

Milano fa da sfondo con tutte le aspettative che solo questa città sa dare. Promesse, sogni da realizzare, a Milano tutto sembra possibile, o quasi. Quando le rosee aspettative sulla sua attività vengono miseramente disattese, Anna deve fare i conti con la delusione e il senso di impotenza che rispecchia un po' tutto il paese. Come le tessere di un domino, cadono pian piano i suoi, già fragili, punti fermi. Anni a progettare una vita decente, piena di sogni, e pochi momenti per perdere tutto.

Raffaella Silvestri non vi conquisterà con una eterea storia d'amore, nemmeno con un'ambientazione da sogno e neanche con una storia strappa lacrime o di attrazioni fatali. "La fragilità delle certezze", è una storia reale, vera. Non ci sono abbellimenti, né il lieto fine forzato. Il romanzo è uno spaccato di vita odierna, in un panorama di un paese che non garantisce più alcuna possibilità, nemmeno quella di sognare. Anna potrebbe rappresentare me, o voi, o chiunque in Italia. Ci sentiamo perennemente fuori posto, alla ricerca di soddisfazioni che tardano ad arrivare. Teo, al contrario, rappresenta l'inarrivabile. Erede di un impero, di formazione bocconiana, un uomo che trasuda successo ad ogni passo. Eppure il suo destino non si allontana poi molto da quello di Anna. Oltre alle tematiche attuali e a due personaggi niente male, credo che il vero punto forte del libro sia la scrittura elegante, travolgente e ricercata dell'autrice. Sono arrivata alla fine senza nemmeno rendermene conto!
Come vi accennavo all'inizio, è un romanzo particolare, da leggere con la dovuta attenzione e di certo non per passatempo. Se amate le storie attuali e non idealizzate, avete trovato il libro giusto!



domenica 12 marzo 2017

Recensione "Non dirmi bugie" di Rena Olsen

Buongiorno cuori librosi,
oggi torno a parlarvi di thriller con il libro di Rena Olsen, "Non dirmi bugie", edito da Newton Compton.
Buona lettura!


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LA RECENSIONE:

"Non posso dargli ciò che vuole. Perché ciò che vuole è incastrare Glen. Non lo ha detto, ma ho messo insieme i pezzi. Sperano di usarmi per avere sufficienti informazioni così da mandare Glen in prigione. Vogliono incastrarlo per l'aiuto dato alle nostre figlie, per avermi protetta. Non posso lasciare che questo accada. Non posso stare senza di lui. E non accadrà."

Cosa succede quando una vittima non si rende conto di esserlo? Quando tutta la sua vita, il suo quadro psicologico, è stato plasmato dai carnefici? Questa è la storia Clara, rapita quando era solo una bambina e destinata alla tratta di esseri umani. La sua fortuna nella sfortuna? Attirare l'attenzione, malata, di Glen, il figlio dei responsabili di questa losca attività. L'uomo intesse, con pazienza, una ragnatela impossibile da districare. Clara è come creta tra le sue mani. Preferisce finire in prigione, piuttosto che rivelare la verità.

"Mi stringe a sé, baciando la pelle arrossata, sussurrando le sue scuse. Ha le guance umide di rimpianto, e non resisto quando mi tira sotto di sé. Lo assorbo. Noi siamo una cosa sola. Sempre."

Nonostante il rapporto con Glen abbia un equilibrio molto fragile, per Clara non esiste un amore più perfetto. Il fatto di rischiare la vita, stando al suo fianco, viene continuamente minimizzato. Lei ha le sue "figlie", le sue ragazze da accudire, merce da preparare al mercato più spregevole che si possa mettere in atto. Le vittime non sono che bambine, ragazzine spaurite a cui deve fare il lavaggio del cervello. Clara non ha mai avuto dubbi sulla moralità del suo ruolo o sul comportamento di Glen. Per questo, all'arrivo della polizia, si chiude in un silenzio senza fine.
Nessuno capirebbe la situazione.

"Il senso di colpa mi soffoca, adesso. Sono venuta meno a quella fiducia. Ma non dovrà saperlo. Non lo verrà mai a sapere. E da questo momento, mi fiderò di lui incondizionatamente. Fino alla morte."

Giorno dopo giorno, i dubbi instillati dalla polizia, iniziano a fare breccia nell'animo di Clara.
E se fosse stato un errore? E se davvero fosse lei ad essere dalla parte sbagliata?
Chi è Diana? E perché le sembra di conoscerla da sempre?

Questa è una storia che inizia dalla fine. La vittima è già salva, non ci sono corse contro il tempo per trovarla, né indagini per catturare un sospettato. Clara ha il potere di risolvere tutto e consegnare Glen alla giustizia perché faccia il suo corso, ma la sua mente è così plagiata che non riesce nemmeno a parlarne. Il quadro psicologico della ragazza è veramente complesso e articolato. Nella sua follia, è davvero convinta che Glen sia, in qualche modo, una brava persona e che i suoi scatti d'ira e violenza, siano semplicemente dovuti ad un cattivo esempio familiare. La trama assume dei connotati inquietanti e il tema trattato è un argomento davvero delicato. La cosa che stupisce, è vedere la tranquillità di agire e pensare della protagonista che, solo alla fine, si renderà conto del peso delle azioni compiute da tutti loro. Sapere di essere stata un'altra persona, un tempo, la destabilizza e non poco. Glen è un personaggio che conosciamo solo dal punto di vista di Clara, non ci è dato di sapere i suoi pensieri e di accertare le aggravanti. La narrazione si divide su due piani temporali, passato e presente, e ci aiuta a ricostruire passo passo tutta la vicenda. L'autrice ci trascina con una prosa dal ritmo incalzante, il lettore non vede l'ora di sapere cosa succederà ai protagonisti e, soprattutto, alle povere vittime. Il contesto brutale e la finalità dell'addestramento delle ragazze, non viene approfondito non appesantendo troppo la storia. Si tratta, senza dubbio, di un thriller diverso. Più 'soft' oserei dire. Mi è piaciuto!



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