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giovedì 20 settembre 2018

Recensione "Vox" di Christina Dalcher

Buongiorno, lettori.
Oggi vi parlo di un romanzo distopico che ha fatto discutere/riflettere il mondo.
Si tratta del libro di Christina Dalcher, "Vox", edito da Nord che ringrazio per la copia.
Buona lettura!



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Jean McClellan è diventata una donna di poche parole. Ma non per sua scelta. Può pronunciarne solo cento al giorno, non una di più. Anche sua figlia di sei anni porta il braccialetto conta parole, e le è proibito imparare a leggere e a scrivere.
Perché, con il nuovo governo al potere, in America è cambiato tutto.
Jean è solo una dei milioni di donne che, oltre alla voce, hanno dovuto rinunciare al passaporto, al conto in banca, al lavoro. Ma è l’unica che ora ha la possibilità di ribellarsi.
Per se stessa, per sua figlia, per tutte le donne. Ogni giorno pronunciamo in media 16.000 parole.
Parole che usiamo per lavorare, per chiacchierare con gli amici, per esprimere la nostra opinione.
Ma, se non facciamo sentire la nostra voce, ci rimarrà solo il silenzio…

Quanta curiosità avevo di scoprire questo romanzo? Tantissima!
Quanto, il suddetto, ha soddisfatto le mie aspettative? Quasi totalmente.
Christina Dalcher ha estremizzato concetti e situazioni che, purtroppo, non sono poi così tanto frutto dell'immaginazione. Ci troviamo in un periodo storico in cui, alle donne, è vietato parlare, o meglio, gli è concesso pronunciare solamente cento parole al giorno.
Più o meno quelle che ho usato io per introdurvi il libro. La tensione e l'angoscia per questa condizione, è palpabile tra le pagine. La voce narrante è proprio una donna e noi, come lettori, viviamo con lei ogni fase del rifiuto e della non accettazione di questa nuova condizione; la rabbia verso un sistema perverso che ha tolto la libertà all'intero genere femminile: vietato cantare, vietato scrivere lettere, vietato leggere. Solo una lunga e infinita lista di divieti e l'obbligo di tornare al medioevo interpretando il ruolo di mogli e madri devote, giudiziose e che non si lasciano andare a nessun tipo di esternazione.

Grazie ad uno stile molto evocativo, sono riuscita ad immedesimarmi completamente in Jean e ho tifato per lei e per i suoi tentativi di sottrarsi al sistema. Si tratta davvero di una storia paradossale, per noi che viviamo in questa parte del pianeta, ma non è una condizione tanto diversa da quella che molte donne subiscono quotidianamente. Pensare che un uomo possa infliggere VOLONTARIAMENTE, ad un'altra persona, un'esistenza così limitata e infelice solo in base al genere di appartenenza fa male e suscita una grande rabbia. Credo che il messaggio di questo romanzo arrivi forte e chiaro.
L'epilogo non mi ha conquistata come tutto il resto, per questo la mia valutazione non è a punteggio pieno. Tuttavia si tratta di una storia importante e che consiglio di leggere, una storia ben scritta e molto originale... d'impatto, direi. 
Se cercate un romanzo unico, l'avete trovato!


2 commenti:

  1. Ciao! Ho letto parecchi commenti positivi riguardanti questo romanzo, e se avrò occasione lo leggerò anch'io ☺

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