venerdì 3 gennaio 2020

Recensione "Malanotte" di Michele Del Vecchio

Buon pomeriggio,
oggi voglio parlarvi di un romanzo particolare che ho avuto modo di leggere lo scorso mese.
Si tratta dell'esordio letterario del blogger Michele Del Vecchio, "Malanotte", edito da Bookabook.
Buona lettura!


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Cronometro alla mano per lavarsi i denti, i lacci delle Converse a fare pendant con gli stati d'animo e le corde del bucato su cui sventolano i capolavori di Beethoven. Milo Jenkins, 16 anni, è un virtuoso del pianoforte, ha mille nevrosi e il fantasma di un pesce farfalla per migliore amico. I lunghi silenzi e un candore senza età hanno reso sicura la diagnosi: è autistico. Un ragazzo speciale, lo definirebbe qualcuno. Se vivi nella cupa Eureka, però, non ci sono parole gentili per un orfano di madre con gli occhiali a fondo di bottiglia e gli incisivi a zappa. La svolta sperata ha le occhiaie viola di Iris, bella come un film di Tim Burton. Sulla tela della loro adolescenza, uno schizzo rosso sangue. Sotto una coltre di foglie secche, cadaveri innocenti. Corre, Milo. Ma verso Iris o lontano da lei?

Il libro di Michele Del Vecchio è stato una sorpresa, dall'inizio alla fine. E' una storia che incuriosisce subito il lettore che posa lo sguardo sulla trama perché, sicuramente, non ha mai letto nulla di simile in vita sua.
Il primo approccio con Milo, protagonista del romanzo, è tenero per il lettore e schietto per l'autore. Quest'ultimo, infatti, ce lo descrive sin da subito nella sua complessità e particolarità: lo spettro dell'autismo è presente ma non predominante, tanto è vero che, dopo un po', passa in secondo piano per poi finire direttamente nel dimenticatoio. 

Altro personaggio enigmatico è la co-protagonista, Iris, "bella come un film di Tim Burton", vi lascio quindi immaginare il tipo di soggetto che incarna e che fa perdere battiti al cuore di Milo.

La cosa che più mi ha colpito (sconvolto?) del libro non sono tanto le tematiche trattate o i personaggi quanto, piuttosto, il repentino e inaspettato cambio di rotta nella trama. Ho iniziato a leggere un tipo di storia, aspettandomi determinati risvolti e conclusioni, per poi ritrovarmi catapultata in tutt'altra vicenda senza sapere bene come e quando sia avvenuto l'improvviso cambiamento.

Ancora oggi, trascorsi parecchi giorni da quando ho girato l'ultima pagina, non so bene se questa scelta mi sia piaciuta o meno ma, devo ammettere, che si tratta di una mossa tanto azzardata quanto geniale perché il lettore non può in alcun modo prevederla.

Lo stile dell'autore è accattivante e coinvolgente, sono certa che Milo e le sue stranezze vi resteranno nel cuore per molto, molto tempo.
Considerando che si tratta di un romanzo d'esordio, posso dire che è stato fatto un ottimo lavoro e ci sono ampi margini di miglioramento per l'autore e le storie future che deciderà di regalarci.



1 commento:

  1. Grazie anche qui, Marta! Le tue parole sono il miglior augurio per iniziare al meglio l'anno.
    Ti abbraccio.

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