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lunedì 25 febbraio 2019

Recensione "Il manoscritto incompiuto" di Liam Callanan

Buongiorno, lettori.
Iniziamo la settimana parlando di un romanzo che mi ha convinta, ma non troppo.
Si tratta del libro di Liam Callanan, "Il manoscritto incompiuto", edito da Nord.
Buona lettura!


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Leah Eady è abituata alle assenze del marito. Ogni volta che lavora a un nuovo romanzo, Robert scompare per qualche tempo, lasciando una nota con scritto: "Torno presto". Stavolta, però, al posto del solito biglietto, Leah trova la prenotazione di un volo per Parigi a nome suo e delle figlie. Possibile che Robert voglia essere raggiunto? Eppure, arrivate in Francia, non c'è il marito ad accoglierle, bensì il suo manoscritto, incompiuto, che racconta di una famiglia americana che si trasferisce a Parigi. Seguendo gli indizi disseminati nel testo, Leah s'imbatte in una graziosa libreria del Marais, vicino alla Senna, con la facciata dipinta di rosso e una proprietaria che non vede l'ora di cedere l'attività. Quasi senza rendersene conto, Leah acquista il negozio e le centinaia di volumi stipati sugli scaffali, nella speranza che, in una di quelle storie, si celi un tassello del puzzle che la riporterà da Robert. Più passano le settimane, però, più Leah si sente rinascere: rispetto all'esistenza grigia che conduceva a Milwaukee, la vita parigina è un caleidoscopio di colori. E, tra le chiacchiere coi simpatici clienti della libreria e la magia dei libri che lei divora avidamente, Leah si rende conto che, con o senza Robert, è giunto il momento di prendere in mano la sua vita, e che tocca a lei scegliere il finale del manoscritto incompiuto da cui tutto ha avuto inizio.

Il romanzo di Liam Callanan ha tutti i presupposti per essere " un buon libro": ha un'ambientazione pazzesca e romantica -Parigi; un mistero di fondo che ruota intorno ad un manoscritto segreto; due protagonisti complessi e ambigui in maniera uguale e contraria e una bellissima atmosfera librosa donata dalla libreria di famiglia nel cuore della città.
Ma andiamo con ordine, i personaggi: Leah Eady è una donna abituata alla solitudine, suo marito è uno scrittore e di frequente si concede delle fughe 'letterarie' durante la stesura di un nuovo romanzo. Mi ha lasciato parecchio interdetta la sua rassegnazione iniziale al riguardo, come se accettasse di buon grado di essere parcheggiata di continuo in seguito ai deliri letterari del marito. Robert, lo scrittore folle, è un personaggio che non mi è piaciuto e con il quale non sono entrata per nulla in sintonia: i suoi misteri e il suo narcisismo esagerato lo rendono antipatico e poco umano, sembra non provare sentimenti né per la moglie né per le figlie.
Il punto di svolta del romanzo è la scomparsa di Robert che si volatilizza lasciando alla famiglia un biglietto per Parigi e niente più. La ricerca di Leah diventa il monotema della parte centrale del libro il che porta ad una sostanziale impasse della trama: Robert è sparito, Leah lo vede/cerca ogni santo giorno e per passare il tempo rileva una libreria ma il tutto è davvero troppo statico.

La storia si riprende un po' sul fotofinish con un timido colpo di scena e un epilogo senza infamia e senza lode che lascia un po' di amaro in bocca per tutto ciò che avrebbe potuto essere e, invece, non è e non sarà.
Lo stile dell'autore non mi è dispiaciuto e, nel complesso, il libro si legge molto velocemente e senza grosse difficoltà.  Peccato per la trama che non decolla, nonostante ci siano molti elementi positivi e temi interessanti che, se fossero stati sviluppati meglio, avrebbero garantito un risultato decisamente migliore.
Raggiunge le tre stelline perché,  comunque, una piccola scintilla c'è di base.
Peccato per tutto il resto.


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